Il mondo del calcio è da sempre un'incredibile sequenza di emozioni anche al di fuori del rettangolo di gioco, un continuo 'sliding doors' a scandire ciò che è stato da quello che poteva essere. Ed è per questo che il calciomercato offre tanti spunti di riflessione sulle varie operazioni passate, ma anche su quelle mai concretizzate.
Rientrano in quest'ultima categoria Andres D'Alessandro e Fernando Cavenaghi, che nei primi anni del nuovo millennio illuminavano la scena argentina a tal punto da ammaliare la Juventus di Luciano Moggi, che fu a un passo dal portarli in Italia.
La doppia trattativa con il River Plate fu oggetto di grandi discussioni per settimane, ma alla fine l'operazione non andò mai in porto e i due giocatori presero strade diverse. Era l'estate del 2003 e tutto sembrava portare alla doppia firma bianconera di quelli che allora erano considerati i più grandi talenti emergenti del calcio argentino.
All'età di 19 anni D'Alessandro esordì con i Millonarios per poi vincere subito due campionati: numero dieci dal sinistro delicato, specialista nei calci piazzati e dotato di un dribbling micidiale nello stretto. Le immagini della sua finta, la 'boba', fecero presto il giro del mondo insieme alla pesante etichetta di 'nuovo Maradona', peraltro avallata dallo stesso Pibe:
"Tra tutti i giocatori che mi sono stati accostati è quello che mi assomiglia di più", dirà lo stesso ex Napoli con una pesante investitura.

All'età di 22 anni il fantasista era pronto al grande salto in Europa, ma alla fine il Wolfbsurg beffò la Juventus a suon di milioni. Le cose in Europa non andarono però secondo le aspettative: due anni in Germania, sei mesi in Inghilterra e un anno e mezzo in Spagna con più ombre che luci. Nel 2008 decise di tornare in patria per poi accettare la chiamata dell'Internacional, dove spese gran parte della propria carriera prima del ritiro.
Un destino simile anche per Cavenaghi, che nei primi anni di River Plate firmò addirittura 55 reti in 88 presenze: fu però lo Spartak Mosca il primo club europeo del classe '83 che aveva stregato la Juventus. Dopo due anni e mezzo in Russia arrivò il Bordeaux, club con cui ha collezionato il maggior numero di presenze: poi tanti prestiti in una carriera mai veramente decollata, terminata con le due ultime avventure in Messico e in Cipro.
Era la Juventus di Del Piero, Trezeguet e Nedved: una squadra dove probabilmente i due argentini avrebbero comunque faticato a trovare spazio. Le vie del calciomercato sono infinite: durante quell'estate Madama poteva parlare argentino, ma a distanza di anni i tifosi bianconeri hanno probabilmente pochi rimpianti.


