Una quindicina d’anni fa, un adolescente con la 10 sulla schiena faceva impazzire i tifosi dell'Independiente con i suoi goal. Quel ragazzo si chiamava Sergio Aguero e nella sua ultima stagione per il club in cui è cresciuto ha segnato 18 goal, prima di trasferirsi all’Atlético Madrid nel 2006 per 20 milioni di euro.
Quell’accordo ha permesso al club di ristrutturare lo stadio Libertadores de America e, visto che l’avventura del Kun al Manchester City volge al termine, di sognare di riportarlo a vestire la maglia con cui è diventato grande. Dovesse farlo, potrebbe trovarsi a fianco un altro giovanissimo dell’Independiente che qualcuno crede possa diventare la cessione più remunerativa nella storia del club.
Questo talento si chiama Alan Velasco e, proprio come Aguero, è di bassa statura e indossa la celebre maglia numero 10 del club. Da quando il calcio è ripartito dopo il primo lockdown, sta lasciando tutti a bocca aperta. Nel finale della stagione 2019/20, conclusa a gennaio 2021, il 18enne fantasista ha segnato 6 goal e fornito 3 assist, il tutto nel giro di un paio di mesi. Ci ha messo un attimo per diventare il nuovo talento del calcio argentino.
Velasco sta crescendo alla corte del nuovo allenatore dell’Independiente, Julio Cesar Falcioni. Coincidenza, lo stesso allenatore che ha cresciuto Aguero nei primi anni 2000. La speranza che possa rappresentare il club in giro per il mondo nei prossimi anni. E pensare che rischiava di non farne nemmeno parte.
La sua famiglia aveva infatti rifiutato la prima proposta di mandare Velasco ad un provino per l’Independiente. Per provare a convincerla si era adoperato anche Ramiro Lobo, grande amico di Alan che già faceva parte del settore giovanile.
Mentre Lobo proseguiva il suo percorso in uno dei club più rinomai, Velasco giocava ta gli amatori, al San Juan de Berazategui, dove umiliava continuamente i suoi coetanei e i ragazzi più grandi. Toppo talento. Ha impressionato in tutte le competizioni che ha giocato, compreso il Torneo Evita, una delle manifestazioni più importanti a livello giovanile. A quel punto l’Independiente ci ha riprovato.
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Una leggenda del club come Agustin Balbuena era tra coloro che seguiva le partite del giovane Velasco, rimanendone folgorato. Anche se c’erano dubbi sulla sua stazza fisica. È alto appena 167 centimetri, ma aveva troppo talento. Gli osservatori dell’Independiente se n’erano subito accorti e avevano ripreso a far pressione sulla famiglia per convincere il papà che l’academy del club era il posto giusto per il figlio Alan. Alla fine si convinse.
Velasco ci ha messo poco a farsi un nome, visto che già nel 2016 si è guadagnato la sua prima chiamata con l’Argentina Under-15. Un anno dopo era già sulla bocca di tutti. Nonostante il suo fisico sembrasse ancora una limitazione al suo gioco, in molti hanno iniziato ad interessarsi a lui.
“Quando ero bambino facevo fatica ad esprimermi, colpa della mia altezza, ma quando abbiamo battuto il Racing 6-0 e io ho fatto tripletta mi sono sbloccato. Da lì ho cominciato a giocare meglio”.
A quel punto è stato promosso nella seconda squadra dell’Independiente, poi nel maggio 2019 ha fatto il suo esordio assoluto in prima squadra. Due mesi prima del suo 17esimo compleanno. Nel frattempo aveva condotto l’Argentina alla vittoria del Sudamericano Under 17.
Dopo il debutto, ha messo in fila una serie di presenze da subentrato. Soltanto il Coronavirus e lo stop del calcio hanno ritardato la sua salita alla ribalta. Dopo un goal e un assist contro il Fenix in Copa Sudamericana ad ottobre, si è ripetuto in Coppa Argentina un paio di giorni dopo. Ha chiuso la stagione con altri quattro goal nelle ultime tre partite, compresa una doppietta da urlo contro il River Plate a gennaio. Per questa stagione il club ha deciso di premiarlo assegnandogli la maglia numero 10.
“Può indossarla perché è un giocatore con tecnica e colpi”, ha dichiarato un’altra leggenda del club come Ricardo Bochini appena diffusa la notizia. Velasco aveva impressionato anche lui con la sua classe, la capacità di tenere il pallone attaccato al piede e il suo dribbling, ha detto. Caratteristiche che ha messo in luce giocando sulla corsia sinistra, proprio come ha spesso fatto il suo idolo Eden Hazard. Un’altra delle sue icone è Diego Armando Maradona, del quale ha un grande tatuaggio sulla schiena.
“Il dribbling è un’abilità innata, non è qualcosa che ho dovuto imparare. Ultimamente, ho imparato a passare di più il pallone e fare tanti assist. Ora voglio migliorare sui calci piazzati”, ha affermato Velasco a 'Olé’. “Posso giocare in tutte le posizioni d’attacco, destra, sinistra, oppure dietro un attaccante centrale. Sono veloce, provo sempre a vincere i duelli”.
Per questo Lione, Monaco, Newcastle, Parma, Atlanta United e Club America hanno iniziato a dare un’occhiata attenta e a informarsi su Velasco. Dopo aver rinnovato a dicembre con l’Independiente fino al 2023, ha una clausola di poco superiore a 20 milioni di euro.
Se qualcuno dovesse pagarla, farà di Velasco la cessione record per l’Independiente. Anche più di Aguero. E anche se hanno due stili di gioco ben diversi, l’Inde spera che, mentre un eroe del club si avvia verso il tramonto della carriera, un altro inizi a vedere l’alba.
