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Philippe MexesGetty Images

Philippe Mexes, il gladiatore francese di Roma e Milan

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"Mexes ha qualità enormi, è il giocatore del futuro della Nazionale francese, dove potrebbe giocare per 10 anni" - Zinedine Zidane su Philippe Mexes

Fisico statuario da gladiatore, spirito da leader nato eatteggiamento in campo spavaldo, Philippe Mexes è stato uno dei difensori centrali francesi più forti degli anni Duemila. Capelli biondi, portati per lo più lunghi, e occhi azzurri, dopo aver brillato a livello giovanile ed essere cresciuto con l'Auxerre, avrà la sua affermazione in Italia, dove giocherà con le maglie di Roma e Milan.

Difensore centrale potente, che eccelle nei contrasti e nel colpo di testa, abile nell'uno contro uno, con una buona tecnica di base che gli consente di farsi valere anche in fase di impostazione e sotto rete, in Serie A dà il meglio di se con la Roma, con cui ottiene quattro secondi posti e vince 2 Coppe Italia e una Supercoppa italiana.

Il suo rapporto con la Nazionale francese è stato invece problematico, come decisamente meno positiva è stata anche la sua esperienza in rossonero. A Milano vince soltanto una Supercoppa italiana e la sua avventura è caratterizzata da alti e bassi. Al netto di alcuni goal spettacolari, come la perla contro l'Anderlecht in Champions League, anche a causa dei problemi fisici accusati al ginocchio sinistro operato nel 2011, non riuscirà a confermarsi sui livelli degli anni migliori vissuti nella capitale.

Orma appesantito fisicamente, il grande lavoro in palestra non riesce a compensare la perdita avuta in agilità. A causa del suo temperamento focoso e ribelle, nel Milan decadente dell'ultimo periodo berlusconiano, sarà ricordato dai tifosi per alcuni clamorosi colpi di testa che gli procureranno espulsioni, squalifiche e più di un problema con arbitri e avversari.

  • GIOVANE PROMESSA IN FRANCIA

    Philippe Mexes nasce a Tolosa, nel Sud della Francia, il 30 marzo 1982, pochi mesi prima che l'Italia di Enzo Bearzot si laureasse campione del Mondo nei Mondiali di Spagna, e cresce in città nel quartiere di Bellefontaine.

    L'amore per il calcio è precoce, e inizia a giocare a pallone nella sua città all'età di 5 anni con l'AS Tolosa Mirail, passando poi a 8 anni nel Settore giovanile del Tolosa FC. A livello giovanile Mexes si afferma come uno dei migliori prospetti del calcio francese nel ruolo di difensore centrale.

    Dall'età di 13 anni frequenta il Centro di pre-formazione federale di Castelmaurou riservato ai migliori giovani calciatori della regione e diventa il capitano della Rappresentativa del Midi-Pirenei, con cui vince a 15 anni la Coppa Nazionale il 19 maggio 1997.

    Nel calcio francese è nata una stella, destinata secondo molti a scrivere pagine importanti per il calcio transalpino. Dopo l'exploit, però, Philippe lascia la città in cui fino a quel momento aveva sempre vissuto e giocato per trasferirsi nella regione della Borgogna-Franca Contea: notato da Guy Roux, i suoi genitori firmano infatti con l'Auxerre, che fa un'offerta economica importante al giocatore e alla sua famiglia e lo strappa al Tolosa.

    Nelle Giovanili dei biancazzurri il difensore classe 1982 brucia le tappe e conferma le buone impressioni che aveva suscitato negli anni precedenti: nel 1999 conquista con l'Under 19 la Coppa Gambardella, altro prestigioso trofeo giovanile, che contribuisce ad accrescere ulteriormente la sua fama. La vittoria sul Saint-Etienne arriva ai calci di rigore, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari.

    Qualche mese dopo è aggregato alla Prima squadra e a 17 anni debutta in Ligue 1 nella sfida del 10 novembre 1999 fra Auxerre e Troyes (0-1 per gli ospiti). In quella sua prima stagione fra i grandi, il difensore indossa il numero 32 e disputa in tutto 5 gare di campionato più una in Coppa di Francia, tutte da subentrante.

    Ad appena 18 anni, a partire dal 2000/01, diventa un titolare della squadra. Prende il numero 5, che resterà suo fino alla fine della sua carriera, e vive alcune stagioni fortunate con l'Auxerre. Quest'ultimo raggiunge subito la finale di Coppa Intertoto, poi nel 2001/02 si piazza al 3° posto e conquista la qualificazione ai preliminari di Champions League.

    Mexes segna il suo primo goal da professionista l'8 dicembre 2001 contro il Monaco in Ligue 1 (vittoria per 2-0 dell'Auxerre) ed esordisce nella massima competizione europea a 20 anni, il 13 agosto 2002, nel turno preliminare contro il Boavista, battuto 0-1 dai francesi a domicilio. I biancazzurri pareggiano poi 0-0 la gara di ritorno in casa e accedono alla fase a gironi, nella quale saranno poi eliminati.

    Al termine di quella stagione, il difensore di Tolosa mette in bacheca anche il suo primo trofeo da professionista: l'Auxerre si aggiudica infatti la Coppa di Francia, battendo 2-1 in finale il PSG. In cinque stagioni Mexes totalizza 171 presenze e 8 reti, ma è ormai evidente a tutti che il giovane difensore è ormai pronto a fare il grande balzo in una grande squadra al di fuori dei confini nazionali.

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  • Roma Coppa Italia 2008 MexesGetty

    AL TOP CON LA ROMA: IMPRESE E UN CARATTERE DI FUOCO

    Ad assicurarsi il forte difensore è la Roma, che attraverso il D.s. Franco Baldini lo sceglie come erede di Walter Samuel, ceduto al Real Madrid, per far coppia con il rumeno Cristian Chivu. Ne nasce però una controversia con l'Auxerre, che accusa i capitolini di aver preso il giocatore quando era ancora sotto contratto con loro.

    La FIFA lo squalifica inizialmente per sei settimane, poi però il TAS accoglie la sospensiva, consentendo a Philippe di tornare in campo a settembre. L'anno seguente la Camera di risoluzione delle controversie della FIFA stabilirà in 7 milioni di euro il rimborso dovuto dai capitolini al club francese a titolo risarcitorio, mentre il procuratore di Mexes, Olivier Jouanneaux, viene sospeso dalla massima istituzione calcistica per sei mesi per "violazione unilaterale del contratto del difensore".

    I primi mesi a Roma sono tutt'altro che facili per il francese, che dopo l'esordio in Serie A il 12 settembre 2004 contro la Fiorentina (1-0 all'Olimpico), tre giorni dopo, mercoledì 15 settembre, nella prima gara di Champions con i colori giallorossi, incappa in una serata nera contro la Dinamo Kiev.

    Rientrando negli spogliatoi dopo il primo tempo, Mexes è espulso dall'arbitro Frisk per aver scalciato Verpakovskis. Il pubblico dell'Olimpico ne prende le difese e qualcuno lancia oggetti verso il direttore di gara. Quest'ultimo è colpito in fronte da una monetina e inizia a sanguinare copiosamente.

    Pur non essendo colpa sua, la società la paga a caro prezzo: sconfitta per 0-3 a tavolino e due partite a porte chiuse per i giallorossi, mentre il difensore è squalificato per 2 turni per "comportamento particolarmente antisportivo", denotando fin da subito quello che da lì in avanti sarà il limite principale della sua carriera.

    La stagione 2004/05 è disgraziata per la Roma, che in panchina passa da Völler a Delneri e infine a Bruno Conti, e chiude in campionato con un deludente 8° posto finale. Le cose cambieranno dal 2005/06, quando la squadra è affidata dalla famiglia Sensi a Luciano Spalletti.

    Inizialmente quest'ultimo preferisce a Mexes il ghanese Kuffour, ma quando quest'ultimo parte per raggiungere la Nazionale in vista della Coppa d'Africa, lancia da titolare il francese in coppia con Christian Chivu. Il 30 ottobre segna il suo primo goal italiano contro l'Ascoli (vittoria per 2-0) e si ripete nella giornata dopo col Messina (0-2 per i giallorossi).

    È la svolta, perché Mexes si ritrova e inizia a giocare ad alti livelli e mantiene la titolarità anche dopo il rientro del difensore ghanese. La Roma, con la coppia Mexes-Chivu, ottiene il record di 11 vittorie consecutive, chiude al 2° posto dopo lo Scandalo di Calciopoli e si qualifica in Champions League. Inoltre è finalista in Coppa Italia.

    Alto un metro e 87 centimetri per 82 chilogrammi di peso forma, il prestante difensore diventa un idolo dei tifosi giallorossi a partire dalla stagione 2006/07. La Lupa, guidata sempre da Spalletti, raggiunge i quarti di Champions League dopo 23 anni, e, nonostante il pesante rovescio per 7-1 ad Old Trafford, Mexes è fra i grandi protagonisti della squadra sul palcoscenico internazionale.

    Grinta e forza fisica da vendere, il francese diventa uno dei leader dello spogliatoio in una stagione da 41 presenze e 3 goal che porta in bacheca il suo primo trofeo fuori dalla Francia: la Coppa Italia vinta a discapito dell'Inter (vittoria per 6-2 all'Olimpico e sconfitta per 2-1 a San Siro).

    A fine stagione per il francese si materializzano le sirene di altri grandi club europei dall'elevata disponibilità economica, su tutti il Real Madrid. Ma Philippe si sente ormai giallorosso dentro e rinnova il suo contratto con la Roma.

    "È una scelta di vita - dichiara -. Mi sento romano e romanista e voglio restare qui".

    Qualche mese più tardi per Mexes, ribattezzato dai tifosi "Rugantino", la maschera romana spavalda e impertinente ma dal cuore buono, arriva anche la Supercoppa Italiana: i giallorossi sconfiggono ancora l'Inter (0-1). Partito Chivu in direzione Inter, nel 2007/08 il centrale di Tolosa è affiancato in difesa dal brasiliano Juan, con cui va a formare un'altra coppia ben assortita.

    Ne nasce un'altra stagione esaltante: la Roma è nuovamente seconda in campionato e raggiunge per il secondo anno consecutivo i quarti di Champions: ad eliminare i capitolini di Spalletti sono sempre i Red Devils, che si impongono all'Olimpico e all'Old Trafford (0-2 e 1-0) ma stavolta senza umilianti goleade.

    Le soddisfazioni per Mexes (45 presenze e 2 goal) arrivano comunque nuovamente in Coppa Italia. I giallorossi la vincono per la 9ª volta nella loro storia superando 2-1 la solita Inter con il primo dei due goal firmato proprio dal centrale difensivo francese.

    Mexes, che parla un italiano ibrido con cadenza francese e accento romano, entra definitivamente nel cuore dei tifosi. Ma iniziano i problemi. Complici anche i primi problemi fisici, nel 2008/09 gioca con minore regolarità e mostra alcuni eccessi preoccupanti. Emblematica l'espulsione nel derby di ritorno perso 4-2 con la Lazio, nel quale il francese è cacciato dall'arbitro dopo una rissa con gli avversari e in particolare con Matuzalem.

    Nel corso del 2009/10 l'arrivo in panchina di Claudio Ranieri al posto di Spalletti e dell'argentino Nicolas Burdisso in rosa cambiano le prospettive del centrale francese, che inizia ad alternarsi spesso con lui nell'undici titolare. Al termine di una bella cavalcata, la Roma, sconfitta 1-2 dalla Sampdoria di Cassano e Pazzini, chiude 2ª e vede sfumare all'ultimo le possibilità di Scudetto.

    Mexes non regge l'urto emotivo e alla fine del match con i blucerchiati un'immagine iconica lo ritrae in lacrime mentre in panchina si mette le mani in testa per il grande traguardo sfumato.

    Fuori dal campo il difensore è vittima anche di due gravi tentativi di furto: il 24 luglio 2008 due ladri gli avevano l'auto con all'interno la figlia Eva e accortisi della piccola che dormiva sul sedile posteriore abbandonarono l'auto, mentre proprio nel corso di quella stagione, il 10 febbraio 2010 alcuni malviventi si introducono nottetempo nella sua abitazione, con la moglie e la figlia all'interno, e rubano oggetti vari per un valore di circa 10 mila euro.

    Nel 2010/11, annata in cui in panchina Montella subentra a Ranieri, il difensore di Tolosa torna a giocare con maggiore regolarità, anche se il rendimento è altalenante e gli episodi discutibili che lo vedono protagonista continuano a ripetersi: il 22 settembre 2010 è espulso in Brescia-Roma 2-1 dopo una sfuriata nei confronti dell'arbitro Carmine Russo e rimedia tre giornate di squalifica.

    Gli ultimi goal in maglia Roma sono la potente sassata da fuori area contro il Cluj in Champions League e l'inutile rete nel k.o. per 4-3 al Ferraris con il Genoa il 20 febbraio 2011 che costa la panchina a Ranieri. Con l'Aeroplanino il rendimento del francese sembra in crescita ma il 3 aprile 2011, in un Roma-Juventus vinto 0-2 dai bianconeri, Mexes deve lasciare anticipatamente il campo per un grave infortunio.

    Gli esami evidenziano la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, che tradotto significa stagione chiusa in anticipo. Quella gara sarà anche l'ultima apparizione in giallorosso del 'Rugantino' francese, che dopo 267 presenze e 15 goal complessivi con la Lupa in ben 7 stagioni, saluterà la capitale accordandosi con il Milan, per la delusione dei tanti tifosi che lo avevano amato.

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  • Philippe Mexes AC MilanGetty

    IL MILAN: IL GOAL PIÙ BELLO E LE FOLLIE

    I rossoneri acquistano il difensore francese a parametro zero, scommettendo su di lui nonostante l'intervento chirurgico cui deve sottoporsi dopo il grave infortunio e i lunghi tempi di recupero.

    Mexes, nonostante l'amore dei tifosi della Roma, non rinnova e decide di fare una nuova esperienza con la squadra che ha appena vinto lo Scudetto con Massimiliano Allegri in panchina. Sogna di ottenere quel Tricolore che nella capitale era sfumato per ben 4 volte.

    Firma un quadriennale con un ingaggio pesante da 4 milioni di euro a stagione. Parte vincendo, senza naturalmente poter giocare, la Supercoppa italiana 2011, quello che resterà l'unico titolo conquistato con il Diavolo. A Pechino la squadra di Allegri si impone 2-1 sui cugini dell'Inter.

    L'esordio, causa appunto l'infortunio al ginocchio, arriva il 19 ottobre 2011 nei minuti finali della gara di Champions League contro i bielorussi del BATE Borisov (vittoria per 2-0), mentre in campionato il debutto arriva la settimana seguente nella partita contro il Parma vinta dal Diavolo per 4-1.

    Chiuso da due totem difensivi come Thiago Silva e Nesta, Philippe non trova però in rossonero la continuità che vorrebbe. In più il ginocchio sinistro continua a dare problemi. La situazione cambia nel 2012/13, quando, con il doppio addio dei due centrali titolari, Mexes diventa un pilastro dell'undici titolare rossonero, con 32 presenze e 2 goal.

    Sul piano personale è questa la miglior stagione del francese in maglia Milan, condita da due realizzazioni che lasciano il segno. La prima è un'autentica perla: una rovesciata dal limite dell'area nel corso della partita esterna di Champions League contro l'Anderlecht, il 21 novembre 2012, goal che ha consente alla società milanese di accedere agli ottavi di finale della competizione.

    La seconda il 19 maggio 2013, quando in occasione dell'ultima giornata di Serie A, un suo goal sigla la rimonta per 2-1 sul Siena che consente alla squadra di piazzarsi al 3° posto in campionato e di qualificarsi per la Champions League.

    Dal 2013/14, tuttavia, in corrispondenza con la decadenza dei rossoneri, inizia anche il declino del centrale francese, che balza alle cronache più per le intemperanze disciplinari che per le belle prestazioni. Il difensore in particolare si rende protagonista, per così dire, di due episodi controversi, uno contro la Juventus e uno con gli ex rivali della Lazio.

    Il 7 ottobre 2013 un pugno in faccia a Chiellini gli costa il rosso e una squalifica pesante di 4 giornate. Nel 2014/15 il francese rimedia un'espulsione al 90' nella sconfitta per 3-1 con la Lazio del 24 gennaio 2015 e finisce per mettere le mani al collo a Stefano Mauri e per litigare con Cana. Per portarlo fuori dal campo di peso devono intervenire i compagni: saranno altre 4 giornate di stop.

    "Quando sbagli è giusto prendere le responsabilità - ha dichiarato - mi è capitato più volte nella mia carriera, e non posso accettare la reazione che ho avuto. Non avevo fatto niente di che sul campo, ho preso il rosso e ho reagito in una maniera sbagliata. Ho dei figli, non è un buon esempio da parte di un padre, chiedo scusa a tutti. Non devo cercare alibi, è solo una partita di calcio: ho sbagliato io".

    In positivo, invece, arriva il 1° novembre 2015, sempre contro la Lazio, quello che sarà l'ultimo dei suoi 30 goal realizzati in carriera, in una sfida vinta 3-1 dai rossoneri di Mihajlovic.

  • "L'EREDE DI THURAM" E IL RAPPORTO DIFFICILE CON LA FRANCIA

    Il rapporto di Mexes con la Nazionale francese non è stato molto fortunato. Designato come futuro pilastro della Nazionale maggiore fin da quando era giovane, con Lilian Thuram che lo designò come "erede", in realtà Philippe a parte la Confederations Cup vinta nel 2003 e la fase a gironi di Euro 2012 non ha giocato mai giocato la fase finale di altri grandi tornei internazionale con la maglia dei Bleus.

    I suoi successi più importanti sono arrivati infatti a livello giovanile: un Europeo Under 18nel 2000, seguito dai quarti di finale del Mondiale Under 20 nel 2001 e dalla finale degli Europei Under 21 nel 2002.

    L'esordio in Nazionale maggiore arriva il 16 ottobre 2002 nel successo per 0-4 delle Qualificazioni ad Euro 2004 contro Malta. Nel 2003 gioca due gare nella Confederations Cup vinta dai transalpini.

    Pur accreditato di grandi mezzi, tanto da far spendere parole importanti nei suoi confronti da parte di Zidane ed Henry, sarà sempre visto con diffidenza dai Ct., in particolare da Domenech, per il suo carattere focoso e impulsivo.

    In tutto metterà insieme 29 presenze e un unico goal nella gara vinta 0-2 nelle Qualificazioni ad Euro 2012 contro il Lussemburgo. Chiude la sua esperienza in Nazionale maggiore a 30 anni con la gara di Euro 2012 persa 2-0 con la Svezia.

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  • IL RITIRO DAL CALCIO E COSA FA OGGI

    Persa ormai l'agilità che lo aveva contraddistinto negli anni migliori, nonostante il grande lavoro fatto in palestra, il fisico si appesantisce e si moltiplicano i problemi fisici. Il declino è inevitabile e rapido.

    Il 14 maggio 2016 Mexes chiude a 34 anni, indossando la fascia da capitano contro la sua Roma (sconfitta per 1-3 per il Milan) una carriera che gli ha dato tanto ma poteva dargli molto di più. I 7 goal in 114 presenze collezionati in rossonero portano a 30 in 552 gare il suo record totale con squadre di club.

    "Non mi sentivo più all’altezza - spiegherà a 'France Football' -, avevo dolori al ginocchio sinistro e ho deciso di chiudere. Magari avrei potuto fare altri due anni a buon livello, ma non potevo mentire. Non volevo prendere in giro nessuno e mi sono fatto da parte".
    "Certo, mi sarebbe piaciuto chiudere all'Auxerre, dove tutto è cominciato, ma non è stato possibile".

    Lasciato il calcio, Mexes decide di ritirarsi a vita privata. Oggi si dedica alla famiglia, ovvero ai suoi tre figli, Enzo ed Eva avuti da Carla, e Stella, avuta da Veronique, e alla compagna romana Francesca, e vive fra la Francia e l'Italia. Fra le passioni ci sono i pappagalli e i tatuaggi. La figlia Eva ha intrapreso la carriera da calciatrice con il Bordeaux.

    "Non mi andava di giocare solo per i soldi. Potevo continuare a giocare fino a 40 anni perché la passione c'è, ma non volevo andare in Cina o a Dubai - ha affermato in un'intervista a 'TeleRadioStereo' -. Ho scelto di restare vicino alla mia famiglia. Il mondo del calcio è cambiato e un po' di delusione l'ho avuta".
    "Sono tornato a una vita reale, senza avvertire nessuno. Non sono Zidane, Totti o Thuram. Quel che voglio è essere come tutti".

    Roma e la Roma, però, sono rimaste nel suo cuore.

    "La città è veramente eccezionale - ha dichiarato a 'Roma Channel' -. Quando vedi il sole la mattina quando ti alzi, è bellissimo. Poi la gente è calda, è simpatica, ricorda quella di Tolosa, da dove vengo io. Ti stanno sempre tutti vicini e ti aiutano a superare i momenti difficili. Quando vedi il Colosseo, ti emozioni. Roma è storica, la vedi sui libri di storia. È tutta Roma che è così, a Parigi c'è solo la Tour Eiffel. Roma è il massimo che puoi trovare in Europa e nel mondo. È eccezionale".
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