L’obiettivo è sempre lo stesso: mettere benzina nelle gambe. Stop. Le tournée estive servono a questo, alle volte hanno il potere di illudere o drammatizzare, ma resta un calcio che (non) conta. Certo, nessuno vuole fare figuracce. E, infatti, al Cotton Bowl di Dallas Barcellona e Juventus danno vita a una prova vera-verissima che sfocia nel punteggio di 2-2. Fiammate, giocate, sensazioni positive – reciproche – da consolidare in maniera graduale.
Sulla Vecchia Signora si abbatte l’uragano Dembélé che, quando è in serata, non ammette rivali. Un talento esplosivo, a tratti un fenomeno, uno che se è di buona luna sa fare male agli avversari. Eccome. Fresco di rinnovo fino al 2024, il talento francese manda al bar Cuadrado e Alex Sandro, arando letteralmente la fascia di competenza. Il risultato? Una doppietta sontuosa.
Allegri nel lato A del match decide di puntare sul 4-3-3 in fase di possesso, con qualche punta qua e là di (ibrido) 4-2-3-1. Tra i centrali, Bonucci a destra e Bremer a sinistra. A centrocampo in cabina di regia le chiavi a Rovella, con Zakaria e Locatelli mezz’ali. Cuadrado sull’out mancino nel tridente offensivo. Insomma, esperimenti al potere. Abbondanza a non finire per Xavi, che può contare sui nuovi arrivati Christensen, Kessié, Lewandowski e Raphinha. Insomma, al di là del fatto che non sia ancora finita, una roboante campagna acquisti. Occhi puntati proprio sul bomber polacco che, al netto di qualche guizzo embrionale, non crea grossi grattacapi ai bianconeri. Il tutto, nell’uno contro uno, sapientemente controllato da Bremer.
I blaugrana hanno tanta qualità e, in entrambi i tempi, la mettono in mostra. La Juve, dal canto suo, vive di momenti. E s’affida soprattutto a Di Maria che, come contro il Chivas, mette in mostra un bagaglio tecnico extra lusso; dai suoi piedi nascono le occasioni più importanti per i bianconeri. Il Fideo agisce a tutto campo, senza dare punti di riferimento, fungendo alle volte da trequartista atipico alle spalle di un Kean ispiratissimo. Perché se Dembélé chiama, il centravanti piemontese risponde: doppietta pure per lui. Prima, un inserimento con i giri giusti a ottimizzare un’ottima palla di Cuadrado.
Poi, una rete da centravanti verso a sfruttare le incertezze della retroguardia avversaria. In concomitanza con la classica girandola di cambi, il Barcellona sale decisamente di tono e colpisce due legni con Raphinha e Ansu Fati. La Juve si abbassa, ma tiene botta salvata dall’ottimo Perin. Zero minuti ancora per McKennie e Vlahovic. Note dolenti per Allegri. Beh, la fascia mancina. Cuadrado, nonostante l’assist, in quella zona del campo sembra “forzato”. Mentre Alex Sandro, pure nel calcio che (non) conta, mette in mostra le ormai solite annose difficoltà.
E chissà che la performance del brasiliano non spinga gli uomini della Continassa a velocizzare l’ingresso di un nuovo terzino che, spazio in organico alla mano, sembra sempre collegato all’eventuale cessione di Luca Pellegrini. In parole povere, la Juve progredisce. E lo fa con lo spirito giusto. Lo stesso con cui, per proteste, Di Maria si becca un cartellino giallo. In una sola parola: mentalità.
IL TABELLINO
BARCELLONA-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: 34' Dembelé (B), 39' Kean (J), 40' Dembelé (B), 51' Kean (J)
BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen (46' Pena); Sergi Roberto (32' Dest [78' Casado]), Christensen (62' Depay), Garcia (46' De Jong), Jordi Alba (63' Balde); Nico Gonzalez (46' Gavi), Busquets (46' Pjanic), Kessié (63' Torre); Dembélé (46' Raphinha [77' Ezzalzoulli]), Lewandowski (62' Depay), Aubameyang (46' Ansu Fati [77' Collado]).
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny (46' Perin); Danilo (61' Compagnon), Bonucci (46' Gatti), Bremer (59' Rugani), Alex Sandro (60' Pellegrini); Zakaria, Rovella, Locatelli (61' Fagioli); Di Maria (77' Soulè), Kean (78' Cudrig), Cuadrado (78' Barbieri).
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