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Damien DuffGetty/Goal

Elogio a Damien Duff: gioie e dolori di un top dela Premier League

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Se pensi al primo Chelsea di Abramovich ti vengono in mento tanti giocatori. Ti viene ovviamente in mente Drogba, oppure Frank Lampard. Ma nessuno, probabilmente, ripensa a Damien Duff. E francamente è piuttosto ingiusto, perché parliamo di uno degli esterni più forti mai visti in Premier League.

Non esagriamo, fidatevi. Parliamo di uno che a poco più di 20 anni trascinava l'Irlanda ai Mondiali e vinceva una Coppa di Lega col Blackburn. Parliamo di uno che il Chelsea ha pagato quasi 25 milioni di euro quando il calciomercato non era ancora il folle teatrino che è diventato oggi. Un giocatore che per Mourinho è diventato rapidamente indispensabile per vincere due Premier consecutive con i Blues.

Non potevi non notarlo per quel suo ciuffo biondo e un viso che trasudava Irlanda da tutti i pori. Non potevi non rimanere ammaliato di fronte alla sua corsa e alla capacità di essere determinante. Non era Arjen Robben, con cui tra l'altro ha composto un super tridente completato da Drogba. Era semplicemente Damien Duff. Ti lasciava qualcosa dentro, inevitabilmente. Qualcosa che ti spinge a raccontare le sue gesta ancora oggi. E non soltanto quelle positive.

Da buon irlandese che si rispettti, Duff di botte ne ha prese parecchie. Ma si è sempre rialzato. Quando ha lasciato il Chelsea per il Newcastle, non pensava di poter diventare il protagonista di una vera tragedia sportiva. Lui che non si è mai tirato indietro, lui che ci ha sempre messo la faccia, ha sentenziato la clamorosa retrocessione dei Magpies con un autogoal nell'ultima partita decisiva contro l'Aston Villa.

Damien DuffGetty

Sembrava l'inizio di un finale di carriera lontano dai riflettori, specie dopo il trasferimento al Fulham. Ma il ritorno a Londra, nel romantico Craven Cottage, ha riacceso il vecchio Damien Duff, quello che al Chelsea aveva sempre saputo fare la differenza. In panchina c'era Roy Hodgson, lo stesso manager che lo aveva lanciato da giovanissimo al Blackburn. Insieme portano il Fulham sino a una inimagginabile finale di Europa League, persa contro l'Atletico Madrid dopo aver eliminato persino la Juventus, battuta incredibimente 4-1 a Craven Cottage dopo il 3-1 subito all'andata a Torino.

Nello stesso anno è arrivata però una delusione ancor più grande della sconfitta in finale di Europa League. Più grande perché ingiusta e immeritata. Tutto per colpa della famosa 'mano di Henry', che ha regalato alla Francia la qualificazione ai Mondiali del 2010 nello spareggio contro l'Irlanda. Un qualcosa di difficile da superare, anche per uno come Damien Duff, che non ha mai trattenuto le lacrime e si è sempre mostrato per quello che era. Senza filtri o costruzioni mediatiche.

Ha chiuso la carriera a casa sua nella sua Irlanda, devolvendo in beneficenza l'intero stipendio percepito nell'unica stagione allo Shamrock Rovers. ll cuore grande di Damien Duff. Lui che il cuore ce l'ha sempre messo, ovunque è andato.

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