Già in precedenza per Baseggio si era presentata l'occasione di un approdo in Serie A con la Lazio.
"Sono stato molto vicino ai biancocelesti nel giugno 2001 - ammette a 'La Gazzetta dello Sport' nel 2022 -. Abbiamo parlato molto con loro ma alla fine non se n'è fatto nulla, per soldi e altre questioni. Ad un certo punto eravamo quasi d'accordo su tutto ma dopo l'Anderlecht chiedeva molti soldi e per questo non si è concluso il trasferimento alla Lazio. Peccato, al mio posto presero Mendieta, ma questo è il calcio".
Altri club manifestano un interesse: il Milan, il Livorno, persino l'Inter.
"Incontrai Marco Branca (responsabile dell'area tecnica nerazzurra, ndr) in un paio di occasioni", dirà.
Perso il posto da titolare fisso nell'Anderlecht, nel mercato invernale 2006 il centrocampista belga si accorda con il Treviso, neopromosso in Serie A. La squadra veneta infatti è in forti difficoltà dopo il girone di andata, chiuso all'ultimo posto assieme al Lecce, e cerca rinforzi per rilanciarsi.
"Non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni, il suo curriculum parla da solo. È una sorta di Pirlo", dichiara alla stampa l'allenatore della squadra Alberto Cavasin.
Il Treviso, cavalcando dunque l'operazione nostalgia (il padre di Walter era trevigiano) decide di puntare così per il centrocampo su un profilo internazionale che possa fargli fare il salto di qualità nel girone di ritorno.
"Avevo altre richieste, non lo nego - racconterà il giorno della presentazione ufficiale -, ma ho creduto fortemente al progetto del direttore Gardini e del presidente Setten. Sono motivatissimo, voglio arrivare in fretta alla salvezza. Qui ogni partita è come giocare in Champions League".
Il debutto italiano di Baseggio avviene pertanto il 18 gennaio 2006 allo Stadio Omobono Tenni contro l'Inter. Il regista italo-belga, che sceglie la maglia numero 18, subentra al 79' al posto di Emanuele Filippini, in una partita che i veneti perdono di misura per 0-1 (goal di Julio Ricardo Cruz). Contrariamente alle aspettative, però, l'impatto di Baseggio con il Treviso non è quello che i tifosi e lui stesso si aspettavano.
L'italo-belga ci mette un po' a ritrovare la miglior condizione, e quando Cavasin lo chiama in causa fatica ad incidere. Nella mediocrità generale dei risultati della squadra, 'Dinamite' dimostra la potenza del suo mancino in un'unica occasione. Sabato 18 marzo 2006 il Treviso gioca in anticipo in casa contro il Cagliari.
I rossoblù di Nedo Sonetti passano a condurre con una deviazione precisa di Mauro Esposito, ma i veneti non si arrendono e cercano di ribaltare il risultato. Al 24' il centrocampista si ritrova fra i piedi un pallone che rimbalza fuori dall'area, lo controlla e si coordina per far partire un sinistro potente dai 20 metri, che si infila parabile nell'angolino alla sinistra di Chimenti.
È il primo (e unico) goal dell'esperienza italiana di Baseggio, che vale al Treviso il provvisorio 1-1. Alla fine però il Cagliari si prende i tre punti con un calcio di rigore trasformato da Suazo nella ripresa.
La cura Cavasin non riesce a risollevare i veneti, e il tecnico trevigiano, che era subentrato alla 12ª giornata ad Ezio Rossi, viene a sua volta sostituito dalla 27ª giornata con Diego Bortoluzzi. Il Treviso a fine anno con 21 punti si piazza all'ultimo posto in classifica e retrocede mestamente in Serie B. I primi mesi italiani di Baseggio, si rivela perciò per lui molto amari e avari di soddisfazioni.
"Per me fu un'esperienza unica, nonostante la retrocessione - dirà a 'La Gazzetta dello Sport' -. Ricordo Handanovic, giovane e già fenomeno, Borriello, Acquafresca, Beghetto. Cavasin diceva che ero il suo Pirlo. All’inizio feci fatica".
In tutto il numero 18 colleziona un goal in 15 presenze in campionato. Con lui in campo il magro bilancio della squadra è di 9 sconfitte, 5 pareggi e un solo successo, a giochi ormai fatti, all'ultima giornata contro l'Udinese (2-1).
Deluso per non essere riuscito a salvare la squadra della città d'origine di suo padre, Walter decide allora di restare in squadra anche nella stagione successiva in Serie B. L'italo-belga stavolta sceglie l'iconica maglia numero 14, sperando che gli porti più fortuna della 18.
Il Treviso, retrocesso in Serie B, conferma Bortoluzzi per tentare il ritorno nel massimo campionato. Dopo il debutto stagionale in Coppa Italia (sconfitta per 1-0 contro il Venezia nel Primo turno), la sfida della prima giornata di campionato allo Stadio San Paolo contro il Napoli ha un sapore particolare per l'italo-belga, che ancora una volta riabbraccia le sue origini.
"Scelsi di restare anche in Serie B - racconterà -. Quando alla prima giornata affrontammo il Napoli in trasferta mi misi a piangere: mia mamma, originaria di Aversa, era sugli spalti".
Il sogno di Baseggio di affermarsi nel calcio italiano, tuttavia, non ha lieto fine: dopo il pareggio per 2-2 nel derby con il Vicenza, infatti, Bortoluzzi è esonerato e la società richiama alla guida della squadra Ezio Rossi, con cui il rapporto fin da subito non è idilliaco. I risultati della squadra sono modesti e il centrocampista, dopo aver messo insieme altre 14 gare fra Serie B e Coppa Italia, per un totale di 29 presenze e un solo goal con il Treviso, si convince a far ritorno in Belgio.
Ad aggravare la situazione è poi la prematura scomparsa del padre Gianni, avvenuta a soli 54 anni il 19 dicembre 2006. A fine gennaio si materializza l'opportunità di un ritorno all'Anderlecht, che Baseggio coglie al volo, chiudendo, dopo appena un anno, la breve e deludente parentesi italiana.