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Gonzalo Villar RomaGoal

Il cuore tra Murcia ed Elche, il rammarico Valencia: Gonzalo Villar, la luce della Roma di Fonseca

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Leggero, leggiadro, quasi come un pattinatore che danza armonioso sul ghiaccio. Grazia allo stato puro. Gonzalo Villar ha fatto innamorare gli esteti del calcio, con quel portamento raffinato, quell’incedere regale che ha donato al centrocampo della Roma in questa stagione una luce nuova.

A 23 anni il regista murciano, oggi uno dei più interessanti talenti del calcio spagnolo, sta vivendo un’annata da incorniciare, grazie soprattutto alla fiducia incondizionata concessagli da Paulo Fonseca, l’uomo che forse più di ogni altro crede fermamente nelle doti di Gonzalito. Lo ha convinto sin dalla prima telefonata che aveva grandi progetti per lui alla Roma e ha spinto per anticipare i tempi del suo arrivo e per poterlo inserire nel gruppo giallorosso sin dal gennaio del 2020.

Una scommessa, ad onor di cronaca, stravinta per primo da Petrachi, all’epoca direttore sportivo del club e noto fine conoscitore del calcio giovanile. Quello che agli occhi meno attenti poteva sembrare quasi un capriccio da fanatico dello scouting si è rivelato in poco tempo un affare clamoroso. 4 milioni (più uno di bonus) per un giocatore della Segunda División spagnola potevano sembrare fuori luogo in un momento storico (già nell’era pre-Covid) in cui anche il più piccolo investimento ha un peso enorme per le casse dei club. Invece mai intuizione fu più illuminata.

La storia di Gonzalo è quella del classico ragazzo cresciuto col pallone sempre incollato ai piedi. Gli inizi nel calcio a 5, poi il passaggio al calcio a 11 con il Real Murcia, la squadra della sua città alla quale è rimasto fortissimamente legato, come dimostra il gesto compiuto circa un anno fa a sostegno del club, con Villar che è entrato nell’azionariato popolare per evitarne il fallimento.

Sei anni nel Murcia (iniziando da attaccante per poi arretrare a centrocampo), prima della chiamata dell’Elche, dove si è formato calcisticamente, percorrendo tutta la trafila giovanile fino all’esordio, a 16 anni, nell’Elche Ilicitano, la squadra riserve del club biancoverde. Il nome di Gonzalo comincia a figurare sempre con più frequenza sui taccuini degli scout e nel maggio del 2014, insieme ad altri suoi compagni di squadra, Villar vive l’emozione di indossare la maglia del Liverpool per un provino di una settimana. Ma un anno più tardi, quando la situazione finanziaria dell’Elche lo costringe a cambiare squadra, ad aggiudicarsi il talentino murciano è il Valencia, che versa 200mila euro nelle casse del club ilicitano.

La cantera de Los Ché, tra le più floride del calcio spagnolo ed europeo, è di livello assoluto anche in quel periodo: Gonzalo, che si divide tra l’Under 19 impegnata in Youth League e la squadra riserve, cresce al fianco di talenti come Carlos Soler (oggi pilastro del Valencia), Toni Martinez (attaccante del Porto) e Ferran Torres (gioiello del City di Guardiola) e già a novembre del 2015 arriva ad allenarsi con la prima squadra, ammirando da vicino le gesta di un giocatore come Dani Parejo che è sempre stato per lui grande fonte d’ispirazione, al pari di Iniesta.

Nel 2017/18 vive la stagione più importante del suo periodo valenciano: allenato da Lubo Penev, conquista una maglia da titolare nel Valencia Mestalla in Segunda B e a maggio del 2018 arriva anche la prima (e unica) panchina in gare ufficiali con la prima squadra, a Girona. E’ il Valencia di Marcelino (che stravede per lui) e di Simone Zaza e Gonzalo sembra ormai in rampa di lancio.

In estate però arriva il momento più difficile della giovane carriera di Villar, che viene messo fuori rosa dal direttore generale del club Mateo Alemany. Il motivo lo spiega a chiare lettere lo stesso dirigente del Valencia durante una conferenza durissima.

“Gonzalo Villar rappresenta qualcosa di importante. Vi racconto i fatti: aveva un anno di contratto con il Valencia e abbiamo iniziato la trattativa per il rinnovo con la un’agenzia che è strettamente legata ad un club spagnolo. Si trattava per rinnovare per altre due o tre stagioni. Gli agenti hanno rifiutato reiteratamente e il giocatore, consigliato dai suoi agenti, ha inviato un burofax annunciando che il suo contratto sarebbe scaduto il 30 giugno e che si considerava libero a partire da quella data perché le regole FIFA dicono che se si firma un contratto di più di 3 anni con un ragazzo di meno di 18 anni lo stesso può essere interrotto”.

L’agenzia alla quale fa riferimento Alemany è la Media Base Sports, fondata nel 2009 da Pere Guardiola, fratello di Pep, che detiene quote del Girona ma anche del Rayo Majadahonda, che rappresentava una delle ipotesi per il futuro di Villar (corteggiato anche dal Saragozza, come rivelato anni dopo dallo stesso giocatore). Un tentativo di rescissione unilaterale che fa infuriare il Valencia, che prima risponde a colpi burofax rimandando i club interessati alla clausola rescissoria fissata a 8 milioni di euro, e poi, dopo aver registrato le scuse di Gonzalo e dei suoi genitori, decide di rinunciare ai diritti sportivi sul ragazzo ma non a quelli economici: si arriva infatti ad un accordo per il ritorno di Villar all’Elche, che acquista però solo il 20% del suo cartellino e lascia a Los Ché anche il diritto di recompra in caso di offerte da altri club.

Gonzalo ammetterà di essere stato ‘mal consigliato’ dai suoi agenti nel post con il quale si congeda definitivamente dal Valencia.

“Dopo aver passato la peggior estate della mia vita è arrivato il momento di dire addio. Oggi lascio il Valencia e posso dire apertamente che lo faccio con grande tristezza perché una scelta sbagliata, per essere stato mal consigliato, ha portato al fatto che alcune persone del club decidessero che la mia avventura finisse qui. Non avevo possibilità di tornare indietro. Voglio che sappiate che non era quello che desideravo, ma la vita è così e mi tocca dimostrare in un altro club che tipo di giocatore sono. Avrete letto che mi si accusa di essere ‘pesetero’ (mercenario, ndr)… e chi conosce un minimo me e la mia famiglia può solo ridere di una tale stupidaggine”.

Una vicenda che Gonzalo ha saputo superare con grande carattere e maturità, supportato dalla famiglia e da una società, l’Elche, che oggi definisce la sua seconda casa. Villar viene riaccolto con grande calore dal club ilicitano, gli viene affidata la maglia numero 10 e incontra un tecnico, Pacheta, che ne intuisce sin da subito le enormi qualità ma che al tempo stesso non si fa scrupoli ad escluderlo dai titolari dopo una partenza al di sotto delle aspettative. E se la prima annata viene condizionata da un brutto infortunio al ginocchio e da qualche difficoltà tattica (quando schierato da mezzala), è nella prima metà della stagione 2019/2020 che il regista murciano spicca il volo, conquistando anche la Nazionale Under 21.

A dicembre del 2019 la svolta della sua carriera: si fa avanti la Roma, che inizialmente sembra intenzionata a lasciare Gonzalo in prestito in Spagna fino al termine della stagione, e torna a bussare alla porta di Villar anche il Valencia, interessato a riportare al Mestalla il centrocampista dopo la sua esplosione in Segunda Division. La Roma mette sul piatto 5 milioni di euro (tra parte fissa e bonus), al Valencia, che detiene l’80% dei diritti economici, ne basta uno per riprendersi il ragazzo. Ma a togliere qualsiasi dubbio a Gonzalo arriva una chiamata importante, quella di Paulo Fonseca.

“Mi ha chiamato Fonseca – ha raccontato Villar nel corso di un’intervista con il giornalista Miguel Quintana – abbiamo parlato per un po’, mi ha spiegato da quanto mi conosceva, perché si era interessato a me. L’idea della Roma era acquistarmi e lasciarmi in prestito fino a giugno, per me andava benissimo all’inizio ma Fonseca poi ha visto tante mie partite e mi hanno chiamato per dirmi che mi volevano subito. Ho capito che era un interesse molto forte”.

Stima e fiducia, fattori che, uniti ai tentennamenti del Valencia, spingono Villar al grande passo verso la Serie A. Sei mesi di apprendistato, la pandemia a rendere il distacco da casa ancor più difficile per un ragazzo così giovane, i primi bagliori a fine stagione, con l’ottima prestazione contro la Juventus a rappresentare un antipasto di quello che sarebbe potuto essere il suo contributo alla causa giallorossa.

La sua crescita in questi mesi è stata costante, tanto da essere diventato un punto di riferimento della Roma di Fonseca. E’ il giocatore che vanta la miglior percentuale di passaggi riusciti (89.9%) tra i centrocampisti a disposizione del tecnico portoghese e il suo grande senso tattico gli ha permesso di fungere da ‘equilibratore’ in coppia con Veretout, più avvezzo agli inserimenti senza palla e alle sortite offensive. La sua abilità nella conduzione di palla, nell’alternare filtranti illuminati a slalom palla al piede, la sua straordinaria capacità nel ‘dribbling difensivo’ (è il centrocampista della Serie A con la più alta percentuale di dribbling riusciti, 84.2%, tra quelli che ne hanno tentati almeno 20 in stagione), a protezione della sfera, lo hanno reso in poco tempo un elemento fondamentale per i giallorossi. Importanza che lui ormai percepisce, che si evince anche dalla personalità e la frequenza con la quale chiede palla, con quel gesto ricorrente di puntare l’indice verso i piedi, proponendosi come primaria fonte di gioco.

E se il goal non è mai stato il pezzo forte della casa (solo 4 reti tra i professionisti, ancora a secco in Italia) da Villar ci si aspetta nel prossimo futuro un sensibile miglioramento in termini di assist forniti dai compagni, vista la sua innata visione di gioco e precisione nei passaggi. Nonostante i tifosi giallorossi non abbiano ancora avuto modo di ammirarlo dal vivo all’Olimpico (tutte le sue presenze pre-pandemia erano arrivate in trasferta), grazie alle sue qualità e al suo viso pulito Gonzalo è diventato presto anche un beniamino del pubblico romanista.

In attesa che anche Luis Enrique (simpaticamente chiamato in causa dallo stesso giocatore con un tweet a gennaio) possa aprirgli le porte della Nazionale, questi ultimi mesi di stagione saranno intensissimi per Villar: dagli impegni con l’Under 21 spagnola (chiamata a difendere il titolo continentale negli Europei di categoria al via in questi giorni) all’obiettivo Europa League, passando per la corsa al 4° posto per arrivare fino al grande sogno, le Olimpiadi di Tokyo 2020. Niente male per un ragazzino che fino a 15 mesi fa giocava in Segunda División…

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