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Cremonese 1986

La prima volta della Cremonese in semifinale di Coppa Italia: dalla B al sogno Coppa delle Coppe

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La stagione 1986/87 è ricordata nella storia della Cremonese per l'eccezionale cammino in Coppa Italia della formazione lombarda. Retrocesso in Serie B nel 1984/85, il club del presidente Luzzara è reduce dal 9° posto nel torneo cadetto dell'anno precedente e punta ora come primo obiettivo principale al ritorno in Serie A.

Dopo una dolorosa separazione da Emiliano Mondonico, l'allenatore che l'aveva guidata per quattro stagioni, portandola fino alla sua prima esperienza nel massimo campionato, la squadra grigiorossa è affidata a mister Bruno Mazzia, che raccoglie la pesante eredità del suo predecessore. Strada facendo, i risultati sono positivi e si materializza la possibilità di un doppio trionfo in campionato e in Coppa Italia.

Ma in un'annata molto lunga, la Cremonese arriverà ad un passo dal traguardo in entrambe le competizioni giocate: i lombardi perderanno gli spareggi per la promozione in A ai primi di luglio, mentre in Coppa Italia, dopo una cavalcata entusiasmante, che avrebbe potuto condurli a giocare la Coppa delle Coppe, si fermeranno alle semifinali.

  • LA ROSA DI MISTER MAZZIA

    Il presidente Domenico Luzzara affida a mister Mazzia una rosa valida in tutti i reparti. L'attacco poggia sul bomber Marco Nicoletti, affiancato dal 'Marziano' Alviero Chiorri, che con il suo estro e il suo piede sinistro sa scardinare qualsiasi difesa. A loro si aggiungono il giovane Attilio Lombardo, ala offensiva molto veloce ed emergente, e Claudio Pelosi.

    Il centrocampo poggia sulla regia di Claudio Bencina. Fra i titolari ci sono anche Gabriele Bongiorni, Roberto Galletti, Walter Viganò, il polacco Wladyslav Zmuda, Ettore Ferraroni e la bandiera Giancarlo Finardi. Fra la fascia sinistra e la linea mediana si alterna, invece, Filippo Citterio.

    La difesa, probabilmente il reparto più forte, ha tante soluzioni: Ivan Garzilli, Luigi Gualco, Mario Montorfano e Giampietro Torri sono i titolari.Fra i pali una sicurezza come Michelangelo Rampulla, con il fido dodicesimo Giacomo Violini che avrà il suo palcoscenico proprio in Coppa Italia, competizione nella quale sarà grande protagonista.

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  • IL FANTASTICO CAMMINO IN COPPA ITALIA

    In campionato la Cremonese di Mazzia si dimostra una squadra solida e concreta: subisce pochi goal, vince diverse partite di misura e si porta in vetta alla classifica. Nel frattempo anche in Coppa Italia le cose vanno per il meglio. I lombardi sono inseriti nel Girone 3 con Juventus, Sampdoria, Lecce, Monza, Reggiana e nonostante l'agguerrita concorrenza riescono a staccare il pass per la fase ad eliminazione diretta.

    I lombardi pareggiano 0-0 all'esordio stagionale in casa con la Sampdoria, poi ingranano la quinta: espugnano il via del Mare (0-1 con goal di Bencina) e travolgono in casa il Monza per 4-0. Nell'occasione il grande protagonista è il bomber Nicoletti, autore di una doppietta. A segno anche Pelosi e il giovane Finardi. Con 5 punti in 3 partite i grigiorossi sono una piacevole sorpresa, in corsa addirittura per la vittoria del Girone.

    Lo scontro al vertice va in scena al Comunale di Torino il 3 settembre 1986. La Juventus di Rino Marchesi e la Cremonese di Bruno Mazzia si sfidano per il primato del Girone 3. I bianconeri sono naturalmente favoriti, e vanno in campo con l'undici tipo: Mauro, Platini e Laudrup agiscono a sostegno del bomber Serena. Fra i grigiorossi Lombardo agisce da tornante, con Pelosi e Nicoletti di punta. Fra i pali gioca Rampulla.

    Nel primo tempo la difesa lombarda tiene botta, ma gli ospiti finiscono per capitolare sul finire della prima frazione. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, infatti, Manfredonia sorprende Rampulla e porta in vantaggio la Vecchia Signora. Nella ripresa quest'ultima rimpingua il proprio vantaggio trovando anche il raddoppio con una deviazione sfortunata di Torri su conclusione dal limite dell'area di Soldà.

    In maniera un po' rocambolesca, la Cremonese esce sconfitta ma acquisisce la convinzione di potersela giocare con tutte. I grigiorossi completano il bel cammino nel proprio gruppo rifilando tre reti alla Reggiana allo Zini (doppietta di Pelosi e autogoal di Albi). I due punti le permettono di chiudere al 2° posto con 7 punti, e, grazie alla differenza reti favorevole di qualificarsi agli ottavi di finale eliminando la Sampdoria (+6 rispetto al +2 dei genovesi).

    L'avversario degli ottavi di finale è il Verona di Osvaldo Bagnoli, sulla carta un ostacolo proibitivo per chi milita in Serie B. Il confronto, al meglio dei 180 minuti, appare avere un esito scontato, ma così non sarà. Con gli scaligeri inizia infatti un'esaltante cavalcata che condurrà la Cremonese a sfiorare la finale di Coppa Italia e la qualificazione alla Coppa delle Coppe.

    Mazzia si affida in porta al dodicesimo Violini, e sarà ricambiato da prestazioni spettacolari del vice-Rampulla. La gara di andata, che si gioca al Bentegodi il 25 febbraio 1987, fa capire agli scaligeri che non sarà una passeggiata. Elkjaer e Paolo Rossi non riescono a sfondare il muro difensivo costruito da Mazzia, Violini fa il resto. Finisce 0-0.

    Il ritorno allo Zini, l'8 aprile 1987, è infuocato. Il copione si ripete, la Cremonese si difende bene e il Verona non passa: i tempi regolamentari si concludono ancora una volta sullo 0-0. Si va ai supplementari, e Paolo Rossi perde la testa: gomitata a Garzilli e rosso per l'arbitro Fabricatore di Roma. L'uomo in più consente ai grigiorossi di ottenere quel che volevano fin dall'inizio: la lotteria dei rigori.

    Qui si consuma l'impresa dei lombardi e l'incubo degli scaligeri. Dagli undici metri segnano Elkjaer e De Agostini per il Verona, mentre per la Cremonese Nicoletti trasforma ma Chiorri sbaglia. Gasparini fa 1-3 per i veneti, ma poi la situazione si ribalta. Violini sale in cattedra e ipnotizza Tricella e Verza, inducendoli all'errore.

    Per i lombardi, invece, Bongiorni e Citterio portano la situazione in parità. Tutto dipende dall'ultimo rigore, affidato ai piedi di Bencina. Il numero 10 è freddo e supera Giuliani, fissando il punteggio sul 4-3 per i suoi e portando la squadra nei quarti di finale di Coppa Italia.

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  • DAL SOGNO COPPA DELLE COPPE ALLA SCONFITTA CON L'ATALANTA

    La Cremonese, fra le grandi rivelazioni del torneo, trova nei quarti di finale di Coppa Italia un altro ostacolo apparentemente insormontabile: l'Inter di Giovanni Trapattoni. Il tutto è reso ancor più complicato dal fatto che l'andata è in casa, mentre il ritorno si disputa al Meazza.

    La prima del Derby lombardo va in scena allo Stadio Zini il 31 marzo 1987.Mazzia si copre con un 4-5-1, con Attilio Lombardo unica punta per sfruttare le ripartenze. I nerazzurri si affidano in attacco al tandem composto dal giovane Massimo Ciocci e Olivieri Garlini.

    La partita si sblocca al 30', quando proprio Lombardo porta in vantaggio i grigiorossi. La gara resta equilibrata e nel finale di partita l'Inter ottiene il pareggio con un colpo di testa vincente di Mandorlini. Finisce 1-1 e tutto è rimandato al match di ritorno a San Siro.

    Al Meazza tutto fa pensare che l'Inter possa regolare agevolmente la leader del campionato di Serie B. Ma anche nella città meneghina il miracolo si ripete, in una partita che riserva grandi emozioni e a suo modo passa alla storia. Trapattoni conferma l'attacco della partita di andata, mentre Mazzia schiera Nicoletti con Lombardo di punta.

    Subito Ciocci chiama Violini ad un salvataggio in uscita, poi, all'8', sono a sorpresa gli ospiti a passare. Bongiorni prende la mira dai 25 metri e con un'autentica sassata batte Zenga, insaccando sulla destra del portiere nerazzurro. Il goal mette in crisi la squadra di Trapattoni, che, ferita nell'orgoglio, si riversa nella metà campo avversaria alla ricerca del pari.

    Ciocci dà vita ad un duello con Violini, andando per tre volte vicino al pareggio, ma venendo fermato sempre da portiere e difensori avversari. Dall'altra parte è Finardi a impegnare Zenga alla parata a terra su azione di contropiede. Matteoli, fra i più in palla dei milanesi, con un tiro-cross lambisce la parte esterna della traversa.

    Per il pareggio dell'Inter occorre dunque attendere la ripresa: tiro dalla distanza di Mandorlini, Ciocci è sulla traiettoria e devia la sfera in fondo alla rete al 51'. Raggiunta nel punteggio, la Cremonese ha il merito di non scomporsi e di continuare a fare il suo calcio pur di fronte ad un top club. Violini nega ancora una volta il goal a Ciocci, respingendo lateralmente la sua conclusione dalla distanza.

    La porta grigiorossa sembra maledetta per gli interisti, quando Matteoli raccoglie palla sulla trequarti e scarica in porta da oltre 30 metri: la palla colpisce il palo interno e rimbalza distante dalla riga. I tempi regolamentari terminano nuovamente con il risultato di 1-1 e la partita si protrae gioco forza ai supplementari.

    L'Inter continua a spingere alla ricerca del goal qualificazione. Ciocci dalla destra effettua un cross dall'altra parte, dove il neoentrato Marangon si coordina per la battuta a rete: il pallone carambola sul corpo di Citterio ed è Violini con un colpo di reni prodigioso a toglierlo da sotto la traversa.

    Nel secondo tempo supplementare una ghiotta occasione da rete capita ancora sui piedi di Ciocci, che al termine di un bel contropiede calcia col destro dal limite dell'area ma colpisce il palo. Il risultato resta ancorato sull'1-1, e in virtù della parità fra andata e ritorno, tocca nuovamente ai calci di rigore determinare chi accederà alle semifinali.

    Nicoletti e Bongiorni vanno a segno dal dischetto per i grigiorossi, mentre fra i nerazzurri trasforma Mandorlini e Matteoli si fa ipnotizzare da Violini. Successivamente segnano Citterio per la Cremonese e Beppe Baresi per i nerazzurri. Quando Lombardo spiazza Zenga, tutte le responsabilità ricadono sui piedi di Olivero Garlini: se segna tiene in corsa la squadra di Trapattoni, se fallisce passa la Cremonese. Violini si tuffa sulla sua sinistra e devia il tiro del numero 11 nerazzurro, non irresistibile.

    Inter-Cremonese termina 3-5 ai calci di rigore. Per Mazzia e la piccola squadra di provincia è il tripudio: scatta la festa sfrenata al Meazza per l'impresa storica che si è appena realizzata. Il portiere di riserva Violini entrerà per sempre nel cuore dei tifosi grigiorossi.

    "Ho ricordi particolari del presidente, di Favalli, il Direttore sportivo, e del vicepresidente Mignoli - dirà a 'CBS Ritratti' l'estremo difensore, eroe di San Siro -. Mi tornano in mente i loro abbracci, e le feste che mi fecero a fine partita".

    Anche grazie al colpaccio della Cremonese, l'edizione 1986/87 della Coppa Italia passa alla storia perché nelle semifinali si assiste ad un fatto piuttosto raro: delle quattro squadre rimaste a contendersi il trofeo, la metà provengono dalla Serie B. Oltre alla formazione grigiorossa c'è infatti il Cagliari di Gustavo Giagnoni, che ha estromesso a sorpresa la Juventus ma nel torneo cadetto lotta per non retrocedere in Serie C.

    Le altre due squadre sono il Napoli di Ottavio Bianchi e Diego Armando Maradona, che sta dominando la Serie A, e l'Atalanta di Nedo Sonetti, pericolante nel massimo campionato. Il sorteggio abbina la Cremonese ai bergamaschi, in un nuovo derby lombardo che appare "abbordabile" per la squadra di Mazzia, che ha affrontato avversarie ben più forti nel torneo, e il Napoli al Cagliari.

    Sulla carta per la Cremonese ci sono dunque concrete possibilità di raggiungere la finale, ma non solo: visto che la probabilità che i partenopei superino i sardi nell'altra sfida è molto elevata, arrivare in fondo alla Coppa nazionale consente di sognare anche la qualificazione alla Coppa delle Coppe nella stagione successiva.

    Il Napoli è infatti lanciatissimo verso lo Scudetto, che lo porterebbe a disputare la più importante Coppa dei Campioni, lasciando campo libero, secondo il regolamento vigente all'epoca, all'altra finalista del torneo.

    La Cremonese, che sta ancora comandando il campionato cadetto, può davvero sperare nella doppietta promozione-finale di Coppa Italia. L'andata con l'Atalanta è in programma il 27 maggio al Comunale di Bergamo, ma proprio in coincidenza della fine del mese di maggio la squadra ha un calo di condizione che le costerà carissimo.

    L'atteggiamento prudente di Mazzia, che privo davanti di giocatori chiave come Chiorri e Lombardo, si affida al solo Pelosi, questa volta non paga. L'Atalanta, che schiera Francis accanto a Incocciati, riesce a scardinare la retroguardia avversaria, orfana peraltro a sua volta di una pedina importante come Garzilli.

    In campo da titolare va la riserva Pedretti e la Dea colpisce due volte nel secondo tempo con Beppe Incocciati. Gli ingressi in campo del bomber Nicoletti, di Galletti e Bongiorni non servono ad evitare una sconfitta bruciante.

    Il ritorno allo Zini il 3 giugno 1987 è più equilibrato. Mazzia ritrova Chiorri, Lombardo e Garzilli, ma è ormai troppo tardi. Lo 0-0 della seconda partita, infatti, lascia tanto amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato e spalanca le porte della finale ai nerazzurri di Sonetti.

    Il trofeo andrà poi al Napoli di Maradona, ma l'Atalanta, che retrocederà a sua volta in Serie B, avrà comunque la soddisfazione di disputare nella stagione 1987/88 la Coppa delle Coppe. Alla Cremonese, che ora può concentrarsi sul campionato, resta comunque la soddisfazione di una cavalcata epica fino alle semifinali di Coppa Italia, miglior risultato della sua storia nella competizione, che sarà eguagliato soltanto nella stagione 2022/23.

  • LA PROMOZIONE IN A SFUMATA AGLI SPAREGGI

    Siccome però le sconfitte possono lasciare pesanti strascichi, l'eliminazione della Cremonese dalla Coppa Italia avrà il suo contraccolpo anche sul campionato di Serie B. I grigiorossi di Mazzia, che fino a quel momento hanno dominato il torneo, hanno infatti un passaggio a vuoto che li costerà carissimo.

    Il 31 maggio la Cremonese capitola al Via del Mare contro il Lecce per 2-1, venendo raggiunta in vetta da Genoa e Pisa. Alla quartultima si rialza superando con lo stesso risultato il Parma fra le mura amiche e riguadagnando il primato solitario. Segue un pareggio per 0-0 al Menti contro il Lanerossi Vicenza, che rende determinante lo scontro diretto dell'Arena Garibaldi contro il Pisa il 21 giugno 1987.

    Sclosa su rigore e un gran goal di Piovanelli lanciano i nerazzurri toscani. Il goal della bandiera su rigore di Nicoletti serve solo a rendere meno amara la pillola. La Cremonese è sconfitta 2-1 e precipita in classifica ad un passo dal traguardo.

    In Serie A accedono direttamente Pescara e Pisa, prime entrambe con 44 punti. I grigiorossi, invece, concludono al terzo posto assieme a Cesena e Lecce e devono giocarsi tutto agli spareggi. La squadra di Mazzia fatica a smaltire la duplice delusione finale dopo una stagione da protagonista e finisce per presentarsi agli spareggi scarica e demotivata.

    Due ulteriori sconfitte (4-1 col Lecce e 1-0 col Cesena) negli spareggi chiudono definitivamente ogni speranza di promozione dei grigiorossi, ultimi nel mini-girone che vede il Cesena ottenere l'ultimo posto per il massimo campionato. Il 5° posto finale in Serie B così determinato ha il sapore della beffa, solo parzialmente mitigata da quello storico e impronosticabile approdo alle semifinali di Coppa Italia.

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