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Oltre un anno dalla finale di Istanbul: come sono cambiate Manchester City e Inter

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Ci risiamo: Manchester City e Inter tornano a sfidarsi a quindici mesi da una partita ben più importante, valevole la vittoria della Champions League.

A Istanbul fu la rete di Rodri a spezzare il sogno dei nerazzurri di riportare a casa la coppa dalle grandi orecchie, tredici anni dopo l'impresa 'tripletistica' con Mourinho in panchina: una ferita ancora parzialmente aperta, da rimarginare magari in questa stagione.

Da allora qualcosa è cambiato all'interno delle due formazioni, soprattutto in quella nerazzurra: diversi i giocatori che non figurano nell'undici attuale, rivoluzionato nel calciomercato di un anno fa che alla fine ha condotto alla conquista dello Scudetto della seconda stella.

  • NOVITÀ GVARDIOL E DOKU

    Il Manchester City che vinse quella partita si presentò col 3-2-4-1 e con la presenza di un difensore come Stones accanto a Rodri nella zona mediana: una mossa azzeccata di Guardiola, decisiva per l'esito della sfida in terra turca.

    Rispetto a quell'uscita, ci saranno due volti nuovi nella formazione titolare: Gvardiol sarà infatti il terzino sinistro nella difesa a quattro, mentre Doku dovrebbe essere impiegato sulla corsia di destra nel poker di giocatori alle spalle di Haaland.

    Norvegese che a Istanbul rimase a secco, limitato a dovere dalla retroguardia nerazzurra: stasera proverà a rifarsi davanti ai propri tifosi, dove il City non perde nei 90 minuti in Champions addirittura dal 2018.

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  • COM'È CAMBIATA L'INTER

    I nerazzurri scenderanno in campo con lo stesso e identico modulo di allora (il 3-5-2), ma con qualche interprete diverso: a partire dalla porta, dove al posto di Onana ci sarà Sommer.

    Bisseck dovrebbe far rifiatare Pavard nella posizione in cui il 10 giugno 2023 giocò Darmian, che stasera dovrebbe partire dal 1' in qualità di quinto a destra.

    Nella zona nevralgica non ci sarà Brozovic, nel frattempo ceduto all'Al-Nassr: la sua eredità è stata raccolta alla grande da Calhanoglu, affiancato nell'occasione da Barella e uno tra Zielinski e Mkhitaryan (col primo favorito).

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  • ATTACCO RIVOLUZIONATO

    La coppia offensiva interista rischia di essere completamente diversa rispetto alla gara di Istanbul, dove a scendere in campo dal primo minuto furono Dzeko e Lautaro.

    Il bosniaco fu sostituito poco prima dell'ora di gioco da Lukaku, la cui mancanza di lucidità sottoporta non permise all'Inter di pareggiare e prolungare l'incontro ai tempi supplementari.

    Stasera si va verso un tandem interamente nuovo: Lautaro dovrebbe partire dalla panchina per fare spazio a Taremi, accanto a Thuram che quindici mesi fa era ancora (seppur per poco) un giocatore del Borussia Moenchengladbach.

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  • NESSUNA RIVINCITA

    A cambiare non sono soltanto gli interpreti in campo, ma anche anche la posta in palio di Manchester City-Inter: se allora c'era una coppa da portare a casa, stavolta vi sono tre semplici punti all'interno di una lunga e nuova fase a campionato.

    Un aspetto rimarcato da Simone Inzaghi, che nella conferenza stampa della vigilia ha preferito non usare il termine 'rivincita' per descrivere le ambizioni della sua squadra.

    "La finale di Istanbul l'ho rivista una settimana dopo. E poi un mese fa, quando la davano integralmente in tv. Non credo sia una rivincita, non sarà una finale ma una partita del nuovo format della Champions. In finale sono fondamentali gli episodi e anche Guardiola lo sa: domani (oggi, n.d.r.) inizia un torneo diverso, prima si preparavano i match di andata e ritorno".

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