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Marotta InterGetty Images

La confessione di Marotta: "Quando arrivai all'Inter mi vedevano come un intruso"

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Sono passati poco più di cinque anni dallo sbarco all'Inter di Giuseppe Marotta: da allora i nerazzurri hanno conquistato uno Scudetto dopo undici anni di astinenza, per poi vincere anche due Coppe Italia e altrettante Supercoppe italiane, senza dimenticare la finale di Champions League disputata a giugno 2023 contro il Manchester City.

Una crescita a tutto tondo dell'ambiente, sia dal punto di vista sportivo che societario, portata dall'innesto di un dirigente esperto che sta facendo le fortune di un club tornato ai massimi livelli in Italia e in Europa.

Eppure, al momento dell'arrivo in nerazzurro dopo la lunga esperienza alla Juventus, le opinioni su Marotta non erano completamente entusiastiche: lo ha confessato lui stesso a 'Wolf - Storie che contano' (un podcast condotto da Fedez), in una puntata che andrà in onda domani. 'La Gazzetta dello Sport' ha pubblicato alcune anticipazioni a riguardo.

  • "MI VEDEVANO COME UN INTRUSO"

    "Quando sono arrivato all’Inter, forse la tifoseria mi ha visto come un intruso o peggio, visto che provenivo dalla Juve. Nello sport, però, sono i risultati quelli che contano e, per merito e per fortuna, da quando sono arrivato all’Inter, sono arrivati buoni risultati. Quindi ora credo di essere simpatico a buona parte degli interisti".

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  • Beppe Marotta InterGetty Images

    IL FUTURO NEL MONDO DELLO SPORT

    "Quando chiuderò la mia esperienza all’Inter (ha da poco rinnovato fino al 2027, n.d.r.) voglio continuare a dedicarmi allo sport, ma in una dimensione diversa. Vorrei occuparmi dello sport come fenomeno sociale.In Italia non solo rispetto agli Usa, ma anche rispetto agli altri paesi europei, siamo molto indietro sia sulle strutture, sia sulla pratica dello sport di base. Voglio mettere a disposizione la mia esperienza perché i bambini e i ragazzi che vogliono giocare a calcio, e non solo, possano farlo gratuitamente in strutture adeguate".

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  • IL NUOVO STADIO DELL'INTER

    "Lo stadio è la casa dell’appartenenza calcistica, il luogo dei sentimenti, la storia. Ma gli stadi devono essere anche una fonte di reddito per le squadre. Anche in questo il calcio italiano è enormemente indietro rispetto ai principali campionati europei. Gli stadi devono essere strutture moderne e molti stadi italiani, invece, sono vetusti. San Siro va rispettato come icona, perché è stato un contenitore di grandissime emozioni, di passioni, rappresenta la storia. Ma bisogna guardare avanti. Purtroppo, gli interventi strutturali sugli stadi in Italia sono regolamentati da un’infinita serie di livelli burocratici e amministrativi, tanto che diventa impossibile realizzare qualsiasi cosa. Questa situazione ha fatto sì che le due società - Inter e Milan - abbiano cercato altre strade".

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  • MarottaGetty Images

    LA CRISI DEL CALCIO ITALIANO

    "Il sistema dello sport professionistico italiano, anzitutto il calcio, risente della situazione economica del Paese. Le grandi aziende sono sempre meno e sempre meno capitali privati che possano essere messi a disposizione dello sport. Una volta c’erano grandi industriali che sostenevano il calcio e non solo. Quindi è stato necessario trovare altre strade e capitali al di fuori dei confini nazionali. Oggi la presenza di capitali stranieri nel calcio italiano è molto forte, fortunatamente. Pensiamo a Milano, le cui due squadre sono di proprietà una cinese, l’altra statunitense, e di ciò dobbiamo essere grati. Il calcio italiano inoltre sconta un forte gap di produttività rispetto agli altri campionati europei: i diritti televisivi - che costituiscono oltre il 70% dei ricavi delle squadre - per la Serie A valgono circa 1,3 miliardi, per la Premier League 4 miliardi. I nostri vivavi? C’è stata un’involuzione notevole, dovuta anche al fatto che una volta il calcio si giocava ovunque: dai cortili agli oratori. Inoltre, il sistema scolastico italiano non incentiva la pratica sportiva, anzi. Non abbiamo una realtà come quella americana, dove lo sport dalle high school ai college è una componente fondamentale del percorso formativo dei ragazzi, anche attraverso le borse di studio sportive. Altro grande problema è la mancanza di strutture per lo sport di base e giovanile".

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  • CR7 ALLA JUVE

    "L’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juve non ha portato i risultati sperati. Diciamo che il suo apporto non ha corrisposto alle grandissime aspettative che c’erano per il suo arrivo".

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