
"You can be heroes, just one day...", cantava David Bowie nella sua celebre 'Heroes'. Ed Emil Kostadinov, di professione ala destra offensiva, eroe per il suo Paese, la Bulgaria, lo è diventato realmente in una sola serata, quella del 17 novembre 1993, quando a Parigi ribaltò la Francia di Gerard Houllier e con una doppietta passata alla storia la eliminò dai Mondiali, qualificando ad USA '94 la sua Nazionale dopo 8 anni di assenza.
Quei suoi due goal, e in particolare l'ultimo, arrivato in Zona Cesarini, gettarono un intero Paese nello sconforto, e ancora oggi nominare ad un francese non più giovanissimo il nome di Kostadinov equivale su per giù a fare ad un brasiliano il nome di Paolo Rossi.
Il bulgaro, che per il resto ebbe una buona carriera di club, ma senza ulteriori acuti, ebbe quel giorno il suo momento di gloria. L'impresa, che lo ha reso un eroe agli occhi dei suoi connazionali, si è tinta di leggenda quando si è successivamente appreso che quella gara l'allora giocatore del Porto non l'avrebbe nemmeno dovuta disputare: sia lui che il centravanti Penev, infatti, superarono il confine fra Germania e Francia illegalmente, senza essere in possesso di legale passaporto.
I SUCCESSI CON CSKA SOFIA E PORTO
Nato a Sofia il 12 agosto 1967, Emil Kostadinov inizia la sua carriera da calciatore professionista nel CSKA Sofia che nel 1985, all'indomani della finale di Coppa di Bulgaria con il Levski Sofia che, conclusasi in rissa, è stato sciolto dal governo socialista del Paese e rifondato con il nome di CFKASredec Sofia.
Kostadinov, ala destra d'attacco rapida e letale in contropiede, fa già capolino in Prima squadra in quella stagione ed è uno dei giovani sui quali 'i Rossi' puntano per il futuro. Emil scala presto le gerarchie e va a comporre un tridente storico con il centravanti Luboslav Penev e il più talentuoso di tutti, un certo Hristo Stoichkov che, rientrato dalla squalifica di 6 mesi trascorsa in un collegio militare, nel 1990 lascerà il Paese per trasferirsi al Barcellona di Johan Cruijff.
Prima di fare la storia con i blaugrana, però, Stoichkov, assieme ai suoi due partner d'attacco, porta grandi successi al CSKA, che dal 1989/90, con il crollo del regime socialista, tornerà a chiamarsi con la sua denominazione storica.
Con il loro tridente 'I Soldati' vincono 3 Scudetti bulgari (1986/87, 1988/89, 1989/90), 3 Coppe di Bulgaria (1986/87, 1987/88 e 1988/89), con due 'Double' nel 1986/87 e nel 1988/89, cui si aggiunge una Supercoppa nazionale nel 1989.
Kostadinov, come i suoi partner di reparto, ha anche modo di giocare le Coppe europee e di accumulare molta esperienza. L'esordio continentale arriva il 30 settembre 1986, a 18 anni, in Coppa UEFA contro il Tirol Innsbruck, attuale Wacker Innsbruck, ed è di quelli che non si dimenticano.
Persa la partita di andata in Austria per 3-0, dunque praticamente eliminato, lo Sredec-CSKA Sofia, guidato da Dimitar Penev, per poco non la ribalta, con un autogoal nel primo tempo e la prima rete internazionale di Kostadinov nella ripresa su calcio di rigore.
Il 16 settembre 1987 Kostadinov esordisce anche in Coppa dei Campioni, ma i bulgari nel Primo turno pescano il Bayern Monaco e fanno poca strada, venendo travolti all'Olympiastadion (4-0) e battuti di misura anche in casa (0-1).
Lo Sredec-CSKA Sofia inizia a farsi conoscere in Europa a partire dalla stagione 1988/89, quando, in Coppa delle Coppe arriva fino alle semifinali. Con 6 vittorie di fila 'i Rossi' di Bulgaria eliminano Inter Bratislava, Panathinaikos e Roda, andando a sfidare il Barcellona. Con la corazzata di Cruijff però, pur lottando, escono sconfitti, e i blaugrana, che vinceranno il trofeo, si impongono 4-2 in terra bulgara e 2-1 al Camp Nou.
Kostadinov colleziona in quella campagna 8 presenze e 3 goal, di cui 2 nel 5-0 casalingo rifilato all'Inter Bratislava nel Primo turno, e uno decisivo e prezioso nell'andata dei quarti in casa contro il Roda, che vale il 2-1 per i suoi.
Dal 1988 al 1994 andrà sempre a segno per sei stagioni consecutive nelle Coppe europee, diventandone di fatto un protagonista abituale. Nel 1989/90, la sua ultima stagione con il CSKA ad inizio carriera, arriva con i suoi compagni fino ai quarti di Coppa dei Campioni.
Dopo aver eliminato i polacchi del Ruch Chorzow e lo Sparta Praga, le speranze della squadra di Penev si infrangono sull'Olympique Marsiglia, che passa il turno e sarà eliminato in semifinale dal Benfica. Kostadinov è grande protagonista del confronto con gli cecoslovacchi dello Sparta, contro cui va in goal sia all'andata (2-2 a Praga), sia al ritorno (vittoria per 3-0 a Sofia).
Il numero 7 chiude la prima parte della carriera con il CSKA Sofia con 36 goal in 119 presenze. Caduto il regime socialista che governava il Paese, nel 1990 come le altre stelle della squadra può andare a giocare all'estero e si accasa al Porto, che lo acquista per una cifra pari a 750 mila euro attuali. Con i Dragoni si conferma un giocatore prezioso e duttile tatticamente, in grado di fare il quarto di centrocampo sulla fascia destra ma anche l'esterno alto o la seconda punta davanti.
In Portogallo Kostadinov arricchisce il suo palmarès con 2 Scudetti consecutivi (1991/92 e 1992/93), 2 Coppe Nazionali (1990/91 e 1993/94) e ben 3 Supercoppe (1990, 1991 e 1993). Nelle sue quattro stagioni, dal 1990 al 1994, in forza ai lusitani, mette insieme 43 reti in 113 presenze, un bottino sicuramente considerevole per uno che di mestiere non fa la prima punta. Dei suoi goal 8 li realizza in Coppa dei Campioni/Champions League e 2 in Coppa delle Coppe.
PERNO DELLA NAZIONALE DI PENEV
Fin da giovanissimo, Kostadinov diventa anche una pedina importante della Bulgaria. Rivelatosi ai Campionati del Mondo Under 20 del 1985, nei quali va a segno nel girone contro l'Ungheria (1-1) e nei quarti di finale contro la Spagna (1-2 per le Furie Rosse), dal 1988 entra nel giro della Nazionale maggiore.
La Bulgaria sotto la guida di Boris Angelov prima e Ivan Vucov manca consecutivamente la qualificazione ad Euro '88 e a Italia '90. Ma la svolta si ha con la nomina di Dimitar Penev, ex tecnico del CSKA Sofia, a Commissario tecnico della Nazionale nel 1991.
Penev ripropone nella Bulgaria il tridente che aveva fatto le fortune dei 'Rossi', con uno Stoichkov molto più maturo e un Kostadinov che con la sua velocità e il suo giocatore costantemente sulla linea del fuorigioco veste spesso i panni del castigatore delle difese avversarie. Ormai compromesse le possibilità di andare ad Euro '92, i suoi sforzi si concentrano sul grande obiettivo: i Mondiali di USA '94.
LE QUALIFICAZIONI A USA '94
La Bulgaria è impostata rigorosamente sul 4-3-3 che aveva caratterizzato anche la squadra semifinalista di Coppa delle Coppe nel 1988/89. Fra i pali c'è Mihajlov, davanti a lui una linea a quattro che vede Hubchev libero, Ivanov stopper e Kremenliev e Tsvetanov terzini.
A centrocampo accanto a Zlatko Yankov, mediano che all'occorrenza può giocare anche da centrale difensivo, giganteggiano Krasimir Balakov, regista tuttofare della squadra e grande assistman, e Yordan Letchkov, ex attaccante puro che gioca da trequartista. Davanti il tridente composto da Kostadinov, Luboslav Penev e il campione genio e sregolatezza Hristo Stoichkov, diventato uno dei grandi fuoriclasse del Barcellona. Fra i sostituti in mediana Borimirov e Kiriakov, in attacco l'esperto Sirakov del Levski e Ivailo Yordanov dello Sporting.
È la cosiddetta 'Generazione d'oro' della Bulgaria. La squadra di Dimitar Penev è inserita nel Gruppo 6 di qualificazione europeo con Svezia, Francia, Austria, Finlandia e Israele. L'obiettivo qualificazione appare duro ma non impossibile. Il 14 maggio 1992 'I Leoni' iniziano il loro cammino travolgendo 3-0 ad Helsinki la Finlandia. Dopo un primo tempo equlibrato, in cui Mihajlov para anche un rigore al finlandese Huttunen, escono fuori nell'ultima mezzora: Balakov sblocca il risultato, poi, con due assist manda due volte in rete Kostadinov.
La seconda gara è una delle più importanti, perché il 9 settembre 1992, a Sofia, allo Stadio Nazionale Vasil Levski, in un clima fortemente ostile, è di scena la Francia di Gerard Houllier. I Bleus forse sottovalutano la trasferta, e si presentano con una formazione rimaneggiata ma comunque valida. In difesa c'è Boli, futuro giustiziere del Milan, a centrocampo Deschamps, Petit (futuri campioni del Mondo) e Sauzée, davanti Ginola e Papin. Il primo tempo scorre via indolore, ma nella ripresa sale in cattedra Balakov, che prima conquista un rigore (fallo di frustrazione di Papin) trasformato da Stoichkov, poi chiude i giochi con un tiro che, deviato da un difensore, si impenna e si infila alle spalle di Martini.
Il terzo impegno il 7 ottobre al Rasundastadion di Solna porta il primo dispiacere per Stoichkov e compagni, battuti 2-0 dalla Svezia, che passa nella ripresa con Dahlin e Pettersson e agguanta 'i Leoni' in vetta al girone con 4 punti. E la Francia? I Bleus, fino a quel momento ancora al palo, si svegliano all'improvviso e iniziano a macinare vittorie in serie: 2-0 all'Austria, 2-1 casalingo con la Finlandia con qualche brivido, netto 4-0 in Israele, 1-0 nel match di ritorno ancora all'Austria e 2-1 casalingo sulla Svezia, con Cantona che ribalta con una doppietta il vantaggio iniziale del solito Dahlin.
Il cammino dei Galletti prosegue positivamente in Scandinavia con un successivo pareggio con la Svezia e una vittoria per 0-2 sulla Finlandia. È l'8 settembre 1993, mancano 180 minuti alla fine delle qualificazioni e 7 mesi ai Mondiali a stelle e strisce e sembrano esserci pochi dubbi su chi staccherà il biglietto per USA '94: la Francia guida il girone a quota 13 punti, seguita dalla Svezia con 12. Gli ultimi due impegni, per giunta da giocare in casa, contro il fanalino di coda Israele e contro la Bulgaria, appaiono come una formalità per Deschamps e compagni.
Anche perché la squadra di Penev, terzo incomodo con 10 punti, dopo esser partita fortissimo, aveva iniziato a zoppicare: 'i Lupi' fanno seguire al k.o. con la Svezia un 2-0 su Israele in trasferta il 2 dicembre 1992 (Sirakov e Penev nella ripresa), ma il 14 aprile 1993 capitolano nuovamente soccombendo 3-1 al Prater di Vienna contro l'Austria e complicando tutto.
Nel momento più difficile del loro percorso si mantengono però a galla, superando ancora per 2-0 la Finlandia, stavolta a Sofia (a segno Stoichkov e Yankov), e pareggiando, sempre in casa, per 2-2 contro il fanalino di coda Israele. A dare fiducia al gruppo è il pareggio successivo contro la Svezia per 1-1 (rigore di Stoichkov e pari di Dahlin per gli scandinavi), che dimostra che la squadra può giocarsela con chiunque.
La penultima giornata può già essere decisiva: la Francia ospita Israele al Parco dei Principi, e con una vittoria è matematicamente ai Mondiali. La Svezia si gioca il 'derby scandinavo' con la Finlandia e la Bulgaria è chiamata a riscattare in casa la debacle contro l'Austria.
Israele, che è già eliminato, affronta la sfida con i Galletti a mente sgombra, e trova un Rosenthal (attaccante che gioca nel Liverpool) in stato di grazia. I francesi fanno fatica a contenerlo e proprio da una sua giocata arriva l'1-0 ospite di Harazi al 21'. Ferita nell'orgoglio, la squadra di Houllier reagisce rabbiosamente e prima pareggia con una conclusione dalla distanza di Sauzée, poi la ribalta con uno spettacolare tiro a giro di Ginola al 39': 2-1 e sembra davvero fatta.
Ma nel finale i Bleus si specchiano troppo su se stessi e accade l'imponderabile: Rosenthal semina il panico nell'area avversaria, si crea una mischia e Berkovic la risolve col destro a 7' dalla fine, complice un tentativo di salvataggio goffo di Desailly: 2-2. Anziché accontentarsi del pareggio, i francesi si riversano in attacco alla ricerca di quel successo che gli permetterebbe di qualificarsi ai Mondiali, ma così facendo prestano il fianco al contropiede ospite.
E in uno di questi ancora Rosenthal scappa via sulla sinistra saltando trea avversari e crossa a centro area, dove trova la deviazione vincente di Atar, con la palla che si infila imparabile alle spalle di Lama. Vince Israele 3-2, e le vittorie di Svezia (3-2 alla Finlandia) e Bulgaria (4-1 all'Austria con doppietta di Penev e reti di Stoichkov su rigore e di Letchkov) rendono ancora tutto possibile nel girone a 90 minuti dal termine delle qualificazioni.
L'INGRESSO IN FRANCIA SENZA PASSAPORTO
La Francia, scavalcata in vetta dalla Svezia con 14 punti, e avvicinata dalla Bulgaria, portatasi a 12, ha a disposizione due risultati su tre nell'ultima gara con la squadra di Penev, diventata incredibilmente decisiva. I Bleus hanno voglia di riscatto dopo aver fatto harakiri con Israele, ma la tensione, già nei giorni che precedono la sfida, è altissima nell'una e nell'altra parte.
La Bulgaria, infatti, che ha già sconfitto i transalpini in casa propria, pensa in cuor suo di poter ripetere l'impresa. Dimitar Penev ha naturalmente bisogno di affrontare il match con tutte le frecce nel suo arco, ma, come racconterà anni dopo, nel 2011, Zlatko Yankov alla 'Reuters', due giocatori chiave, suo nipote Luboslav ed Emil Kostadinov commettono un'imperdonabile leggerezza: dimenticano il passaporto.
Senza documenti sorgono problemi per il rilascio del visto, i due titolari rischiano di saltare la sfida decisiva, ed ecco il colpo di genio.
"Hanno chiesto aiuto al nostro portiere Mihajlov e al centrocampista Georgi Georgiev, che allora giocavano nel Mulhouse. - racconterà Yankov - Kostadinov e Penev hanno dunque passato il confine tra Germania e Francia illegalmente su un’auto guidata da Georgiev, in un posto di frontiera scelto apposta per il basso livello di sicurezza".
Il rischio di essere fermati e rimandati in Bulgaria c'è, ma, come dirà il telecronista della gara del Parco dei Principi, e mesi dopo ai Mondiali lo stesso Stoichkov, "Dio è bulgaro" e i due attaccanti riescono a raggiungere in modo rocambolesco i compagni in ritiro. Saranno i due giocatori che decideranno la sfida.
GettyL'INCUBO DELLA FRANCIA
Si arriva alla sera del 17 novembre, che deciderà le due qualificate del Gruppo 6 ai Mondiali di USA '94. Mentre la Svezia pareggia con l'Austria, assicurandosi uno dei due posti, i riflettori sono puntati tutti sul Parco dei Principi di Parigi. Alla Francia di Houllier basta non perdere per tornare a giocare una Coppa del Mondo dopo aver mancato i Mondiali del 1990.
Entrambe le squadre si presentano con la loro formazione ideale. La Francia, che gioca a uomo, schiera Lama fra i pali e Blanc libero alle spalle dei centrali Roche, Petit e Desailly. Il centrocampo, a rombo, vede Le Guen vertice basso, Sauzée sulla trequarti e Deschamps e Pedros mezzali. In attacco Cantona affianca capitan Papin.
La Bulgaria è fedele al suo 4-3-3: Mihajlov in porta, Hubchev libero alle spalle dello stopper Ivanov, con Kremenliev terzino destro e Tzvetanov laterale sinistro. Yankov è il mediano di quantità, con Balakov e Letchkov mezzali di costruzione. In attacco il tridente Kostadinov-Penev-Stoichkov.
I francesi sugli spalti ricambiano il clima ostile dell'andata fischiando sonoramente l'inno bulgaro. In campo si assiste ad una prima mezzora molto tattica, senza emozioni, a parte un galletto che un tifoso lancia sul terreno di gioco. Prevale la tensione, e l'arbitro scozzese Leslie Mottram ha il suo bel da fare per contenere i toni agonistici elevati.
Serve un episodio per accendere il match, e arriva puntuale al 32': Deschamps si scontra con Tzvetanov, che resta a terra, la palla giunge sulla destra a Pedros, che ne approfitta per effettuare un bel cross a centro area. Sulla sfera arriva Papin, il quale però, anziché concludere, effettua una sponda aerea per Cantona, che con un gran destro di controbalzo fulmina Mihajlov sul suo palo: 1-0 per la Francia e qualificazione che appare in discesa.
Ma guai a dare per morta la Bulgaria, che infatti 5 minuti dopo pareggia. Angolo dalla sinistra di Balakov, Kostadinov, alto un metro e 77 centimetri, sorprende sul primo palo Sauzée e Petit, due colossi di un metro e 85, e con una perfetta elevazione gira a rete di testa: 1-1. A quel punto 'i Leoni' sapientemente si coprono, aspettano che sia la Francia a fare la partita, pur sapendo che per qualificarsi li serve una vittoria.
Il destino inizia a girare dalla parte dei bulgari al 69', quando Jean-Pierre Papin si infortuna e deve lasciare il campo: al suo posto Houllier inserisce Ginola, idolo dei parigini, e di fatto i Bleus restano senza prime punte. In campo, poi, i transalpini appaiono impacciati, quasi bloccati dalla responsabilità che ricade sulle loro spalle.
"I francesi erano terrorizzati - commenterà Stoichkov - noi ne eravamo consapevoli e su quello abbiamo basato la nostra strategia".
L'1-1 comunque non si sblocca e la partita sembra destinata a chiudersi così, con la Francia che pur non brillando stacca il pass per gli Stati Uniti. Invece il bello, certamente non per i Galletti, deve ancora accadere. Tanto più che al 90', quando mancano pochi secondi al fischio finale, i transalpini guadagnano un calcio di punizione in attacco sulla destra.
La palla arriva a Ginola nei pressi della bandierina del calcio d'angolo, ma il talentuoso fantasista del PSG, anziché perdere tempo, pecca di 'tracotanza', va sul fondo e crossa forte cercando di pescare dall'altra parte Cantona. Il traversone è totalmente fuori misura, e innesca invece il contropiede bulgaro con Kremenliev. Il terzino fa uno scatto sulla destra palla al piede e scambia con Balakov.
Il numero 10 verticalizza per Penev, che si gira in mezzo a due francesi poco oltre la linea di metà campo e lancia lungo in profondità a premiare l'inserimento sulla destra di Kostadinov. Il numero 7 'brucia' sullo scatto Deschamps e Petit, ridicolizza Roche, che nel tentativo di fermarlo quasi cade, evita l'intervento in scivolata di Blanc e con una conclusione violenta sotto la traversa firma la rimonta della Bulgaria e la sua doppietta personale, prima di lanciarsi in una scatenata esultanza.
Getty Images"Kostadinov... Ahi, ahi, ahi, ahi, ahi...", dice in diretta il telecronista francese di 'TF1'.
"Gospod e Bulgarin!", ovvero "Dio è bulgaro!", è invece la reazione ai microfoni della tv nazionale bulgara di Nikolay Kolev e Petar Vasilev.
Pochi secondi dopo l'arbitro fischia la fine. La Francia vive un'altra tragedia sportiva, una delle pagine più nere della sua storia calcistica. Quel goal, infatti, consegna Kostadinov alla storia e alla leggenda, porta la Bulgaria negli Stati Uniti e condanna la Francia alla seconda cocente eliminazione. Il Gruppo 6 finisce con la Svezia prima con 15 punti, Bulgaria seconda a 14 e Galletti terzi a 13.
Se Ginola diventerà per Houllier e tutti i francesi il responsabile principale della disfatta dei Bleus, Kostadinov, al contrario, sarà ricordato per sempre come 'l'eroe di Parigi'.
"Uno su mille ce la fa... - commenterà ai microfoni di 'UEFA.com' - Anzi, uno su un milione. Ancora oggi ci sono momenti dopo il goal che non riesco a ricordare. Mi sono reso conto di cosa era successo soltanto quando siamo rientrati negli spogliatoi".
E pensare che quella gara non avrebbe dovuto nemmeno giocarla...
Il sogno bulgaro prosegue ai Mondiali statunitensi. Inserita nel Girone D, e priva di suo nipote Luboslav, che si trova a dover combattere con un brutto tumore, la squadra di Dimitar Penev stupisce ancora. Nonostante un pesante k.o. all'esordio con la Nigeria, la squadra si rialza travolgendo 4-0 la Grecia nella seconda partita e compie la prima impresa il 30 giugno superando 2-0 l'Argentina.
Ancora una volta la Bulgaria è seconda nel Gruppo e accede agli ottavi di finale. Qui è opposta al Messico, va in vantaggio con Stoichkov ma un rigore generoso concesso dall'arbitro siriano Al Sharif la condanna prima ai supplementari e poi ai rigori. Grazie a Mihajlov, che blocca due tiri dal dischetto, prevale tuttavia nella lotteria finale per 4-2 e accede ai quarti.
Opposta alla Germania campione del Mondo, compie un'altra impresa, e nel secondo tempo grazie ai goal di Stoichkov e Letchkov ribalta lo svantaggio iniziale siglato da Matthäus e vola in semifinale. "Dio è bulgaro", ripete ancora un divertito Stoichkov ai giornalisti prima del confronto con l'Italia di Sacchi, ma stavolta saranno gli Azzurri a imporsi 2-1.
Kostadinov e compagni devono accontentarsi, si fa per dire, data la portata del risultato, del 4° posto, sicuramente bellissimo e inatteso, e al ritorno in patria saranno accolti come eroi. Nella finale per il 3° posto il confronto con la bestia nera Svezia li vede infatti sconfitti senza attenuanti (4-0 per gli scandinavi).
L'eroe di Parigi giocherà in Nazionale anche Euro '96 in Inghilterra (2 presenze) e i Mondiali di Francia '98 (3 presenze e un goal), tornei che vedranno la Bulgaria sempre eliminata alla Fase a gironi. L'edizione francese della Coppa del Mondo, in particolare, con la pesante sconfitta per 6-1 contro la Spagna (suo il goal della bandiera) segnerà il tramonto della 'Generazione d'Oro' del calcio bulgaro.
Kostadinov chiuderà l'avventura in Nazionale proprio in quella gara con le Furie Rosse, con un bilancio di 27 reti in 70 presenze che lo rende ancora oggi il 4° miglior bomber all-time della Bulgaria dietro Berbatov, Bonev e Stoichkov.
Getty ImagesDEPORTIVO E BAYERN MONACO
La carriera di club dell'attaccante beneficia della fama che l'impresa del 1993 gli aveva dato. Così nel 1994 lascia il Porto per trasferirsi in Spagna al Deportivo La Coruña. Ma fatica ad ambientrarsi e dopo appena 9 presenze e 2 reti, nel gennaio del 1995 passa in Bundesliga con il Bayern Monaco.
A volerlo con i bavaresi è infatti Giovanni Trapattoni, pronto ad esaltarne le doti da contropiedista. Pur non essendo un titolarissimo, chiude la seconda parte di stagione con 11 presenze e 2 goal fra campionato e Champions.
L'anno seguente, con Franz Beckenbauer alla guida della squadra, è fra i protagonisti (4 presenze e una rete) della cavalcata europea dei tedeschi , che il 15 maggio 1996 si aggiudicano la Coppa UEFA superando 3-1 in trasferta il Bordeaux nel ritorno della finale, dopo essersi imposti 2-0 all'andata all'Olympiastadium.
Sarà forse perché si gioca in Francia, Kostadinov segna il goal del provvisorio 2-0, quello della sicurezza per la squadra del 'Kaiser'. Il bulgaro chiude la sua seconda stagione in Germania con 24 presenze e 6 reti, per poi salutare e ripartire dalla Turchia.
GLI ULTIMI ANNI DI CARRIERA
Dopo 35 partite e 8 goal complessivi con il Bayern Monaco in un anno e mezzo, Kostadinov firma infatti con il Fenerbahçe. A Istanbul vive una bella stagione, totalizzando 10 centri in 34 partite, ma senza riuscire a conquistare trofei.
Nel 1997, ormai trentenne, decide di varcare l'Oceano Atlantico per fare un'esperienza in Messico con i Tigres UANL (9 gare e 2 goal). Il suo fisico, logorato dai tanti falli subiti in carriera, non è più quello dei tempi migliori: torna in Bulgaria per indossare nuovamente la maglia rossa del CSKA Sofia. Realizza 7 goal in 11 partite, che contribuiscono a portare le sue statistiche con il club che più ha segnato la sua carriera a 130 presenze e 43 reti.
Chiude in Germania, con 5 presenze totali e un goalin campionato segnato con la maglia del Mainz all'Alemannia Aachen il 17 ottobre 1999. A soli 32 anni decide di appendere le scarpette al chiodo. Rimasto vicino al mondo del calcio e dopo alcune esperienze da dirigente con CSKA Sofia e con la Federcalcio bulgara, nel 2020/21 l'incubo della Francia ha rivestito per un anno la carica di Direttore generale del clubbulgaro, in cui ha speso gran parte della sua vita calcistica.
Ancora oggiin Francia il suo nome è sinonimo di disfatta. Perché Emil, entrato nel Paese senza i documenti necessari, con una grande partita aveva fatto piangere un'intera nazione. Proprio da quella debacle, però, partirà la rinascita del calcio transalpino e dei Bleus, che con il nuovo Ct. Jacquet saranno capaci nel 1998 di laurearsi per la prima volta campioni del Mondo.
