Le qualità del giovane centrocampista, alto un metro e 72 centimetri per 72 chilogrammi di peso forma, sono sotto gli occhi di tutti. Nel 1985 se lo assicura l'ambizioso Parma, guidato da un tecnico emergente: il suo nome è Arrigo Sacchi.
"Sacchi era un astro nascente, con una metodologia di lavoro futuribile per l’epoca - affermerà Bordin a 'Il Cuoio' -.Mi ha insegnato il gioco a zona, in primis ma, più di ogni altra cosa, mi ha insegnato, da perfezionista qual'era, la cura di ogni particolare, di ogni movimento con e senza palla, nella preparazione di una partita".
Con 'Il Profeta di Fusignano' Bordin vince da titolare il campionato di Serie C1 (29 presenze e un goal). Confermato anche nell'estate successiva, è tuttavia messo sul mercato in autunno, quando se lo assicura il Cesena.
Con i romagnoli, sotto la guida di Bruno Bolchi, vive quella che resta la sua miglior stagione in carriera: totalizza infatti 31 presenze e 6 goal in Serie B, chiudendo il campionato al 3° posto finale attraverso gli spareggi (3 presenze e un altro goal) e spiccando il volo verso la Serie A.
Con Albertino Bigon in panchina Bordin debutta nel massimo campionato italiano il 13 settembre 1987, nella sconfitta casalinga di misura con il Napoli (0-1). Il Cesena chiude al 9° posto finale e il centrocampista, impiegato talvolta da mediano, talvolta da mezzala, in alcune occasioni anche da centrale difensivo, disputa 27 gare segnando il suo primo goal in A l'8 maggio 1988 nel 2-2 casalingo contro l'Inter. In Coppa Italia va in campo invece 5 volte senza segnare.
Il jolly di centrocampo bianconero nel1988/89 si conferma ad alti livelli, ottenendo un'altra salvezza in Serie A con i romagnoli, sempre allenati da Bigon e collezionando 41 presenze e 3 goal fra campionato (33 gare e 2 reti) e Coppa Italia (8 presenze e un goal).
Una stagione significativa nella carriera del centrocampista è tuttavia il 1989/90, quando dal Cesena approda all'Atalanta. A Bergamo Bordin prosegue la sua crescita. Sotto la guida di Emiliano Mondonico fa il suo esordio il 19 settembre 1989 in Coppa UEFA (0-0 con lo Spartak Mosca).
La Dea esce subito con i russi, ma è protagonista di una bella stagione, con un 7° posto finale in Serie A che vale una nuova qualificazione in Coppa UEFA. Bordin mette insieme 26 presenze e 2 goal, più 4 presenze e una retein Coppa Italia e 2 partite in Europa.
A Bergamo il centrocampista classe 1965 trascorre complessivamente 4 stagioni, lavorando anche con Pierluigi Frosio, Bruno Giorgi e Marcello Lippi. Bordin, con le sue qualità e la sua umiltà, entra nelle grazie del nuovo allenatore, diventando uno dei primi pupilli del tecnico viareggino, con cui ottiene nel 1992/93 un altro 7° posto.
L'avventura in nerazzurro in magliaAtalanta si chiude nell'estate 1993 con 142 presenze e 10 goal fra Serie A, Coppa Italia e Coppa UEFA. Lippi, infatti, lo vuole con sé al Napoli. Fra i tecnici avuti con i lombardi, Bordin ha un ricordo speciale di Bruno Giorgi.
"Bruno Giorgi era un uomo più unico che raro - dirà -, i suoi giocatori lo adoravano, tutti; persino quelli che mandava in tribuna. Non credo che possa esistere un maggiore attestato di stima”.