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Barthez GFXGoal

Fabien Barthez: i trionfi con la Francia, la parentesi automobilista, il ritorno nel calcio

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È stato il portiere francese più vincente in assoluto, avendo conquistato un Mondiale e un Campionato europeo con i Bleus. Ma nella sua avventura sportiva Fabien Barthez ha già vissuto tre vite: la prima, che lo ha visto estremo difensore iconico e di successo a livello mondiale, la seconda, più breve ma ugualmente avvincente, come pilota automobilistico e la terza, quella attuale, che lo vede nuovamente nel mondo calcistico come preparatore dei portieri e consulente.

LE ORIGINI E LA FORMAZIONE

Nato a Lavelanet, piccola cittadina di 7 mila abitanti nella regione dell'Occitania, il 28 giugno 1971, presso l'ospedale di La Soulano. Quando ha tre anni, i suoi genitori, Alain, ex rugbista, e Joëlle, si separano.

A sette anni entra nella scuola calcio della squadra locale e a sette anni e mezzo, un mercoledì pomeriggio, il suo allenatore Aimé Goudou lo prova in porta sul campo dello Stadio Eric-Specia di Lavelanet. Notato il suo potenziale, quella stessa sera avverte suo padre, che all'epoca gestiva un negozio di articoli sportivi e aveva poco tempo da dedicare a Fabien.

Quest'ultimo sviluppa del resto una precoce passione per lo sport. Così, mentre cresce come portiere nel Lavelanet, pratica anche il rugby con l'Etoile Sportive laroquaise e si divide fra le due discipline fino all'età di 15 anni.

È mancino di piede e molto sicuro con le mani. Pur non essendo un fenomeno, dimostra fin da giovane una notevole personalità. A 12 anni Goudou lo mette alla prova facendolo giocare contro i grandi. Michel Vergé, consigliere dipartimentale dell'Ariège, ricorda la volta in cui lo supervisionò:

"Si divertiva con i suoi amici [...] L'ho visto tuffarsi a destra e a sinistra. Le sue capacità erano reali. Così gli ho consigliato di fare uno stage al Pamiers, e non ha mai lasciato le formazioni giovanili della regione. In porta stava letteralmente surclassando i suoi compagni. La cosa che mi colpì di più erano le sue letture della traiettoria della palla".

A sua volta Jean-Michel Benezet, Consigliere territoriale dei Midi-Pirenei, lo prova nella Selezione della regione quando gioca ancora con la categoria Minimes (Under 15). Nel 1984 la Francia ospita gli Europei e Barthez è il più piccolo fra i raccatapalle impiegati allo Stadio Geoffroy-Guichard durante la sfida fra Spagna e Romania.

È alto soltanto un metro e 55 centimetri, ma dall'età di 16 anni inizia a crescere e nel 1986 conquista il suo primo trofeo, la Coppa Nazionale, con la Selezione giovanile della Lega Midi-Pirenei. È dopo quella vittoria che Élie Baup, il Responsabile dei portieri del Tolosa, lo fa entrare nel Settore giovanile del club.

Baup lo inserisce negli Allievi nazionali, con cui resta per due stagioni. Dopo di che seguono tre anni con la Primavera, e si allena nel Centro sportivo CREPS di Lespinet sotto la guida di Serge Delmas. Nonostante non manchino alcune crisi adolescenziali, il tecnico è soddisfatto del giovane portiere.

"Era un imbroglione, ma non un delinquente [...] - raccontò di lui il padre - Un giorno, Delmas, d'accordo con me, decise di riprenderlo duramente per il suo comportamento. Il giorno dopo Fabien mi chiamò: 'Papà, papà, sto per essere licenziato!', mi disse particolarmente agitato".

Assieme ad altri talenti, Laurent Batlles, Mickaël Debève, Teddy Richert, Anthony Bancarel, Barthez supera i momenti difficili e passa nella Squadra riserve del Tolosa, con la quale ogni fine settimana inizia a compiere prodezze in Terza divisione.

Fabien Barthez Toulouse training 1992Getty Images

IL BARTHEZ FRANCESE: TOLOSA, MARSIGLIA E MONACO

L'anno della svolta per la carriera di Barthez è il 1991/92. Il tecnico del Tolosa, Victor Zvunka, lo aggrega infatti alla Prima squadra come terzo portiere alle spalle di Robin Huc e Olivier Pédémas. L'estremo difensore ha 20 anni e quando entrambi i suoi compagni si fanno male ha l'occasione che aspettava.

Il 22 settembre 1991 fa così il suo esordio in Division 1, come si chiamava ai tempi il massimo campionato francese, nella trasferta sul campo del Nancy. Non sarà però un debutto memorabile, dato che l'emozione gli gioca un brutto scherzo.

"Sono rimasto paralizzato sulla linea di porta per mezzora", racconterà.

La conseguenza è che riesce soltanto a sfiorare un tiro dai trenta metri di David Zitelli, con la palla che si insacca alle sue spalle. Fortunatamente, tuttavia, i suoi compagni riescono a pareggiare e la gara termina con un buon pareggio, 1-1.

Nonostante l'esordio-shock, Barthez non ci mette molto a mettere in mostra le sue qualità che lo avevano portato ad affermarsi a livello giovanile, e così presto soppianta Huc e Pédémas, guadagnandosi i galloni di portiere titolare del Tolosa. 

Colleziona complessivamente 26 presenze in campionato e 2 in Coppa di Francia, sfoderando grandi prestazioni contro le grandi: Monaco, PSG e soprattutto Olympique Marsiglia, la squadra più forte in quegli anni in Francia. Il 1° febbraio 1992, nonostante la sconfitta dei suoi per 2-0, il presidentissimo dell'OM, Bernard Tapie, resta stregato dal modo in cui il giovane portiere respinge gli assalti di Waddle, Papin e Sauzée. 

L'offerta non tarda ad arrivare per il classe 1971: contratto di 4 anni con stipendio quintuplicato rispetto a quello che percepisce al Tolosa. Barthez, tuttavia, all'inizio tentenna: lo preoccupa la presenza in rosa di Pascal Olmeta, vuole giocare ed è preoccupato dalla possibilità di fare panchina. Rassicurato da papà Alain, alla fine firma l'accordo e inizia la sua avventura.

Il Marsiglia è il suo trampolino di lancio. Il 30 settembre 1992 fa il suo debutto in Champions League contro i nordirlandesi del Glentoran. Tre giorni dopo è confermato nello scontro diretto con il Monaco, in campionato. Su un retropassaggio di un compagno, non esita a dribblare il campione del Mondo Jurgen Klinsmann che lo pressava. 

Con Basile Boli e Di Meco centrali difensivi, e Jean Fernandez in panchina si dimostra a suo agio, e sul campo della Dinamo Bucarest con le sue parate salva la squadra dalla sconfitta (0-0). Ma il vulcanico patron sostituisce il tecnico con il belga Goethals, e il 25 novembre, nella gara d'esordio della fase a gironi di Champions, subisce 2 goal dai Rangers di Glasgow, restando immobile sulla riga di porta.

I francesi rimediano comunque un pareggio per 2-2, ma le critiche si sprecano e Olmeta prende il suo posto. La sorte è tuttavia dalla parte di Fabien, visto che il suo rivale si rompe il perone e Barthez torna titolare. Da lì in avanti offre un rendimento costante e dà un apporto fondamentale alla squadra nel cammino inChampions League. 

Il 26 maggio 1993, all'Olympiastadion di Monaco di Baviera, i francesi si giocano il titolo di Campioni d'Europa contro il pluridecorato Milan di Fabio Capello, cui vanno i favori del pronostico, anche in virtù di un cammino fino a quel momento perfetto. Ma gli assalti rossoneri di Massaro e Van Basten, quest'ultimo nettamente non al meglio per i problemi alla caviglia, si infrangono sul muro eretto da Barthez. E sul finire del primo tempo, un goal di testa di Boli getta nello sconforto tutti i tifosi rossoneri.

Olympique Marseille 1992/1993Getty Images

Barthez è insuperabile, e alla fine il Marsiglia, prima squadra transalpina a riuscirsi, vince la Champions League, battendo 1-0 i rossoneri. Il portiere occitano a soli 23 anni è già campione d'Europa. A causa del caso Valenciennes-Marsiglia, però, la mannaia della giustizia sportiva si abbatte sull'OM, che perde a tavolino il titolo di campione di Francia conquistato sul campo. 

Al termine della stagione 1993/94, inoltre, il Marsiglia è retrocesso d'ufficio in Division 2. Barthez resta una terza stagione, contribuendo alla vittoria del campionato, anche se poi i focesi non saranno promossi per via di alcune irregolarità finanziarie. L'OM gli offre il rinnovo di contratto ma Barthez, dopo 125 presenze in biancazzurro, capisce che per la sua carriera è giunto il momento di cambiare squadra.

Passa dunque al Monaco, e l'avventura del portiere nel Principato è segnata da alti e bassi. L'inizio non è dei migliori: dopo essersi ripreso da un infortunio al menisco, torna in campo nel mese di agosto ma si rompe subito il polso. Torna dopo un mese e mezzo, prendendosi il posto da titolare, maal termine di Nantes-Monaco dell'ottobre 1995 è sorteggiato per l'antidoping e risulta positivo alla cannabis.

A gennaio arriva per lui una squalifica di 4 mesi. Anziché abbattersi, però, Barthez capisce che deve cambiare registro e si impegna a fondo negli allenamenti con Jean-Luc Ettori, ex portiere monegasco. Discute con lui e sostiene sessioni extra di lavoro, preparando il suo riscatto. Che arriva puntuale nel suo secondo anno nel Principato, il 1996/97, nel quale con Jean Tigana in panchina e i giovani Henry e Trezeguet in attacco vince il campionato francese.

Fabien Barthez Monaco 11081998Getty Images

L'allenatore lo nomina capitano e Barthez è sempre più coinvolto nelle vicende della squadra. Nel 1997 vince anche la Supercoppa di Francia. Decide di radersi a zero, togliendo gli ultimi capelli che gli restano, e per tutti diventa 'Le Divin Chauve','Il Divin Calvo'. La situazione cambia nella stagione che precede Euro 2000. Il portiere chiede infatti alla società di lasciarlo partire, dato che è uno dei pochi vincitori dell'ultimo Mondiale a giocare ancora in Francia. Si fanno avanti Milan e Manchester United, e, soprattutto i Red Devils sono interessati alle sue prestazioni e formulano un'offerta importante. 

Il Principe Alberto di Monaco, tuttavia, chiede al club di fare uno sforzo per tenerlo. Il presidente Jean-Louis Campora gli parla dopo un allenamento e gli dice che la società è pronta a pareggiare la proposta mancuniana. Barthez accetta e rinnova fino al 2004 per un milione di franchi al mese, lo stipendio più alto del calcio francese.

"Non sono un tipo insensibile. - dichiara il portiere - Non ho passato quattro anni qui per niente, senza identificarmi con il club, senza assolvere a certe responsabilità”.

Tutto però si complica nella stagione 1999/00. Barthez e compagni conquistano il secondo titolo francese, ma il rapporto con l'allenatore Puel si rompe. Quest'ultimo lo accusa di essere poco coinvolto nella vita della squadra e la situazione diventa insanabile nell'aprile del 2000 dopo un k.o. per 4-2 contro il Marsiglia. L'OM ha bisogno disperato di punti per salvarsi e Puel accusa il suo portiere di aver lasciato vincere la sua ex squadra. Il club inoltre lo multa quando, insieme a Trezeguet, si rifiuta di prendere un aereo per tornare da una trasferta a Londra con il Chelsea.

Per Barthez è troppo: nell'estate del 2000, subito dopo la vittoria agli Europei con la Nazionale, l'estremo difensore all'età di 29 anni lascia così il Principato e per quasi 12 milioni di euro attuali si trasferisce in Inghilterra in forza al Manchester United di Sir Alex Ferguson.

Fabien Barthez Manchester UnitedGetty

BARTHEZ IN PREMIER CON IL MANCHESTER UNITED

Nel Manchester United Barthez succede ad un'icona come Peter Schmeichel, e gioca per tre stagioni, dal 2000 al 2003. Al termine del 2000 è nominato dall'IFFHS, l'Istituto di storia e statistica del calcio, miglior portiere al Mondo.

Le sue prestazioni sono di ottimo livello fino al 2002, e nel suo primo anno (2000/01) è fra i protagonisti della vittoria della Premier League. Dopo il disastroso Mondiale 2002, però, qualcosa cambia e il suo rendimento in campo non è esente da critiche.

La svolta negativa della sua avventura in Terra d'Albione è la partita di ritorno dei quarti di finale di Champions League. Il Manchester United vince 4-3 ma in virtù dei goal subiti, nei quali il francese non è esente da responsabilità, è estromesso dal torneo. 

Finisce così in panchina, con Ferguson che gli preferisce Tim Howard. Nonostante si aggiudichi a fine stagione la sua seconda Premier League in carriera, dunque, il portiere ha poco da festeggiare e comincia il 2003/04 fuori rosa.

Laurent Blanc Fabie Barthez France World Cup 1998Getty Images

I GRANDI TRIONFI CON LA FRANCIA

I successi più importanti, tuttavia, Fabien Barthez li ha ottenuti con la Nazionale francese. L'esordio arriva sotto la gestione di Aimé Jaquet il 26 maggio 1994 contro l'Australia (1-0). Prende parte ad Euro '96 come secondo portiere dei Bleus: davanti a lui c'è Bernard Lama, che gioca tutte le gare come titolare.

Ai Mondiali del 1998, però, le gerarchie cambiano e Barthez diventa il numero 1 della Francia.

"Fabien si è evoluto. - dichiara alla stampa il Ct. transalpino - È un ragazzo tranquillo che è diventato un leader del club e ha acquisito molta influenza con i Bleus".

La prima partita da titolare è l'amichevole pre-Mondiale con la Finlandia, e dà subito buoni riscontri. Ai Mondiali di Francia '98, poi, è l'unico dei Galletti ad aver giocato tutti i 684 minuti del torneo. Prima di ogni gara, si consuma un rito scaramantico che farà storia: il capitano Laurent Blanc bacia la sua testa pelata, e i francesi arrivano fino alla finale con il Brasile.

Barthez dà un apporto determinante alla squadra: compie parate strepitose, uscite decisive, rilanci efficaci e persino un assist per Thierry Henrynella partita contro l'Arabia Saudita. Una delle gare più tese è quella dei quarti con l'Italia di Cesare Maldini, che termina ai calci di rigore. Barthez intercetta il penalty di Albertini, mentre Di Biagio colpisce la traversa e gli Azzurri sono eliminati.

"La mia parata sul rigore di Albertini? Considero un rigore parato da un portiere soprattutto un errore dell'attaccante", commenterà.

Barthez subisce appena 2 goal (difesa meno battuta del torneo), e in finale compie una parata decisiva ai danni del 'Fenomeno', che quella finale rischia di saltarla a causa di un misterioso malore. Un'uscita spericolata con i pugni, in seguito alla quale finisce per travolgere il suo avversario nello slancio.

"Il mio ricordo della finale va a quella famosa azione contro Ronaldo, - dice a 'Fifa.com' - perché quella è stata la svolta della partita. Palloni così profondi sono le azioni più difficili per un portiere. Se non fossi uscito veniva da solo davanti a me, e se uscivo troppo tardi potevo compiere un grosso errore. Rispetto molto Ronaldo e ho fatto di tutto per non ferirlo in quella circostanza”.

La Francia vince 3-0 ed è Campione del Mondo per la prima volta. Si ripete agli Europei del 2000 in Belgio e Olanda. Stavolta ne fa le spese l'Italia di Zoff, battuta da un golden goal di Trezeguet dopo il pareggio in extremis di Wiltord. Dopo la prestazione molto negativa dei Campioni del Mondo nell'edizione 2002, la seconda disputata da Fabien, nel 2003 i transalpini vincono anche la Confederations Cup, battendo di misura il Camerun in finale dopo i tempi supplementari. L'anno successivo il portiere torna protagonista agli Europei in Portogallo parando un rigore a David Beckham, ma i Bleus sono eliminati a sorpresa dalla Grecia ai quarti di finale.

Sotto la guida di Raymond Domenech i Galletti tornano a giocare la finale dei Mondiali a Germania '06, i terzi disputati da Barthez in carriera. I Bleus perdono però la finalissima con l'Italia di Lippi, con i calci di rigore che stavolta premiano gli Azzurri e castigano i transalpini. L'Italia passa 6-4 dal dischetto ed esulta per il 4° titolo della sua storia. Per Barthez è un vero shock, soprattutto il rigore segnato da Del Piero.

"Spesso ho come un flash. - rivelerà Fabien nel 2009 - Il rigore di Del Piero, in finale di coppa del Mondo, mi ritorna spesso in mente. Volevo buttarmi a destra, dove tirò. Invece all’ultimo istante cambiai idea. Per me la mia carriera è finita il 9 luglio 2006, dopo la finale di coppa del Mondo, anche se formalmente è finita dopo”.

La finale di Berlino è anche l'ultima per lui con la maglia della Francia, dopo 87 presenze. Di queste 17 sono relative alle partite giocate ai Mondiali, altro primato detenuto dal portiere. La sua popolarità al termine del trionfo è così al top che secondo il libro 'Sciences Sociales Football Club' si stima che oltre mille bambini francesi siano stati chiamati come lui in seguito allo storico trionfo.

Fabien Barthez - France 1998Getty

IL RITORNO IN PATRIA

Barthez continua ad allenarsi, lavora in palestra e fa jogging, mantenendosi in buone condizioni fisiche a 31 anni. Nel gennaio del 2004 fa ritorno in prestito al Marsiglia, la squadra che lo aveva lanciato ad alti livelli. Si presenta eliminando lo Strasburgo in Coppa di Francia con due parate decisive ai rigori.

Anche in Coppa UEFA i suoi salvataggi sono decisivi nei successi contro Liverpool (1-1 e 2-1), Inter (1-0 in entrambe le gare) e Newcastle United (0-0 in Inghilterra e 2-0 al Velodrome). In finale i francesi sono opposti al Marsiglia, ma sul finire del primo tempo, un'uscita troppo irruenta su Mista propizia il rigore per gli avversari e la sua espulsione. A Goteborg il Valencia si impone 2-0 e l'OM non riesce a sollevare il trofeo.

Nell'estate 2004 l'estremo difensore passa comunque a titolo definitivo al Marsiglia in virtù di un accordo fra i francesi e il Manchester United. L'inizio di stagione è positivo, con la vittoria della Coppa Intertoto. Ma il 12 febbraio 2005 durante un'amichevole in Marocco con il WAC Casablanca,sputa sull'arbitro.

Visto il grave gesto, viene sospeso per sei mesi e condannato a svolgere servizi sociali. Il 12 maggio 2006, prima dei Mondiali in Germania, annuncia che avrebbe lasciato il Marsiglia dopo 223 gare. Lo shock per la finale Mondiale persa ai rigori con l'Italia, e in particolare quello trasformato contro di lui da Del Piero, dopo il rifiuto del presidente del Tolosa Olivier Sadran, lo porta, come lui stesso dirà, ad annunciare il suo ritiro dalle scene il 5 ottobre ai microfoni di 'TF1'.

Poi però ci ripensa, e dopo essersi allenato con il CFA2 Blagnac como giocatore di movimento, quando il Nantes lo chiama decide di accettare la proposta dei Canarini e firma un contratto di 6 mesi rinnovabili a 18. Con il numero 1 sulle spalle alterna ottime prove a prestazioni deludenti. Così, ad esempio, subisce 5 goal dal Valenciennes (di cui 4 dal solo Savidan) ma gioca una gran partita con il Marsiglia.

Il 1° aprile 2007 però la fa grossa, facendo entrare alle proprie spalle una palla apparentemente innocua nello scontro diretto per non retrocedere con il Sedan. Il suo allenatore addirittura lo sostituisce al 68' con Heurtebis. La retrocessione dei Canarini in Ligue 2 diventa matematica dopo la sconfitta casalinga con il Rennes, arrivata nonostante le grandi parate del portiere.

All'uscita dallo stadio i tifosi aggrediscono Barthez e il 29 aprile 2007 annuncia ad 'RMC' che andrà via:

"Non giocherò più con il Nantes. Non mi sento pronto a vivere così. Non mi sento più al sicuro e per questo preferisco partire".

A 36 anni, il 10 febbraio 2008, decide quindi di appendere definitivamente i guantoni al chiodo, ponendo fine ad una carriera che lo ha visto vincente ma anche attraversare periodi difficili.

Fabien BarthezGetty Images

LE CORSE D'AUTO E LA 24 ORE DI LE MANS

Verso la fine degli anni Duemila, Barthez decide di darsi ad un altro sport, ovvero l'automobilismo. Inizia a partecipare alle competizioni motoristiche a partire dal 2008, ottenendo buoni risultati.

Nel 2013, a bordo di una Ferrari 458 Italia GT3 vince il campionato francese Gran Turismo. Dal 2014 al 2017 partecipa a tre campionati consecutivi della serie Le Mans Series, il 14 e 15 giugno 2014 prende parte alla 24 Ore di Le Mans pilotando una Ferrari 458 Italia GT2. 

Nel 2016 con l'ex pilota di Formula 1, Olivier Panis, fonda anche una Scuderia di corse endurance, la Panis-Barthez. Le auto utilizzate dai piloti sono le Ligier JS P2.

DI NUOVO NEL CALCIO

Ma il richiamo del calcio è troppo forte per chi è stato nella sua carriera il miglior portiere al Mondo del 2000. Così dopo aver allenato i portieri della Nazionale per un breve periodo, durante la gestione Blanc, e ad aver sposato il progetto Luzenac nel 2013, chiusosi per mancanza di prospettive nel 2014, nel novembre 2020 accetta la proposta del Tolosa, quella che era stata la sua prima squadra professionistica, che gli offre il ruolo di allenatore dei portieri delle Giovanili e di consulente. Ma l'avventura dura solo un anno a causa dei problemi finanziari del club.

Nella vita privata, negli anni in cui giocava, il portiere aveva la fama di 'sciupafemmine'. Nella seconda metà degli anni Novanta la sua relazione con la supermodella canadese Linda Evangelista salì alla ribalta delle cronache e occupò per diverso tempo le prime pagine delle riviste patinate.

Nel 2004, però, Fabien ha messo la testa a posto, sposando la ballerina Aurelie Dupond. La coppia ha avuto due figli, Lenny e Aldo.

Vincente, spesso arrogante ed eccessivo nei suoi atteggianti in campo e fuori, spesso odiato per questo dagli avversari, Barthez ha scritto pagine importanti del calcio francese. È l'unico estremo difensore ad aver vinto Mondiali, Europei e Confederations Cup, e, assieme a Peter Shilton, detiene ancora oggi il record di clean sheets nei Mondiali, 10: per il francese 5 nel 1998, uno nel 2002 e 4 nel 2006. 

"È un primato che mi fa piacere ricordare, - ha dichiarato, intervistato da 'FIFA.com' - ma si tratta di un record da attribuire alla squadra. Quando hai una cerniera difensiva con Blanc e Desailly centrali e Lizarazu terzini... Erano i 4 giocatori migliori al Mondo nel 1998 nei loro ruoli. Anche nel 2006 avevamo una buona difesa, con Thuram e Gallas centrali, e Sagnol e Abidal esterni bassi. Ma quella del 1998 era superiore, per me è stata una delle più forti della storia del calcio".

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