Cristiano Ronaldo è stato normalizzato. A Udine, in occasione della prima di campionato, Massimiliano Allegri ha messo subito le cose in chiaro: ora comanda lui. Dall’alto dei quattro anni di contratto che lo hanno riportato sulla panchina della Juve, dall’alto di uno status netto e inequivocabile.
Ragion per cui, analizzando la settimana di CR7 e magari qualche chiacchiericcio di mercato, il tecnico livornese ha optato per un’esclusione sorprendente. Che, inevitabilmente, ha fatto rumore.
A buttare acqua sul fuoco prima del fischio di inizio ci ha pensato il vicepresidente bianconero, Pavel Nedved, che ai microfoni di DAZN ha spiegato come la decisione fosse stata concordata tra le parti. Dichiarazione, questa, smussata dallo stesso Allegri al termine del match. Insomma, pura e semplice scelta tecnica. Da contestualizzare in chiave 4-4-2, ovvero il sistema di gioco proposto da Max alla Dacia Arena.
GettyServivano caratteristiche differenti là davanti, serviva – seguendo il pensiero del mister juventino – che Cristiano Ronaldo partisse dalla panchina. E il re (spodestato), comunque, il suo l’ha fatto: stacco imperioso, goal, tecnologia.
Un’effimera illusione, ma che sottolinea come il lusitano – nel bene e nel male – sia sempre protagonista. Attenzione, tuttavia, al mercato. Sebbene pensare che CR7 possa lasciare la Juve a fine agosto in questo momento assomigli a una mera utopia, la sensazione è che nella vicenda qualcosa ancora non torni.
Ma con i “se” e con i “ma”, si sa, nel calcio non si va da nessuna parte. Ecco perché, in casa Continassa, vigono ben pochi dubbi sulla permanenza di mister 5 Palloni d’oro e altrettante Champions League. Non ci sono offerte, al momento, e non è detto che ne arriveranno. Affatto.
Al di là di qualche chiacchiera estiva con Il PSG, e del tentativo di testare l’umore del Real Madrid, i discorsi non si sono estesi. Portando, così, CR7 a rientrare alla Continassa con l’umore grigio e, probabilmente, non con le migliori intenzioni. Novità dietro l’angolo? Difficile. Ma se permanenza sarà, anche la musica cambierà. Anzi, è già cambiata. Perché ora comanda Allegri. Stop.




