Pubblicità
Pubblicità
Lecco HDGOAL

Gli anni d'oro dei blucelesti: quando il Lecco ha giocato in Serie A

Pubblicità

Il nome del Calcio Lecco è tornato alla ribalta con la promozione in Serie B conquistata sul campo ai playoff nella stagione 2022/23. Non tutti sanno però che i blucelesti hanno una lunga e prestigiosa storia, che negli anni Sessanta del secolo scorso li ha visti disputare tre volte anche il campionato di Serie A.

  • LE ORIGINI DELL'AC LECCO E I PRIMI DECENNI

    La sezione calcistica della città di Lecco è nata ufficialmente il 22 dicembre 1912 da una costola della Società Canottieri per un'idea del consigliere d'amministrazione Elio Signorelli.

    Furono adottati fin da subito i colori sociali blu-celeste e la prima storica sede societaria era situata in Via Francesco Nullo. Il 13 aprile 1913 la squadra disputò la sua prima partitaperdendo 4-1 con il Milan (goal di Saverio e Rigoli) e successivamente giocò tornei di caratura regionale.

    Il debutto in un campionato Figc, quello di Promozione, avviene nella stagione 1920/21, quando i blucelesti arrivano fino alle finali promozione per la Serie A e sfiorano l'impresa. Nel 1922 con l'elezione a presidente di Eugenio Ceppi è inaugurato quello che è ancora oggi lo Stadio della squadra, allora chiamato Campo sportivo di Via Cantarelli e oggi Stadio Rigamonti-Ceppi.

    Negli anni Venti la squadra oscilla fra il Campionato di Promozione e quello di Prima Divisione.

  • Pubblicità
  • L'ASCESA DEI BLUCELESTI CON MARIO CEPPI PRESIDENTE

    La svolta nella storia calcistica del Lecco arriva però negli anni Trenta, ed esattamente nel 1931, quando la Società Canottieri decise di abbandonare il settore calcistico a causa degli elevati sforzi economici necessari e, per evitare lo scioglimento della squadra, fu creata l’Associazione Calcio Lecco, con il professor Gennaro Pensa come primo presidente e Mario Ceppi, figlio dell’ex presidente della Canottieri Eugenio Ceppi morto nel 1931, membro del CdA.

    La prima sede di questa nuova società fu il salone del Caffè Commercio in Piazza XX Settembre. Rimasta in corsa per la promozione in Serie B fino all'ultima giornata della stagione 1931/32, la squadra milita per tutto il decennio in Serie C, ottenendo piazzamenti di medio-alta classifica.

    Nei primi anni Quaranta, però, la società, oppressa come molte altre da problemi finanziari, rischia di fallire. Nel 1941 tuttavia la situazione di crisi economica del club si risolve con la nomina del ragionier Mario Ceppi a commissario straordinario della Figc provinciale. Questi, grazie anche agli aiuti di politici locali, riuscirà a ripianare gran parte dei debiti e a salvare il Lecco.

    Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945/46 i blucelesti partecipano al Campionato misto B-C Alta Italia e avendo concluso al 2° posto dietro la Pro Patria, si guadagnano il diritto a giocarsi la Serie A allo spareggio. Successivamente però la Figc ordinò la ripetizione di una delle gare dei bustocchi, e i blucelesti chiusero al 3° posto.

    Nei successivi due anni la squadra retrocede clamorosamente di due categorie, finendo in Promozione dopo un cambiamento del regolamento federale. Ma nel 1948 con la nomina di Mario Ceppi a presidente della società lombarda inizia il periodo d'oro, la cosiddetta "era Ceppi", che avrebbe portato i lombardi ad un'inarrestabile ascesa nelle gerarchie del calcio italiano fino a raggiungere la Serie A.

    In 7 anni la squadra, guidata dall'ex calciatore bluceleste Angelo Piccioli in panchina, dalla Serie C, con una breve parentesi in IVª Serie, ottiene la promozione in Serie B nel 1956/57 e, successivamente, nel 1959/60, la prima storica promozione in Serie A in virtù del 2° posto finale nel torneo cadetto.

    Decisivi in tal senso sono le prestazioni di un campione come l'ex interista István Nyers, l'attaccante apolide autore di 8 reti in 27 presenze in quel campionato di B.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • GLI ANNI D'ORO DEI BLUCELESTI: IL LECCO 1960-62

    L'AC Lecco, sulla scia di un'impresa che porta grande entusiasmo fra i tifosi e l'intera città, gioca dunque nel 1960/61 il suo primo campionato di Serie A. Per adeguarlo al massimo campionato, il Rigamonti (così chiamato in onore del giocatore del Grande Torino scomparso a Superga nel 1949) subisce nell'estate del 1960 cospicui lavori di ampliamento che ne portano la capienza a 22 mila posti e attraverso l'installazione di un impianto di illuminazione artificiale consentono di giocarvi le partite anche in notturna.

    La squadra deve fare un piccolo sacrificio, ovvero giocare in trasferta le prime due gare della stagione. La rosa vede gli innesti importanti di due stranieri: la leggendaria ala uruguayana Julio Cesar Abbadie, reduce dalla retrocessione in Serie B col Genoa, e il giovane centravanti brasiliano Sergio Clerici, soprannominato 'El Gringo'e pescato dalla Portuguesa.

    Rispetto all'ascesa in A Piccioli perde invece Remo Bicchierai, passato all'Inter in cambio di Italo Galbiati e Amos Cardanelli. Il debutto in Serie A del Lecco avviene così il 25 settembre 1960, quando i blucelesti vengono 'battezzati' dalla Fiorentina, che li travolge per 4-0.

    Per vedere la prima vittoria bisogna invece attendere la 3ª giornata, quando i lombardi, alla prima al Rigamonti in Serie A, superano 2-1 il Padova con una doppietta di Bonacchi.

    Le due marcature del centravanti sono anche i primi goal della storia della matricola lombarda in Serie A. Non mancano i risultati di prestigio. Nel girone di andata, il 6 novembre 1960, il Lecco impone il pareggio per 1-1 all'Inter a San Siro, con il goal di Gilardoni che impatta il vantaggio iniziale di Angelillo.

    Poi ci sono il 4 dicembre una vittoria di misura sul Napoli (1-0 con rete di Savioni), il pareggio per 0-0 del giorno di Natale contro la Roma, seguito il 1° dell'anno dal 2-2 interno con la Juventus (Duzioni e Gilardoni pareggiano nella ripresa il doppio vantaggio bianconero nella prima frazione con Nicolè e Boniperti).

    Il 15 gennaio 1964 i blucelesti si ripetono con il Milan (2-2 al Rigamonti con doppietta di Gotti a impattare i sigilli di Vernazza e Altafini). Il girone di andata si chiude il 29 gennaio con un successo sulla Lazio, sempre in casa, per 2-1 (reti dei sudamericani Abbadie e Clerici).

    Meno ricco di exploit il girone di ritorno dei lombardi, che comunque battono in casa l'Inter di Helenio Herrera nel derby (2-1 il 12 marzo 1961 con doppietta di Gilardoni) e successivamente ottengono preziosi successi casalinghi sul Torino (2-1), SPAL e Bologna (2-0 in entrambi i casi) e pareggiano in trasferta a San Siro contro il Milan (1-1 con reti di Ronzon per i rossoneri e il solito Gilardoni per i blucelesti).

    Alla fine la sconfitta finale a Roma con la Lazio, già retrocessa, determina un 14° posto finale a pari merito con Udinese e Bari, che porta i lombardi a giocarsi la salvezza agli spareggi. Alle loro spalle due grandi come Napoli (25 punti) e Lazio (18) che precipitano direttamente in Serie B.

    L'11 giugno 1961 a Bologna il Lecco travolge il Bari 4-2: Abbadie, Savioni (doppietta) e Gilardoni tengono vive le speranze blucelesti. L'impresa è completata poi una settimana dopo, quando la squadra di Piccioli ferma l'Udinese, che aveva pareggiato 0-0 con i pugliesi, sul 3-3 grazie alle marcature di Clerici, Bonacchi e Arienti e ottiene una storica salvezza in Serie A.

    All'exploit bluceleste si aggiunge a fine anno la disputa della Coppa delle Alpi: il Lecco ha superato gli svizzeri del Lucerna, battuti 2-1 al Rigamonti e successivamente 0-2 in terra elvetica, e ha contribuito al successo dell'Italia nella manifestazione. In Coppa Italia invece i manzoniani erano stati battuti 4-2 ai supplementari dal Bologna nel 2° turno.

    Fra i singoli, Bonacchi, Gilardoni e Gotti sono i migliori marcatori in campionato con 6 reti realizzate ciascuno.

    Nell'estate del 1961 il presidente Mario Ceppi, oltre a confermareun giovane difensore, Antonio Pasinato, prelevato dalla squadra laziale dell'AC Cisterna, che aveva disputato la parte finale della precedente stagione e gli spareggi salvezza, acquista un attaccante dal Napoli 'Il Bersagliere' Beniamino Di Giacomo, e una mezzala dall'Inter, grazie all'amicizia con il presidente Angelo Moratti, la leggenda svedese Bendt Lindskog.

    La provinciale sembra attrezzata per lottare per la salvezza come nell'anno precedente ma viene lasciato qualche punto di troppo per strada e alla fine arriverà un'amara retrocessione in Serie B. Il Lecco 'gira' terzultimo a metà campionato con 11 punti, a 2 lunghezze di ritardo da Vicenza e Venezia, e davanti a Padova (9) e Udinese (6).

    Fra i migliori risultati il 2-2 di Torino contro la Juventus alla 3ª giornata (goal di Di Giacomo e Cardarelli a pareggiare le reti di Mora e Sivori) e i successi casalinghi sul Venezia per 4-1 alla 10ª giornata (rete di Di Giacomo, doppietta di Panza e sigillo finale di Lindskog su rigore) e sull'Udinese per 2-1 alla 12ª nel recupero del 6 dicembre (goal di Di Giacomo e Lindskog su rigore).

    Servirebbe un girone di ritorno di altra levatura, ma nonostante qualche pareggio pesante con le big e qualche vittoria in casa, alla fine peseranno i pesanti ruzzoloni in trasferta. Il Lecco comunque impone ancora un pari alla Juventus al Rigamonti (2-2 con goal di Di Giacomo e Duzioni) il 7 gennaio 1962 e si ripete il 18 febbraio con il Milan (reti di Di Giacomo e Abbadie).

    Per il resto non bastano i successi su Mantova, Palermo e Catania per mantenere la categoria a fronte di pesanti sconfitte in trasferta con Padova (1-3), Venezia (2-0) e Udinese (5-1) e in casa col Vicenza (0-3).

    I blucelesti, che cambiano anche allenatore, con la sostituzione dello storico mister Angelo Piccioli con Camillo Achilli, chiudono al penultimo posto con 23 punti assieme al Padova, a -4 dal tandem composto da Vicenza e SPAL, e devono salutare il massimo campionato dopo due stagioni.

    I manzoniani fanno invece un discreto cammino in Coppa Italia: entrati in gioco al 2° Turno, superano 3-2 il Bari ai supplementari, poi eliminano il Modena agli ottavi (4-1) e si fermano ai quarti contro la Juventus (sconfitta per 3-0 al Filadelfia).

    I 14 goal stagionali in campionato consentono a Beniamino Di Giacomo di entrare nella storia del club: l'attaccante è infatti ancora oggi il massimo cannoniere dei blucelesti in Serie A. Ottimo anche il rendimento di Pasinato (30 presenze e 2 goal), destinato a diventare una bandiera del club lombardo. Meno brillante il rendimento di Lindskog (23 presenze e 3 goal), nonostante gli indiscutibili lampi di classe.

  • L'ULTIMA VOLTA IN SERIE A: IL LECCO 1966/67

    Scivolato nuovamente in Serie B, il Lecco disputa quattro campionati di vertice, mantenendo in squadra alcuni dei protagonisti delle storiche stagioni in Serie A, fra cui Lindskog, che al Lecco chiuderà la sua esperienza italiana mettendo insieme 11 goal complessivi in 65 presenze.

    Trascinati dai 17 goal del 'Gringo' Sergio Clerici, i manzoniani ottengono un 2° posto nella Serie B 1965/66 alle spalle del Venezia e nuovamente guidati da Angelo Piccioli si guadagnano la 2ª (e finora ultima) promozione in Serie A della loro storia.

    Piccioli è confermato sulla panchina dei blucelesti, e nell'estate del 1966 il presidente Ceppi, visto il blocco sul mercato degli stranieri, opera acquisti di esperienza: arrivano infatti dall'Inter, sempre grazie al legame con Angelo Moratti, l'ex nazionale Saul Malatrasi e dal Milan il fuoriclasse Antonio Valentin Angelillo.

    I numeri, purtroppo per i lombardi, saranno impietosi, con la squadra che occuperà costantemente le posizioni di coda della classifica:alla fine sarà ultimo posto in coabitazione col Venezia con appena 17 i punti raccolti in 34 partite, di cui solo 4 in trasferta, dove non otterranno nemmeno una vittoria. Saranno invece 7 anche le sconfitte casalinghe, e i blucelesti fanno registrare anche il peggior attacco e la peggior difesa del campionato.

    Pochi i momenti da ricordare della seconda breve avventura nel massimo campionato dei blucelesti: fra questi il primo successo stagione il 10 dicembre 1966 contro il Foggia al Rigamonti per 3-0 (goal di Angelillo e doppietta di Clerici), i due pareggi con il Milan per 1-1, fra cui quello dell'ultima giornata, ultima gara della storia dei manzoniani in Serie A il 28 maggio 1967) e un altro pareggio per 1-1 nell'altro derby lombardo contro l'Inter il 25 febbraio (goal di Incerti).

    La rete di Schiavo che sancisce l'1-1 con il Milan della 34ª giornata, a retrocessione divenuta matematica dalla quartultima di campionato, sarà anche l'ultima di un giocatore del Lecco in Serie A. Clerici e Incerti, con 4 goal, sono i migliori marcatori stagionali.

    I risultati sono più positivi in Coppa Italia, competizione dove la squadra di Piccioli elimina Novara, Lazio e Sampdoria ai rigori, arrendendosi soltanto di misura al Milan (1-2) nei quarti di finale.

    Con la seconda retrocessione dalla A alla B del Lecco, si chiudeva anche dopo 19 anni' l'era Ceppi', coincisa con i migliori risultati della storia dei manzoniani, e la squadra lombarda, nonostante il ritorno alla reggenza dello storico patron, sarebbe rapidamente scivolata nelle categorie inferiori del calcio italiano, disputando per l'ultima volta un campionato di Serie B nel 1972/73.

    Nella storia del club, Beniamino Di Giacomo è il miglior bomber nel massimo campionato con 14 marcature tutte realizzate nel 1961/62, mentre il centrocampista Francesco Duzioni domina la classifica delle presenze blucelesti nel massimo campionato con 68 gare fra il 1960 e il 1962. Clemente Gotti, infine, è il miglior rigorista dei manzoniani nella massima Serie con 3 tiri dal dischetto trasformati.

    Mario Ceppi, il presidente più vincente nella storia del Lecco, è morto il 15 giugno 1983: a lui, nel decennale della morte, sarebbe poi stato cointestato lo Stadio cittadino, denominato da allora Rigamonti-Ceppi. Il Lecco, dopo di lui, avrebbe vinto soltanto una Coppa Italia semiprofessionisti e un Torneo anglo-italiano nel 1976/77.

    Ci sono voluti 50 anni dall'ultima volta nel campionato cadetto per rivedere la squadra lombarda conquistare sul campo la promozione in Serie B vincendo i playoff di Serie C.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0