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Hatzipanagis, il 'Nureyev del calcio' che somigliava a Maradona

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Avere talento è un qualcosa che può spalancarti le porte del grande calcio ma da solo, anche se in dosi massicce, può non bastare. La storia è ricca di racconti legati a carriere di straordinari artisti del pallone che avrebbero potuto meritarsi un posto tra i grandissimi, ma che si sono dovuti accontentare di un ruolo da semplice comparsa e, tra coloro che di qualità ne avevano da vendere, ma che hanno per vari motivi mancato l’appuntamento con il ‘grande salto’, c’è anche colui che è considerato il più grande calciatore greco di ogni tempo: Vasilis Hatzipanagis.

Il nome di colui che è considerato il ‘Maradona ellenico’, dirà poco a moltissimi appassionati, ma ci sono stati anni nei quali con le sue straordinarie giocate non solo ha fatto sognare migliaia di tifosi, ma si è anche guadagnato le attenzioni di quei grandi club europei che, nonostante una corte serrata, non sono mai riusciti a farlo suo.

Quella di Hatzipanagis è semplicemente la storia di uno dei più forti giocatori ‘sconosciuti’ di ogni tempo ed inizia a Tashkent, in Uzbekistan, il 26 ottobre del 1954, dove i suoi genitori, una coppia di esuli greci, si era rifugiata per sfuggire da una guerra civile.

Vasilis fin da bambino mostra doti con il pallone fuori dal comune e, sebbene sia piccolo e gracile rispetto a molti dei suoi coetanei, non ci mette molto ad attirare l’attenzione di tanti osservatori. Tra i club che decidono fin da subito di puntare su di lui c’è il Pakhtakor, ma affinché la sua carriera possa realmente avere inizio serve un requisito fondamentale: la cittadinanza sovietica.

Diventato russo a tutti gli effetti, Hatzipanagis esordisce a 17 anni con il suo club entrando ben presto a far parte del giro delle nazionali giovanili dell’URSS. Il suo è un calcio fatto di velocità, irrefrenabile voglia di dribbling, talento fuori dalla norma, tutte qualità che lo portano ad essere considerato la grande speranza del calcio sovietico, al pari di Oleg Blochin, uno che nel 1975 sarà in grado di vincere il Pallone d’Oro.

Proprio in quell’anno, chiuso il periodo della Dittatura dei Colonnelli, Hatzipanagis decide di tornare nella sua Grecia e di unirsi all’Iraklis. L’attesa per il suo debutto è tale che lo stadio viene invaso in ogni ordine posto, quello che non immagina è che per il resto della sua carriera non vestirà altre maglie.

La squadra di Salonicco è poca cosa rispetto alle super big del calcio ellenico, ma grazie alle straordinarie qualità del suo nuovo trequartista le cose cambiano in fretta. Già nel 1976 arriva il trionfo in Coppa di Grecia grazie anche ad una sua doppietta realizzata in finale contro il favoritissimo Olympiakos, il resto è una storia fatta di magie che catalizzano su di lui le attenzioni dei club di mezza Europa.

Vasilis Hatzipanagis

Hatzipanagis diventa l’oggetto del desiderio di squadre del calibro di Arsenal, Porto, Lazio e Stoccarda, ma c’è un problema: la dirigenza dell’Iraklis teme che una sua cessione possa scatenare una sommossa popolare e quindi l’approdo nel calcio che conta resta solo un sogno.

La carriera di Hatzipanagis si concluderà nel 1990 tra goal, giocate raramente viste fino ad allora che gli sono valse l’appellativo di ‘Nureyev del calcio’ e tanti rimpianti.

A frenare la sua ascesa è stata anche la mancata possibilità di giocare in gare ufficiali con la sua Grecia. Dopo l’esordio contro la Polonia del 1976 (fu nettamente il migliore in campo), gli venne negata la possibilità di indossare di nuovo la maglia della Nazionale perché in passato aveva rappresentato l’URSS.

Gli unici grandi riconoscimenti di una carriera che sarebbe potuta essere straordinaria restano una convocazione per una partita di leggende del calcio mondiale che nel 1984 lo vide al fianco di Beckenbauer, Keegan, Kempes e Krol (solo per citarne alcuni), una seconda partita giocata con la Grecia nel 1999 (la sua carriera era finita da anni ma gli venne dato questo premio per omaggiare il tributo dato al calcio ellenico) ed il riconoscimento assegnatogli nel 2003, nel 50° anniversario della UEFA, di miglior giocatore greco di sempre.

“E’ commovente vedere che non sei stato dimenticato, che hai dato un contributo che a distanza di anni ancora viene apprezzato. Il rimpianto è quello di aver giocato una sola partita con la maglia della Grecia e di non aver giocato in un campionato di alto livello. Se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo, farei delle scelte diverse”.

Hatzipanagis poteva essere un fenomeno di caratura mondiale, ma non lo è stato. Per arrivare a certi livelli è necessario evidentemente anche che tutto vada nel verso giusto e la cosa non sempre succede.

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