"Why always me?".
"Perché sempre io?".
La domanda (retorica), che Mario Balotelli si stamperà anche su una maglia sotto quella da gioco, per poi mostrarla ai suoi tifosi in occasione di un famoso derby di Manchester, caratterizzerà tutta la sua esperienza al Manchester City, nella quale, dopo gli esordi in Italia con la casacca dell'Inter, alternerà goal d'autore e grandi giocate a clamorosi colpi di testa (quelle che con un neologismo saranno definite "balotellate").
Spesso l'attaccante non riconoscerà le sue responsabilità per gli episodi che lo vedranno protagonista in negativo, da cui l'interrogativo che rivolgerà spesso e volentieri, sentendosi, dal suo punto di vista, una vittima.
Dopo aver partecipato al 'Triplete' mourignano, il 13 agosto 2010, mezza stagione dopo il suo mentore Roberto Mancini, che già lo aveva fatto esordire in Serie A, Balotelli passa ufficialmente al Manchester City per la considerevole cifra di 29,5 milioni di euro.
L'esordio con la nuova maglia è datato 19 agosto: Supermario la bagna con il goal che determina la vittoria esterna per 0-1 nel preliminare di Europa League con il Timisoara. I problemi al menisco laterale del ginocchio destro lo costringono però a sottoporsi ad un intervento chirurgico, che lo costringe a 7 settimane di stop.
Per vedere l'esordio dell'attaccante bresciano in Premier League bisogna attendere allora il 24 ottobre, quando il City soccombe 0-3 in trasferta contro l'Arsenal. Balotelli si sblocca in campionato il 7 novembre, quando affonda il WBA per 0-2 alla sua terza presenza. L'ex nerazzurro prende gusto alle marcature multiple e il 28 dicembre segna addirittura una tripletta all'Aston Villa nel 4-0 dell'Etihad Stadium.
I primi segnali di intemperanze si hanno in Europa League: il City esce agli ottavi contro la Dinamo Kiev, e nella gara di ritorno Balotelli è espulso dopo pochi minuti e si prende 3 giornate di squalifica.
"Mancini si è precipitato nello spogliatoio, imprecando e urlando a squarciagola con imprecazioni italiane - ha raccontato l'ex kitman del City, Les Chapman -, agitando le braccia come un uomo posseduto e impazzendo mentre la partita andava avanti".
"Girandosi per tornare in campo, l'allenatore ha visto una delle borse dei giocatori e l'ha lanciata in testa a Balotelli. Mario si è abbassato per evitarla. Mancini allora gli ha corso incontro, urlando di nuovo con imprecazioni italiane, e io mi sono messo in mezzo e Mancini è tornato a vedere la partita".
In campionato il City arriva 3°, ma la data da segnare è quella del 14 maggio 2011: gli 'Sky Blues' battono 1-0 a Wembley lo Stoke City e Mario è eletto a fine gara 'Man of the match'. Il primo anno inglese di SuperMario si chiude con un bilancio di 10 reti in 28 presenze, di cui 17 e 6 goal in Premier.
La stagione 2011/12 è quella della consacrazione internazionale di Balotelli, ma si apre con un "caso" estivo. Nell'amichevole con il Los Angeles Galaxy, al 28', su assist filtrante di David Silva, l'italiano tenta di far goal con un'improbabile colpo di tacco e veronica. Mancini, furioso, lo richiama subito in panchina.
"Pensavo di essere in fuorigioco - si giustificherà diversi anni dopo rivedendo il filmato -, ascoltate il fischio prima del mio tiro, ecco perché l'ho fatto".
Il 6 agosto 2011 Supermario perde con i suoi compagni il Community Shield, che si aggiudicano i rivali del Manchester United, salvo riscattarsi nel famoso derby del 23 ottobre 2011, nel quale realizza una doppietta e sfoggia la celebre maglia "Why always me?".
"Era un messaggio per tutte le persone che parlavano male di me o dicevano su di me cose non carine - spiegherà -. Dato che loro non mi conoscevano, mi chiedevo: 'Perché sempre io? Come potevano dire cose simili di me?
Appena un giorno prima, però, un suo amico aveva fatto esplodere dei fuochi d'artificio dal bagno di casa sua al primo piano, provocando un grave incendio nell'abitazione. Come se non bastasse, nel marzo del 2011, da una finestra del primo piano del Centro di allenamento del club, lancia delle freccette ai ragazzi delle Giovanili. Gesto fortunatamente che non ha conseguenze per l'incolumità dei giovani atleti.
"Mi annoiavo", dirà Mario in un maldestro tentativo di giustificarsi.
In campo però le cose, almeno in quella stagione, vanno molto bene. Nell'ultima giornata di campionato, al City di Mancini serve una vittoria con il QPR per vincere la Premier League. Sul punteggio di 2-2, in pieno recupero Balotelli serve ad Aguero l'assist per il 3-2 che regala ai Citizens lo Scudetto dopo 44 anni.
A riprova del suo carattere focoso, nella sola stagione 2011/12 Balotelli rimedia 12 cartellini in tutto, di cui 9 gialli e 3 rossi, per 10 turni di stop complessivi. Ai colpi di testa in campo si aggiungono quelli fuori, con l'infinità di multe per parcheggio dell'auto in divieto di sosta. Sotto il profilo realizzativo, però, i numeri sono indiscutibili: 17 goal totali in 32 presenze, 13 in 23 gare in Premier, 2 in in Champions League.
Per questo i tifosi, nonostante tutto lo adottano e gli dedicano un celebre coro:
“Oooh Balotelli, he’s a striker, he’s good at darts, an allergy to grass but when he plays he’s fuckin class, he drives around moss side with a wallet full of cash!“.
“Oooh Balotelli, è un attaccante, è bravo a freccette, è allergico all'erba ma quando gioca ha una fot**** classe. Va in giro per il Moss Side (zona del centro di allenamento del Manchester City, ndc) con il portafoglio pieno di soldi".
Quella chiusa con il titolo di campione d'Inghilterra sarà anche l'ultima ad alti livelli del centravanti italiano in terra inglese. Dal 2012, infatti, le 'balotellate' prenderanno il sopravvento su tutto il resto.