L'Italia fa il suo debutto ai Mondiali di Svizzera 1954 sfidando subito i padroni di casa il 17 giugno. Vista la formula e dopo il pareggio per 4-4 fra gli inglesi e il Belgio dopo i tempi supplementari, sono vietati i passi falsi, l'ideale sarebbe vincere la partita.
A dirigere il confronto, teletrasmesso dalla Rai (è la prima partita della Nazionale in un Mondiale trasmessa in tv) è scelto il fischietto brasiliano Mario Vianna, una sorta di Byron Moreno ante litteram, che si rivelerà suo malgrado fra i protagonisti in negativo della sfida.
Allo Stadio "Olympique de la Pontaise" di Losanna ci sono circa 40.500 spettatori, cui si sommano milioni di tifosi italiani che nella penisola fanno la fila davanti a bar e locali per vedere la partita in televisione. Al fischio finale resteranno molto delusi.
La gara vede l'Italia tornare in campo a circa tre mesi dall'ultima partita disputata a Parigi. Rappan schiera la Svizzera con il classico "Verrou", il catenaccio in salsa elvetica, leggermente riadattato per l'occasione. Czeizler e Schiavio mandano in campo contemporaneamente Boniperti, Carletto Galli, Pandolfini e Benito Lorenzi.
Il primo tempo scorre via all'insegna dell'equilibrio: al 18' Ballaman porta in vantaggio la Svizzera, ma prima di andare a riposo Boniperti fissa il risultato sull'1-1. Nella ripresa gli Azzurri tornano in campo determinati a conquistare la vittoria, ma a salire in cattedra è proprio l'arbitro Vianna con le sue decisioni controverse. Subito in apertura di ripresa un tiro di Galli si stampa sul palo. Il centravanti fa il bis poco dopo, e qualche minuto più tardi è Lorenzi, il popolare 'Veleno' nerazzurro, a firmare il 2-1.
Il goal è regolare, ma a sorpresa Vianna annulla. Inizialmente per fuorigioco, poi cambia versione e indica un presunto fallo in attacco di un azzurro. Le proteste dei giocatori italiani sono veementi, ma il fischietto brasiliano non cambia idea: la marcatura non viene convalidata. Non solo: a farne le spese è il capitano Boniperti, che rimedia dal fischietto sudamericano un gancio al volto che lo manda al tappeto. Vianna, gli Azzurri non potevano saperlo, aveva un passato da testa di cuoio nei corpi speciali e da guardia del corpo del dittatore brasiliano Getulio Vargas.
Mentre i massaggiatori azzurri stanno portando il giocatore della Juventus a bordo campo, Vianna si avvicina a lui e gli dice qualcosa come: "Se riesci a rialzarti, ti aspetto in campo per il secondo round". Boniperti rientra comunque in campo, giusto in tempo per subire un fallaccio alla caviglia da un giocatore avversario, che lo costringerà a star fuori nelle successive due gare.
Da lì in avanti gli Azzurri sbattono sistematicamente sul "Verrou" degli svizzeri, favorito non poco dalla condotta di Vianna, che fischia praticamente a senso unico dimostrandosi totalmente permissivo nei confronti del gioco duro dei padroni di casa. Nonostante un arbitraggio decisamente penalizzante, il risultato resta sull'1-1 fino al 33' del secondo tempo.
Il centravanti elvetico Hügi II si invola in contropiede, elude l'intervento del difensore Giacomazzi e fulmina Ghezzi. Peccato però che tutto parta da un'evidente trattenuta a metà campo su Tognon. Vianna fischia, ma poi, fra le proteste generali dell'Italia, alla fine convalida il goal. Svizzera-Italia 2-1, e il risultato non cambia più fino al termine del match.
“Hügi II prese per la maglia Tognon, spostandolo - dichiarerà molti anni dopo Benito Lorenzi -, Vianna fischiò da metà campo, ma Hügi segnò lo stesso e l’incredibile arbitro convalidò il goal".
A fine gara, all'imbocco degli spogliatoi, c'è un'ulteriore razione di proteste: stavolta gli Azzurri prendono letteralmente a calci nel sedere Vianna, che incassa i colpi e sceglie di non farne nemmeno menzione nel referto.
"Qualche calcio glielo sferrai pure io - racconterà ancora Lorenzi -. E quando entrò nello spogliatoio corse incontro ad Andreolo, ex campione del Mondo, che era il nostro accompagnatore, come per chiedergli protezione, visto che era sudamericano come lui. Per tutta risposta Andreolo, quando gli fu a tiro, gli piazzò un cazzotto in faccia".
Al fischio finale dagli spalti anche molti tifosi italiani si riversano in campo e ci sono scontri con i sostenitori della Svizzera. Il giorno seguente i quotidiani italiani attaccano duramente l'arbitro brasiliano.
"Abbiamo avuto contro la fortuna e l’arbitro - titola il 'Corriere della Sera' -. Di fronte a certe decisioni dell’arbitro c’era da rimanere perplessi e chiedersi se non fossero cambiate quelle regole del calcio che da tanti anni noi vediamo applicate su tutti i campi".
Si verrà a sapere in seguito che il viaggio di Vianna dal Brasile alla Svizzera, avvenuto con largo anticipo sull'inizio del Mondiale, era stato pagato dalla Federazione elvetica, e che il fischietto sudamericano, suscitando non pochi malumori e perplessità, soggiornava gratis con gli elvetici presso il Centro sportivo nazionale di Macoli.