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3x3 Supercoppa italiana HDGOAL

Il Napoli può aprire un ciclo? De Laurentiis migliore presidente della Serie A? Il Bologna è solo una favola? Il 3X3 di GOAL

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  • Conte ha mentito? Il Napoli può aprire un ciclo?
  • De Laurentiis è il miglior presidente della storia moderna della Serie A?
  • Il Bologna rischia di essere solo una favola?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL dopo la finale di Supercoppa italiana: le risposte di Leonardo Gualano, Antonio Torrisi e Andrea Ajello nel nostro 3X3.

  • FBL-ITA-CUP-NAPOLI-BOLOGNAAFP

    CONTE HA MENTITO? IL NAPOLI PUÒ APRIRE UN CICLO?

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  • "Conte può fare la storia al Napoli"

    Leonardo Gualano - Prima lo Scudetto, poi la Supercoppa Italiana, e tutto in pochi mesi: il 2025 destinato a essere ricordato come uno degli anni più importanti dell’intera storia del Napoli.

    È dai tempi di Diego Armando Maradona che la compagine partenopea non metteva due trofei in bacheca nello stesso anno solare e, se quella è oggi ricordata come la squadra di quello che è stato probabilmente il più grande giocatore di ogni tempo, quella attuale resterà nella memoria di tutti soprattutto come il Napoli di Antonio Conte.

    Il tecnico azzurro ha avuto il merito non solo di far letteralmente risorgere una compagine che, dopo lo Scudetto vinto con Luciano Spalletti in panchina, si era sciolta al punto di non riuscire ad andare oltre a un anonimo decimo posto in Serie A nella stagione successiva, ma l’ha plasmata sotto il profilo tecnico e caratteriale.

    Conte ha inculcato nel suo gruppo quella forza e quelle idee che gli hanno consentito di essere più forte anche dei tanti infortuni che stanno condizionando questa stagione, ma i recenti titoli vinti devono rappresentare solo un punto di partenza.

    Sì, perché il Napoli ha già avuto modo di trionfare in passato, ma forse non è mai riuscito realmente a costruire un ciclo vincente a lungo termine con un’unica guida in panchina. Una storia fatta di alti e bassi, di enormi soddisfazioni e delusioni, ma oggi ci sono tutti gli ingredienti per creare qualcosa di duraturo.

    È stata creata una mentalità vincente, c’è un presidente che non ha mai lesinato in fatto di investimenti, una dirigenza solida e totalmente allineata, ma anche una rosa forte che, a causa dei tanti infortuni, non ha ancora espresso forse tutto il suo potenziale.

    Gli ingredienti ci sono tutti, ora bisogna solo fare il passo successivo. Come spiegato da capitan Di Lorenzo dopo il trionfo contro il Bologna in Supercoppa: “Più vinci e più hai fame di trofei”.

    Se si parla di fame, nessun allenatore è più indicato di Conte, ma ora tocca anche a lui fare uno step successivo. La sua carriera da allenatore racconta che l’esperienza più lunga è stata quella alla Juventus ed è durata tre anni. Di lì in poi, due annate al Chelsea, due all’Inter e una parentesi più breve al Tottenham, prima di abbracciare il progetto Napoli.

    Starà anche a lui capire fin dove potrà spingersi all’ombra del Vesuvio. Porre fine a quello che è sin qui stato un percorso stupendo sarebbe un peccato: al Napoli ha già fatto la storia, ma può fare ancora di più.

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  • Napoli v Cagliari - Serie AGetty Images Sport

    DE LAURENTIIS È IL MIGLIOR PRESIDENTE DELLA STORIA MODERNA DELLA SERIE A?

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  • "De Laurentiis ha dimostrato che Napoli può pensare al calcio anche dimenticandosi di Maradona. Ed è un miracolo"

    Antonio Torrisi - Va bene, Aurelio De Laurentiis non è certamente il più simpatico tra i presidenti. Ma chi ha detto che un presidente debba necessariamente essere simpatico? Ok, di alcune dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis avremmo piacevolmente fatto a meno, nel corso degli anni. Ma anche questo rientra nel suo personaggio, in fondo, no? Sì, Aurelio De Laurentiis non è sempre stato lineare, calcisticamente parlando. Ma se è vero (e su questo, cari tifosi azzurri, direi che sia arrivato il momento di mettere un punto fisso) che Aurelio De Laurentiis è il Napoli, perché Aurelio De Laurentiis è il Napoli, è vero anche che Aurelio De Laurentiis si sta dimostrando uno, se non "il", presidente migliore della storia recente della Serie A.

    E qualcuno dirà, già lo leggo: "Andrea Agnelli giocava a bocce". "Silvio Berlusconi non viene contato, giusto?". "Massimo Moratti escluso, vero?". E invece no. Perché sono i presupposti a pesare, in questo caso. È il punto di partenza a fare la differenza. 

    Andrea Agnelli ha riscritto la storia del campionato italiano: lo ha fatto con una Juventus che difficilmente qualcuno riuscirà a raggiungere, in termini di dominio assoluto. Quella squadra non solo non aveva rivali, ma era quasi perfetta (in quel "quasi", ovviamente, trova spazio la mancata vittoria di una Champions League che avrebbe consacrato il suo progetto ricoprendolo sostanzialmente di eternità). Di Silvio Berlusconi non c'è bisogno di dire molto: 8 Scudetti, 5 Champions League. Tanti altri trofei. Prima di lui il Milan di Coppe dei Campioni ne aveva vinte 2: oggi, nonostante siano passati 19 anni dall'ultimo successo di Atene, è ancora il secondo club col maggior numero di Champions vinte. What else? Per Massimo Moratti parla il Triplete dell'Inter, un'impresa mai riuscita ad alcuna squadra italiana e che, ripensandola più volte e più attentamente, assume i tratti di qualcosa di epico.

    Ma allora perché Aurelio De Laurentiis può essere considerato il miglior presidente della stoia moderna della Serie A? Perché né Agnelli, né Berlusconi, né Moratti hanno preso la squadra dalle macerie. E non le macerie tecniche di un settimo posto, né quelle di un progetto sportivo sbagliato. Certo, direte voi, Berlusconi ha salvato il Milan dal fallimento. Ma non lo ha preso dalla Serie C. Non ha preso il Napoli, fallito, dalla terza serie calcistica italiana. Non ha dovuto fare i conti con i problemi che, quasi da sempre, attanagliano lo sport al Sud. Sia quelli strettamente legati al campo che quelli extracampo e legati ai costi, alle strutture, alla fame di calcio che spesso si trasforma in fretta di tornare ai massimi livelli.

    De Laurentiis ha fatto un mezzo miracolo. Nonostante tutte le critiche che sono state mosse contro di lui, pure  con epiteti poco carini che eviteremo, nel corso degli anni. Ha vinto due Scudetti in tre anni, portato a Napoli i migliori giocatori e allenatori, e pazienza se non c'è più Diego Armando Maradona. De Laurentiis ha dimostrato che si può fare calcio anche dimenticandosi, per una volta, che il più grande di tutti è passato da quelle parti, tanti, ma tanti anni fa. È il momento di pensare al presente, adesso, fortunatamente. Ecco, questo gli altri non lo hanno fatto. Lui sì. Ci è riuscito.

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  • Bologna FC 1909 v FC Internazionale - Supercoppa Italiana SemifinalGetty Images Sport

    IL BOLOGNA RISCHIA DI ESSERE SOLO UNA FAVOLA?

  • "Il Bologna ha già dimostrato di non essere solo una 'favola'... ma molto dipende da Italiano"

    Andrea Ajello - Chi l'avrebbe detto non troppo tempo fa che il Bologna sarebbe uscita delusa per aver perso la finale di Supercoppa? E così è perché quando arrivi ad un passo dal trofeo, che sarebbe stato storico per i rossoblù non avendo mai partecipato prima di questa edizione, la delusione è inevitabile. Nonostante non si possa parlare di rimpianti visto che davanti la squadra di Vincenzo Italiano ha trovato un'avversaria che le è stata superiore, come sarebbe dovuto in effetti essere. Quindi cosa rimane al Bologna e quali sono davvero le prospettive per il club?

    Intanto l'aver eliminato l'Inter in semifinale dimostra come il Bologna fosse adeguata al contesto. Certo, la sconfitta in finale e l'ultimo periodo in campionato (1 punto in tre giornate) hanno rallentato la corsa dei rossoblù. Ma il Bologna non si può considerare solo una favola. Questo 'rischio' è stato cancellato da tempo. Se fosse stato così, tutto si sarebbe fermato dopo la sorprendente stagione con Thiago Motta che ha portato la squadra in Champions League. E invece l'anno dopo le cose sono andate ancora meglio con la vittoria della Coppa Italia. Fino a poche settimane fa si parlava dei rossoblù addirittura per la corsa scudetto e comunque ci sono le condizioni ancora per pensare di lottare per il quarto posto. Allargando lo sguardo, in Europa League la squadra di Italiano sta facendo un bel percorso ed è praticamente già qualificata almeno per i playoff. Tutto questo insomma è la prova che il Bologna è ormai una realtà importante del calcio italiano da almeno due anni e mezzo e non può trattarsi di un semplice exploit. La piazza per ambire e sognare di proseguire su questa strada c'è, le competenze anche con ovviamente la figura di Giovanni Sartori che è fondamentale e che permette anche di non risentire di cessioni importanti come quelle fatte nelle ultime sessioni di mercato (da Zirkzee a Calafiori fino a Ndoye e Beukema).

    Il paragone più facile da fare è quello con l'Atalanta; anche in quel caso sembrava inizialmente poter trattarsi di una "favola" e invece è stata ai massimi livelli del calcio italiano (e in Europa) per molti anni.

    Ecco, a proposito di questo, una componente che sembra essere necessaria però per non tornare "indietro" è la permanenza di Italiano. Perderlo alla fine di questa stagione aprirebbe un vuoto non facile da colmare, come dimostra proprio quanto successo in questi mesi dopo l'addio di Gasperini all'Atalanta. Il ciclo dei rossoblù potrebbe essere solo all'inizio, ma sarà fondamentale ripartire da chi ha saputo valorizzare al meglio questa rosa.

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