GOALQuel suo sinistro al fulmicotone, che sapeva spesso sfruttare sui calci di punizione, e il tocco di palla educato avevano stregato molti, tanto che qualcuno si era spinto a paragonarlo ai connazionali Ronaldo e Romario. Era l'estate del 1997 e in Brasile in molti erano convinti che Adailton Martins Bolzan, per tutti Adailton, sarebbe potuto diventare un campione.
Dopo aver fatto sfracelli nel Sudamericano Under 20 e nei Mondiali Under 20, invece, tornei nei quali si laureò capocannoniere con la maglia del Brasile, l'attaccante cresciuto nella Juventude, e approdato in Italia nelle fila del Parma, non seppe rispettare le attese.
Il carattere timido e la scarsa propensione al movimento senza palla segnarono il suo flop sia in Emilia sia nella successiva importante esperienza con il PSG in Ligue 1 e, di conseguenza, un ridimensionamento della sua carriera, che pur essendo stata di buon livello, non rispecchierà quanto prometteva in origine.
L'ESPLOSIONE CON IL BRASILE UNDER 20
C'è stato un tempo in cui Adailton era considerato un potenziale crack. Nato a Santiago nello Stato del Rio Grande do Sul il 24 gennaio 1977, inizia a giocare a calcio all'età di 14 anni, e a 17 passa alla Prima squadra della Juventude. Con la società di Caxias do Sul il giovane attaccante, in grado di disimpegnarsi sia da seconda punta, sia da trequartista, più raramente da ala, segna 14 goal in 2 anni e visto che il cartellino è di proprietà del Gruppo Parmalat, viene mandato in prestito prima alla società capogruppo del San Paolo, poi al Palmeiras nel 1995 (9 goal in 6 gare giocate in 3 mesi). Successivamente passa al Paraná nel 1997, dove va a segno 9 volte in 6 partite.
Presto però deve lasciare il club per gli impegni con il Brasile Under 20 sia per il Sudamericano di categoria, che si disputa a gennaio-febbraio in in Cile, sia per i Mondiali, in programma dal 16 giugno al 5 luglio in Malesia.
Dopo essere stato il re dei bomber al Torneo giovanile di Tolone nel 1996, l'anno seguente Adailton gioca a livelli altissimi entrambe le competizioni con la Nazionale giovanile. La punta vince in ambedue i casi il titolo di capocannoniere, nonostante la Seleçao non riesca a imporsi sulla concorrenza. Nel Sudamericano il Brasile arriva secondo nel girone finale dietro l'Argentina, tuttavia l'attaccante verdeoro segna 8 reti, e precede nella graduatoria dei bomber Daniel Noriega del Venezuela (7 goal) e il compagno di squadra Marco Aurelio (5 goal).
Ancora meglio Adailton fa ai Mondiali, dove si impone fra i marcatori con 10 goal, che gli valgono l'Adidas Golden Shoe e attirano le attenzioni dei grandi club e i paragoni scomodi con Ronaldo il Fenomeno e Romario. Di quei goal, ben 6 a ben guardare arrivano nella goleada del girone contro la Corea del Sud, uno con la Francia, 2 col Sudafrica e uno con il Belgio, travolto 10-0 agli ottavi, mentre ai quarti a interrompere la corsa del Brasile è l'Argentina di Cambiasso e Riquelme, che vince 2-0 il Superclasico e rispedisce a casa Adailton e compagni. Tanto basta comunque per creare attorno al ragazzo un'etichetta da predestinato.
ADAILTON AL PARMA
Il patron del ParmaCallisto Tanzi, sfruttando il fatto che il cartellino del giocatore apparteneva alla Parmalat (sponsor della Juventude), dispone di una corsia preferenziale per la punta, si muove in anticipo per Adailton e riesce a portarla in Italia nell'estate 1997 con la formula del prestito. La risposta gialloblù all'Inter di Moratti, che proprio in quella stagione acquista Ronaldo 'Il Fenomeno' dal Barcellona, non manterrà però le grandi attese.
"Non sono venuto in Italia per ammuffire in panchina. - proclama subito dopo lo sbarco a Malpensa il giocatore in compagnia del suo procuratore - Anche se dicono che sono il nuovo Ronaldo, non mi sento in competizione con lui, non c'è alcuna similitudine fra noi. Sono felicissimo di arrivare in Italia. È il sogno di ogni calciatore brasiliano giocare in Serie A. Io ho la fortuna di coronarlo subito. Vorrei tanto contribuire a portare il Parma in finale di Champions League. In Brasile guardano tutti in tv queste importanti partite europee. Ci terrei a farmi vedere".
"Cominciare bene è determinante. - dichiara poi al termine della prima uscita stagionale contro il Valdigne, nella quale fa da mattatore assoluto - Sette goal tutti in una volta non li avevo mai realizzati, al massimo ero arrivato a 6 durante i Mondiali giovanili contro la Corea del Sud, in tutto il torneo sono andato a segno 10 volte. So bene che nel campionato italiano una cosa del genere non si ripeterà mai. Mi basterebbe farne 7 in tutta la stagione. In Brasile il record di goal in campionato l'ho stabilito con la maglia della Juventude: 10; invece con la Nazionale Under 20 ho segnato 26 goal in 24 presenze".
A chi non conosce ancora le sue caratteristiche, Adailton spiega:
"Sono mancino, se serve arretro a centrocampo, ma penso che la mia dote migliore sia proprio l'istinto del goal. In area non ho bisogno di guardare la porta, mi viene spontaneo tirare nello specchio. Mi sono ispirato sempre a Zico, al suo tipo di gioco".
Il brasiliano approda non in un club qualunque, ma in una squadra di grandi campioni: nel Parma, guidato in panchina da Carlo Ancelotti, giocano fra gli altri Buffon, Thuram, Fabio Cannavaro, Crespo ed Enrico Chiesa. Il mister e i compagni di squadra gli affibiano subito il nomignolo di 'figlio di Sensini', per l'incredibile somiglianza fisica con il jolly argentino, anche lui nella rosa gialloblù.
"So di dover fare esperienza, - ammette - questa è una squadra importante con grandi campioni, ma spero di farmi apprezzare".
I suoi esordi in Italia, in verità, fanno ben sperare. Sulla scia di una forma invidiabile dimostrata dall'inizio dell'anno, infatti, Adailton segna goal a raffica anche nelle amichevoli precampionato. Ben 12 goal, in tutti i modi (oltre che di sinistro anche di destro e di testa) di cui alcuni contro avversari di spessore, quali Celtic Glasgow e Napoli. Il nuovo arrivato trova molto spazio sfruttando anche le assenze di Chiesa, infortunato, e di Crespo, impegnato con l'Argentina nelle Qualificazioni mondiali.
I numeri, insomma, lasciano presupporre che il nuovo arrivato possa essere il terzo incomodo nell'attacco gialloblù.
"Lo stiamo conoscendo a poco a poco - commenta Ancelotti dopo le sue prime performance - e posso confermare che è già diventato un bel problema per me. Ha un difetto: fa goal".
I giovani tifosi si innamorano di quel brasiliano dal carattere buono e timido, e gli chiedono tanti autografi.
"Non mi aspettavo di diventare così famoso - ammette Adailton nel corso dell'estate, con tono chiaramente ironico - se non avessi già firmato il contratto sicuramente oggi avrei chiesto più soldi... Vorrà dire che ne riparleremo l'anno prossimo".
Anche i suoi compagni di squadra stravedono per lui, come testimoniano le parole di Enrico Chiesa poco dopo il ritorno della punta in Brasile a fine luglio per ritirare il visto di soggiorno.
"Spero gli abbiano fatto un biglietto di sola andata", scherza ai microfoni dei giornali la punta italiana.
Ancora più nette sono le parole di Hernan Crespo a 'La Gazzetta dello Sport'.
"L'ho visto solo in tv ai Mondiali Under 20, e ho già capito che è un grande goleador. Dieci reti sono davvero un bel bottino in una manifestazione così importante. Capirà presto però che in Italia la vita per gli attaccanti è durissima, molto più difficile che a un Mondiale giovanile. Ho molto apprezzato il suo fiuto per il goal; ha proprio un bel mancino, sa muoversi benissimo in area. Ma vorrei rivederlo in allenamento per farmi un quadro più completo".
"Se sono preoccupato di perdere il posto? Il fatto di avere al fianco una valida alternativa non costituisce una novità per me. - assicura 'Valdanito' -Ancora una volta dovrò tirare fuori le unghie. Come ho già fatto nel River Plate quando lottavo per vincere la concorrenza di Francescoli e Ortega. O nella nazionale argentina per spuntarla contro mostri sacri come Batitusta, Caniggia e Balbo. Con la solita tranquillità, quella che mi viene dalla consapevolezza delle mie possibilità".
Nessuno, di fatto, poteva immaginare che quanto di buono fatto da Adailton in quel 1997 sarebbe stato un fuoco di paglia. Una volta iniziate le gare ufficiali, infatti, la punta trova il campo con meno regolarità, il fiuto del goal si affievolisce e di colpo affiorano i problemi di ambientamento legati alla poca cattiveria agonistica e alla scarsa propensione al sacrificio nel movimento senza palla.
Nonostante le difficoltà oggettive nel primo impatto con il calcio italiano, Adailton riesce comunque a mettere insieme 24 presenze e 4 goal in tutte le competizioni, togliendosi la soddisfazione di far goal in tutti tornei cui partecipano i ducali. In Serie A il suo contributo si limita a 2 reti in 12 presenze. Il debutto arriva alla 3ª giornata nel Derby emiliano con il Piacenza, gara in cui subentra al 74' al posto di Crespo. La prima da titolare è il 9 novembre 1997, quando trova il 1° goal di rapina su respinta corta del portiere avversario.
La concorrenza nel reparto d'attacco dei gialloblù è però elevata, con Maniero e Melli che guadagnano posizioni, e per il brasiliano, complice anche qualche problema fisico, è sempre più difficile trovare spazio. La seconda rete arriva così contro il Lecce soltanto il 30 aprile. In Champions totalizza 6 presenze e un goal nel turno preliminare contro i polacchi del Widzew Lodz il 27 agosto al Tardini, ma la corsa dei ducali in Europa termina già dopo il Primo turno della fase a gironi. In Coppa Italia, infine, il brasiliano segna un goal in 2 presenze.
IL FLOP AL PSG
Le prestazioni di Adailton non sono sufficienti a giustificare una conferma, e così, nell'estate 1998, per Adailton si materializza l'ennesimo prestito, stavolta in Francia niente meno che al PSG. Per il brasiliano un ulteriore occasione per non perdere quel treno cui in molti lo credevano destinato. Anche sotto la Tour Eiffel, tuttavia, dove trova come compagno di reparto l'ex milanista Marco Simone, le cose non saranno semplici per il giovane attaccante venuto dal Sudamerica.
La stagione dei parigini è travagliata, con un doppio cambio di allenatore. Si parte con Alain Giresse in panchina, cui subentra il portoghese Artur Jorge e successivamente Philippe Bergeroo. La squadra, dopo aver vinto la Supercoppa a luglio ancora senza Adailton in rosa, arriva lontana dagli obiettivi prefissati a inizio anno e conclude il campionato con un mediocre 9° posto, fuori dalle Coppe europee, oltre ad uscire ai sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe.
Per l'attaccante brasiliano il bilancio è di 25 presenze e 4 goal complessivi, di cui 19 con 2 reti in Ligue 1. Cifre che ridimensioneranno definitivamente le dimensioni calcistiche del giocatore. Adailton non sarà mai il campione che gli esordi avevano fatto pensare, ma questo non gli impedirà comunque di fare un'onesta carriera fra Italia e Romania.
UN'ONESTA CARRIERA
Dopo due stagioni di molti bassi e pochi alti, la vita calcistica dell'attaccante classe 1977 riparte nuovamente dall'Italia. Approda infatti, questa volta a titolo definitivo, al Verona di Pastorello, che presenta in panchina il giovane mister Cesare Prandelli. Grazie anche all'affetto dei tifosi scaligeri, Adailton rinasce e trova finalmente la sua dimensione.
In gialloblù resta 7 stagioni, 3 di Serie A e 4 di Serie B, colleziona 173 presenze e 52 goal e diventa il miglior marcatore straniero all-time della storia del club veneto. Dopo aver segnato 15 reti in 39 presenze in Serie B nel 2005/06, sua miglior stagione sotto il profilo realizzativo, passa per una stagione al Genoa di Gasperini (26 presenze e 11 reti in B, 30 con 14 goal in totale), prima di sbarcare a Bologna.
Anche in Emilia, grazie al calore dei tifosi rossoblù, Adailton si sente a suo agio e gioca 3 stagioni. Nella terza ottiene il suo miglior bottino in Serie A con 11 goal in 31 presenze. Saluta l'Italia mettendo insieme 89 presenze e 21 goal complessivi sotto le Due Torri, per poi trasferirsi in Romania con il Vaslui (19 reti in 72 presenze in 2 stagioni) e ritirarsi nel 2013 dopo un'ultima esperienza da calciatore con la Juventude, la squadra in cui era cresciuto, retrocessa in Serie D. Il suo unico grande rammarico? Non essere mai riuscito a indossare almeno una volta la maglia della Nazionale maggiore del Brasile.
GLI ESORDI DA ALLENATORE
Appese le classiche scarpette al chiodo, Adailton si tuffa nella carriera da allenatore e prende il patentino da allenatore di base, che gli consente di guidare squadre fino alla Serie D.
"Un giorno mister Gasperini, al Genoa, mi disse: 'Sei uno dei calciatori tatticamente più intelligenti che abbia mai allenato', e per me è stato un onore. - ha detto in un'intervista recente a 'Gianlucadimarzio.com' - Ricordo quanto si arrabbiava con chi perdeva tempo a giocare alla playstation oppure al fantacalcio! Spero di andarlo a trovare presto e vedere i suoi allenamenti. Mi ha dato convinzione e la forza di puntare sulla carriera da allenatore".
La prima avventura da allenatore è da vice alla Virtus Verona nel 2017/18, in Serie D. Adailton si trova subito a suo agio nel ruolo di tecnico in una stagione nella quale la terza squadra di Verona si guadagna la promozione in Serie C. Nel 2019-20 guida la Virtus Carpaneto, nuovamente in Serie D, ma l'avventura stavolta termina anzitempo con l'esonero anticipato dopo 6 giornate e in conseguenza di una serie negativa di 4 sconfitte consecutive, che portano la squadra al penultimo posto.
Da calciatore Adailton non ha saputo confermarsi sui livelli elevatissimi con cui si era imposto a livello giovanile, ma la serietà e l'impegno profuso gli hanno permesso comunque di ottenere una carriera di buon livello. Chissà che non possa essere ora la sua seconda vita da allenatore a riservargli le maggiori soddisfazioni.


