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Derby CL 2005 GOAL

Milan-Inter 2005 in Champions League: l'affermazione rossonera all'andata e 'Il derby della vergogna'

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Per la seconda volta nella loro storia, dopo il precedente del 2003, Milan e Inter arrivano a sfidarsi nella fase ad eliminazione diretta della Champions League. Stavolta il sorteggio abbina i rossoneri di Carlo Ancelotti e i nerazzurri di Roberto Mancini nei quarti di finale dell'edizione 2004/05.

A differenza della prima, in cui fra le squadre c'era stato grande equilibrio, in questa occasione il rapporto di forze pende dalla parte del Milan, che vince con personalità la sfida casalinga dell'andata (2-0) e sembra potersi ripetere anche al ritorno, tanto da portarsi in vantaggio alla mezzora con Shevchenko.

Ma nel corso della ripresa succede quello che nessuno può aspettarsi: dagli spalti inizia a piovere di tutto sul terreno di gioco. Le intemperanze dei tifosi nerazzurri oltrepassano ogni limite quando un petardo colpisce ad una spalla il portiere del Milan Nelson Dida. L'arbitro tedesco Merk deve sospendere la partita.

Il brasiliano se la caverà ma per Milano è inevitabile la figuraccia internazionale. La commissione disciplinare dell'UEFA assegnerà lo 0-3 a tavolino al Milan, che passerà così in semifinale. Come nel 2003 i rossoneri andranno poi in finale, ma stavolta troveranno ad Istanbul ad opera del Liverpool di Rafa Benitez una delle sconfitte più dolorose della loro storia.

  • IL CAMMINO DELLE DUE MILANESI

    Il cammino dei campioni d'Italia del Milan di Ancelotti nella Champions League 2004/05 inizia nel Gruppo F della fase a gironi. I rossoneri partono bene, ottenendo 3 vittorie consecutive.

    L'esordio è in Ucraina contro lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu, con una gara equilibrata decisa da un goal di Seedorf nei minuti finali. I rossoneri bissano imponendosi 3-1 al Meazza nella 2ª giornata sul Celtic di O'Neill, con le marcature di Shevchenko, Inzaghi e Pirlo.

    La strada per la qualificazione agli ottavi di finale si fa in discesa quando i rossoneri, con una perla di Shevchenko, in condizioni smaglianti, castigano anche il Barcellona dell'ex Rijkaard, l'avversario più autorevole per vincere il girone.

    La prima e unica sconfitta arriva al quarto turno, al Camp Nou, con i blaugrana che con Eto'o e Ronaldinho ribaltano lo svantaggio iniziale firmato dal solito Sheva. Un'ampia vittoria nella successiva giornata contro lo Shakhtar a San Siro (4-0 con doppiette di Kaká e Crespo) certifica la qualificazione matematica come primi nel girone dei rossoneri, che chiudono con 13 punti, 3 in più dei catalani, dopo aver pareggiato 0-0 a Glasgow con il Celtic.

    Non meno esaltante è il percorso dell'Inter di Mancini, 3ª nella precedente Serie A, e dunque partita dal playoff con gli svizzeri del Basilea. L'esordio è un 1-1 in Svizzera con Adriano subito a segno, poi la pratica è sbrigata nel match di ritorno a San Siro con un 4-1 che non lascia spazio a repliche (doppietta di Adriano e goal di Stankovic e Recoba).

    Qualificata alla fase a gironi, la squadra nerazzurra è inserita dal sorteggio nel Gruppo G, dove dovrà impegnarsi a fondo per superare la concorrenza dei tedeschi del Werder Brema e degli storici eurorivali del Valencia.

    La squadra di Mancini parte con un secco 2-0 in casa sul Werder Brema grazie ad una doppietta dello scatenato Adriano, quindi si ripete in Belgio contro l'Anderlecht (1-3 con goal di Martins, Adriano e Stankovic) e ipoteca gli ottavi di finale già alla terza giornata passeggiando per 1-5 al Mestalla contro il Valencia (segnano Stankovic, Vieri, Van der Meyde, Adriano e Cruz).

    Sul più bello i nerazzurri rallentano, complicandosi un po' la vita. Seguono infatti 2 pareggi consecutivi con il Valencia in casa (0-0) e il Werder Brema in Germania (1-1, rete di Martins). Proprio il punto in Germania, tuttavia, certifica il passaggio del turno. La successiva ampia vittoria casalinga sull'Anderlecht per 3-0 consente ai nerazzurri di Mancini di presentarsi da primi del girone ai sorteggi degli ottavi di finale.

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  • GLI OTTAVI DI FINALE E IL SORTEGGIO DEL 18 MARZO

    Tre delle quattro squadre italiane partecipanti guadagnano la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions League 2004/05, con la sola Roma eliminata nei gironi. Con le due milanesi c'è anche la Juventus, e tutte e 3 le grandi del calcio italiano hanno staccato il pass da prime nei rispettivi raggruppamenti.

    Questo, tuttavia, deludendo quelle che erano le aspettative, non garantisce alle italiane un sorteggio 'morbido' agli ottavi, anzi. Se la Juventus pesca il Real Madrid, il Milan è abbinato al Manchester United di Sir Alex Ferguson, e l'Inter ai campioni d'Europa in carica del Porto. Ma è un momento in cui il calcio italiano ancora sa farsi valere a livello continentale e tutte e tre le squadre passeranno anche l'ostacolo degli ottavi.

    Il Milan regola i Red Devils con un doppio 1-0, il primo ad Old Trafford e il secondo al Meazza, gare decise entrambe da Hernan Crespo. L'Inter non è da meno e dopo un 1-1 in terra lusitana con goal di Martins, cala il tris nel match di ritorno con una devastante tripletta del brasiliano Adriano.

    Alle milanesi si aggiungono ancora una volta i bianconeri, che 'rimediano' al k.o. di misura al Bernabeu dell'andata con un 2-0 nella sfida di ritorno del Delle Alpi. La partita è decisa da una rete ai supplementari di Zalayeta, ancora una volta uomo qualificazione della Juve.

    La situazione che si prospetta ai sorteggi della fase finale, in programma a Nyon, in Svizzera, il 18 marzo 2005, è così molto simile a quella del 2003, con 3 squadre italiane nell'urna e un rischio elevato di un derby italiano già nei quarti di finale se non poi in semifinale. L'eventualità è però esorcizzata dall'a.d. del Milan Adriano Galliani, che alla vigilia dichiara:

    "Non ne faccio un discorso tecnico, ma puramente egoistico: mi auguro di tutto cuore di non incontrare squadre italiane nei quarti di finale di Champions League. Soprattutto non vorrei affrontare l’Inter perché per noi che viviamo a Milano sarebbe un vero inferno. Ricordo che la settimana del derby di Champions del 2003 per me è stata la peggiore di tutte a livello di tensione".

    Il ricordo della tensione vissuta nell'euroderby 2003 è ancora freschissimo, e a prescindere dai rapporti di forza, che stavolta sembrano pendere dalla parte rossonera, nessuno in casa Milan si augura di affrontare i cugini nerazzurri.

    Di diverso parere è il patron nerazzurro Massimo Moratti, che dà voce alla sete di rivalsa del tifo nerazzurro, dopo l'eliminazione del 2003.

    "Vorrei affrontare subito Milan o Juventus, così vediamo chi è più forte", dichiara.

    Proprio l'eventualità che i rossoneri non vogliono prendere in considerazione sarà quella che si verifica nell'urna. Se la Juventus trova il Liverpool, Milan e Inter devono affrontarsi nuovamente in un euroderby due anni dopo quello del 2003.

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  • MILAN-INTER 2-0: L'AFFERMAZIONE ROSSONERA

    Lo schema e l'ordine delle partite è analogo a quello della prima volta. Tutto si deciderà in 6 giorni, con l'andata che si gioca con il Milan in casa mercoledì 6 aprile 2005, e il ritorno che si disputa con l'Inter padrone di casa martedì 12 aprile.

    "Tutti tranquilli - dichiara Ancelotti dopo il sorteggio - sarà una bella sfida di calcio".

    In casa nerazzurra, invece, si pregusta una rivincita sui cugini.

    “La semifinale di due anni fa è una partita che ci è rimasta in mente - dice Moratti -, quindi ora non ci resta che toglierci questo fastidio”.
    "Due anni fa pareggiammo entrambe le partite e fummo eliminati perché il Milan segnò un goal in trasferta - gli fa eco il presidente Giacinto Facchetti -. Poi negli ultimi tempi abbiamo perso i derby, quindi tutto questo penso che aumenterà la determinazione dell’Inter in campo…".

    Mercoledì 6 aprile, in un clima teso ma meno rispetto al 2003, va in scena il Derby di andata. Quando Milan e Inter si sfidano in Champions, in campionato i rossoneri sono appaiati alla Juventus in vetta alla classifica a 66 punti e i nerazzurri sono terzi con un distacco abissale di 16 lunghezze.

    Il campo dirà che il distacco in Serie A non è casuale. Il Milan, schierato con il suo classico 4-3-1-2, ha una difesa blindata con Cafu, Nesta, Stam e Maldini, Pirlo in cabina di regia e davanti Kaká dietro le due punte Crespo e Shevchenko. L'Inter adotta uno schieramento speculare con Cordoba e Mihajlovic al centro della difesa e, assente Adriano, dominatore della prima parte della Champions per i nerazzurri, in attacco Julio Cruz e Obafemi Martins.

    I nerazzurri giochicchiano nel primo tempo, e Dida deve dire due volte di no alle conclusioni di Veron prima e Cruz poi. Il Milan è guardingo e appena l'Inter cala affonda i colpi e chiude i giochi con due reti su calcio da fermo nate entrambe dai piedi di Andrea Pirlo. In chiusura di primo tempo il regista bresciano dalla destra scodella un bel pallone a centro area, sul quale Stam ruba il tempo a Cordoba e con un colpo di testa da distanza ravvicinata porta in vantaggio i rossoneri.

    Nella ripresa una punizione di Mihajlovic termina di poco alta sopra la traversa di Dida. Poi su palla tesa di Kaká dalla sinistra, è Shevchenko a mancare il tap-in sotto misura spedendo a lato in scivolata. Al 55' Mancini si gioca la carta Vieri al posto di Cruz.

    L'Inter ci prova ma senza troppa convinzione. Al 74' è allora bravo Shevchenko a incornare di testa sotto misura su punizione tesa dalla destra di Pirlo, anticipando Cordoba. L'ucraino esulta in festa sotto la Sud occupata dai tifosi rossoneri. Dopo aver inserito precedentemente Kaladze per Nesta, sul 2-0 Ancelotti si copre e mette dentro Ambrosini per Crespo.

    Mancini, invece, inserisce Van der Meyde per Cristiano Zanetti. Ma il risultato non cambia, la gara scorre via sul 2-0 per il Milan, che davanti a 79 mila spettatori accorsi al Meazza pone così una seria ipoteca sulla qualificazione alle semifinali.

  • INTER-MILAN 0-3 A TAVOLINO: 'IL DERBY DELLA VERGOGNA'

    Il 2-0 dell'andata fa pendere il discorso qualificazione in maniera importante dalla parte dei rossoneri. All'Inter servirebbe infatti 'un miracolo' per ribaltare la debacle della gara di andata. Mancini e i tifosi però sperano: la notizia è infatti il recupero del brasiliano Adriano, cui il tecnico jesino nell'undici titolare pone a supporto sulla trequarti il terzetto composto da Van der Meyde, Veron e Kily González. In difesa gioca Materazzi e Mihajlovic parte dalla panchina.

    Ancelotti, invece, effettua un'unica variazione rispetto alla gara di andata: a centrocampo Ambrosini prende il posto dello squalificato Gattuso, e per il resto la squadra è la stessa di 6 giorni prima. In uno Stadio Meazza gremito di oltre 82.700 spettatori, la gara inizia con toni agonistici elevati.

    Kily González al 4' stende Sheva lanciato in contropiede: il fischietto tedesco Merk estrae il giallo e riserva lo stesso trattamento pochi secondi dopo ad Ambrosini, che non fa complimenti ed entra a gamba tesa proprio sull'argentino dell'Inter. I falli continuano a succedersi: Cordoba stende Kaká sulla trequarti, e sul successivo calcio di punizione Pirlo piazza il pallone di oltre un metro sul fondo sulla destra.

    In casa Inter è Veron a scaldare i guantoni di Dida, costretto alla deviazione in corner su conclusione violenta e improvvisa dell'ex laziale. Adriano è ben controllato dalla difesa rossonera, e al 30' anche il match di ritorno cambia: Cafu scende sulla destra e serve un bel pallone a Shevchenko, che controlla al limite dell'area e con un potente sinistro fulmina Toldo.

    Il Milan passa a condurre anche nella gara di ritorno, e per l'Inter la situazione si fa molto difficile: vista la regola dei goal in trasferta, i nerazzurri dovrebbero vincere 4-1 per qualificarsi.

    Contrariamente alle dichiarazioni bellicose di Moratti e Facchetti alla vigilia del doppio confronto, la squadra di Mancini non è riuscita a tener testa a quella di Ancelotti. E, inevitabilmente, subentra il nervosismo. In campo e sugli spalti.

    Kily González impegna ancora Dida alla deviazione in corner con una sventola dalla distanza, poi Adriano, pressato da Cafu, di testa gira a rete ma non inquadra lo specchio. Dall'altra parte un colpo di testa del terzino brasiliano, forse spinto da Favalli, ha la stessa sorte. Il primo tempo, dopo un fallaccio di Nesta su Adriano, punito da Merk con il giallo, termina 0-1.

    Dopo l'intervallo Mancini si gioca la carta Mihajlovic al posto di Cristiano Zanetti, con l'intento di creare pericoli ai rossoneri sui calci di punizione, e Julio Cruz al posto di Kily González per dare maggior peso all'attacco. Ancelotti, invece, non opera cambi e va avanti con lo stesso undici che ha iniziato la partita.

    Il tecnico nerazzurro si gioca il tutto e per tutto e spende anche il terzo cambio già al 51': fuori Adriano, apparso ancora lontano dalla miglior condizione, e dentro Martins, il nigeriano che aveva punito i rossoneri nell'euroderby 2003.

    L'Inter aumenta effettivamente la sua pericolosità offensiva ma è piuttosto imprecisa e la difesa rossonera controlla bene. Intanto cambia anche Ancelotti, che rinforza il centrocampo togliendo Crespo e inserendo al suo posto Rui Costa.

    La prima vera occasione per i nerazzurri arriva al 70': pregevole conclusione col destro di Van der Meyde e Dida deve volare sulla sua sinistra per deviare in calcio d'angolo. Quando sembra che la gara volga verso un finale combattuto e ricco di emozioni, un episodio contestato da parte dei nerazzurri scatena la follia dei tifosi.

    Calcio d'angolo battuto a giro dalla destra da Mihajlovic, la traiettoria del pallone scavalca Dida, non impeccabile nell'occasione nell'uscita, e arriva sulla testa di Cambiasso, che da distanza ravvicinata, vanamente contrastato da Cafu, insacca.

    I nerazzurri, in campo e sugli spalti, esultano, ma la gioia dura pochi secondi: per Merk c'è stata una carica di Cruz su Dida, dunque goal annullato e calcio di punizione per il Milan. La decisione dell'arbitro spegne la luce della razionalità nei tifosi nerazzurri, che iniziano dalla Curva Nord un fitto lancio di fumogeni, bottigliette e petardi sul terreno di gioco del Meazza.

    L'arbitro si trova costretto allora a sospendere la partita, quando uno dei petardi colpisce alla spalla destra il portiere brasiliano del Milan. I sanitari rossoneri devono portarlo fuori dal campo per soccorrerlo, e aumenta ulteriormente l'esasperazione del tifo nerazzurro. Merk decide allora di rimandare le squadre negli spogliatoi. Non ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere a giocare.

    Quello che doveva essere uno spettacolo straordinario, uno spot per Milano e per il calcio italiano, si era appena trasformato in quello che sarà universalmente ricordato come il Derby della Vergogna’.

    Trascorsi 26 minuti, e sgomberato il prato di San Siro di tutti gli oggetti lanciati dai tifosi nerazzurri, si prova a riprende, con Abbiati al posto di Dida nella porta rossonera. Il brasiliano se la caverà con un grande spavento, una leggera ferita e un'ustione, ma quell'incredibile episodio condizionerà il prosieguo della sua carriera.

    Le squadre tornano in campo, il tentativo di portare a termine il derby di ritorno, tuttavia, si rivelerà vano: le intemperanze del tifo nerazzurro continuano, come il lancio di fumogeni e petardi. Dall'altra parte del campo, in un'immagine che passerà alla storia in quella serata di follia, Materazzi e Rui Costa, avversari sul campo, osservano assieme increduli e impotenti lo scenario da guerra sotto la Nord.

    Merk si vede costretto a decretare la fine anticipata della partita. L'1-0 del campo in sede di Commissione disciplinare diventa 0-3 a tavolino per il Milan, ma ad uscirne fortemente danneggiati a livello di immagine sono Milano e tutto il calcio italiano, che di lì a poco avrebbe vissuto lo scandalo di Calciopoli.

    "Le partite non devono finire così - dichiara il tecnico dell'Inter, Roberto Mancini -. C'è grande amarezza per tutto quello che è successo, siamo dispiaciutissimi".

    Ancora più pesanti sono le parole di Carlo Ancelotti.

    "Quanto accaduto è colpa della cultura italiana - sostiene Carletto -. Io ho vissuto moltissimi derby prima da calciatore e poi da allenatore ed è la prima volta che assisto ad una cosa del genere. Si è penalizzata tutta Milano, una città che ha sempre dimostrato grandissima correttezza".
    "Tutti dovrebbero smetterla di fare polemiche in tv - prosegue -. Nel nostro calcio ci sono tante chiacchiere gratuite che fanno venire fuori altri aspetti del calcio che nulla hanno a che fare con il gioco. Quella di oggi è stata una reazione inaspettata, c’è una cultura da cambiare ed uno sport da vivere con maggiore tranquillità".

    Dopo quel derby, trasformato da momento di festa per lo sport in guerriglia urbana, il Milan proseguirà il suo cammino europeo raggiungendo la finale di Istanbul dopo aver eliminato anche il PSV Eindhoven in semifinale.

    In finale, tuttavia, i rossoneri, in vantaggio per 3-0 dopo 45 minuti, saranno rimontati dal Liverpool e poi battuti ai calci di rigore in quella che resta a tutt'oggi una delle sconfitte più amare della storia del Diavolo.

    L'Inter, invece, uscita male dal doppio confronto stracittadino sul piano sportivo e del comportamento dei propri tifosi, si consolerà a fine stagione con la vittoria della Coppa Italia a spese della Roma. Lo Scudetto, invece, vinto sul campo dalla Juventus, eliminata a sua volta ai quarti di finale dal Liverpool, le sarà revocato dopo Calciopoli.

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  • I TABELLINI

    QUARTI DI FINALE - ANDATA

    Mercoledì 6 aprile 2005

    Milano, "Stadio Giuseppe Meazza"

    MILAN-INTER 2-0

    Marcatori: 45' Stam, 74' Shevchenko

    MILAN (4-3-1-2): Dida; Cafu (90' Costacurta), Stam, Nesta (71' Kaladze), Maldini; Seedorf, Pirlo, Gattuso; Kaká; Shevchenko, Crespo (83' Ambrosini). All. Ancelotti

    INTER (4-3-1-2): Toldo; J. Zanetti, Cordoba, Mihajlovic, Favalli; C. Zanetti (81' Van der Meyde), Cambiasso, Stankovic; Veron; Cruz (55' Vieri I), Martins. All. Mancini

    Arbitro: Sars (Francia)

    QUARTI DI FINALE - RITORNO

    Martedì 12 aprile 2005

    INTER-MILAN 0-3*

    Marcatori: 30' Shevchenko

    INTER (4-2-3-1): Toldo; J. Zanetti, Cordoba, Materazzi, Favalli; C. Zanetti (46' Mihajlovic), Cambiasso; Van der Meyde, Veron, Kily González (46' Julio Cruz); Adriano (51' Martins).All. Mancini

    MILAN (4-3-1-2): Dida (73' Abbiati); Cafu, Nesta, Stam, Maldini; Ambrosini, Pirlo, Seedorf; Kakà; Crespo (69' Rui Costa), Shevchenko. All. Ancelotti

    Arbitro: Merk (Germania)

    Note: partita sospesa al 73' per intemperanze del pubblico (0-1 sul campo).

    *La UEFA ha poi deciso di assegnare lo 0-3 a tavolino in favore del Milan

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