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Federico DimarcoGoal

Dimarco, l'Inter e la Nazionale: cosa significa meritarsi un'occasione

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Quando siamo andati ad intervistare Federico Dimarco, nel 2018, non aveva la stessa espressione di oggi. Il suo volto era quello di chi provava ad essere ormai disilluso, quando in realtà era soltanto deluso.

Deluso da quelle belle parole che non si tramutavano mai in fatti. Deluso dall'essere quasi costretto ad espatriare in Svizzera per rimettersi in gioco e avere maggiori opportunità. Deluso dall'Inter che quell'opportunità non gliel'aveva ancora data, decidendo di cederlo a titolo definitivo al Sion. 

Dimarco aveva provato a nasconderla, tutta quella delusione, ma non ci era riuscito. Le sue parole venivano dalla testa, non dal cuore. Ci diceva che forse era giusto così, ma bastava guardarlo negli occhi per capire cosa pensava.

"Io non mi aspettavo niente eccetto le scelte che ha fatto l'Inter. Evidentemente loro hanno ritenuto che quest'anno non ero pronto a fare il grande salto, che non avevo abbastanza esperienza".

Noi, dal canto nostro, pensavamo che in quell'Inter stagione 2017/18, con Nagatomo, Ansaldi e Dalbert ad alternarsi con discutibile successo per un posto da titolare sulla fascia sinistra, uno come di Dimarco poteva starci eccome. Anzi ne eravamo certi. E ne era certo anche lui.

"Certo, sì... ma purtroppo decidono loro e non posso andare io lì a dirgli che devo giocare. La mia speranza è quella di tornare, questo senza dubbio. Ma sono sicuro che prima o poi avrò la mia opportunità all'Inter".

Per uno che è nato in una famiglia interista ed è entrato a far parte delle giovanili dell'Inter a soli 8 anni, l'obiettivo non poteva che essere quello di imporsi in maglia nerazzurra. Specialmente dopo che, a soli 17 anni, Mancini lo aveva fatto esordire in Serie A contro l'Empoli.

A fine intervista ci ha chiesto se il microfono era spento per sfogarsi un po'. Giusto due parole per farci capire quanto quella benedetta occasione all'Inter credeva di meritarsela e non importava se per ottenerla doveva andare a giocare in Svizzera.

"Magari rimanevo in Italia  e facevo la riserva di qualcuno ed io non volevo, quest'anno volevo giocare, volevo metterti in mostra e quindi ho scelto di andare al Sion". Scelta coraggiosa, scelta vincente. Nonostante una stagione non proprio da ricordare, anche per via di un brutto infortunio, in estate l'Inter ha deciso di esercitare il diritto di recompra dal Sion e riportare Dimarco nuovamente in nerazzurro. 

Ancora una volta, però, non era ancora arrivato il momento di restare. Prima Parma, con tanto di goal pazzesco ed esultanza sfrenata a San Siro contro l'Inter, poi soprattutto Verona. E' con Juric che Dimarco è diventato un giocatore di primissimo livello, fondamentale in entrambe le fasi, duttile e con quel sinistro che in pochi in Italia possono vantare

Federico DimarcoGetty Images

E infine, finalmente, eccola che è arrivata, la tanto meritata occasione. Dimarco in estate è tornato all'Inter per restarci, niente più prestiti, niente più scelte discutibili dettate dal nome più esotico. Nell'Inter dei Bastoni e dei Barella ci doveva essere spazio anche per Dimarco. Indossare la maglia nerazzurra con lo scudetto sul petto è valsa tutta quell'attesa. 

L'inter, la prima chiamata in Nazionale maggiore. Oggi Dimarco non è più quel ragazzo deluso di tre anni fa. Sorrride, e ti dice che ce l'ha fatta. 

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