L'uno era un difensore, l'altro un centrocampista esterno con propensione decisamente offensiva. Frank e Ronald De Boer sono stati probabilmente i gemelli più iconici del calcio moderno e insieme hanno condiviso una fetta importante della loro carriera, dall'Ajax all'Olanda, passando per il Barcellona e gli ultimi anni in Qatar.
Fratelli nella vita e sul campo, con un carattere in verità differente (orgoglioso e sicuro di sé il primo, decisamente più umile il secondo) oggi sono entrambi allenatori. Mentre Frank ha già avuto esperienze importanti, non facendo in verità benissimo (in Italia con l'Inter e in Inghilterra con il Crystal Palace dopo gli esordi con l'Ajax) ed è stato Ct dell'Olanda, Ronald è ancora oggi un componente dello staff tecnico dei Lancieri, essendo rimasto molto legato al club che lo ha lanciato nel grande calcio.
FRAK E RONALD, CARRIERE PARALLELE
Frank e Ronald De Boer nascono a Hoorn, nel nord dei Paesi Bassi, il 15 maggio 1970. Tutti e due si formano nel Settore giovanile dell'Ajax, dove vengono avviati alla concezione del calcio secondo la grande scuola olandese che era stata del mitico Johan Cruijff. I due fratelli si affermano l'uno come terzino sinistro, l'altro come esterno destro che può giocare sia in attacco sia a centrocampo. Le loro carriere calcistiche procederanno quasi in parallelo, fatta eccezione per le brevi parentesi di Ronald con il Twente (dal 1991 al 1993) e di Frank con il Galatasaray (dal 2003 al 2004).
Il primo dei due a fare il grande balzo in prima squadra è Ronald, che debutta in Eredivisie a 17 anni, trovando addirittura il goal del sorpasso nel rocambolesco 6-4 contro il PEC Zwolle del 22 novembre 1987. In quell'occasione disputa gli ultimi 21 minuti di gara, una settimana dopo è titolare contro l'Haarlem, gara terminata 0-0.
Da lì in avanti il suo percorso con i Lancieri è ricco di trionfi e di soddisfazioni personali. Segna 61 goal in 364 presenze complessive con la maglia biancorossa, vincendo praticamente tutto: 5 Scudetti olandesi, una Coppa dei Paesi Bassi, 3 Supercoppe d'Olanda, la Champions League nel 1994/95 battendo 1-0 in finale il Milan di Capello, Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale. È fra i protagonisti della squadra che con Louis Van Gaal arriva a dominare negli anni Novanta a livello mondiale. A livello personale è votato due volte, nel 1994 e nel 1996, 'Calciatore olandese dell'anno'.
GettySuo fratello Frank, dopo alcune comparsate in Coppa d'Olanda, esordisce in Eredivisie un anno dopo Ronald, ovvero il 21 settembre 1988, subentrando a Mark Verkuyl nell'ultima mezzora della gara contro il PEC Zwolle. Gioca inizialmente da terzino sinistro, ma progressivamente, visto il piede mancino particolarmente educato e l'abilità in fase di impostazione del gioco, Van Gaal lo trasforma in difensore centrale.
Non certamente uno che ama i contrasti o che fa della durezza delle entrate il suo forte, ma un centrale tecnico e abile tatticamente. Scala le gerarchie, e con suo fratello diventa un titolare imprescindibile del grande Ajax degli anni Novanta: condivide tutti i trionfi del fratello, e ci aggiunge, nel biennio che il gemello trascorre al Twente, anche una Coppa UEFA e una seconda Coppa d'Olanda.
In Nazionale, poi, è lui ad arrivarci per primo: 26 settembre del 1990, Stadio La Favorita di Palermo, gli Azzurri di Vicini si impongono 1-0 sugli Orange grazie a un gran goal di Baggio. Frank è l'esterno sinistro della difesa a quattro mandata in campo da Rinus Michels. Partecipa anche ad Euro '92, edizione del torneo continentale che vede l'Olanda eliminata in semifinale, ai calci di rigore, dalla rivelazione Danimarca, poi vincitrice.
Per il debutto in Nazionale di Ronald bisogna invece attendere 3 anni. È il 24 marzo 1993, infatti, quando l'esterno destro viene mandato in campo nella gara delle qualificazioni Mondiali ad USA '94 contro San Marino. E come accaduto per la sua prima presenza in Eredivisie, anche in questo caso fa goal.
La fama dei gemelli De Boer è alle stelle verso la metà degli anni Novanta, quando sono fra i pilastri della squadra biancorossa che conquista il titolo di campione d'Europa e del Mondo. Il binomio fra i fratelli e l'Ajax si scioglie nel gennaio 1999, quando Van Gaal, dal 1997 approdato sulla panchina del Barcellona li vuole entrambi con sé.
GettyIn un Barcellona dalle forti tinte arancioni (oltre ai due De Boer ci sono Reiziger, Cocu, Kluivert, Bogarde e Zenden, e dall'anno seguente anche Overmars), i due De Boer diventano subito fra i leader della formazione blaugrana che a fine stagione conquista La Liga spagnola. Se l'avventura di Ronald in Catalogna si chiude nel 2000 con la cessione agli scozzesi dei Rangers Glasgow per 5 milioni e mezzo di euro, Frank resta blaugrana fino al 2003, passando per 6 mesi ai turchi del Galatasary salvo poi ricongiungersi con suo fratello e volare anche lui in Scozia.
Con i Teddy Bears Ronald De Boer aggiunge al suo già ricco palmarès il campionato scozzese 2002/03, 2 Coppe di Scozia e 2 Coppa di Lega scozzese prima che arrivi il suo gemello. In Nazionale, intanto, nonostante le importanti premesse, non arrivano i successi sperati. Frank, che dal 1996 indossa anche la fascia di capitano al braccio, gioca due edizioni dei Mondiali (1998 e 2002) e altri due Europei (2000 e 2004) senza gloria, Ronald gli Europei del 1996 e del 2000 e i Mondiali del 1994 e del 1998. Ma non vincono nulla.
Proprio ad Euro 2000 Frank vive la giornata più dura della sua carriera nella semifinale contro l'Italia. Toldo, in forma smagliante, gli para due rigori, uno nei tempi regolamentari, l'altro nella lotteria finale, e trascina gli Azzurri alla semifinale. Il 15 novembre 2000 diventa comunque il giocatore olandese più presente con la maglia della Nazionale.
Per il difensore sono stagioni difficili, quelle a cavallo del nuovo millennio. Nel 2001 balza agli onori delle cronache e risulta positivo al Nandrolone in un controllo antidoping. Durante Euro 2004 si infortuna e chiude l'esperienza in Nazionale con 112 presenze e 13 goal, restando il giocatore più presente con l'Olanda fino al 2006, quando è superato dal portiere Van der Sar.
Meno lunga l'avventura in Arancione di Ronald, che dice addio alla Nazionale il 2 aprile 2003, dopo aver collezionato 67 presenze e lo stesso numero di goal del suo gemello, ovvero 13. I due fratelli continueranno a giocare insieme fino ai rispettivi ritiri, vestendo anche le maglie dei qatariori dell' Al Rayyan e dell'Al Shamal.
Frank lascia il calcio giocato nell'aprile 2006, passando subito a fare l'allenatore nel Settore giovanile dell'Ajax, Ronald invece continua a giocare fino a 37 anni, ritirandosi nel marzo 2008.
Getty ImagesDAL CAMPO ALLA PANCHINA
Conclusa la carriera da calciatori, Frank e Ronald De Boer sono diventati entrambi allenatori. Se il primo sarà tendenzialmente profeta in patria ma profondamente deludente all'estero, per il secondo allenare rappresenterà più una passione che un lavoro, e alla panchina alternerà esperienze da commentatore e opinionista televisivo per varie emittenti.
L'ambizioso Frank dopo aver guidato per 4 anni squadre Giovanili dell'Ajax, è voluto dal Ct. dell'Olanda Bert Van Marwijk come suo vice nella Nazionale olandese, ruolo che riveste anche durante i Mondiali 2010 e che lascia a fine gennaio 2011 per concentrarsi sulla sua carriera di club. Nel frattempo, nel febbraio 2010, il suo gemello Ronald diventa vice allenatore del Qatar Under 23 accanto a Co Adriaanse, ma dopo un solo anno nel marco 2011 lascia l'incarico.
Dimessosi Martin Jol, il 6 dicembre 2010 Frank corona il sogno di diventare allenatore dell'Ajax. Sarà un'esperienza per lui folgorante, visto che in 4 anni, dal 2010 al 2014, è il primo tecnico della storia a vincere 4 campionati olandesi consecutivi , ed eguaglia Rinus Michels e Louis Van Gaal come campionati vinti, portandosi al 2° posto dietro al recordman Guus Hiddink (6 titoli con il PSV Eindhoven).
Viene così insignito della medaglia "per gli alti servigi resi alla città di Amsterdam". Il suo primo trionfo, nel 2010/11, è ottenuto con la rosa dall'età media più giovane di sempre nella storia dei Lancieri (22 anni).
"Quando sono arrivato qui, - dirà dando sfoggio del suo orgoglio dopo il 4° campionato vinto - la squadra non costruiva calcio. Noi abbiamo cercato di inserire giovani, far nascere il gioco dalla difesa, proporre un calcio attraente e dominare per 90 minuti".
Non mancano tuttavia anche le sconfitte: perde 3 Supercoppe d'Olanda su 4, nella Coppa nazionale è sempre eliminato prima della finale e in Champions League per 3 volte esce nella fase a gironi e nell'ultima stagione è eliminato nei turni preliminari.
GettyNel 2012 dice anche di no ad una proposta del Liverpool che gli offre la panchina:
"L'offerta mi onora, ma ho appena cominciato con l'Ajax. Abbiamo intrapreso una nuova strada ad Amsterdam e, con Wim Jonk e Dennis Bergkamp, vogliamo fare grandi cose. Ecco perché voglio restare all'Ajax nei prossimi anni".
Il rapporto fra Frank e l'Ajax si spezza tuttavia nell'ultima disastrosa stagione, il 2015/16. L'8 maggio, infatti, i Lancieri arrivano all'ultima giornata da primi in classifica. Ma riescono a pareggiare 1-1 con il De Graafschap, penultimo in classifica, e a farsi beffare dai rivali del PSV Eindhoven. Dopo appena 3 giorni, l'11 maggio, l'Ajax dà il benservito a Frank De Boer.
La carriera da tecnico del suo gemello Ronald, intanto, si sviluppa in modo più modesto, e lo vede lavorare in qualità di vice-allenatore nell'Academy del club di Amsterdam dopo l'addio al Qatar.
Pochi mesi dopo l'esonero, Frank riceve la proposta dell'Inter per approdare in Italia al posto del dimissionario Roberto Mancini. L'ambizione non gli manca.
"Vuole diventare campione d’Italia, - assicura il fratello Ronald a 'La Gazzetta dello Sport' - per il momento direi che è realistico lottare per le prime posizioni. Questo però è quello che vedo io: Frank penserà sempre in grande, come è giusto che sia nel suo ruolo. Frank ha lasciato l’Ajax perché ha capito che lì stava ripetendo se stesso, ma il nostro legame con il club sarà sempre forte. Purtroppo non possiamo più lottare per le coppe perché i migliori vanno via troppo presto".
L'ex difensore olandese arriva a Milano ad agosto, ha poco tempo per lavorare con la squadra e il suo avvio di stagione è letteralmente disastroso: perde 7 partite nelle prime 14 gare, risultati che portano la società nerazzurra a esonerarlo dopo appena 85 giorni.
"In Italia ho avuto complicazioni, - spiegherà - non solo per quel che riguarda il linguaggio, ma anche per il modo di trasmettere i miei messaggi e le mie idee. Il mio modo di pensare è più simile a quello inglese, all'Inter invece facevano tutti leva sul sentimento".
" La gestione degli allenamenti - aggiunge - era un casino perché i calciatori facevano ciò che volevano. Io ho provato a fare un calcio posizionale ma non ho mai visto una cosa simile. I ragazzi delle giovanili dell'Ajax si allenavano meglio, mentre all'Inter non vedevano l'utilità di alcuni miei esercizi anche se dicevo loro che erano concetti essenziali per iniziare a capire come volevamo giocare. E invece i nerazzurri hanno abbandonato le mie idee molto presto".
Frank tenta allora l'avventura in Premier League, ma pure in Inghilterra le cose per lui non vanno meglio. Prende la guida del Crystal Palace nel giugno del 2017, e resta in carico soltanto 76 giorni: l'esonero stavolta arriva dopo 4 sconfitte di fila in campionato senza neanche un goal segnato.
Ma l'ex difensore non è uno che demorde facilmente: nel 2018 sbarca così nell'MLS per guidare l'Atlanta United. La prima stagione è positiva, dato che l'olandese vince la Coppa degli Stati Uniti (2-1 sul Minnesota United) e in campionato è eliminato nella finale di Conference dopo aver chiuso in 2ª posizione la regular season alle spalle di New York City. Nella seconda, invece, l'avvio stentato (11 punti in 12 partite) fa scivolare la squadra al terzultimo posto in classifica e il 24 luglio 2020 De Boer rescinde consensualmente il contratto con la squadra americana.
Il suo percorso da allenatore lo porta sulla panchina dell'Olanda il 24 settembre 2020 quando subentra a Ronald Koeman, che lascia l'incarico per andare a guidare il Barcellona. Dopo un disastroso avvio (è il primo Ct. ha rimediare 4 sconfitte di fila dopo l'esordio) si è risollevato ma la prematura eliminazione gli agli ottavi di Euro 2020 per mano della Repubblica Ceca con conseguenti critiche lo ha indotto a rassegnare le dimissioni.
Il fratello Ronald invece resta sempre più defilato. Dopo 3 anni di digiuno, è tornato a lavorare nello staff tecnico dell'Academy dell'Ajax. Nonostante questo gli piace fare anche altro. Nel 2018, eccolo partecipare al programma culinario 'Superstar Chef' dell'emittente 'RTL 4', mentre nel gennaio del 2021 è apparso in una puntata di 'Verborgen verleden', programma dell'emittente NPO 2 che ha approfondito sue vicende famigliari, e partecipato al gioco di biglie 'Marble Mania' su 'SBS6' insieme a Wesley Sneijder e Giovanni van Bronckhorst.
"Ho scoperto che posso fare tante cose legate al calcio senza essere impegnato 24 ore su 24. - spiega nel 2016, quando si era preso una pausa - Mi piace fare il commentatore in tv, mi piace andare in giro a giocare con le Legends. Se fai l’allenatore, queste cose te le puoi scordare. Però mi piace molto insegnare ai ragazzi nel settore giovanile dell’Ajax e uno dei miei sogni è tornare a lavorare con Frank".

IL RAPPORTO FRA I GEMELLI DE BOER E LE CURIOSITÀ
Frank e Ronald De Boer sono sempre stati molto legati in campo e fuori, come accade spesso fra gemelli.
"Frank ha a cuore, disciplina e rispetto ed è giusto che sia così. - dirà nel 2018 Ronald a 'La Gazzetta dello Sport' - siamo cresciuti pensando che il rispetto per gli altri fosse la prima cosa e anche un minuto di ritardo è importante. Frank non è duro, è onesto e diretto. Una persona aperta e amichevole".
"In passato fra noi è successo spesso di litigare. - rivela - Siamo sempre stati molto critici l’uno con l’altro, soprattutto lui con me. In campo litigavamo e gli altri compagni dicevano: 'Oh, non la finiranno mai di discutere'. Invece per noi dopo due minuti era tutto dimenticato. Mi diceva cose che poteva dirmi perché era lui: un altro lo avrei preso a pugni. Ma abbiamo diviso la stanza da letto per 25 anni, Frank è il mio migliore amico e sa che può contare su di me. Anche se c'è da soffrire in tribuna".
Frank e Ronald, pur essendo gemelli, hanno fatto scelte diverse nella loro vità privata. Frank è sposato dal 1999 con sua moglie Helen, da cui ha avuto tre figlie: Romy, Jacky e Beau, mentre Ronald è a tutt'oggi single e non si è mai sposato.
Su di loro non manca nemmeno qualche curiosità, a partire dal loro cognome, che in olandese significa: 'il Contadino'. Con l'età sia Frank, sia Ronald non hanno più la fluente chioma bionda di quando erano giovani, ma mentre l'ex difensore si tiene per ora l'evidente stempiatura, Ronald, sempre molto attento al look, qualche anno fa ha fatto ricorso a un intervento di autotrapianto monofollicolare.
