La Juventus mette la quinta e, in attesa che l’Inter recuperi la sua giornata, conquista il primo posto in campionato. Sempre – e ormai costantemente – nel segno di Vlahovic: ormai a tutti gli effetti l’uomo in più, in fiducia, trascinatore. Di Bremer il sigillo finale.
D'Aversa schiera Gendrey e Gallo come terzini, con Baschirotto e Pongracic al centro della difesa. In mezzo al campo Kaba, Ramadani e Gonzalez. Krstovic preferito a Piccoli in attacco, insieme a lui Almqvist e Oudin.
Allegri ritrova Gatti e McKennie, entrambi titolari, ma perde per infortunio Rabiot e Chiesa. Il francese viene sostituito da Miretti, Cambiaso sulla destra con Kostic dall'altra parte. In attacco ancora Yildiz con Vlahovic, Milik in panchina.
Primo tempo di grande organizzazione per i salentini che, tra fisicità e tecnica, creano qualche pericolo ai bianconeri. Krstovic – 107 giorni senza reti – ha voglia di spaccare il mondo e lo si nota palesemente. Interessante, nel dettaglio, il duello con Bremer. Ospiti di pure giocate estemporanee, con Vlahovic, Kostic e McKennie a rendersi pericolosi. Insomma, fisicità al potere.
Nella ripresa, in avvio, Vlahovic di testa non trova il giusto impatto. Mentre è sempre il serbo, successivamente, a portare avanti la Vecchia Signora con un blitz non bello ma dannatamente efficace. Ed è ancora lui a mettere la parola fine – sostanzialmente – all’incontro. Nel dettaglio, verosimilmente, la zuccata di McKennie sarebbe entrata. Finale di gestione, da squadra matura, per tre punti di capitale importanza. Chiusura a tripla mandata targata Bremer.
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