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Bentancur Juventus InterGetty Images

Il pagellone della Juventus campione d'Italia: Ronaldo da 10, delude Bernardeschi

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BUFFON 7: Rientrato a Torino per coprire sapientemente le spalle di ‘Tek’, e per recitare un ruolo importante all’interno dello spogliatoio, SuperGigi non si smentisce mai. Protagonista, con 10 scudetti in bianconero più 2 revocati da Calciopoli.

SZCZESNY 7.5: Efficace. E non è poco. Superlativo, nelle ultime uscite, contro Sassuolo e Lazio. Continuo per tutto il resto della stagione, con un picco basso di rendimento in concomitanza con l’immediato post lockdown. Comprensibile.

PINSOGLIO SV

szczesny juventus 2019Getty Images

DE LIGT 8: A fronte di una spesa di 75 milioni è il difensore più pagato della Serie A. Investimento corposo, sì, ma giustificato dal rendimento. Qualche problema con i falli di mano, e con una spalla che inevitabilmente dovrà essere operata. Per il resto, però, affidabile. Eccome.

BONUCCI 7.5: Capitano non si nasce, si diventa. E la fascia, arrivata per via dell’infortunio di Chiellini, ha responsabilizzato il centrale viterbese che, dal canto suo, ha avuto il merito di accompagnare la crescita di De Ligt.

CHIELLINI 6: Una stagione difficile, la più complicata della sua carriera, con un grave infortunio ormai spedito nel dimenticatoio. Personalità e incisività, però, non si discutono. Così come non è mai stato in discussione il rinnovo fino al 2021.

DEMIRAL 7: Seppur per poco tempo, anch’egli a causa di un ko di brutta entità, il turco alla sua prima annata all’ombra della Mole ha subito dimostrato di poter essere un perno della difesa che verrà. Solido. Ma solido davvero.

RUGANI 5.5: Poche occasioni e, perlopiù, sfruttate male. La tanto agognata continuità di rendimento resta una chimera, motivo per cui pensare all’addio – dopo cinque stagioni – potrebbe rappresentare la via maestra.

CUADRADO 8: Spostato in pianta stabile nel ruolo di terzino destro, il colombiano ne è venuto a capo a pieni voti. Crescendo di partita in partita e, forse, trovando una seconda carriera da vivere premendo sempre e costantemente sull’acceleratore.

DANILO 6: Pochi sussulti, poco da dichiarare. L’esperienza, dall’alto delle esperienze vissute tra Madrid e Manchester, dalle sue parti certamente non manca. Ma la sensazione, e forse qualcosina in più, è che resti un acquisto andato a segno solamente per trovare una collocazione a Cancelo.

ALEX SANDRO 6.5: Alti e bassi, ma resta sempre una certezza. L’unica della fascia sinistra juventina che, comunque, nell’immediato diventerà oggetto di riflessione in chiave alternativa di livello. In sintesi, non può fare tutto l’ex Porto.

DE SCIGLIO 5: Alle prese con un feeling particolare con l’infermeria, a gennaio sarebbe dovuto passare al PSG nell’ambito dello scambio con Kurzawa. Nulla da fare, permanenza e – tanto per cambiare – nuovi infortuni.

Matthijs De Ligt JuventusGetty

BENTANCUR 8: Evoluzione esponenziale. Ottimo come mezzala, non male davanti alla difesa. E, essendo classe ’97, i margini di miglioramento non mancano.  In definitiva, tra i calciatori ad aver maggiormente beneficiato dell’arrivo di Sarri.

PJANIC 6.5: Giunto al passo d’addio, con la maglia del Barcellona già cucita addosso, il bosniaco sembrava che con la nuova gestione potesse cambiare passo. E così è stato: fino a ottobre. Dopodiché, compitino. Dopodiché, la cessione. Senza grossi rimpianti.

MATUIDI 6: Il solito cuore. La solita grande corsa. I soliti polmoni. Poi, però, ci sarebbe la tecnica. E qui, si sa, con lui nascono i problemi. Dà tutto, ma non sempre basta. Specialmente quando si punta su un allenatore che fa dell’esposizione qualitativa il suo credo.

RABIOT 6.5: Reduce da un’annata da dimenticare con il PSG, con tanto di divorzio, il transalpino ha compreso usi e costumi italiani solamente nelle battute conclusive della stagione. Bicchiere mezzo pieno, in attesa di fare decisamente sul serio.

RAMSEY 6: Il profilo, e non potrebbe essere altrimenti, non si discute. L’aspetto fisico, invece, sì. Un anno per perfezionare lo status atletico che, tuttora, resta una (grande) incognita. Un’altra chance, però, è alle porte. Vietato sbagliare.

KHEDIRA 5: Gli infortuni, ormai, non si contano più. Conquista rapidamente la fiducia sarriana, salvo poi uscire completamente dal radar per via degli innumerevoli ko. E, forse, la separazione resta l’unica via percorribile.

Bentancur Juventus InterGetty Images

CRISTIANO RONALDO 10: La fotografia resta il volo di Marassi. Un’immagine simbolo, che rimarrà nella sua storia e in quella della Serie A. A 35 giganteggia ancora, eccome, all’insegna della purissima manifesta superiorità.

DYBALA 9: La miglior annata da quando sfoggia la casacca juventina. Ha scelto di rimanere a Torino, contro tutto e tutti, una decisione rabbiosa culminata in contributi sopraffini. Goal decisivi, assist di livello. Joya vera.

HIGUAIN 7: I tempi di quando segnava un goal a partita, ormai, sono andati. Detto ciò, con il trascorrere delle primavere prevale il “noi”. Spalle rivolte alla porta, i compagni prima di tutto. Con ancora qualche lampo qua e là.

BERNARDESCHI 5: Male nel ruolo di trequartista, leggermente meglio nell’originario 4-3-3. Troppo poco, però, considerando le aspettative con cui era approdato nel capoluogo piemontese. Il goal segnato nel giorno dello Scudetto non basta per dimenticare l'annata.

DOUGLAS COSTA 6: In termini di caratteristiche, semplicemente, è inimitabile. Peccato, tuttavia, che anche sul suo fronte la continuità di rendimento non sia di casa. Vorrebbe spaccare il mondo. E Sarri, dal canto suo, vorrebbe fargli spaccare il mondo. Ma non si può, va dosato.

SARRI 7: A 61 anni è diventato il tecnico più anziano a vincere uno scudetto. Chiaro segnale di gavetta. Chiaro segnale di meritocrazia. Nulla di regalato, tutto sudato. Con tanti saluti all’estetica, mettendo il pragmatismo al primo posto. In attesa di una rosa diversa, più affine alla sua filosofica calcistica.

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