GOAL
"We can be heroes, just for one day", cantava David Bowie. Le parole di 'Heroes', celebre canzone del Duca Bianco, si adattano molto bene alla carriera di Gianni Guigou. Ma qualcuno dei più giovani si chiederà: chi era costui?
Nato a Nueva Palmira, nel Dipartimento di Colonia, in Uruguay, il 22 febbraio 1975, Gianni Bismark Guigou Martínez, per tutti semplicemente Gianni Guigou, cresce ed esordisce da professionista con il Nacional Montevideo. Mediano con una buona tecnica di base, cui piace anche inserirsi in fase offensiva, si allontana molto dagli stereotipi del calciatore della Banda Oriental, tutto corsa e garra. Rappresenta il prototipo del gregario che con il lavoro e la dedizione è riuscito a ritagliarsi i suoi spazi accanto a grandi campioni.
In Uruguay gioca 5 stagioni ad alti livelli, e vince 2 campionati nel 1998 e nel 2000, ma anche due Liguilla (torneo Pre-Libertadores cui partecipavano le migliori squadre del Paese sudamericano). Totalizza 64 presenze e 6 goal in 5 anni, e viene convocato nella Celeste, con cui disputa la Copa America 1999 raggiungendo la finale. Qui è notato dalla Roma che, pur non essendo un titolare nel suo club, nell'estate 2000 decide di portarlo in Serie A per 5 miliardi. Vedendolo in azione negli allenamenti, l'allora tecnico giallorosso Fabio Capello resta sorpreso dal tipo di giocatore che si trova di fronte.
"Guigou è l'unico uruguayano che non picchia", dichiara alla stampa l'allenatore friulano.
Prossima partita
L'uruguayano parte come panchinario nelle gerarchie, ma quando ha bisogno, presto Capello capisce che può fidarsi di lui e non esita a chiamarlo in causa. L'esordio arriva in trasferta nel Primo turno di Coppa UEFA contro gli sloveni del Gorica il 14 settembre, gara vinta dai giallorossi per 1-4. Il 1° ottobre, alla prima giornata, fa anche il debutto in Serie A, subentrando nel finale a Marco Delvecchio nella sfida vinta 2-0 con il Bologna all'Olimpico.
Ma l'Europa sembra essere nel suo destino, se è vero che proprio in Coppa UEFA Guigou trova anche la prima rete in giallorosso nella gara di andata dei Sedicesimi di finale contro l'Amburgo. All'Olimpico il mediano timbra la vittoria della squadra di Capello con un bel sinistro dal limite dell'area. Qualche anno dopo, il protagonista di quel successo tenderà però a minimizzare sui suoi meriti, dimostrandosi una persona molto umile:
"Sì, è stato un gol decisivo, - ammette - anche se c'è stato anche un errore del portiere. Ma è stata comunque una bella soddisfazione, la squadra era fortissima in quel momento. Sono bei ricordi".
La stagione è ricca di soddisfazioni per la Roma, che conquista a fine anno il 3° Scudetto della sua storia dopo anni difficili e tribolati. Guigou, in una squadra stellare, che ha davanti Batistuta al centro di un attacco micidiale con Totti e Montella (o Delvecchio), dà il suo apporto, collezionando complessivamente 15 presenze. L'impresa, che lo consegnerà alla storia e lo farà rimanere per sempre nel cuore dei tifosi giallorossi, la compie tuttavia nuovamente in Coppa UEFA.
È il 21 febbraio 2001, e ad Anfield i giallorossi di Capello sono chiamati a ribaltare lo 0-2 rimediato all'andata contro il Liverpool per proseguire il loro cammino nel torneo. La rimonta non riuscirà, ma proprio il protagonista più improbabile, Gianni Guigou, che dopo un rigore parato da Antonioli ad Owen, pesca il jolly e con un gran sinistro dai 25 metri batte Westerveld.
La Roma si impone 1-0 in casa dei Reds, e pur venendo eliminata, quel successo resta a tutt'oggi l'unico in terra inglese ottenuto dalla Lupa. L'uruguayano, con la sua rete, entra nel cuore dei tifosi capitolini, che iniziano a dedicargli cori e canti, favoriti dalla musicalità del cognome del calciatore, fra cui uno sul tema della famiglia Addams ad una versione romanista di Johnny B. Goode.
L'uruguayano conclude la stagione con 25 presenze totali e 2 goal, entrambi realizzati in Europa.
"Il 2000/01 fu un anno bellissimo, - ha ricordato in una recente intervista, riportata da 'Voce Giallorossa' - con tante responsabilità e partite dure da giocare. Era uno spogliatoio con tanta allegria, che serve sempre. Quando bisogna allenarsi si deve fare, quando si sta con i compagni ci si deve divertire, altrimenti la pressione è troppo alta e non si riesce a lavorare. L’elemento vincente di quel gruppo? Non eravamo un gruppo di amici, ma è normale nelle grandi squadre. Guardavamo tutti allo stesso obiettivo, c’erano grandi campioni e molti non erano più ragazzini, quasi tutti sui trent’anni, quasi tutti in Nazionale. Per me fu una grande emozione farne parte".
Meno positivo per Guigou e per la squadra si rivela l'anno seguente, il 2001/02, che vede i giallorossi piazzarsi al 2° posto e uscire dalla Champions League nella seconda fase a gironi. L'uruguayano totalizza 14 presenze complessive senza goal, ma partecipa alla vittoria nella Supercoppa italiana contro la Fiorentina il 19 agosto (3-0), suo secondo e ultimo trofeo vinto in giallorosso.
GettySul piano dei risultati di squadra, il 3° e ultimo anno è il più negativo, con un 8° posto finale in campionato, ma il mediano uruguayano mette insieme altre 23 presenze presenze complessive, condite da una rete, la sua unica in Serie A con la maglia giallorossa, segnata al Parma il 13 aprile 2003. Chiude con 62 presenze totali e 3 goal e in estate passa in prestito al Siena.
"Ho sempre ringraziato la Roma per la possibilità di essere arrivato in Europa. - ha dichiarato di recente - Ho avuto la fortuna di vincere lo Scudetto e una Supercoppa Italiana al primo anno, a Roma non è una cosa semplicissima. Giocavo in nazionale e si parlava di me, ma nessuno mi aveva cercato prima della Roma. Avevo 25 anni e vivevo in Sudamerica quando sono arrivato nella Capitale, alla fine mi sono ritrovato a giocare con i più forti campioni. Mi sarebbe piaciuto rimanere un po' di più, ma il calcio è così. L’Olimpico? Quando entri e senti l’inno… ancora mi viene la pelle d'oca! È un'emozione fortissima e unica".
In Toscana l'uruguayano disputa una buona stagione, e con 32 presenze e un goal contribuisce al raggiungimento della salvezza. Scaduto il prestito e scaduto il contratto con la Roma, Guigou firma con la Fiorentina, con cui milita una stagione e mezzo. Nella squadra viola trova però poco spazio, e colleziona soltanto 6 presenze in Serie A prima di trasferirsi in prestito al Treviso a gennaio 2006. Con i veneti arriva la retrocessione in Serie B al primo anno, ma si instaura un bel rapporto, che induce l'uruguayano a trattenersi altre due stagioni anche nel torneo cadetto.
La Fiorentina lo cede infatti ai biancocelesti in cambio di Gobbi e Reginaldo. In tre stagioni l'uruguayano disputa 82 gare (di cui 13 in Serie A e 69 in Serie B) e segna 2 reti in campionato. Nella Primavera 2008 va sotto i ferri per farsi operare in artroscopia dal professor Martens e deve star fermo per diversi mesi. Nel 2009 fa ritorno in patria nel Nacional Montevideo, prima di chiudere la carriera in Messico nel 2010/11 con l'Estudiantes de Altamira. In Nazionale totalizza 41 presenze, e prende parte ai Mondiali 2002.
Ma il suo ricordo sarà sempre legato a quello storico goal segnato ad Anfield. Tanto che un cantante romano del quartiere Garbatella, al secolo Tiziano Menghi, ha scelto 'Gianni Bismark' come nome d'arte per la sua professione.
"Oggi mi sono allontanato un po' dal mondo del calcio, - ha rivelato l'uruguayano - anche se faccio l'intermediario. Mi piace seguire i ragazzi e la Roma".
La sua è stata fondamentalmente una carriera da gregario, ma quell'unica serata da eroe vissuta ad Anfield lo ha consegnato alla storia della Roma.