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Il declino di Freddy Adu: da nuovo Pelé a 'signor nessuno'

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Quella di Freddy Adu è una storia incredibile, una storia che fin dai primi passi nel mondo del calcio faceva presagire un futuro fantastico, ed invece in pochissimi mesi si è trasformata nella classica parabola del talento mai esploso. Una storia che ci torna in mente dopo l'esordio di Axel Kei a soli 13 anni, un record per lo sport americano.

Adu aveva tutti gli ingredienti per rappresentare a 360° il famoso 'sogno a stelle e strisce'. Adu infatti nasce in Ghana nel 1989 ma ben presto, a 8 anni, si trasferisce negli Stati Uniti grazie alla vincita della lotteria per una "green card" che permetteva alla famiglia la possibilità di trasferirsi in America.

Qui comincia a farsi notare per le sue qualità palla al piede ed entra nella IMG Soccer Academy, dove gioca, segna e viene assoldato dal DC United a soli 14 anni: proprio a questa età diventa il più giovane calciatore di sempre ad esordire in MLS.

Adu Pele

In questo periodo della sua vita, Freddy Adu viene visto come il simbolo del movimento calcistico statunitense che prova a rilanciarsi. Inoltre le sue caratteristiche tecniche, ed un famoso spot pubblicitario con Pelé, lo legano per sempre alla pesante etichetta proprio di "nuovo Pelé".

Si ritrova a soli 14 anni ospite di moltissime trasmissioni, è sulle copertine di tutti i giornali più importanti e perfino sulle scatole dei cereali. Non c'è niente che possa far trasparire un drastico crollo delle sue prestazioni in campo.

All'età di 10 anni c'è addirittura l'Inter della gestione Moratti che vuole acquistarlo, ma la sua famiglia rifiutò l'idea dando la priorità agli studi rispetto al calcio, oltre al rifiuto di trasferirsi a priori in un altro continente.

Freddy Adu USA 050114Getty Images

Ma ben presto, dopo appena 13 goal tra DC United e Real Salt Lake ed un paio di Mondiali Under 20 giocati su ottimi livelli, si capisce che qualcosa non va con la crescita calcistica del ragazzo, visto che faticano ad arrivare anche i goal e per un attaccante non è proprio un bel segnale...

Nel 2007 la scommessa in Europa la fa il Benfica: con la maglia biancorossa Freddy Adu però delude le aspettative di un calcio che invece era pronto a mettersi ai suoi piedi. Solo 2 goal in campionato e grandi dubbi sulle sue reali qualità atletiche e tecniche, anche se recentemente ha dichiarato che lui era "meglio di Angel Di Maria" , suo compagno ai tempi del Benfica. 

Da qui in poi, la sua vita professionale sarà un autentico girovagare di squadre e avventure in nazioni differenti: Monaco, Belenenses, Arīs Salonicco, Çaykur Rizespor, Philadelphia Union, Bahia, Jagodina, KuPS, T.B. Rowdies e Las Vegas Lights.

Non segna praticamente mai e gioca ancora meno. Nel 2018 la sua ultima apparizione su un campo da calcio, poi il vuoto cosmico e l'illusione di un anno fa, quando prima firma con gli svedesi dell'Osterlen (squadra di terza serie) e poi rescinde il contratto ancor prima di disputare la sua prima partita ufficiale, a causa di una condizione fisica non adeguata a un calciatore

"La sua forma fisica era zero - ha spiegato  l'allenatore del club a 'Fotbollskanalen' - non credo che abbia la forza mentale per riprendersi. Sono rimasto sorpreso da quanto fosse impreparato. Non posso avere in rosa un calciatore che è qui solo per il suo nome.  Può giocare al massimo a futsal, ma il calcio a 11 è roba diversa".

Adu di fatto non gioca più a calcio a livello professionistico e si è dato ad una nuova "attività": vende infatti messaggi di auguri personalizzati, per compleanni e varie ricorrenze. Si parte da una chattata a 5 euro fino al messaggio vero e proprio che costa qualche decina di euro. Non una bellissima fine per uno dei migliori talenti del calcio mondiale dell'ultimo ventennio...

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