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Giulio Migliaccio Atalanta Serie AGetty

Il caso Migliaccio alla festa dell'Atalanta: quando si presentò a bordo di un carro armato

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Di episodi controversi, sia in campo che fuori, il mondo del calcio ne è pieno zeppo. Follia, goliardia, esagerazione. Chi più ne ha, più ne metta. Nel fitto universo delle trovate borderline, non è passata di certo inosservata - e se ne intuisce facilmente il motivo - quella di Giulio Migliaccio alle porte della stagione 2013/2014.

Siamo in pieno luglio. Nel cuore dell'estate. E come ogni anno a Bergamo si tiene l'ormai celebre appuntamento con la 'Festa della Dea', tradizionale manifestazione organizzata dalla curva atalantina e che raduna tantissimi tifosi nerazzurri all'interno del parcheggio di uno dei più grandi centri commerciali della provincia bergamasca.

Per diversi giorni, infatti, il luogo in questione si tinge letteralmente di nerazzurro: striscioni, bandiere, magliette, musica e gadget di ogni tipo colorano le notti di tantissimi sostenitori che accorrono puntualmente in massa.

Per il popolo atalantino è un appuntamento irrinunciabile. Una sorta di rituale, per intenderci. E ogni serata viene animata dalla presenza di una delegazione di giocatori o dirigenti dell'Atalanta, da sempre presenza fissa all'evento accanto alla sua gente.

Tornando a Migliaccio, per il centrocampista di Mugnano di Napoli quella del 2013 è l'estate del ritorno a Bergamo dopo le esperienze con Palermo e Fiorentina. La maglia della Dea, infatti, l'aveva già indossata dal 2005 al 2007 centrando una promozione in Serie A.

L'11 luglio il matrimonio bis si perfeziona con il proverbiale nero su bianco, mentre tre giorni dopo l'ex centrocampista si ripresenta al proprio pubblico in una maniera del tutto inusuale.

Il contesto non è quello del Centro Sportivo di Zingonia e nemmeno quello dell'attuale Gewiss Stadium. Dimenticatevi i palchi, dimenticatevi i flash dei fotografi e le istantanee di rito con la nuova maglia tra le mani. Nulla di tutto questo.

In un tripudio di cori, bandiere e fumogeni, Migliaccio fa irruzione alla 'Festa della Dea' a bordo di un carro armato - sul quale sbuca anche la bandiera nerazzurra Glenn Stromberg, oltre ad alcuni tifosi - facendosi largo tra la folla letteralmente in delirio. Ma non finisce qui perché al culmine del proprio percorso, il cingolato schiaccia due automobili dismesse e dipinte con i colori del Brescia e della Roma, rivali storiche del tifo organizzato bergamasco.

E' un episodio destinato a far discutere e a sollevare un vespaio di inevitabili polemiche. Sponda Brescia e Roma il risentimento è molto forte, mentre a Bergamo si vota il partito della minimizzazione.

Dalla Città dei Mille fanno notare come la goliardia e il divertimento siano da sempre i capisaldi dell'evento e che i colpi ad effetto alla 'Festa della Dea' non sono mai mancati: soltanto due anni prima lo stesso cingolato aveva fatto capolino con a bordo German Denis, non a caso soprannominato 'El Tanque', mentre nel 2012 Facundo Parra si era palesato ai suoi nuovi tifosi atterrando a bordo di una mongolfiera in compagnia di Percassi.

Questa volta, però, la musica è diversa. Il sentimento comune è che lo spirito goliardico e giocoso con cui è stato partorito il gesto sia in realtà sfociato nel campo del cattivo gusto.

A pensarlo, in primis, è proprio la Procura Federale che non esita nemmeno un secondo ad aprire un fascicolo per fare luce e chiarezza sulla vicenda. All'indomani dell'accaduto, invece, sul fronte atalantino arrivano le scuse del diretto interessato, affidate ad una nota ufficiale apparsa sul sito dell'Atalanta:

"Riguardo all’episodio del carrarmato, che mi ha visto inconsapevolmente protagonista, intendo precisare quanto segue: in un’atmosfera festosa ed in mezzo ad una folla immensa di tifosi, tra cui una moltitudine di donne e bambini, sono stato invitato a salire sul carrarmato, che da anni gira alla Festa della Dea, trasportando giocatori e dirigenti per un saluto alla gente, in modo che siano visibili a tutti.
Non potevo assolutamente immaginare che, ad un certo punto, avremmo schiacciato due vecchie auto prese allo scasso. Me ne sono accorto quando il carrarmato ci stava salendo sopra e non potendole vedere, perché ero in alto e dietro, non sapevo che le stesse riportavano i simboli di due società di calcio. Comunque, anche se ignaro protagonista, sono molto dispiaciuto dell’episodio.
Basti pensare che, nella mia non brevissima carriera di calciatore, mi sono sempre ispirato ai sani valori dello sport ed alla massima correttezza in campo, tanto da ricevere, in quasi 500 partite giocate, un solo cartellino rosso, per giunta per doppia ammonizione”.

A ruota prende parola anche il presidente Antonio Percassi che prova a minimizzare l'accaduto, invitando comunque i propri tifosi ad un comportamento più consono:

"So che a voi piacciono gli scherzi e avete fatto una goliardata, ma chi ama l'Atalanta faccia il bravo", il discorso del massimo dirigente bergamasco riportato da 'L'Eco di Bergamo'.

Parole buone per stemperare un clima di tensione già diffusosi a macchia d'olio ma che non stoppano l'intervento della Procura Federale. Stefano Palazzi, manco a dirlo, sanziona sia il giocatore che il club: Migliaccio viene deferito così come l'Atalanta - per via della responsabilità oggettiva - e la società orobica è costretta a pagare anche una multa da diciassettemila euro.

E' il punto finale su una vicenda il cui clamore mediatico è comunque destinato ad esaurirsi piuttosto velocemente. Lo stesso non si può evidentemente dire della 'Festa della Dea' che nel corso delle edizioni successive continuerà a regalare siparietti decisamente curiosi: da Percassi a bordo di un aereo caccia, passando per l'intera rosa a bordo di un camion pieno di tronchi, fino alle vecchie glorie del club transitate in mezzo alla folla su una mietitrebbia.

Nel 2018, invece, tra i protagonisti ci sarà nuovamente Migliaccio. Questa volta non più nei panni da giocatore, ma comunque presente in compagnia di Duvan Zapata e Josip Ilicic. Il mezzo in dotazione? Nientemeno che un'asfaltatrice.

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