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Denilson, il mancato arrivo alla Lazio e la storica maxi-clausola

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Oggi probabilmente il suo nome non dice molto ai più giovani. Ma se chiedi chi era Denilson a chiunque sia stato adolescente o bambino nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso, vedrai i suoi occhi illuminarsi. Perché il suo nome era sinonimo di dribbling, di futbol bailado e di un calcio allegro e tecnico. 

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Il dribbling e le finte erano appunto il marchio di fabbrica del funambolo brasiliano, che in quegli anni divenne un vero e proprio idolo per milioni di giovani. Tale era la popolarità raggiunta dal calciatore verdeoro, che nelle partitelle in strada con gli amici era molto frequente sentire esclamare: "Denilson!", per provare a intimidire l'avversario quando c'era un uno contro uno. Si guadagna anche una celebre citazione nel popolare film: 'Così è la vita' del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Le sue 'skills' erano in grado di far fare figuracce anche ai difensori più navigati. Mancino naturale, doppio passo ubriacante, che ripeteva a più riprese per mandare fuori causa i suoi marcatori, poteva giocare sia da esterno sinistro sia da trequartista o seconda punta. Nato il 24 agosto 1977 a Diadema, nello Stato di San Paolo, si afferma proprio con il Tricolor paulista dopo essere cresciuto nel suo settore giovanile.

In 4 stagioni, dal 1994 al 1998, segna 8 reti in 96 gare e per le sue prestazioni approda nella Nazionale maggiore del Brasile nel 1996. Il suo anno d'oro è però il 1997, in cui c'è l'esplosione sul piano internazionale. La prima apparizione sul palcoscenico mondiale è il Torneo di Parigi con Italia, Francia e Inghilterra, in cui lascia tutti a bocca aperta con le sue giocate, soprattutto contro gli azzurri.

Denilson Golden Ball Confederations Cup Brazil Saudi Arabia 1997

Con il Brasile di Ronaldo e Romario vince la Copa America in Bolivia, torneo in cui segna anche 3 goal. Ancora meglio fa nella Confederations Cup a fine anno, dove, pur segnando una sola rete, dà sfoggio della sua classe e viene votato come 'Miglior calciatore del Torneo', dando un contributo fondamentale al successo della Seleçao. 

Sempre quell'anno, Denilson è fra i protagonisti del celebre spot della 'Nike' girato in un aeroporto con i compagni della Nazionale verdeoro. La sua ascesa appare inarrestabile, e nel 1998 arriva anche il titolo paulista con il San Paolo. I Mondiali 1998 sono il banco di prova definitivo. L'estroso brasiliano in Francia fa il suo, pur senza brillare, per portare il Brasile in finale, e i grandi club europei scatenano un'asta senza precedenti per aggiudicarselo. Delle 7 presenze al torneo iridato, solo una è da titolare, ma chi lo vuole sembra non farci molto caso.

In prima fila c'è anche la Lazio di Sergio Cragnotti, che sogna di portare in Serie A un campione di valore pari o superiore a quello di Ronaldo per dare l'assalto allo Scudetto. Nella stagione precedente, del resto, aveva provato a spuntarla per il 'Fenomeno', venendo però battuto dall'Inter. Il patron di Bombril-Cirio, che già vanta un'opzione su Denilson, ha una strategia precisa per battere la concorrenza: avendo dato la sponsorizzazione al club brasiliano, fare leva su quest'ultima per convincere il San Paolo ad accettare la sua proposta.

"Tramite la Cirio - spiega il patron biancazzurro a 'La Repubblica' - ho praticamente raggiunto un accordo di sponsorizzazione del San Paolo, la società del giocatore, che consegna allo sponsor stesso il diritto di prelazione sull'acquisto di ogni giocatore della squadra. Fino al settore Primavera".

C'è insomma parecchio ottimismo. Mentre si entra nell'ultima fase delle trattative estive, la contesa per il brasiliano si riduce a tre squadre: oltre ai biancocelesti c'è infatti il Barcellona e un outsider, il Betis di Siviglia . Cragnotti vola in Brasile all'inizio dell'ultima settimana del calciomercato estivo, con l'obiettivo di avere la firma del vicecampione del Mondo. Nella sede della Bombril si tiene così un infuocato summit di calciomercato. Presenti appunto il numero uno della Lazio, i dirigenti del San Paolo, il giocatore e il suo agente, Luiz Vianna. Il vertice inizia alle 20 italiane e prosegue per diverse ore nella nottata. 

"Offrirò al San Paolo 25 milioni di dollari (circa 45 miliardi di Lire, ndr), - aveva anticipato prima della partenza - ma se mi dicono no e scopro che l'hanno già venduto sono pronto a rescindere il contratto di sponsorizzazione del mio gruppo".

La partita è ancora aperta, ma l'ultimatum di Cragnotti non sortisce l'effetto da lui sperato, perché l'attesa fumata bianca non arriva. Del resto, prima che iniziassero le trattative, Denilson era stato chiaro.

"Andrò da chi paga di più".

Così, di fatto, sarà. Cragnotti torna in Europa sperando in notizie favorevoli dal Brasile, ma invano. Se il Barcellona prova timidamente a reinserirsi nel discorso, il jolly lo cala il Betis attraverso il suo presidente Manuel Ruiz de Lopera. Gli andalusi non sono una grande squadra ma il loro numero uno è disposto a fare follie pur di assicurarsi il brasiliano

Denilson Real Betis

Al San Paolo non pare vero quando si vede recapire un'offerta incredibile: Manuel Ruiz, imprenditore che ha fatto i soldi nel settore immobiliare, mette sul piatto la bellezza di 63 miliardi di vecchie Lire, pari a circa 32 milioni e mezzo di euro, sbaragliando la proposta finale della Lazio. Il trasferimento di Denilson diventa così il più costoso della storia, anche se la vera follia è rappresentata dai contenuti del contratto stesso: la durata è infatti di 12 anni con clausola rescissoria monstre da 750 miliardi di Lire (quasi 390 milioni di euro). L'ingaggio, naturalmente, non è da meno: circa 6 miliardi di lire più bonus a stagione .  

Di fronte a simili cifre, anche Cragnotti è costretto a gettare la spugna. La Lazio 'si consolerà' con il colpo Vieri dall'Atletico Madrid (48 miliardi), l'arrivo di Salas dal River Plate (31 miliardi), più gli acquisti di De la Peña dal Barcellona (30 miliardi), Stankovic dalla Stella Rossa (24), Mihajlovic dalla Sampdoria (22), Sergio Conceiçao dal Porto (18 miliardi), Stefano Morrone dal Cosenza (5,4 miliardi) poi girato all'Empoli, Fernando Couto dal Barcellona (4), Lombardi dal Genoa (2) e a gennaio Attilio Lombardo dal Crystal Palace (un miliardo).

In totale la spesa sarà di 185 miliardi e 400 milioni, con un disavanzo di 102,4 miliardi. Quest'ultimo, con lo Scudetto che sfumerà all'ultimo, sarà ripagato con la Coppa delle Coppe. E Denilson? Arrivato nella Liga e atteso dal salto di qualità, il brasiliano non manterrà le grandi attese. Dopo una prima stagione su livelli discreti, in cui totalizza 35 presenze e 2 goal, con la squadra che non va oltre l'11° posto. 

Si pensa sia solo una questione di ambientamento in un calcio diverso da quello brasiliano, ma non sarà così. La seconda stagione, infatti, sarà pure peggiore della prima e nonostante i 3 goal realizzati in 32 presenze, la squadra finisce per retrocedere in Segunda División. Colui che doveva essere la stella assoluta della Liga, si rivela un flop clamoroso. Dove Denilson si perde è dal punto di vista mentale e dell'atteggiamento. Crede forse di essere arrivato e lo paga a caro prezzo.

Si intestardisce nelle giocate individuali, dialoga poco con i suoi compagni e in questo contesto la ricerca ostinata del dribbling diventa più un'ossessione fine a se stessa che un'arma per superare gli avversari. Anche in Nazionale il suo calo di rendimento è evidente: nel 2001 partecipa alla deludente Copa America che vede i verdeoro uscire ai quarti, nel 2002 invece fa parte della rosa che conquista i Mondiali in Giappone e Corea, ma il suo ruolo è quello di comprimario.

Nel 2000 gli andalusi provano a fargli ritrovare il sorriso mandandolo in prestito per 6 mesi al Flamengo. Tornato in Spagna nella seconda parte della stagione, dopo 3 goal in 11 presenze con i rubronegri, Denilson aiuta il Betis a centrare la promozione in Liga (21 presenze e una rete). Resta con i biancoverdi fino al 2005, quando la crisi finanziaria del club spinge il Betis a svenderlo al Bordeaux. 

Dopo la peggior stagione assoluta della sua carriera, con appena 10 apparizioni in campo, in Ligue 1 i tifosi girondini assistono all'ultimo grande Denilson. Il brasiliano, che aveva perso la Nazionale, mette nel mirino i Mondiali 2006 e anche grazie alle sue giocate e a 3 goal in 31 presenze trascina la squadra al 2° posto finale che vale la Champions League. Parreira, il Ct. della Seleçao, lo ritiene però troppo discontinuo e lo esclude dalla rosa dei 23 per la Germania.

DenilsonGoal

Denilson accusa il colpo e inizia un lungo girovagare fra Arabia Saudita (Al-Nasr), Stati Uniti (Dallas) e Brasile (Palmeiras). A dicembre 2008 scade il suo contratto e resta 3 mesi senza squadra. Quindi firma un contratto di 3 mesi con l' Itumbiara, nella Terza serie brasiliana.

Il declino è ormai inarrestabile per l'ex fenomeno verdeoro, e le ultime avventure calcistiche lo vedono con i vietnamiti dell’Hải Phòng e il Kavala in Grecia. Colleziona mezz'ora con i primi e nemmeno un minuto con la formazione ellenica, finché, tormentato dagli infortuni, non decide di ritirarsi dal calcio giocato il 16 aprile 2010 a 32 anni. Poi, nel marzo 2022, l'incredibile ritorno in campo con l'Ibis Sport Club, società che milita nel Campionato Pernambucano. A proposito di trasferimenti folli.

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