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Saint-ÉtienneGetty Images

La crisi del Saint-Étienne: la squadra più titolata di Francia è ultima in classifica

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Ultimo in classifica, zero vittorie dopo 9 giornate, solo 4 miseri punti frutto di altrettanti pareggi. Con il peggior attacco del campionato (8 goal segnati) e una delle cinque peggiori difese (18 incassati). Guardando il Bayern Monaco capolista, la Juventus in ripresa, il Man United o il Real Madrid comunque in alto nonostante tutto, è difficile pensare che la squadra più titolata di uno dei top 5 campionati europei versi in una situazione così disperata. Invece in Francia sta succedendo. Il Saint-Étienne vive momenti bui.

Con 10 campionati vinti, l’ultimo nel 1981 sotto la stella di Michel Platini, Les Verts sono la squadra con più campionati, uno in più anche del PSG, fermo ancora a 9. Sono gli unici in doppia cifra, gli unici con la stella sopra al logo. Hanno già vissuto alti e bassi, sono già retrocessi e poi risaliti. L’ultima promozione del 2004 aveva ristabilizzato la squadra in Ligue 1, persino sfiorando la qualificazione in Champions League (nel 1977 arrivarono anche in finale di Coppa dei Campioni, persa col Bayern).

Questa stagione, però, è iniziata nel peggiore dei modi. Soltanto un contestato rigore assegnato in pieno recupero e poi segnato da Khazri ha evitato la sconfitta nel sentitissimo derby con il Lione. Sarebbe probabilmente stato il punto più basso di un’annata già partita nel peggiore dei modi e che non sembra destinata a migliorare. Nonostante le premesse, nonostante un allenatore esperto come Claude Puel al timone. Nonostante una rosa con talenti quali il portiere Green e i centrocampisti Douath (2003) e Aouchiche (2002, ex PSG).

Tre pareggi nelle prime tre partite, prima dell’incubo. Le sconfitte contro Marsiglia, Montpellier, Monaco, Bordeaux, la ripassata contro il Nizza (0-3) e poi il pareggio di Lione. Partite molto sentite dalla tifoseria, una delle più calde di Francia. Che già in un’occasione ha umiliato i suoi giocatori: con degli “olé” a ogni passaggio riuscito dagli avversari, in quel caso il Nizza.

Saint-ÉtienneGetty Images

Il pareggio con il Lione ha ridato respiro ad un ambiente infernale, con Claude Puel che secondo ‘RMC’ è stato messo in discussione persino dai giocatori, oltre che dallo stadio con cori e striscione: più di un fan lo vorrebbe lontano dalla panchina, ma la società ha deciso di mantenerlo alla guida del club. E Anche Kolodziejczak, uno dei più esperti nella rosa, ha dichiarato che la squadra è incondizionatamente al fianco di Puel.

A proposito di società, ultimamente a fare rumore a Saint-Étienne è stato più un possibile acquirente che una vittoria (anche perché di quella finora in stagione neanche l’ombra): il principe cambogiano Novodom Ravichak. Non un milionario, anzi. Eppure alcuni media francesi hanno ricollegato la sua figura a quella di alcuni amici intimi di Al-Khelaifi. E in mezzo ci è finita persino una villa che qualche anno fa era stata usata come mezzo di corruzione dalla FIFA. Insomma, un bel caos, persino losco.

In campo, per ora, il nulla cosmico. L’ex difensore dell’ASSE Guillou ha dichiarato a ‘Ouest France’ di “essere incapace di capire come giochi il Saint-Étienne”. E probabilmente non è l’unico. La salvezza rimane l’obiettivo principale per la squadra che ultimamente ha prodotto talenti del calibro di Bamba, Saliba o Fofana e nel recente passato ha potuto contare su Aubameyang, Matuidi o Payet. La storia impone altre esigenze. Allo Stade Geoffroy-Guichard sperano di poter presto tornare a vivere i fasti di un tempo.

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