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Milan Inter Champions LeagueGetty

Milan-Inter 2003 in Champions League: dalla grande tensione alla qualificazione rossonera in finale

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La prima volta in Europa del Derby della Madonnina risale alla Champions League 2002/03. I rossoneri di Ancelotti e i nerazzurri di Cuper ottengono la qualificazione alle semifinali della Coppa più ambita.

In un clima caratterizzato da una grande tensione che si respira per le strade di Milano già nella settimana che precede la grande sfida, nella gara di andata prevale la paura di perdere, e le due squadre pareggiano 0-0.

Anche nel ritorno, disputato 7 giorni dopo, le due squadre si equivalgono ma finisce 1-1 con le reti di Shevchenko da una parte e Martins dall'altra, e la regola del goal in trasfertapremia i rossoneri, che si qualificano così alla finale di Manchester contro un'altra squadra italiana, la Juventus.

  • IL CAMMINO EUROPEO DELLE MILANESI

    Milan e Inter arrivano ad affrontarsi in semifinale dopo un cammino per entrambe esaltante, con le squadre italiane che tornano a dominare il panorama europeo dopo alcuni anni di eliminazioni precoci.

    Nei playoff il Milan viene sorteggiato con lo Slovan Liberec. Il Diavolo si sbarazza 1-0 della squadra ceca all'esordio a San Siro con un goal di Pippo Inzaghi, una costante da lì in poi, tanto che 'SuperPippo' timbra il cartellino anche in Repubblica Ceca, dove tuttavia arriva la prima sconfitta, del tutto indolore, per 2-1.

    I rossoneri passano il turno e sono inseriti dal sorteggio nel Gruppo G, nel quale danno vita ad un testa a testa con gli spagnoli del Deportivo La Coruña.

    La squadra di Ancelotti parte battendo in casa i francesi del Lens per 2-1 (doppietta del solito Pippo Inzaghi) e addirittura per 0-4 il Deportivo nel clima infuocato del Riazor (goal di Seedorf e strepitosa tripletta di Inzaghi). È la svolta, che consente di approcciare al meglio il successivo doppio impegno contro il temibile Bayern Monaco.

    Ma non c'è storia, perché la squadra di Ancelotti espugna l'Olympiastadion di Monaco di Baviera con un'altra doppietta di Inzaghi (2-1) e si ripete nel ritorno al Meazza con lo stesso risultato (in goal Serginho oltre al centravanti piacentino).

    I rossoneri sono già certi del passaggio del turno con il 1° posto e i risultati delle ultime due gare, perse entrambe di misura con Lens e Deportivo, sono del tutto ininfluenti. Proprio i galiziani sono la seconda squadra che si qualifica per il gironcino del Secondo turno, come prevedeva la formula della competizione in quegli anni.

    Il nuovo sorteggio inserisce il Milan in un Girone C sulla carta proibitivo con Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv Mosca. Tolti i russi, tedeschi e spagnoli sembrano poter essere un ostacolo improbo per la squadra milanese. Non sarà così: Shevchenko timbra l'1-0 del Meazza contro i Blancos, Pippo Inzaghi lo 0-1 al Westfalen Stadion di Dortmund con il Borussia. Il Milan si ritrova 6 punti dopo le prime due giornate e può sperare.

    Il successivo doppio successo per 1-0 a Milano (rete di Tomasson) e per 0-1 in Russia (goal su rigore di Rivaldo) certifica l'impresa degli uomini di Ancelotti: il Milan è qualificato matematicamente ai quarti di finale. Ancora una volta le sconfitte degli ultimi due turni al Bernabeu con il Real (3-1, altro goal di Rivaldo) e del Meazza con il Borussia Dortmund (0-1, decide il gigante Köller) sono praticamente indolori.

    Dall'altra parte dei Navigli il percorso era iniziato anche in questo caso ai playoff contro i portoghesi dello Sporting. Usciti indenni dall'insidiosa gara di andata del José Alvalade, i nerazzurri del tecnico argentino Hector Cuper regolano la pratica nel match di ritorno a San Siro, nel quale si impongono 2-0 con le reti di Di Biagio e Recoba e staccano il biglietto per la fase a gironi.

    Sorteggiati nel Gruppo D, troveranno nei francesi dell'Olympique Lione gli avversari più agguerriti per avanzare nella competizione. L'Inter trova tuttavia nell'argentino Hernan Crespo il bomber in grado di fare la differenza. Dopo una doppietta che salva il risultato nel debutto in Norvegia con il Rosenborg (2-2), "Valdanito" si ripete stendendo l'Ajax al Meazza (1-0).

    Ma al terzo turno ecco il passo falso esterno in casa, con il Lione che si impone 2-1 (rete di Cannavaro nella ripresa per i padroni di casa). A differenza dei cugini del Milan tutto è ancora in discussione. I nerazzurri, trascinati dal solito Crespo (doppietta), strappano il pari per 3-3 al Lione in Francia, poi battono 3-0 il Rosenborg a Milano (ad un'autorete si sommano i goal di Recoba e del solito Crespo) e l'Ajax all'Amsterdam Arena per 1-2 (ancora una doppietta di Crespo) e conquistano la qualificazione da primi con 11 punti.

    L'asticella anche per l'Inter si alza nella Seconda fase: Barcellona, Bayer Leverkusen e Newcastle United sono le avversarie del Gruppo A. L'avvio degli uomini di Cuper è esaltante: 1-4 al St. James' Park con gli inglesi (goal di Morfeo, Almeyda, Crespo e Recoba) e bis a San Siro con il 3-2 sulle Aspirine (doppietta Di Biagio e autogoal).

    Le cose si complicano con una pesante debacle per 0-3 al Camp Nou contro i blaugrana. A differenza dei 'cugini' rossoneri, tuttavia, l'Inter chiude in crescendo e con due pareggi, uno 0-0 in casa con il Barcellona e in 2-2 sempre al Meazza con il Newcastle United, giunge secondo nel Gruppo A con 11 punti e stacca a sua volta il pass per i quarti. Con Milan e Inter si qualifica ai quarti di finale di Champions League anche una terza squadra italiana: la Juventus di Marcello Lippi.

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  • IL SORTEGGIO DI NYON E I QUARTI DI FINALE

    Mentre il Mondo si mobilita con manifestazioni di piazza contro la guerra, e appena un giorno prima il presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush, ha dato il via libera all'invasione dell'Iraq, il 21 marzo 2003 a Milano cresce la tensione per il sorteggio di Nyon che definirà il tabellone della fase ad eliminazione diretta della Champions League.

    Su 8 squadre 3 sono italiane e 2 milanesi, e per i rossoneri c'è una sola possibilità su 3 di evitare un derby italiano: in base alle combinazioni, infatti, dall'urna possono uscire o la Juventus, o l'Inter o l'Ajax. Ma, come dirà Adriano Galliani commentando gliabbinamenti, "succede un miracolo".

    Il Real Madrid, primo nel ranking UEFA, pesca il Manchester United, 3°; il Barcellona, 4°, va con la Juventus, 7ª; il Valencia, 6°, deve affrontare l'Inter, 10ª, e, infine, il Milan, 23°, trova l'Ajax, 49ª. Miglior sorteggio, insomma, non poteva esserci per le tre italiane. Ma se Inter e Milan supereranno i rispettivi ostacoli, il tabellone, così come viene disegnato dall'urna, prevede un suggestivo euroderby in semifinale.

    Tutte e 3 le formazioni italiane in corsa fanno il loro dovere. Le prime a qualificarsi in semifinale, martedì 22 aprile, sono la Juventus, che estromette il Barcellona (1-1 al Delle Alpi e 1-2 dopo i supplementari al Camp Nou con goal risolutivo di Zalayeta al 114') e l'Inter. I nerazzurri piegano 1-0 il Valencia al Meazza e poi cedono di misura 2-1 al Mestalla, con una prova super di Toldo.

    Il tris tricolore è completato dal Milan di Ancelotti, che dopo aver pareggiato 0-0 all'andata ad Amsterdam, si impone 3-2 in extremis al Meazza. Quella che è una gara molto complicata per i rossoneri, si decide in zona Cesarini: sul punteggio di 2-2, Inzaghi, lanciato in contropiede, inventa uno spiovente che Tomasson spinge in rete: 3-2, anche il Diavolo è nelle semifinali di Champions.

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  • Milan Inter 2003Getty

    IL DERBY DI ANDATA: MILAN-INTER 0-0, LA GRANDE TENSIONE

    "Nel derby del 2003 c'era una tensione folle" - Massimo Ambrosini, "Stavamo bene insieme" - DAZN

    I giorni che precedono il primo derby europeo fra Milan e Inter sono caratterizzati dalla grande tensione che si respira per le strade del capoluogo lombardo. È un lungo thriller, in vista di una sfida calcistica che mette in palio ben più della supremazia cittadina, ovvero la possibilità di laurearsi campioni d'Europa, che manca per entrambe le squadre da tanto tempo. Da 8 anni per il Milan, da molti di più, 38, per l'Inter.

    Ad aumentare la tensione ci pensa anche la situazione particolare dei due allenatori, Carlo Ancelotti ed Hector Cuper, sui quali pende come una spada di Damocle l'etichetta del"perdente" che li è stata attribuita. Cuper ha perso tre finali europee consecutive, quella di Coppa delle Coppe alla guida del Maiorca nel 1999 e le successive due di Champions League con il Valencia nel 2000 e nel 2001, oltre allo Scudetto 2001/02 con l'Inter.

    Ancelotti, dal canto suo, è arrivato due volte 2° in Serie A con la Juventus, la prima dietro alla Lazio, la seconda dietro alla Roma, e non ha ancora vinto nulla di importante nella sua carriera da allenatore, fatta eccezione per una Coppa Intertoto in bianconero.

    Inizia così a diffondersi la voce, per tutta Milano, che l'allenatore che avesse perso il doppio euroderby sarebbe stato esonerato. Tanto più che lo Scudetto ha già preso la direzione di Torino. La voce si trasforma in notizia quando la riportano tutti i tre quotidiani sportivi, 'Gazzetta dello Sport' inclusa: "Chi perde, fra Ancelotti e Cuper, salta".

    "C'era la diatriba che chi perdeva, fra me e Cuper, saltava", confermerà Carlo Ancelotti a "Stavamo bene insieme" - DAZN

    La gara di andata è in programma il 7 maggio 2003 e vede il Milan come squadra di casa. Non si sa, sul momento, se questo sia un vantaggio o uno svantaggio per i rossoneri, che al ritorno dovranno fare i conti con uno stadio di netta prevalenza nerazzurra.

    "Ho notato la tendenza a trascurare la bellezza di questa partita, una partita di sei giorni. All'andata non si deciderà niente. Credo che saranno due partite molto equilibrate e che quindi la qualificazione si può decidere anche valutando questo aspetto, non prendere goal in casa può essere un piccolo vantaggio", dichiaraCarlo Ancelotti nella conferenza stampa della vigilia del primo derby europeo.
    "Non vedo questa differenza fra noi e il Milan" - dichiara invece, dall'altra parte, il capitano nerazzurro Javier Zanetti, che crede nelle possibilità dei suoi.

    La tensione e la paura paralizzano e divorano tutti i protagonisti nei giorni che precedono il fischio d'inizio.

    "Un po' di paura va bene - sostiene Cuper alla vigilia -, se cammini in una via senza luce non hai paura, stai soltanto più attento a dove metti i piedi".
    "La pressione che ho vissuto in quella semifinale non l'ho mai vissuta in nessun'altra finale o semifinale", sottolineerà Ancelotti in "Stavamo bene insieme", su 'DAZN'.

    Tutto si decide nei 6 giorni che intercorrono fra il derby di andata e il derby di ritorno. Sei giorni, dal 7 al 13 maggio, che tengono senza fiato tutti i tifosi rossoneri e nerazzurri.

    L'Inter si presenta all'appuntamento con due pesanti assenze: quella di Cristiano Zanetti, squalificato dopo la battaglia dei quarti di finale con il Valencia, e soprattutto quella di Christian Vieri, che ha deciso la qualificazione interista in semifinale ma è k.o. per una distrazione del legamento collaterale mediale del ginocchio, causata da una rovinosa caduta sopra di lui di Marco Materazzi al Mestalla all'interno della propria area di rigore.

    Resistendo anche alle pressioni del presidente Berlusconi, che vorrebbe un Milan votato all'attacco, Ancelotti opta per l'equilibrio e schiera una squadra molto coperta, con due centrali, Costacurta e Kaladze, impiegati da terzini.

    "Avevo due terzini bloccati - dirà a 'DAZN' -, gli avevo detto: 'Non passate la metà campo'...".

    In porta c'è Dida, mentre a centrocampo Carletto alza 'la diga' con Gattuso e Brocchi (preferito al più offensivo Serginho) accanto a Seedorf e Rui Costa trequartista dietro le due punte Inzaghi e Shevchenko.

    Cuper, dal canto suo, trascura l'importanza di fare goal in trasferta e opta a sua volta per un undici prudente. Davanti a Toldo, Cordoba e Coco sono i terzini, Cannavaro e Materazzi i due centrali. Sulle fasce agiscono Sergio Conceição a destra e il turco Emre a sinistra, con capitan Javier Zanetti e Di Biagio interni di centrocampo. Davanti ad affiancare Crespo, non al meglio, è il 'Chino' Recoba. Così disegnato quello nerazzurro è un 4-4-2, in grado di trasformarsi a seconda del momento in 3-5-2, con l'avanzamento di Coco e l'accentramento di Emre.Arbitra l'incontro il russo Valentin Ivanov davanti a più di 77 mila spettatori che affollano gli spalti del Meazza.

    La Curva Nord dei tifosi dell'Inter presenta uno striscione con cui cita Ligabue: "Certe notti Milano ha colori meravigliosi", la Sud risponde con "Milan, a Milano, in Europa, ovunque...". La paura di sbagliare fa 90 e ne nasce una partita bloccata e caratterizzata dalla paura di sbagliare e compromettere la qualificazione in semifinale.

    L'Inter parte meglio ma nelle due occasioni che capitano sui suoi piedi, Recoba si fa ipnotizzare da Dida. Pian piano il Milan fa valere il suo palleggio e soprattutto Gattuso gioca una gara dai contenuti agonistici molto elevati.

    All'intervallo, sul risultato di 0-0, il presidente Silvio Berlusconi entra negli spogliatoi e fa sentire la sua voce ad Ancelotti, per nulla soddisfatto della prova della squadra.

    "Rimproverava l'atteggiamento attendista, che era contro la sua filosofia - spiegherà Ancelotti -. Al che io gli ho detto: 'Sì sì, tranquillo, adesso parlo alla squadra'. Gli piaceva entrare nelle questioni tecniche. Se pensavo di cambiare i due terzini non l'avrei mai fatto dopo quello che era successo".

    Nel secondo tempo il Milan si rende pericoloso proprio con Gattuso, fra i migliori dei suoi. Il numero 8 sfiora addirittura il goal, con un tiro dal limite dell'area che esce di poco fuori sulla destra. Dalla disperazione, batte poi i pugni sull'erba.

    Chi non convince è Shevchenko, che appare un po' in ombra e non riesce a sfruttare al meglio un suggerimento di Kaladze, deviato debolmente fra le braccia di Toldo. Nel corso del secondo tempo Cuper toglie Conceição per mettere l'ex Guglielminpietro e arretrare stabilmente Zanetti sulla linea dei difensori, poi inserisce Kallon al posto di uno spento Recoba.

    Ancelotti si gioca la carta Serginho al posto di Brocchi ma poi mette dentro due palleggiatori come Redondo, che rileva Gattuso, e Rivaldo per Shevchenko. L'intento evidente del tecnico di Reggiolo è tener palla e non correre rischi. Cuper deve ricorrere infine ad un cambio forzato: fuori Coco, infortunato per un'entrata dura di Seedorf, e in campo nel finale il giovane Pasquale.

    La scena è curiosa perché Materazzi, avvolto in un bagno di sudore dalla fatica, si dirige verso la propria panchina temendo siano stati fatti quattro cambi, avendo sentito lo speaker annunciare anche l'ingresso in campo di Martins. Chiarito l'equivoco, il centrale fa ritorno prontamente al suo posto.

    La gara scivola via senza grossi patemi fino al 90', quando Emre si inventa una palla in verticale per Crespo: "Valdanito", partito in posizione dubbia, sfugge via alla guardia di Nesta, ma pressato dal suo ex compagno di squadra ai tempi della Lazio, calcia in precario equilibrio e da buona posizione spedisce il pallone sul fondo con un pallonetto impreciso. Il derby di andata finisce 0-0.

  • Andriy Shevchenko Francesco Toldo Ivan Cordoba Inter Milan UCL 2003Getty

    IL DERBY DI RITORNO: INTER-MILAN 1-1, ROSSONERI IN FINALE

    Sei giorni dopo scatta l'ora della verità, il derby di ritorno che deve decidere chi fra Milan e Inter andrà in finale di Champions League. In mezzo un turno di campionato, il 32°, che serve a sancire la vittoria matematica dello Scudetto da parte della Juventus con un 2-2 casalingo sul Perugia.

    Seconda è l'Inter, distante 8 punti, che pareggia 1-1 in casa con il Parma con una formazione imbottita di riserve, mentre terzo, indietro di 11 lunghezze è il Milan, che in campo a sua volta con le cosiddette 'seconde linee', cade 1-0 al Rigamonti con il Brescia (goal di Appiah) e ha la Lazio alle costole, staccata di una sola lunghezza.

    Nella testa delle due milanesi c'è una sola partita: Inter-Milan di martedì 13 maggio. Intanto sui giornali impazza il toto-nomi su chi sostituirà Cuper o Ancelotti in caso di eliminazione: per i nerazzurri si parla di Roberto Mancini o Fabio Capello, per i rossoneri circolano i nomi di Mauro Tassotti, dello stesso Mancini e addirittura di Gigi Delneri.

    Non mancano le polemiche, dettate dal fatto che l'irruzione di Berlusconi negli spogliatoi dopo il primo tempo dell'andata è diventato di dominio pubblico. Adriano Galliani, l'ad. del Milan, attacca:

    "C'è una talpa nella comunicazione dell'Inter, la stessa che dopo Milan-Ajax aveva chiesto provvedimenti per Gattuso perché, da squalificato, si trovava a bordocampo e non in tribuna".

    Arriva il momento delle scelte tattiche e tecniche. Cuper rompe gli indugi e con il recupero di Cristiano Zanetti a centrocampo vara il 3-5-2, con il capitano e Sergio Conceiçao sulle due fasce. Il vero rebus dei nerazzurri è davanti: dopo aver bluffato sulle possibilità di recupero di Vieri, concede un'ulteriore possibilità a Recoba accanto a Crespo. La scelta lascia perplesso più di un tifoso nerazzurro: in molti chiedevano di dar spazio al giovane emergente Obafemi Martins.

    Per nulla condizionato dall'opinione del suo presidente, Ancelotti va avanti invece con il suo 4-3-1-2. La difesa è la stessa della gara di andata, a cambiare sono solo il portiere, Abbiati al posto di Dida, che ha riportato un'infrazione al pollice della mano destra dopo uno scontro con Kaladze a Brescia, e il centrocampo, visto che parte dal 1' il recuperato Andrea Pirlo al posto di Brocchi.

    In un clima di trepidante attesa, e in un Meazza ricolmo di oltre 85 mila spettatori, i tifosi nerazzurri della Nord espongono un suggestivo e grande striscione: "Creò l'inferno, ma non lo sopportò, nacque il biscione e la Curva Nord". Meno fantasiosi i tifosi rossoneri, che nella Sud si limitano alla scritta: "Milano".

    Il presidente del ConsiglioBerlusconi arriva all'ultimo momento in tribuna autorità da Bari e porta con sé i ministri albanesi e bosniaci e il presidente del Montenegro, con cui aveva avuto un importante meeting internazionale in giornata.

    La partita ha inizio, diretta dal fischietto francese Veissiére, e dopo le scaramucce iniziali, è l'Inter a rendersi pericolosa: lancio lungo di Materazzi a imbeccare Crespo sulla corsa, tiro del centravanti nerazzurro che non crea troppi problemi ad Abbiati. Recoba è un fantasma, ma anche Inzaghi e Sheva non brillano.

    La mezzora passa con il risultato ancora inchiodato sullo 0-0. Poi, improvvisamente, salgono i toni agonistici: prima Gattuso entra a forbice su Conceiçao, poi Cordoba e Inzaghi si fronteggiano a muso duro: giallo per entrambi i giocatori rossoneri.

    Successivamente Di Biagio scalcia da dietro Seedorf e prende a sua volta un'ammonizione che potrebbe costargli caro: diffidato, in caso di passaggio del turno salterebbe la finale. Non fa complimenti nemmeno Rui Costa, che stende da dietro capitan Zanetti. Veissière chiama i due capitani e chiede di moderare il gioco duro e di riportare la gara nei giusti binari.

    Quando sembra che le due squadre debbano rientrare negli spogliatoi sullo 0-0, una fiammata improvvisa cambia la partita. È il 45' e Seedorf salta con un movimento verso il centro Conceiçao e Cristiano Zanetti, portandosi ai 30 metri. Qualcuno pensa ad un missile dalla distanza, invece l'olandese ha visto con la coda dell'occhio il taglio di Shevchenko nell'area interista e serve l'ucraino con precisione millimetrica. Il numero 7 la tocca col sinistro e riesce ad aggirare Cordoba, che si è portato a gran velocità su di lui e quasi lo sgambetta.

    Toldo esce a valanga e chiude lo specchio all'attaccante rossonero, ma quest'ultimo, con un guizzo da campione, in caduta, tocca la palla dal basso verso l'alto con il destro e infila il portiere nerazzurro sotto la Nord. Il Milan è in vantaggio per 0-1 e con questo risultato le due squadre rientrano negli spogliatoi.

    L'Inter ha ancora 45 minuti a disposizione per ribaltare l'esito del suo destino. Cuper capisce che non è il momento per esitare e sostituisce l'abulico Recoba con il giovane e atteso Martins. Non solo: fuori anche Di Biagio per il francese Dalmat. Ancelotti invece non cambia, forte di 3 vittorie nei derby stagionali, i due di campionato e quello amichevole di inizio settembre, vinti tutti e tre per 1-0.

    Ma ogni partita ha la sua storia e i cambi di Cuper rivitalizzano la squadra nerazzurra, che nel secondo tempo, pur priva di trame di gioco precise, si lancia all'attacco alla ricerca dell'impresa. Fino all'80' gli attacchi dell'Inter si infrangono sulla difesa rossonera e sui guantoni di Abbiati.

    Ancelotti richiama Rui Costa e si copre con Ambrosini, che può sfruttare anche sui calci piazzati, mentre toglie una punta, Inzaghi, per inserire un giocatore di gamba come Serginho. Cuper risponde giocandosi la carta Kallon al posto di Crespo. Sembra che il Milan possa controllare la situazione, ma all'84' si riaccendono all'improvviso le speranze nerazzurre.

    L'Inter butta palla sulla trequarti nella zona di Costacurta, che colpisce male con un campanile all'indietro che manda in tilt la retroguardia rossonera. Martins, con il corpo, impedisce a Maldini di saltare: il pallone rimbalza sulla schiena del nigeriano, che, con un bel movimento, inganna l'esperto capitano rossonero.

    Il giovane nerazzurro, con la sua rapidità, si ritrova a tu per tu con Abbiati e di piatto sinistro insacca: 1-1 e i giochi si riaprono improvvisamente. Martins esulta effettuando le sue capriole acrobatiche. Il Milan si spaventa, e inizia ad avere paura, l'Inter, invece, a sperare.

    Obafemi Martins - Inter Milan 2003Getty Images

    I successivi 8 minuti, comprensivi di recupero, sono un'autentica sofferenza per i rossoneri. In tribuna Berlusconi è inferocito. Nesta e Maldini hanno il loro bel da fare per contenere Martins, e quando l'ex laziale commette fallo ha il terrore di dover saltare la finale per un fallo di troppo. Intanto Vieri, Adani e Ventola seguono a bordo campo l'evoluzione della sfida.

    Il tempo scorre ed Emre approfitta di uno scontro a metà campo fra Pirlo e Ambrosini per recuperar palla e imbeccare in verticale Kallon. L'attaccante della Sierra Leone deve vedersela con il ritorno su di lui di Kaladze, ma il tocco sfortunato del georgiano praticamente lo smarca sulla destra dell'area rossonera a tu per tu con Abbiati: il nerazzurro conclude a botta sicura ma trova la respinta col polpaccio del portiere rossonero, che con un autentico miracolo gli dice di no. L'Inter ha appena gettato al vento una clamorosa palla-goal.

    Sugli sviluppi del successivo calcio d'angolo, Cordoba schiaccia di testa sul secondo palo ma, ancora una volta, trova la respinta di Abbiati a mettere nuovamente in corner. Sono secondi, istanti infiniti per i tifosi delle due squadre milanesi. Ma l'angolo di Emre è lungo e fa respirare la difesa del Milan.

    Ancelotti pensa bene di effettuare l'ultimo cambio, Brocchi per Pirlo, in modo da prendersi ancora un po' di tempo. L'arbitro assegna 2 minuti di recupero, e quando il 90' è già scaduto, i nerazzurri guadagnano un ultimo calcio d'angolo. Nell'area del Milan si porta anche Francesco Toldo, nel tentativo di creare scompiglio. Emre scodella al limite dell'area piccola, dove Abbiati in uscita, con i pugni la mette in fallo laterale.

    Una rimessa che tuttavia non sarà mai battuta: Veissière fischia la fine dell'incontro, il Milan è in finale di Champions League, l'Inter è invece eliminata per la regola dei goal in trasferta. Il primo euroderby della Madonnina si tinge di rossonero. Asserragliati sotto la Nord a protezione del risultato, tutti i giocatori milanisti si lanciano in una pazza corsa di 80 metri verso la Sud. Per i nerazzurri, invece, silenzio e lacrime. Cuper ha perso ancora, Ancelotti è in finale. Per tutti i protagonisti resterà un'esperienza unica e indimenticabile, nel bene e nel male.

    "Io ho sempre vissuto serenamente tutte le sfide che ho affrontato - dirà Costacurta a 'Sky' nel 2023 -, ma i giorni dei due derby del 2003, sportivamente parlando, sono stati i peggiori della mia carriera per la tensione che c'era".

    Per tutta Milano, durante la notte, i tifosi del Milan intonano il coro: "Ce ne andiamo a Manchester!". L'indomani, trascinata da Nedved e Del Piero, la Juventus batte 3-1 il Real Madrid a Torino, dopo aver perso 2-1 nella gara di andata al Bernabeu, e raggiunge in finale i rossoneri. A Manchester, il 28 maggio, a contendersi il trofeo, sono perciò due squadre italiane. Ma questa è un'altra storia.

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  • I TABELLINI

    SEMIFINALE - ANDATA

    Mercoledì 7 maggio 2003

    Milano, Stadio "Giuseppe Meazza", San Siro

    MILAN-INTER 0-0

    MILAN (4-3-1-2): Dida; Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze; Brocchi (73' Serginho), Gattuso (78' Redondo), Seedorf; Rui Costa; Shevchenko (81' Rivaldo), F. Inzaghi. All. Ancelotti

    INTER (4-4-2): Toldo; Cordoba, Materazzi, Cannavaro, Coco (85' Pasquale); J. Zanetti, Sergio Conceição (66' Guglielminpietro), Di Biagio, Emre; Crespo, Recoba (72' Kallon). All. Cuper

    Arbitro: Ivanov (Russia)

    SEMIFINALE - RITORNO

    Martedì 13 maggio 2003

    Milano, Stadio "Giuseppe Meazza", San Siro

    INTER-MILAN 1-1 (0-1)

    MARCATORI: 45' Shevchenko (M), 84' Martins (I)

    INTER (3-5-2): Toldo; Cordoba, Materazzi, Cannavaro; J. Zanetti; C. Zanetti, Di Biagio (46' Dalmat), Emre, Sergio Conceição; Recoba (46' Martins), Crespo (71' Kallon). All. Cuper

    MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo (89' Brocchi), Seedorf; Rui Costa (64' Ambrosini); Shevchenko, F. Inzaghi (80' Serginho). All. Ancelotti

    Arbitro: Veissière (Francia)