Ora il discorso inizia a farsi serio. La Juventus espugna il Bentegodi, ottiene la quinta vittoria consecutiva in campionato senza subire reti e continua a scalare la classifica. Un ruolino di marcia impronosticabile nelle scorse settimane, diventato realtà anche grazie a un sistema di gioco – il 3-5-2 – che sembra valorizzare opportunamente gli interpreti della rosa bianconera. È notte fonda invece per il Verona, fanalino di coda, con Bocchetti ancora a quota zero punti da quando siede sulla panchina della prima squadra.
Nel primo tempo a salire in cattedra è la noia. Attenzione, de gustibus. Perché il Verona, dal canto suo, se la gioca come può. Quindi aggressione alta, intensità e coraggio. La Juve, invece, viaggia al piccolo e – a tratti – subisce l’esuberanza scaligera. È del promettente Sulemana la conclusione più pericolosa. Mentre la Vecchia Signora si fa vedere timidamente dalle parti di Montipò con Milik, Locatelli e Bremer. Insomma, nulla o quasi da dichiarare.
Nella ripresa, alla prima vera chance, Kean non sbaglia. E trova un lampo di vitale importanza per Madama che, in funzione della Lazio, opta anche per delle rotazioni fisiologiche. Ogni riferimento alla coppia albiceleste Di Maria e Paredes è puramente voluto. Il Verona va di cuore, la Juve si gioca la carta esperienza. Danilo – per un tocco di mano – rischia grossissimo. Mentre il VAR toglie il rigore inizialmente assegnato dal direttore di gara per il contatto tra Bonucci e Verdi. Rosso per Alex Sandro.
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