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Sucic Bastoni Inter TorinoGetty

"Non siamo finiti": le parole di Bastoni e la fame dell'Inter, il messaggio al campionato dei nerazzurri

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L'Inter è ripartita come meglio non poteva: chiara dimostrazione di forza dei nerazzurri che non hanno lasciato scampo al malcapitato Torino, letteralmente travolto all'esordio nella nuova Serie A.

Un 5-0 che non lascia spazio a recriminazioni per gli sconfitti e, soprattutto, rappresenta un segnale forte e chiaro da parte di chi ha deciso di cancellare definitivamente le scorie di un finale di stagione da incubo, dove dalla possibilità di vincere tutto si è passati alla triste realtà di un pugno di mosche in mano.


L'Inter, insomma, ha fame ed è carica in vista dei prossimi appuntamenti: il temuto contraccolpo psicologico non c'è stato e, anzi, a prendersi la scena sono state la nuova linfa e una fiducia completamente rinnovata.

  • LA CARICA DI BASTONI

    Uno dei migliori in campo nella magica serata di San Siro è stato Alessandro Bastoni, autore della torsione che ha portato in vantaggio i nerazzurri e dell'assist al bacio per un altro colpo di testa, quello di Marcus Thuram.

    Intervistato da 'Sky Sport' al termine della sfida, il difensore italiano si è lasciato andare a dichiarazioni cariche di orgoglio per il percorso fatto, nonostante alla fine non siano arrivati i risultati sperati.

    "Siamo arrivati in finale di Champions League e a un punto dalla prima in campionato: una squadra fallita e a fine ciclo non ci sarebbe riuscita. La squadra e il gruppo ci sono, oggi (ieri, n.d.r.) sono entrati in tanti e ci hanno dato la carica. Siamo felici e guardiamo a questa nuova stagione".

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  • BENE I NUOVI: SUCIC DELIZIOSO, BONNY NON SBAGLIA

    Nelle parole di Bastoni è contenuto anche un riferimento ai volti nuovi e al contributo da loro offerto alla prima a San Siro: il pensiero, in questo caso, va subito a Petar Sucic.

    Il croato ha letteralmente incantato all'esordio in match ufficiali: l'assist quasi visionario per il raddoppio di Thuram è il manifesto perfetto di una prestazione fatta anche di ripiegamenti e corse all'indietro, all'insegna di una totalità che non può non far felici mister Chivu e i tifosi.

    Anche Ange-Yoan Bonny ha avuto modo di lasciare la sua impronta sull'incontro: a differenza del croato, il francese ha timbrato il cartellino con la rete della definitiva 'manita', sfruttando l'ennesimo errore in fase di costruzione dal basso di un Torino in completa balia degli avversari e del largo svantaggio.

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  • NEL SEGNO DELLA 'THULA'

    Trovare una nota stonata in questa Inter è pressoché impossibile: anche la tanto vituperata 'ThuLa' ha offerto risposte convincenti, sia in termini realizzativi che di intesa, quest'ultima tornata ai livelli eccelsi di un tempo.

    Thuram e capitan Lautaro hanno dialogato, si sono cercati l'uno con l'altro e non hanno esitato ad apporre la loro firma sull'incontro: il francese con una doppietta, l'argentino con un goal di 'rapina' frutto della caparbietà che da sempre lo contraddistingue.

    Una prova che forse è il risultato degli stimoli ricevuti sotto l'aspetto della concorrenza e della competitività del reparto offensivo, che con Bonny e Pio Esposito (ieri assente per squalifica) ha alzato di gran lunga il livello: in attesa che anche il classe 2005 cresciuto in casa possa dire la sua.

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  • CHIVU STORICO

    Era dal 2001 che un tecnico straniero dell'Inter non esordiva in campionato con una vittoria: allora era toccato a Hector Cuper, oggi è Cristian Chivu a godersi i frutti di tre punti dal gusto speciale. Nemmeno lo 'Special One' José Mourinho ci era riuscito.

    "L'esordio a San Siro da giocatore - le dichiarazioni in conferenza stampa - non me lo ricordo perché sono stato operato alla testa, faccio sempre questa battuta. L'emozione c'è, ma mi toglie i pensieri. Entrando in questo stadio meraviglioso i ricordi tornano. La cosa più importante non sono io, ma questi giocatori che sono fondamentali. Sono orgoglioso per come mi hanno accolto".

    Secondo quanto riportato da 'Opta Paolo', il rumeno è anche il primo allenatore interista a far registrare un successo con cinque goal di scarto al debutto in Serie A: spazzato in un sol colpo lo scetticismo che ha accompagnato la sua nomina ai primi di giugno, quando si prese la panchina dopo il fallito assalto di Marotta e Ausilio a Fabregas.

    5-0 come il risultato subìto in finale di Champions League, messo in archivio dal punto di vista mentale: l'Inter è ripartita e vuole scrivere nuove pagine importanti, magari dall'esito decisamente opposto a quello nefasto della finale di Monaco di Baviera.

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