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Thuram Inter MilanGetty

'ThuLa' appannata, Inzaghi non convince: cosa non ha funzionato per l'Inter nel derby

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Il Milanha messo fine alla striscia positiva di derby vinti dall'Inter: i nerazzurri hanno fallito l'appuntamento con la settima stracittadina consecutiva portata a casa, nonostante alla vigilia i pronostici fossero tutti per i campioni d'Italia in carica.

Messo alle strette da risultati lontani dalle previsioni iniziali, Fonseca ha indovinato in pieno il piano partita e alla fine è addirittura riuscito a fare scacco matto alle ambizioni dei rivali, insolitamente sfilacciati e con pochissimo mordente lì davanti.

Sul banco degli imputati è finita inevitabilmente tutta la squadra, compreso il condottiero Inzaghi: tanti dubbi sull'effettiva utilità delle sostituzioni effettuate nella ripresa, quando il Milan ha avuto vita facile fino a trovare la rete della vittoria con l'insospettabile Gabbia.

  • COSA NON HA FUNZIONATO: INTER SENZA SBOCCHI

    Il 4-4-2 ultra offensivo di Fonseca ha finito col sorprendere Lautaro e compagni, incapaci di reagire alle avversità anche a causa del posizionamento dei rivali che ha impedito un regolare sviluppo del gioco per vie centrali.

    Non è un caso, dunque, che il goal di Dimarco nasca da un cambio gioco perfetto di Barella, unica soluzione per ovviare alla densità costruita dai rossoneri nella zona nevralgica: suo malgrado, l'Inter non è riuscita a trovare con continuità le corsie laterali, permettendo al Milan di fare la voce grossa per larghissima parte dell'incontro.

    Troppo traffico lì nel mezzo, sbocchi parzialmente ostruiti sulle fasce: il risultato? Inter completamente imbrigliata e dominata come non accadeva da tempo immemore.

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  • CAMBI DI INZAGHI SOTTO ACCUSA

    Sotto la lente d'ingrandimento anche le sostituzioni operate nella ripresa da Simone Inzaghi che, come avvenuto in quel di Monza, non è rimasto esente da critiche per le mosse attuate a gara in corso.

    Particolarmente rischiosa la scelta di sostituire contemporaneamente Calhanoglu e Mkhitaryan: ammoniti sì, ma comunque rappresentanti il fulcro del gioco nerazzurro assieme a Barella, sostituito undici minuti più tardi anche a causa di un lieve problema fisico.

    I nuovi innesti non si sono rivelati all'altezza dei titolari, tutt'altro: Frattesi preso d'infilata da Gabbia nell'azione decisiva, Asllani non si è scrollato di dosso i dubbi della tifoseria sul suo conto.

    Anche la decisione di richiamare in panchina un uomo forte sui palloni alti come Bastoni per inserire Carlos Augusto non ha convinto: l'ex Atalanta avrebbe potuto essere utilissimo sulla punizione calciata da Reijnders e tramutata in goal dall'incornata di Gabbia.

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  • 'THULA' FUORI GIRI

    Tra le note dolenti figura anche l'appannamento di due degli uomini più determinanti per la conquista del 20° Scudetto: stavolta, a fare meglio tra i due componenti della 'ThuLa', è stato capitan Lautaro, autore dell'assist per Dimarco ma comunque accerchiato costantemente dalle maglie difensive rossonere.

    Piccoli segnali di ripresa per il 'Toro', comunque ancora non ai livelli abituali: colpa di una condizione fisica da migliorare e anche dell'alchimia con Thuram che sembra essere svanita, tanto da far risultare paradossale il maggior feeling ammirato finora tra il francese e Taremi, rimasto in panchina per l'intera durata dell'incontro.

    Il riscatto dell'Inter passa anche dal ritorno della coppia dello Scudetto, finora soltanto la copia sbiadita di quei giorni felici.

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  • INTER APPAGATA DOPO MANCHESTER?

    In molti hanno pensato a un senso di appagamento dei nerazzurri dopo la grande prova offerta a Manchester contro il City di Guardiola, affrontato col piglio della big europea che punta al colpo grosso nella competizione regina.

    Una sensazione subito rigettata da Matteo Darmian che, intervenuto in conferenza stampa, ha respinto tale scenario.

    "Un contraccolpo? Non credo, partite del genere si preparano da sole dal punto di vista adrenalinico. L'approccio non è stato buono, portiamo a casa una sconfitta. Non c'è stato appagamento dopo Manchester: abbiamo ancora tanta voglia, dai più esperti ai giovani".

    Nessune sindrome da 'pancia piena' dunque, anche se la priorità resta il ritrovamento di quelle certezze che sembrava impossibile perdere e che questo avvio di stagione ha sciolto come neve al sole.

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