
Nella carrellata di giocatori che nel 1996, sulla scia della Coppa d'Africa giocata in Sudafrica, approdano in Italia, c'è anche il primo egiziano della storia del calcio italiano. Il suo nome è Hazem Emam, per molti semplicemente 'Lo Zico delle Piramidi'.
Scoperto da Pierpaolo Marino, attuale Direttore dell'area tecnica bianconera, e approdato in Serie A con importanti aspettative, deluderà le attese, giocando poco, anche per ragioni tattiche, e dimostrandosi acerbo per il campionato italiano dell'epoca.
FIGLIO E NIPOTE D'ARTE
Hazem Emam nasce a Il Cairo il 10 maggio del 1975. Fin da piccolo si appassiona a quello che è stato lo sport praticato con importanti risultati da due componenti della sua famiglia. Il papà, Hamada Emam, è un ex attaccante dello Zamalek, una delle squadre più titolate della capitale egiziana, con cui ha vinto 2 Scudetti e 3 Coppe nazionali, mentre il nonno, Yehia Emam, è l'ex portiere dell'Egitto alle Olimpiadi di Londra del 1948 e a livello di club è stato anche lui una bandiera dello Zamalek, con cui ha vinto ben 10 campionati e 5 Coppe d'Egitto.
Con una simile progenie il piccolo Hazem è indirizzato verso una carriera da calciatore, che inizia proprio nelle Giovanili dello Zamalek, il club che era stato prima del nonno, poi del padre. Nel 1994/95 debutta in Prima squadra e l'impatto è di quelli importanti. È dotato di grandi mezzi tecnici e gioca come trequartista o centrocampista con compiti spiccatamente offensivi. L'anno seguente, il 24 novembre 1995, fa il suo esordio con l'Egitto nella sconfitta per 2-0 in amichevole contro il Sudafrica.
Ma il suo anno d'oro è il 1996. A soli 21 anni Emam diventa uno dei prospetti più interessanti del panorama africano. I primi importanti risultati li ottiene con la maglia dell'Egitto. Il 6 gennaio l'anno si apre con la sua prima rete internazionale, realizzata nella vittoria contro la Tunisia. Diventa un punto di forza dei 'Faraoni' e partecipa con la sua Nazionale alla Coppa d'Africa 1996, che si gioca dal 13 gennaio al 3 febbraio 1996 in Sudafrica.
DALLA COPPA D'AFRICA ALL'UDINESE
Chiamato in patria 'Little Fox', ovvero 'Piccola volpe', nomignolo che gli deriva da quello del padre attaccante, che veniva chiamato 'Bix Fox', 'Grande volpe', Emam accresce a dismisura la sua fama calcistica grazie alle prestazioni offerte in Sudafrica con l'Egitto. Nonostante il Cammino dei Faraoni si arresti ai quarti di finale contro lo Zambia, e il fantasista dello Zamalek non segni nemmeno un goal nelle sue 4 presenze, le sue buone prove gli valgono il premio di miglior centrocampista della manifestazione.
A monitorare il torneo ci sono anche tanti osservatori italiani, che guardano all'Africa come nuova fucina di grandi talenti. Fra gli altri lo nota anche Pierpaolo Marino, all'epoca dirigente dell'Udinese, intento a costruire una squadra in grado di scalare i vertici del calcio italiano. Le referenze positive sull'egiziano lo inducono a portare in Italia il trequartista, che arriva nel settembre 1996, mentre la sua squadra si accinge a vincere la Champions League africana, con le stimmate del grande talento.
La formula è quella del prestito oneroso dallo Zamalek a 50 milioni di Lire, con diritto di riscatto fissato a 390. Al suo sbarco in Friuli lo accompagnano soprannomi altisonanti: lo chiamano 'Lo Zico delle Piramidi' o 'Il Baggio del Nilo'. Sulla panchina dei friulani siede però Alberto Zaccheroni, che fa del 3-4-3 il suo dogma calcistico. Difficile trovare una collocazione ideale per un trequartista centrale in un simile modulo, e infatti l'egiziano, le poche volte in cui viene impiegato, deve adattarsi alla posizione di esterno mancino nel tridente offensivo, con un movimento a scalare dietro le punte.
L'esordio in Serie A arriva il 16 ottobre 1996 contro il Napoli al San Paolo (1-1), ma il talento egiziano in un ruolo non suo non convince. Trova spazio altre tre volte, sempre partendo dalla panchina e subentrando a gara in corso, e tutte nella prima parte della stagione.
LE LACRIME DI PERUGIA
Resterà impressa nella storia di quel campionato la sua immagine del 27 ottobre 1996, quando, alla sua seconda presenza ufficiale contro il Perugia, appena subentrato al posto di Amoroso, dopo appena 7 minuti, in seguito all'espulsione occorsa a Bertotto, viene richiamato in panchina da Zaccheroni per dare spazio al più difensivo Gargo.
Non comprendendo tuttavia la scelta del tecnico, esplode in lacrime, coprendosi il volto con la maglia. Non gli va meglio nella seconda stagione italiana, il 1997/98. L'Udinese gioca la Coppa UEFA e a inizio anno trova il campo due volte contro il Widzew Lodz e l'Ajax: 27 minuti totali, ma poi i bianconeri sono eliminati e lo spazio per l'egiziano si riduce. Mette insieme comunque 7 presenze in tutte le competizioni, disputando anche la sua prima partita da titolare in Serie A il 27 maggio 1998, quando, in una sorta di passerella finale, Zaccheroni lo manda in campo dall'inizio contro il Vicenza.
Ma del suo talento si vede ben poco, nonostante, proprio nel febbraio 1998, vinca la Coppa d'Africa da protagonista con la maglia dell'Egitto.
OtherDE GRAAFSCHAP E RITORNO IN ITALIA
L'Udinese cerca di farlo adattare al calcio europeo e nel 1998/99 lo cede in prestito agli olandesi del De Graafschap. Con una squadra modesta, trova spazio e colleziona 39 presenze e 4 goal in due stagioni, in cui ottiene altrettante salvezze.
I tifosi biancoblù lo ricordano soprattutto per una doppietta rifilata al Vitesse il 28 novembre 1999. Nel 2000 per 6 mesi torna in Italia, giusto in tempo per accorgersi che la sua avventura all'Udinese è già conclusa. Il nuovo tecnico Gigi De Canio, infatti, non lo considera, Emam è ormai fuori dal progetto e a gennaio 2001 viene ceduto allo Zamalek, il club con cui tutto era cominciato.
FREESTYLER E STELLA IN EGITTO
Salutata l'Europa e fatto ritorno in patria, Emam magicamente si ritrova e si ritaglia un ruolo di primo piano nel club che prima di lui aveva consacrato suo padre e suo nonno. Il fantasista si consacra 'stella' nel suo Paese e vince titoli in sequenza: 3 campionati (2000/01, 2002/03 e 2003/04), una Champions League africana nel 2002, battendo i marocchini del Raja davanti a 100.000 spettatori in delirio (la prima da grande protagonista, dopo le 2 vinte in gioventù nel 1993 e nel 1996, con un ruolo marginale), una Supercoppa d'Africa (nel 2002), 2 Coppe d'Egitto (2001/02 e 2007/08), 2 Supercoppe d'Egitto (nel 2000/01, quando è votato come miglior giocatore, e nel 2001/02), un'edizione della Coppa dei Campioni araba (nel 2003) e una Supercoppa Egitto-Saudita (nel 2003).
L'avventura in Nazionale la chiude, invece, a 30 anni compiuti nel 2005 con 16 goal realizzati in 87 presenze. Grazie ai numeri che sa fare con la palla, e che tuttavia non gli erano stati utili per affermarsi in Europa, nel 2001 Emam vince anche il prestigioso premio 'Soccer Skills Pepsi Challenge',una sfida di freestyle fra calciatori, in cui batte tra gli altri Veron, Rui Costa, Roberto Carlos e Rivaldo.
Al termine della competizione Dwight Yorke, arrivato quinto, ammetterà:"Non conoscevo Emam, è stata una vera sorpresa".Nel 2008, all'età di 33 anni, Hazem chiude una carriera da calciatore che lo aveva visto protagonista in Africa e carneade nel calcio italiano. Diventato poi Direttore sportivo dei 'Cavalieri bianchi', tenta di portare sulla panchina dello Zamalek il suo ex allenatore Zaccheroni. Ma 'Zak', sentita la sua offerta, la declinerà cordialmente. Un po' come quando, ai tempi del suo arrivo all'Udinese, Emam gli chiedeva di giocare titolare.
