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Schiavone SalernitanaGetty Images

La Juve, il sondaggio dello United, la Serie A: la storia di Schiavone

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Scenario: "Nike Cup", lo sguardo attento di Sir Alex Ferguson, il sondaggio del Manchester United. A 15 anni, alle volte, i sogni possono diventare realtà. Lo sa bene Andrea Schiavone, che ha raggiunto quello di giocare inSerie A con la Salernitana ma che ne aveva coronato un altro bellissimo: difendere, da protagonista, i colori della Juventus per tutta la trafila nel settore giovanile.

Dai "Primi Calci" del Lascaris, club dilettantistico torinese, all'approdo alla corte di Madama nel 1999. Amore vero, puro, con i gradi di capitano sfoggiati in mezzo al campo. Con classe, professionalità e leggerezza. Auspicando il grande salto.

Che, a suo modo, è avvenuto. Magari non quello tanto bramato nell'élite nostrana, almeno fino a oggi, ma comunque altrettanto significativo. Considerando come, presenze alla mano, nella scorsa stagione il calciatore piemontese sia diventato una certezza per la categoria cadetta. 28 spezzoni con la Salernitana nel 2020/21: tra i protagonisti della cavalcata verso la Serie A c'era anche lui.

Domenico Maggiora, ex tecnico tecnico dei Giovanissimi della Juventus, paragonò Schiavone a un piccolo Daniele De Rossi. Massimiliano Maddaloni, ai tempi tecnico degli Allievi Nazionali, si spinse fino ad Andrea Pirlo. Alla base del (doppio) pensiero, tuttavia, una visione univoca: il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.

Stimato da tutti gli allenatori che ha avuto, Andrea ha riscosso consensi positivi ovunque abbia militato: Modena, Livorno, Cesena, Venezia, Bari, Salernitana, Sudtirol. Piazze, queste, che hanno osservato da vicino le qualità di un prospetto che, se avesse avuto un po' più di fortuna, avrebbe potuto testarsi già prima in Serie A. E che ora, finalmente, sta assaggiando quella massima serie che fino alla scorsa estate aveva solo sognato.

Pane e calcio. Fin da piccolo, piccolissimo. Grugliasco (TO). Istituto Vittorini (sezione Castellamonte). Prima prova maturità 2012: la crisi e i giovani. Tesina esposta alla prova orale: topografia sullo spianamento di un campo di calcio e differenze tra terreno sintetico e misto.

Schiavone è fatto così, ama smisuratamente uno sport che, passo dopo passo, lo ha visto protagonista di un importante percorso di crescita. Il tutto, senza distogliere la concentrazione dalle priorità, valori leali e sinceri, mix di fattori che lo hanno reso un veterano tra i piccoli.

Altro giro, altro estimatore: Fabrizio Ravanelli. Penna Bianca, nei pochi mesi in cui allenò l’Ajaccio nel 2013, tentò di portare Andrea nella Ligue 1, scenario bocciato con decisione dai dirigenti bianconeri, intenzionati a valutare i progressi del ragazzo in Italia.

Le prime nozioni tattiche assorbite alla corte degli “Esordienti” di Antonio Marchio, le varie under di categoria, fondamentali per arrivare ad allenarsi con la Prima Squadra guidata da Ciro Ferrara:

Una volta ero in mezzo ad un torello. Sfiorai una palla calciata da Alessandro Del Piero. Non mi osai di fargli notare che l’avessi toccata, ma Del Piero subito mi disse: “Perché non hai detto niente? Devi dirlo quando tocchi il pallone”. Una sorta di rimprovero affettuoso”.

Schiavone, ora, a 29 anni ha vissuto la grande gioia della Serie A con la Salernitana nella passata stagione. Il classe 1993 ha trovato la prima rete nel massimo campionato nel successo in rimonta dei campani a Venezia al 95'. Un goal pesantissimo, che ha regalato ai granata i primi tre punti della gestione Colantuono. 15 presenze tra Serie A e Coppa Italia, poi l'addio in estate. 

Altro giro, altra corsa: oggi Andrea gioca al Sudtirol, in Serie B, la sorpresa del campionato cadetto. Una nuova esperienza per quel ragazzo cresciuto in bianconero, quel club sfidato l'anno scorso in Serie A in 90 minuti d'emozioni pure.

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