
Terzino di spinta, con una predilezione per le incursioni offensive e i goal spettacolari, Jocelyn Angloma è stato uno dei giocatori che hanno segnato la crescita del calcio francese nella prima metà degli anni Novanta.
Arrivato dalla Guadalupa, è esploso con il PSG e si è affermato con l'Olympique Marsiglia, con cui ha vinto la Champions League nella stagione 1992/93. Dopo l'affaire VA-OM, che portò alla retrocessione del club di Bernard Tapie in Seconda divisione, e la conseguente diaspora dei talenti, è approdato in Italia, facendo bene con Torino e Inter.
Il successivo passo professionale è stato il Valencia, squadra con la quale ha ottenuto nuovi successi in Spagna, prima di tornare in patria, dove ha chiuso la carriera da calciatore e intrapreso quella da allenatore. Con la Francia ha disputato gli Europei del 1992 e del 1996, e nel finale della sua carriera ha anche rappresentato la Guadalupa. Oggi è il Commissario tecnico della Nazionale guadalupense.
Getty ImagesDALLA GUADALUPA A CAMPIONE D'EUROPA COL MARSIGLIA
Jocelyn Angloma nasce il 7 agosto 1965 a Les Abymes, città dell'Isola di Grande-Terre che fa parte del Dipartimento d'Oltremare di Guadalupa, ex colonia transalpina nelle Piccole Antille che darà al calcio, fra gli altri, anche campioni come Thuram e Wiltord.
Inizia a giocare a calcio con le Giovanili dell'Etoile del Morne à l'Eau, nella sua terra d'origine, per poi varcare l'oceano e raggiungere la Francia per indossare la maglia del Rennes all'età di 20 anni. In quell'anno debutta nella Division 1, e in due stagioni con la maglia rossonera colleziona in tutto 48 presenze e 2 goal in tutte le competizioni.
Nel 1987 passa al Lille, squadra con cui gioca per tre stagioni ed esplode: a 104 presenze abbina ben 13 goal, non pochi in un calcio, come quello che si giocava negli anni Ottanta del secolo scorso, in cui i terzini avevano compiti prevalentemente difensivi.
Fisico slanciato, un metro e 80 per 70 chilogrammi, Jocelyn sa essere decisivo quando gli si concede spazio, grazie a un passo da quattrocentometrista e ad una buona tecnica di base che sfrutta a suo favore nei duelli e nelle scorribande offensive.
Le grandi di Francia non ci mettono molto a notare il suo talento: ecco arrivare così, all'indomani dei Mondiali di Italia '90, l'ingaggio del PSG. Con Henri Michel in panchina, colui che da Ct. portò i Bleus in semifinale ai Mondiali del 1986, Angloma non delude le attese e dimostra le sue qualità: totalizza 41 presenze e 6 goal, che lo portano dritto in forza all'Olympique Marsiglia, fortemente voluto dal presidentissimo Bernard Tapie.
All'OM Angloma si alterna nei ruoli di terzino destro e centrale, completando una difesa molto forte che nelle sue fila annovera anche Desailly e Boli. Per il giocatore originario della Guadalupa, arrivano anche i primi successi: due titoli francesi, ma il secondo sarà revocato, e, soprattutto la Champions League 1992/93 conquistata battendo 1-0 in finale a Monaco di Baviera il Grande Milan di Fabio Capello.
Ma l'affaire Valenciennes-Olympique Marsiglia porta alla retrocessione d'ufficio della squadra nella stagione 1993/94 e alla conseguente diaspora dei campioni e dei migliori talenti.
FacebookIN SERIE A CON TORINO E INTER
Nell'estate 1994, come diversi suoi compagni di squadra, Angloma approda così in Serie A, firmando per il Torino, che può permettersi di acquisire il suo cartellino a prezzo di assoluto sconto, appena 600 milioni di Lire. Non è il solo giocatore del Marsiglia a indossare la maglia granata, visto che con lui c'è anche Abedì Pelé. L'impatto con la Serie A, dopo qualche difficoltà iniziale durante la breve gestione di Rosario Rampanti, è subito molto positivo.
Il terzino destro francese si inserisce al meglio negli schemi del nuovo tecnico Nedo Sonetti ed è protagonista di una stagione senza dubbio di alto livello. L'esordio arriva contro la Lazio l'11 novembre 1994, e a fine anno, chiuso dai piemontesi all'11° posto, a 29 presenze Angloma abbina anche 4 goal (30 presenze e 5 goal contando la Coppa Italia).
Il primo arriva al San Paolo di Napoli, in una gara pareggiata 1-1 dai granata. Il secondo è in assoluto quello più pesante: il francese lo sigla il 25 gennaio e proprio il suo inserimento centrale consente alla squadra di Sonetti di vincere 3-2 il derby di andata. In seguito trova la rete anche nelle sfide contro la Lazio e il Foggia.
Angloma resta in granata anche nel 1995/96, ma i risultati per il Torino sono molto negativi. La squadra finisce il campionato al 16° posto, con un doppio cambio di allenatore, e finisce in Serie B. Tuttavia il francese conferma il suo rendimento e la sua propensione offensiva, e chiude con 31 partite (32 gare con la Coppa Italia) e 3 reti contro Parma, Padova e Vicenza.
La retrocessione dei granata porta alla cessione degli elementi migliori: fra questi c'è anche Angloma che si trasferisce all'ambiziosa Inter di Roy Hodgson e del presidente Massimo Moratti. L'avventura in nerazzurro è in chiaroscuro: colleziona 46 presenze e 3 goal in tutto, di cui 30 presenze e un goal in campionato, 6 gare in Coppa Italia e 10 presenze e 2 reti in Coppa UEFA, il torneo dove si mette maggiormente in evidenza.
"Ricordo benissimo il mio goal contro il Grazer AK. - assicura in un'intervista a 'Passioneinter.com' - Avevo un piacere immenso dentro per il goal fatto, ma alla fine mi sono fatto male e sono dovuto pure uscire! Il piacere per la rete però mi ha fatto dimenticare il dolore. Mi sono sentito fortissimo quel giorno".
La squadra milanese arriva fino alla finale contro lo Schalke 04. Dopo il k.o. per 1-0 a Gelsenkirchen, un goal di Zamorano riporta in parità la situazione al Meazza. Angloma, assente in Germania, entra al 70' al posto di Bergomi, ma la serata del 21 maggio è amara per i colori nerazzurri. Ai rigori infatti sbagliano proprio Zamorano e Winter, mentre i giocatori dello Schalke 04 sono infallibili e il trofeo sfuma.
In campionato, che si chiude con Luciano Castellini in panchina al posto del tecnico inglese nelle ultime 2 giornate, l'Inter si piazza in 3ª posizione, conquistando nuovamente l'accesso alla Coppa UEFA.
"Quell'anno non abbiamo vinto titoli, - ricorderà il terzino francese in un'intervista a 'Passioneinter.com' del 2020 - ma abbiamo fatto una bella stagione. Abbiamo giocato una finale, facendo belle cose in campionato, ed ho giocato con campioni come Pagliuca, Zamorano, Djorkaeff, Paul Ince, Winter. Avevamo una squadra per fare grandi cose, anche se non ce l'abbiamo fatta fino in fondo a farle. Poi c'era Moratti, un signore. Mi manca moltissimo".
Angloma comunque non è confermato nel 1997/98 e si trasferisce in Spagna, per una nuova avventura con il Valencia, che lo compra per un milione e 200 mila euro.
GettyDUE NAZIONALI: FRANCIA E GUADALUPA
L'esperienza con la Francia inizia vincendo gli Europei Under 21 nel 1988, ma l'avventura con la Nazionale maggiore non sarà per Angloma particolarmente fortunata. Esordisce il 13 ottobre 1990 nelle Qualificazioni ad Euro '92 contro la Cecoslovacchia (2-1 per i Bleus), e gioca Euro '92 ed Euro '96.
L'edizione inglese degli Europei, con la sfortunata semifinale per i Galletti, segna anche la fine del suo rapporto con la Nazionale transalpina, che si chiude con 37 presenze e un goal segnato contro l'Armenia. Non senza un po' di delusione per non aver potuto prender parte alla vittoria dei Mondiali del 1998.
Ma la Francia non sarà l'unica Nazionale rappresentata dal terzino classe 1965 nella sua lunga carriera: negli ultimi anni, infatti, dopo essere tornato nell'isola natia, Angloma rappresentò anche la Nazionale locale della Guadalupa. Con quest'ultima ha partecipato alla Coppa dei Caraibi del 2007, trascinando la squadra, per la prima e finora unica volta nella propria storia, a qualificarsi alla CONCACAF Gold Cup 2007.
In questa seconda competizione, la Guadalupa è stata protagonista di un avvincente cammino fino alle semifinali, che l'hanno vista soccombere con il Messico. La partita con il 'Tricolor' è anche l'ultima di Angloma con la Guadalupa: per lui un bilancio di 14 presenze e 4 goal con la Selezione centroamericana, fra cui quelli pesanti contro Canada e Honduras.
I SUCCESSI COL VALENCIA
Trasferitosi nell'estate 1997 al Valencia di Claudio Ranieri, in Spagna, Angloma vince subito una Coppa Intertoto e una Copa del Rey. Nella stagione seguente, caratterizzata dall'approdo in panchina del tecnico argentino Hector Cuper, la squadra cresce ulteriormente, e vince la Supercoppa di Spagna . Quindi per due stagioni consecutive approda in finale di Champions League, perdendo la prima volta, nel 1999/00, contro il Real Madrid, e la seconda volta, nel 2000/01, ai calci di rigore al Meazza di Milano contro il Bayern Monaco.
Angloma rimane anche l'anno successivo, l'ultimo nel Vecchio continente: guidati da Rafa Benitez, i Pipistrelli conquistano La Liga spagnola 31 anni dopo l'ultima volta. In prossimità di compiere 37 anni, Angloma, che in cinque anni con il club ha collezionato in tutto 165 presenze e 7 goal, saluta l'Europa per far ritorno in Guadalupa.
Getty ImagesIL RITORNO IN PATRIA
Angloma nel 2003 fa il viaggio inverso a quello che aveva fatto nel 1985, facendo ritorno nell'Isola di Grande-Terre. Qui diventa una sorta di eroe Nazionale, in virtù della scelta di indossare nuovamente la maglia dell'Etoile del Morne à l'Eau, il club con cui si era formato a livello giovanile prima di raggiungere l'Europa. A 38 anni è sceso così in campo nel 7° turno della Coppa di Francia contro l'SO Romorantin il 22 novembre 2003 allo stadio Baie-Mahault.
La squadra della Guadalupa ha avuto la meglio ai tempi supplementari per 4-2, venendo tuttavia successivamente eliminata nel turno successivo dall'US Boulogne con un pesante 4-1 il 13 dicembre 2003 allo Stadio di Colombes a Parigi. Dopo l'eliminazione in semifinale nella Gold Cup 2007 disputata con la maglia della Nazionale di Guadalupa, si ritira dal calcio giocato a poco meno di 42 anni nell'estate dello stesso anno.
Diventa allenatore e inizialmente guida l'Etoile del Morne à l'Eau. Nel 2009 diventa anche vice C.t. della Guadalupa. Ricopre entrambi i ruoli fino al 2015, ma nel 2017 assume la carica di Commissario tecnico della Nazionale guadalupense, che ricopre ancora oggi.
"L'italia è un Paese che amo, ho conosciuto gente bellissima. - afferma - Ci tornerei per le vacanze, ma non per viverci. Ci sono stato per festeggiare i miei 50 anni. Ma come allenatore, non penso che ci verrò. Fare l'allenatore in Italia è un lavoro difficilissimo, non credo faccia per me, alla mia età non ci penso. Sto bene nella mia isola di Guadalupa, dove ho visto i miei bambini crescere e diventare uomini. Nemmeno in Francia mi vedrei. Sto veramente bene qui. Non ho mai sentito il bisogno di allenare a grandi livelli".
