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Mancini Balotelli HDGOAL

Mancini e Balotelli, i due ex Inter che hanno dato il via al ciclo del Manchester City

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"Il processo vincente del club è iniziato più di un decennio fa. Il momento più importante? Il campionato vinto con Mancini, credo che lui abbia cambiato la nostra mentalità" - Pep Guardiola

All'ascesa del Manchester City dello sceicco Mansour nel panorama del calcio inglese e internazionale hanno contribuito in maniera determinante anche due italiani: il primo è Roberto Mancini, il primo tecnico vincente dell'era moderna degli 'Sky Blues', il secondo è Mario Balotelli, il centravanti fortemente voluto dal tecnico jesino dopo l'esperienza comune vissuta all'Inter e che in 2 anni e mezzo ha regalato agli inglesi, goal, titoli e indimenticabili 'balotellate'.

  • MANCINI, IL PRIMO TECNICO VINCENTE DEL CITY DI MANSOUR

    L'entrata in scena di Roberto Mancini sulla panchina del Manchester City è datata 19 dicembre 2009. Il tecnico jesino è chiamato a guidare i Citizens in sostituzione dell'esonerato Mark Hughes efirma un contratto pluriennale a 3,5 milioni di euro a stagione.

    "Il Manchester City Football Club può confermare la nomina, con effetto immediato e a tempo indeterminato, di Roberto Mancini - si legge nel comunicato diffuso dal club -, ed è inoltre lieto di annunciare che Brian Kidd si unirà a Roberto come vice allenatore".

    Nel boxing day del 26 dicembre, Mancini debutta da allenatore del Manchester City contro lo Stoke City, sconfitto 2-0 all'Etihad Stadium (goal di Petrov e Tevez), due giorni dopo si ripete contro il Wolverhampton, travolto 3-0 con doppietta di Tevez e rete di Garrido. L'impatto sulla squadra è immediato e il 'Mancio' si guadagna rapidamente la fiducia dello sceicco Mansour, proprietario del club, e di tutto il CdA.

    Il 2009/10 è comunque un anno di transizione, in cui il Manchester City si gioca fino all'ultimo un posto in Champions League ma alla fine, dopo aver perso 1-0 lo scontro diretto con il Tottenham il 5 maggio 2010, conclude in 5ª posizione ottenendo in ogni caso la qualificazione all'Europa League.

    Nell'estate 2010 Mancini detta alla società le linee per il salto di qualità: sul calciomercato vengono presi Mario Balotelli dall'Inter, Yaya Touré dal Barcellona e David Silva dal Valencia, ma anche Jerome Boateng dall'Amburgo e Alexander Kolarov dalla Lazio. Fra i pali torna invece Joe Hart evengono ceduti Craig Bellamy, Shay Given e Stephen Ireland. Nonostante i tifosi si dividano fra soddisfatti e diffidenti, l'arrivo dei nuovi acquisti fa fare ai 'Citizens' un salto di qualità evidente e consente alla squadra di lottare per le prime posizioni della Premier League e per vincere titoli.

    A gennaio l'arrivo di Edin Dzeko dal Wolfsburg dà all'attacco ulteriore qualità e forza. Se in campionato il Manchester City di Mancini si classifica 3°, ottenendo una storica qualificazione alla Champions League, in FA Cup si supera interrompendo un digiuno di titoli che durava da ben 35 anni. Il 14 maggio 2011, battendo 1-0 a Wembley lo Stoke City con un goal di Yaya Touré, gli 'Sky Blues' alzano al cielo la Coppa d'Inghilterra, il primo dei tre titoli conquistati sotto la gestione del tecnico italiano.

    La stagione da incorniciare per Mancini e la squadra è però il 2011/12, l'anno in cui il Manchester City vince la Premier League e torna allo Scudetto inglese dopo 44 anni. In estate la squadra è ulteriormente rinforzata con gli innesti di Nasri e Aguero, e Mancini si ritrova fra le mani un'autentica macchina da guerra.

    L'avvincente testa a testa con i rivali del Manchester United, nonostante l'eclatante 1-6 dei Citizens ad Old Trafford nel derby di andata, termina a pari punti, ma grazie al 3-2 nei minuti di recupero all'ultima giornata con il QPR gli 'Sky Blues' prevalgono per la miglior differenza reti.

    "Noi andammo sotto con il QPR - ricorderà Mancini a 'Sky Sport' nel 2016 - e loro ad un certo punto rimasero in 10, per fortuna o per sfortuna, perché, cosa che non accade mai in Inghilterra, si misero tutti dietro a difendere. Noi segnammo il goal del 2-2 al 92′ con Dzeko di testa, con l’arbitro che aveva dato 4 minuti di recupero. Nel momento in cui il Qpr riprese il gioco, il loro allenatore disse ai giocatori che l’altra partita era finita, che erano salvi, e loro, che stavano battendo una rimessa, invece di giocare la palla la tirarono avanti".
    "Era il 92' e qualcosa, ho ancora i brividi a raccontarlo. Io pregavo la Madonna e dicevo: 'Non è possibile che ci abbandoni proprio ora'. La palla arrivò a Balotelli, perché lui alla fine c’è sempre, e una palla quasi persa lui riuscì a darla in scivolata ad Aguero, che al 93′ e 30 secondi fece goal, quello decisivo".

    In Champions, invece, il cammino si interrompe prematuramente ai gironi, con retrocessione in Europa League e uscita agli ottavi da questa competizione ad opera dello Sporting.

    Il 12 agosto 2012 Mancini conquista quello che sarà il terzo e ultimo titolo alla guida del Manchester City: i 'Citizens' battono 3-2 il Chelsea nel Community Shield giocato al Villa Park di Birmingham. La società si aspetta però risultati migliori in Europa e ulteriori trofei in patria, cosa che non avviene. Il City esce infatti ancora una volta ai gironi di Champions League, si piazza 2° in campionato alle spalle dei rivali del Manchester United, che si prendono la rivincita staccandolo di 11 punti, e, quel che è peggio, perde clamorosamente la finale di FA Cup contro il Wigan, che vince 0-1 a Wembley con la rete della vittoria firmata da Watson in pieno recupero.

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  • 'SUPERMARIO' AL CITY: FRA PRODEZZE E 'BALOTELLATE'

    "Why always me?".
    "Perché sempre io?".

    La domanda (retorica), che Mario Balotelli si stamperà anche su una maglia sotto quella da gioco, per poi mostrarla ai suoi tifosi in occasione di un famoso derby di Manchester, caratterizzerà tutta la sua esperienza al Manchester City, nella quale, dopo gli esordi in Italia con la casacca dell'Inter, alternerà goal d'autore e grandi giocate a clamorosi colpi di testa (quelle che con un neologismo saranno definite "balotellate").

    Spesso l'attaccante non riconoscerà le sue responsabilità per gli episodi che lo vedranno protagonista in negativo, da cui l'interrogativo che rivolgerà spesso e volentieri, sentendosi, dal suo punto di vista, una vittima.

    Dopo aver partecipato al 'Triplete' mourignano, il 13 agosto 2010, mezza stagione dopo il suo mentore Roberto Mancini, che già lo aveva fatto esordire in Serie A, Balotelli passa ufficialmente al Manchester City per la considerevole cifra di 29,5 milioni di euro.

    L'esordio con la nuova maglia è datato 19 agosto: Supermario la bagna con il goal che determina la vittoria esterna per 0-1 nel preliminare di Europa League con il Timisoara. I problemi al menisco laterale del ginocchio destro lo costringono però a sottoporsi ad un intervento chirurgico, che lo costringe a 7 settimane di stop.

    Per vedere l'esordio dell'attaccante bresciano in Premier League bisogna attendere allora il 24 ottobre, quando il City soccombe 0-3 in trasferta contro l'Arsenal. Balotelli si sblocca in campionato il 7 novembre, quando affonda il WBA per 0-2 alla sua terza presenza. L'ex nerazzurro prende gusto alle marcature multiple e il 28 dicembre segna addirittura una tripletta all'Aston Villa nel 4-0 dell'Etihad Stadium.

    I primi segnali di intemperanze si hanno in Europa League: il City esce agli ottavi contro la Dinamo Kiev, e nella gara di ritorno Balotelli è espulso dopo pochi minuti e si prende 3 giornate di squalifica.

    "Mancini si è precipitato nello spogliatoio, imprecando e urlando a squarciagola con imprecazioni italiane - ha raccontato l'ex kitman del City, Les Chapman -, agitando le braccia come un uomo posseduto e impazzendo mentre la partita andava avanti".
    "Girandosi per tornare in campo, l'allenatore ha visto una delle borse dei giocatori e l'ha lanciata in testa a Balotelli. Mario si è abbassato per evitarla. Mancini allora gli ha corso incontro, urlando di nuovo con imprecazioni italiane, e io mi sono messo in mezzo e Mancini è tornato a vedere la partita".

    In campionato il City arriva 3°, ma la data da segnare è quella del 14 maggio 2011: gli 'Sky Blues' battono 1-0 a Wembley lo Stoke City e Mario è eletto a fine gara 'Man of the match'. Il primo anno inglese di SuperMario si chiude con un bilancio di 10 reti in 28 presenze, di cui 17 e 6 goal in Premier.

    La stagione 2011/12 è quella della consacrazione internazionale di Balotelli, ma si apre con un "caso" estivo. Nell'amichevole con il Los Angeles Galaxy, al 28', su assist filtrante di David Silva, l'italiano tenta di far goal con un'improbabile colpo di tacco e veronica. Mancini, furioso, lo richiama subito in panchina.

    "Pensavo di essere in fuorigioco - si giustificherà diversi anni dopo rivedendo il filmato -, ascoltate il fischio prima del mio tiro, ecco perché l'ho fatto".

    Il 6 agosto 2011 Supermario perde con i suoi compagni il Community Shield, che si aggiudicano i rivali del Manchester United, salvo riscattarsi nel famoso derby del 23 ottobre 2011, nel quale realizza una doppietta e sfoggia la celebre maglia "Why always me?".

    "Era un messaggio per tutte le persone che parlavano male di me o dicevano su di me cose non carine - spiegherà -. Dato che loro non mi conoscevano, mi chiedevo: 'Perché sempre io? Come potevano dire cose simili di me?

    Appena un giorno prima, però, un suo amico aveva fatto esplodere dei fuochi d'artificio dal bagno di casa sua al primo piano, provocando un grave incendio nell'abitazione. Come se non bastasse, nel marzo del 2011, da una finestra del primo piano del Centro di allenamento del club, lancia delle freccette ai ragazzi delle Giovanili. Gesto fortunatamente che non ha conseguenze per l'incolumità dei giovani atleti.

    "Mi annoiavo", dirà Mario in un maldestro tentativo di giustificarsi.

    In campo però le cose, almeno in quella stagione, vanno molto bene. Nell'ultima giornata di campionato, al City di Mancini serve una vittoria con il QPR per vincere la Premier League. Sul punteggio di 2-2, in pieno recupero Balotelli serve ad Aguero l'assist per il 3-2 che regala ai Citizens lo Scudetto dopo 44 anni.

    A riprova del suo carattere focoso, nella sola stagione 2011/12 Balotelli rimedia 12 cartellini in tutto, di cui 9 gialli e 3 rossi, per 10 turni di stop complessivi. Ai colpi di testa in campo si aggiungono quelli fuori, con l'infinità di multe per parcheggio dell'auto in divieto di sosta. Sotto il profilo realizzativo, però, i numeri sono indiscutibili: 17 goal totali in 32 presenze, 13 in 23 gare in Premier, 2 in in Champions League.

    Per questo i tifosi, nonostante tutto lo adottano e gli dedicano un celebre coro:

    “Oooh Balotelli, he’s a striker, he’s good at darts, an allergy to grass but when he plays he’s fuckin class, he drives around moss side with a wallet full of cash!“.
    “Oooh Balotelli, è un attaccante, è bravo a freccette, è allergico all'erba ma quando gioca ha una fot**** classe. Va in giro per il Moss Side (zona del centro di allenamento del Manchester City, ndc) con il portafoglio pieno di soldi".

    Quella chiusa con il titolo di campione d'Inghilterra sarà anche l'ultima ad alti livelli del centravanti italiano in terra inglese. Dal 2012, infatti, le 'balotellate' prenderanno il sopravvento su tutto il resto.

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  • LA RISSA SFIORATA E L'ADDIO DI MANCINI E BALOTELLI AL MANCHESTER CITY

    Già ad aprile 2011 il Manchester City sanziona pesantemente Balotelli per il suo comportamento, lui per questo citerà il club in Tribunale, salvo alla fine ritirare la denuncia.

    Intanto si logora il rapporto fra l'attaccante e il suo allenatore. Complice un rendimento sempre più insoddisfacente dell'attaccante, che nella prima metà della stagione 2012/13 segna appena 3 goal in 20 presenze in tutte le competizioni (uno in League Cup, uno in Champions al Borussia Dortmund e uno in campionato), la pazienza di Mancini nei suoi confronti diminuisce progressivamente.

    La rete in Premier League contro il Wigan (vittoria del City per 0-2) del 28 novembre 2012 sarà anche l'ultima dell'avventura di Mario Balotelli con gli 'Sky Blues'. Il 3 gennaio, nel Centro sportivo di Carrington, si consuma l'ultimo atto: Balotelli e Mancini si spintonano e vengono infatti quasi alle mani in allenamento. Solo l'intervento dei compagni di squadra evita il peggio.

    L'attaccante gioca altre due gare, con il Watford in FA Cup e gli ultimi 2 minuti della sfida di Londra in campionato contro l'Arsenal, vinta 0-2 dal Manchester City. Sarà anche l'ultima delle sue 80 presenze complessive con 30 goal realizzati con la squadra.

    Il club lo mette sul calciomercato e il 31 gennaio 'SuperMario' si trasferisce al Milan per 20 milioni di euro più altri 3 di bonus.

    "Se non avessi lasciato il City avrei vinto almeno un Pallone d’Oro - affermerà l'attaccante italiano in un'intervista del 2022 a 'The Athletics' -. Con la mentalità che ho oggi, certamente ce l’avrei fatta".

    Mancini lo seguirà pochi mesi dopo. I risultati deludenti della squadra, che non ottiene gli obiettivi prefissati, incrinano l'idillio fra il tecnico e Mansour, che si spezza definitivamente dopo la sconfitta in finale di FA Cup con il Wigan l'11 maggio.

    Due giorni dopo il tecnico jesino è sollevato dall'incarico e al suo posto, nelle ultime due giornate di Premier, la squadra è affidata al vice Brian Kidd, traghettatore prima dell'arrivo in estate del cileno Manuel Pellegrini.