Nella sua lunga carriera da portiere professionista, durata ben 22 anni, Antonio Chimenti, estremo difensore nato a Bari il 30 giugno 1970, si è tolto molte soddisfazioni.
Figlio d'arte, visto che suo padre Francesco fu attaccante della Sambenedettese negli anni Settanta del secolo scorso, e nipote d'arte, con suo zio Vito che giocò ad alti livelli con Palermo e Pistoiese, dopo la gavetta con le maglie di Sambenedettese, Tempio e Monza, passa alla Salernitana e arriva la svolta.Con i campanivince subito il campionato di C1 e approda in Serie B.
Qui si mette in evidenza per la sua reattività fra i pali, la grande concentrazione e una dote importante per un portiere moderno, una grande abilità nel giocare la palla con i piedi. Anche per quest'ultima Zdenek Zeman lo sceglie come dodicesimo per la sua Roma.
Nella capitale 'Zucchina', come viene soprannominato da Francesco Totti, per i pochi capelli che gli restano e la forma allungata della sua testa, fa la sua prima esperienza in una grande squadra, accumula esperienza e si ritaglia il suo spazio.
Il suo percorso prosegue al Lecce. In Salento fa tre anni da titolare ad alti livelli in Serie A e si guadagna la chiamata più importante della sua carriera: nel 2002 la Juventuscampione d'Italia lo sceglie per fare il vice Buffon.
LA PRIMA AVVENTURA IN BIANCONERO
Il Direttore generale Luciano Moggi lo ingaggia a parametro zero e lo porta a Torino dopo il ritiro di Michelangelo Rampulla. Chimenti si mette a disposizione del tecnico Marcello Lippi e aspetta la sua occasione.
"Il passaggio alla Juventus dopo tanti anni di calcio significa una consacrazione - spiega ad 'Hurrà Juventus' -. È il coronamento di un grande sogno, ma è anche un grande punto per una nuova partenza. La Juventus è sempre stata il massimo".
"Dopo pochi giorni ho capito che era il massimo anche in tanti altri aspetti, a partire dalla organizzazione della società e tutto ciò si propone come un ulteriore motivo di soddisfazione e un’altra spinta a non deludere chi ha creduto in me".
Il 25 agosto vince dalla panchina il suo primo trofeo: la Supercoppa Italiana contro il Parma a Tripoli. Finisce 2-1 per i bianconeri con doppietta di Del Piero. L'occasione attesa da mesi arriva il 13 novembre 2002 in Champions League: Chimenti fa il suo esordio in bianconero nella massima competizione europea, giocando da titolare nell'ultima gara dal Gruppo E allo Stadio Olimpico di Kiev.
La Dinamo Kiev si porta in vantaggio con Shatskikh a inizio ripresa, ma Salas e Zalayeta ribaltano il punteggio. Per il portiere una serata di grandi emozioni.
"Ho avuto due idoli, Zoff era quello che avevo da bambino - racconta il portiere pugliese -, Tacconi degli anni successivi, due dei campioni più amati e seguiti da generazioni di tifosi, me compreso. È un piacere ancora più grande oggi, essere alla Juventus anche per questa ragione".
La stagione 2002/03 gli riserverà altre soddisfazioni. Il 5 dicembre debutta in Coppa Italia nell'andata degli ottavi al Granillo con la Reggina. I bianconeri vincono 0-2 eper il portierec'è il primo clean sheet. Per la prima in Serie A in maglia Juventus, invece, bisognerà aspettare il 22 febbraio 2003, quando i bianconeri superano 3-1 in trasferta il Como.
Prima però ha l'onore di scendere in campo in un grande palcoscenico europeo. Il 19 febbraio la Juve deve giocare ad Old Trafford con il Manchester United per il secondo girone di Champions League. La squadra è colpita da un virus influenzale e in diversi componenti della rosa sono indisponibili. Fra questi dà forfait anche Buffon, che così regala ad Antonio la possibilità di difendere la porta della Vecchia Signora nel glorioso campo dei Red Devils.
La Juventus esce sconfitta 2-1, ma per Chimenti è un'altra serata che ricorderà per sempre. In tutto il portiere pugliese totalizza nella prima stagione torinese 10 presenze, di cui 4 in campionato, 4 in Coppa Italia e 2 in Champions League. A fine anno vince con i compagni il suo primo Scudetto, che resterà anche l'unico.
Anche il 2003/04, la sua seconda stagione in bianconero, è positivo. Le presenze di Chimenti in campo salgono a 12, con altre 2 apparizioni in Champions League, con il Galatasaray a Istanbul (sconfitta per 2-0) e nella goleada casalinga con i greci dell'Olympiacos (7-0), gare finali del girone. Arriva un terzo trofeo, la seconda Supercoppa Italiana, conquistata superando 6-4 il Milan ai calci di rigore, anche in questo caso accomodandosi in panchina come riserva di Buffon.
Il portiere di Bari si allena sempre seriamente, non si lamenta mai e attende con pazienza il suo turno.
"Buffon è il numero uno al mondo - afferma - ed io sono contento di essere alle sue spalle".
Chimenti è confermato anche nel 2004/05, quando, chiusa la seconda era Lippi, la società affida la squadra a Fabio Capello. Con il tecnico friulano alla guida, lo spazio per Antonio praticamente si dimezza.
Il portiere disputa appena 5 gare in tutta la stagione: 2 in campionato, negli ultimi 2 match contro Sampdoria in casa (2-0) e Siena in trasferta (1-3), 2 in Coppa Italia (le due partite degli ottavi con l'Atalanta) e una, la sua quinta complessiva, in Champions League (il pareggio per 1-1 a Tel Aviv con il Maccabi) nell'ultima gara del girone a qualificazione già ottenuta. Il bilancio è di 2 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta. La Juventus vince lo Scudetto: sarebbe il 2° per Chimenti, tuttavia il titolo sarà revocato nel 2006 dopo l'esplosione dello scandalo di Calciopoli.
Antonio è confermato per la sua quarta stagione a Torino, ma differenza delle prime due, i primi sei mesi del 2005/06 sono caratterizzati da alcuni errori e non mancheranno le critiche nei suoi confronti.
Buffon si infortuna seriamente nel Trofeo Berlusconi e la Vecchia Signora corre ai ripari, prelevando in prestito dal Milan Christian Abbiati. Per la prima ufficiale, però, la Supercoppa italiana contro l'Inter, in programma il 20 agosto, il tecnico friulano decide di affidarsi ad Antonio. Ma sul goal decisivo di Veron, 'Zucchina' ha le sue responsabilità, per un piazzamento non certo perfetto.
Ad ottobre si fa male anche Abbiati nella gara del Via del Mare con il Lecce, e scocca ancora una volta l'ora di Chimenti. Anche in questo caso, però, le prestazioni non saranno positive. Dopo 2 vittorie con i salentini e la Sampdoria, Madama cade al Meazza con il Milan. Il portiere bianconero prima si fa sorprendere da un tiro da fuori area di Seedorf, che deviato da Thuram, si impenna e si infila alle sue spalle, e pone fine a 450 minuti di imbattibilità della Vecchia Signora, poi è responsabile del 3-1, con Pirlo che lo sorprende su punizione da oltre 30 metri.
La sua prima avventura in bianconero si conclude di fatto con questa partita: con il rientro di Abbiati e poi di Buffon, Antonio farà la spola fra panchina e tribuna, prima di essere cedutoa gennaio in prestito al Cagliari.
IL RITORNO ALLA JUVENTUS DOPO CAGLIARI E UDINESE
L'approdo in Sardegna segna il riscatto di Chimenti: il portiere pugliese torna a fare il titolare ed è protagonista di due salvezze consecutive con i sardi. Il 15 aprile 2006, proprio contro la Juventus, Antonio disputa una delle partite più importanti della sua carriera: finisce 1-1, lui para tanto e neutralizza anche un calcio di rigore calciato da Del Piero.
Getty ImagesIntanto i bianconeri vengono retrocessi d'ufficio in Serie B per Calciopoli, ma tornano immediatamente nel massimo campionato. Chimenti, dopo essere stato ingaggiato nel 2006 a titolo gratuito dai sardi, lascia l'isola nell'estate 2007, e finisce, sempre a titolo gratuito, all'Udinese.
In Friuli disputa 7 gare, 3 in campionato e 4 in Coppa Italia, ma è solo di passaggio, perché nel 2008 si concretizza per l'ormai esperto portiere, all'età di 38 anni, il ritorno alla Juventus, stavolta per fare il terzo estremo difensore della rosa alle spalle di Buffon e dell'austriaco Alex Manninger.
L'INFELICE EPILOGO
Per Chimenti, che si trasferisce nella sua vecchia squadra ancora una volta a titolo gratuito, sembra il premio per la sua carriera. L'epilogo però non sarà per il portiere barese molto fortunato. La stagione 2008/09 la trascorre infatti interamente a guardare i compagni giocare, e non scende mai in campo, mentre il 2009/10 sarà per il veterano dei pali un anno negativo e poco fortunato.
Accade infatti che la Vecchia Signora, particolarmente sfortunata nella circostanza, perde in un sol colpo Buffon e Manninger, la sua riserva. Tocca così a Chimenti tornare in campo 5 anni dopo la sua ultima presenza con la Juve. Siamo nel marzo del 2010 e 'Zucchina' fa il suo esordio stagionale il 14 allo Stadio Olimpico di Torino contro il Siena.
In panchina siede Alberto Zaccheroni, subentrato in corsa a Ciro Ferrara. La gara inizia positivamente per i bianconeri piemontesi, che si portano sul 3-0. Ma i toscani reagiscono, e grazie anche ad un errore di piazzamento del portiere sul goal di Maccarone, alla fine rimontano e pareggiano 3-3.
Ancora peggiore è la serata del 18 marzo. La Juventus si gioca la qualificazione ai quarti di finale di Europa League. La squadra di Zaccheroni ha vinto all'andata degli ottavi per 3-1 sul Fulham. Il ritorno si disputa a Londra, Craven Cottage, con l'esperto 'Zucchina' che difende la porta dei piemontesi.
La partita contro i 'Cottagers' si tramuta in una disfatta per la Vecchia Signora, che viene travolta 4-1 in trasferta e ancora una volta il trentanovenne portiere finisce nell'occhio del ciclone per alcuni errori decisivi.
Getty ImagesLA MANO ROTTA DOPO UN GOAL DI CASSANO
Sette goal subiti in due partite sono un macigno pesante da scrollarsi di dosso per Chimenti. Il poker di prestazioni negative si conclude il 21 marzo 2010, quando i bianconeri di Zaccheroni fanno visita alla Sampdoria al Ferraris. L'inizio di partita sembra cancellare i fantasmi delle recenti gare, ma dopo alcuni buoni interventi, fra cui un salvataggio da distanza ravvicinata su Cassano, nel secondo tempo accade l'imprevedibile.
Chimenti è leggermente fuori dai pali, e proprio Cassano, in azione sulla trequarti offensiva, controlla il pallone per battere a rete con un destro di controbalzo dai 35 metri. La conclusione è centrale e 'Zucchina' indietreggia e sembra poter intercettare, ma interviene male con i pugni, e finisce per accompagnare il pallone in rete, cadendo goffamente oltre la riga di porta.
È l'1-0 per i blucerchiati, risultato che sarà anche quello finale e che di fatto pone fine al sogno della squadra di Zaccheroni di raggiungere il 4° posto finale che varrebbe la qualificazione alla Champions League.
"Cassano è stato furbo a calciare in porta da lontano - racconterà a caldo Chimenti nel post partita - sono rimasto un po' sorpreso e, indietreggiando, ho perso il passo, ho provato a smanacciarla, ma ormai ero già dentro la porta. Rimane il rammarico e sono molto dispiaciuto per quanto successo".
Tanta è la delusione per questo ciclo di gare negative con la Juventus, che, una volta tornato negli spogliatoi, il portiere si sfoga scagliando un forte pugno ad un tavolino, gesto istintivo che gli causa la frattura del quinto metacarpo della mano destra.
"Ero molto nervoso - ammetterà -, sono rientrato per primo nello spogliatoio e ho sfogato la mia rabbia con un pugno su un tavolino. Purtroppo mi sono fratturato la mano".
Manninger e Buffon tornano ad allenarsi, e di fatto la stagione di Chimenti si chiude con quegli 8 goal presi in 3 partite. Dopo 34 presenze complessive,uno Scudetto e 2 Supercoppe italiane vinte con la maglia bianconera, il portiere pugliese, alle soglie dei 40 anni, a fine anno decide di appendere definitivamente i guanti al chiodo per diventare preparatore dei portieri.
Con il rammarico, ripensando all'avventura da portiere in bianconero durata 5 anni e mezzo, di non essere riuscito a far bene come invece accaduto nelle altre piazze in cui ha giocato. Lui che è stato sempre un professionista esemplare sotto il profilo dell'impegno e della generosità.


