La Cremonese, fra le grandi rivelazioni del torneo, trova nei quarti di finale di Coppa Italia un altro ostacolo apparentemente insormontabile: l'Inter di Giovanni Trapattoni. Il tutto è reso ancor più complicato dal fatto che l'andata è in casa, mentre il ritorno si disputa al Meazza.
La prima del Derby lombardo va in scena allo Stadio Zini il 31 marzo 1987.Mazzia si copre con un 4-5-1, con Attilio Lombardo unica punta per sfruttare le ripartenze. I nerazzurri si affidano in attacco al tandem composto dal giovane Massimo Ciocci e Olivieri Garlini.
La partita si sblocca al 30', quando proprio Lombardo porta in vantaggio i grigiorossi. La gara resta equilibrata e nel finale di partita l'Inter ottiene il pareggio con un colpo di testa vincente di Mandorlini. Finisce 1-1 e tutto è rimandato al match di ritorno a San Siro.
Al Meazza tutto fa pensare che l'Inter possa regolare agevolmente la leader del campionato di Serie B. Ma anche nella città meneghina il miracolo si ripete, in una partita che riserva grandi emozioni e a suo modo passa alla storia. Trapattoni conferma l'attacco della partita di andata, mentre Mazzia schiera Nicoletti con Lombardo di punta.
Subito Ciocci chiama Violini ad un salvataggio in uscita, poi, all'8', sono a sorpresa gli ospiti a passare. Bongiorni prende la mira dai 25 metri e con un'autentica sassata batte Zenga, insaccando sulla destra del portiere nerazzurro. Il goal mette in crisi la squadra di Trapattoni, che, ferita nell'orgoglio, si riversa nella metà campo avversaria alla ricerca del pari.
Ciocci dà vita ad un duello con Violini, andando per tre volte vicino al pareggio, ma venendo fermato sempre da portiere e difensori avversari. Dall'altra parte è Finardi a impegnare Zenga alla parata a terra su azione di contropiede. Matteoli, fra i più in palla dei milanesi, con un tiro-cross lambisce la parte esterna della traversa.
Per il pareggio dell'Inter occorre dunque attendere la ripresa: tiro dalla distanza di Mandorlini, Ciocci è sulla traiettoria e devia la sfera in fondo alla rete al 51'. Raggiunta nel punteggio, la Cremonese ha il merito di non scomporsi e di continuare a fare il suo calcio pur di fronte ad un top club. Violini nega ancora una volta il goal a Ciocci, respingendo lateralmente la sua conclusione dalla distanza.
La porta grigiorossa sembra maledetta per gli interisti, quando Matteoli raccoglie palla sulla trequarti e scarica in porta da oltre 30 metri: la palla colpisce il palo interno e rimbalza distante dalla riga. I tempi regolamentari terminano nuovamente con il risultato di 1-1 e la partita si protrae gioco forza ai supplementari.
L'Inter continua a spingere alla ricerca del goal qualificazione. Ciocci dalla destra effettua un cross dall'altra parte, dove il neoentrato Marangon si coordina per la battuta a rete: il pallone carambola sul corpo di Citterio ed è Violini con un colpo di reni prodigioso a toglierlo da sotto la traversa.
Nel secondo tempo supplementare una ghiotta occasione da rete capita ancora sui piedi di Ciocci, che al termine di un bel contropiede calcia col destro dal limite dell'area ma colpisce il palo. Il risultato resta ancorato sull'1-1, e in virtù della parità fra andata e ritorno, tocca nuovamente ai calci di rigore determinare chi accederà alle semifinali.
Nicoletti e Bongiorni vanno a segno dal dischetto per i grigiorossi, mentre fra i nerazzurri trasforma Mandorlini e Matteoli si fa ipnotizzare da Violini. Successivamente segnano Citterio per la Cremonese e Beppe Baresi per i nerazzurri. Quando Lombardo spiazza Zenga, tutte le responsabilità ricadono sui piedi di Olivero Garlini: se segna tiene in corsa la squadra di Trapattoni, se fallisce passa la Cremonese. Violini si tuffa sulla sua sinistra e devia il tiro del numero 11 nerazzurro, non irresistibile.
Inter-Cremonese termina 3-5 ai calci di rigore. Per Mazzia e la piccola squadra di provincia è il tripudio: scatta la festa sfrenata al Meazza per l'impresa storica che si è appena realizzata. Il portiere di riserva Violini entrerà per sempre nel cuore dei tifosi grigiorossi.
"Ho ricordi particolari del presidente, di Favalli, il Direttore sportivo, e del vicepresidente Mignoli - dirà a 'CBS Ritratti' l'estremo difensore, eroe di San Siro -. Mi tornano in mente i loro abbracci, e le feste che mi fecero a fine partita".
Anche grazie al colpaccio della Cremonese, l'edizione 1986/87 della Coppa Italia passa alla storia perché nelle semifinali si assiste ad un fatto piuttosto raro: delle quattro squadre rimaste a contendersi il trofeo, la metà provengono dalla Serie B. Oltre alla formazione grigiorossa c'è infatti il Cagliari di Gustavo Giagnoni, che ha estromesso a sorpresa la Juventus ma nel torneo cadetto lotta per non retrocedere in Serie C.
Le altre due squadre sono il Napoli di Ottavio Bianchi e Diego Armando Maradona, che sta dominando la Serie A, e l'Atalanta di Nedo Sonetti, pericolante nel massimo campionato. Il sorteggio abbina la Cremonese ai bergamaschi, in un nuovo derby lombardo che appare "abbordabile" per la squadra di Mazzia, che ha affrontato avversarie ben più forti nel torneo, e il Napoli al Cagliari.
Sulla carta per la Cremonese ci sono dunque concrete possibilità di raggiungere la finale, ma non solo: visto che la probabilità che i partenopei superino i sardi nell'altra sfida è molto elevata, arrivare in fondo alla Coppa nazionale consente di sognare anche la qualificazione alla Coppa delle Coppe nella stagione successiva.
Il Napoli è infatti lanciatissimo verso lo Scudetto, che lo porterebbe a disputare la più importante Coppa dei Campioni, lasciando campo libero, secondo il regolamento vigente all'epoca, all'altra finalista del torneo.
La Cremonese, che sta ancora comandando il campionato cadetto, può davvero sperare nella doppietta promozione-finale di Coppa Italia. L'andata con l'Atalanta è in programma il 27 maggio al Comunale di Bergamo, ma proprio in coincidenza della fine del mese di maggio la squadra ha un calo di condizione che le costerà carissimo.
L'atteggiamento prudente di Mazzia, che privo davanti di giocatori chiave come Chiorri e Lombardo, si affida al solo Pelosi, questa volta non paga. L'Atalanta, che schiera Francis accanto a Incocciati, riesce a scardinare la retroguardia avversaria, orfana peraltro a sua volta di una pedina importante come Garzilli.
In campo da titolare va la riserva Pedretti e la Dea colpisce due volte nel secondo tempo con Beppe Incocciati. Gli ingressi in campo del bomber Nicoletti, di Galletti e Bongiorni non servono ad evitare una sconfitta bruciante.
Il ritorno allo Zini il 3 giugno 1987 è più equilibrato. Mazzia ritrova Chiorri, Lombardo e Garzilli, ma è ormai troppo tardi. Lo 0-0 della seconda partita, infatti, lascia tanto amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato e spalanca le porte della finale ai nerazzurri di Sonetti.
Il trofeo andrà poi al Napoli di Maradona, ma l'Atalanta, che retrocederà a sua volta in Serie B, avrà comunque la soddisfazione di disputare nella stagione 1987/88 la Coppa delle Coppe. Alla Cremonese, che ora può concentrarsi sul campionato, resta comunque la soddisfazione di una cavalcata epica fino alle semifinali di Coppa Italia, miglior risultato della sua storia nella competizione, che sarà eguagliato soltanto nella stagione 2022/23.