Pubblicità
Pubblicità
Lassiter graficaGOAL

Roy Lassiter: la meteora genoana che finì su FIFA '98 e nei guai con la legge

Pubblicità

Quando nel settembre 1994Roy Lassiter prende tra le braccia suo figlio, in un ospedale di Turrialba, Costa Rica, non pensa al futuro da cannoniere, nè al difficile passato che ha rischiato di compromettere la sua carriera. Ha occhi solo per il neonato Ariel, che vent'anni dopo seguirà le orme del padre come attaccante negli Stati Uniti, in Centro-America, e sì, anche in Svezia.

Ariel Lassiter, nel 2023, sta ancora cercando la sua strada. Fa parte dell'Inter Miami di Beckham, gioca come esterno d'attacco e punta. Non è un bomber d'elite, ma fa parte da tempo di una Nazionale, quella costaricense, capace di qualificarsi ai Mondiali con grande costanza e far partire volta dopo volta la ricerca internauta sulla sua provenienza. Ma la Costa Rica è africana, asiatica, americana? E soprattutto si dice il Costa Rica o la Costa Rica? Attendiamo il prossimo Mondiale per rivedere tutti intenti davanti alla tastiera.

Si può dire che Ariel Lassiter sia già passato alla storia del calcio in senso generale, considerando il suo status di calciatore professionista in campo con la Nazionale di Costa Rica e in MLS, ma in un senso più sdoganato del termine, non è realmente riuscito ad avere quel momento. Quel dato, quel ricordo tramandato ai posteri capace di entrare in un tomo dedicato allo sport intrapreso dal padre Roy alla fine degli anni '80.

Un libro che contenga le gesta più importanti e storiche del calcio statunitense non può invece esimersi dall'inserire al suo interno il nome del padre Roy. Ha cresciuto Ariel, chissà, sussurrando le sue gesta, i suoi rimpianti, quei ricordi oscuri che aveva cercato di seppellire, rivenuti a galla all'improvviso.

Eventi che avrebbero potuto cambiare la sua storia, senza portarlo in Costa Rica. Senza conoscere Wendy, crescere il figlio Ariel, diventare meteora, far registrare un impressionante numero di reti che ha resistito per oltre vent'anni.

  • CITY OF OAKS

    Nel 1984, tra una serie di Magnum P.I e l'altra, il baffuto attore Tom Selleck torna al cinema con Lassiter, noto anche come The Magnificent Thief. In Italia, la pellicola della Warner Brose esce come Lassiter: lo scassinatore. L'altro Lassiter, Roy, ha appena 15 anni e vive a Railegh, seconda città più popolosa della Carolina del Nord. Ben diversa dalla capitale Charlotte, è comunque un centro in rapida espansione.

    City of Oaks. La città delle querce. Sono ovunque, simbolo della città. La quercia ha un'ottima adattabilità in diverse situazioni, sa come crescere, evolversi. Sa come trovare nuove soluzioni.

    Lassiter non ha un fisico da quaterback. Non è un colosso, ma adora lo sport. Corre, si sbatte da una parte all'altra per trovare qualcosa in cui eccellere. Fino a quando scopre quello meno indicato per i giovani statunitensi. Nessuno vede di buon occhio una disciplina giocata con i piedi rispetto ai big four in cui le mani sono tutto. Basket, hockey, baseball, football. Non il soccer, che a differenza delle querce non ha ancora trovato terreno fertile.

    Ma Lassiter ci sa fare, ha gamba, precisione, capacità innata di insersirsi negli spazi. La tecnica, anche minima, in uno sport agli albori, può far di un calciatore un idolo. Roy non saprà certo, ai tempi di Athens Drive, Raileigh United, Lees-McRae College e NC St. Wolfpack di poter fare la storia. Il periodo in cui ti dicono che puoi diventare grande può essere all'improvviso interrotto dalla consapevolezza. Quella di giochi e speranze concluse.

    Lassiter avrà modo di entrare nel vortice in cui tutto finisce e niente è stato portato a termine, dopo le caterve di reti segnate al college, i riconoscimenti, le pacche sulle spalle che tutti vogliono dargli per capire se sia vero o meno.

  • Pubblicità
  • LassiterGetty

    CAUZIONE E COSTA RICA

    Roy Lassiter vive nel 1992 l'anno più particolare della sua vita. Il divorzio dei genitori e alcune amicizie a Railegh possono portarlo sulla strada di destra. Al bivio sinistro c'è la fama sportiva e la possibilità di lasciare la Carolina del Nord e vedere il mondo. Dall'altra parte il terreno creato nel tempo dai rimpianti, dall'avrei voluto. Dall'avrebbe potuto.

    Qualche anno dopo l'uscita di Lassiter al cinema, un altro Lassiter, Roy viene accusato in due distinti casi di violazione di domicilio e furto aggravato. Nonchè di frode. Risultato? Cauzione di 5.000 dollari pagata e stop alla breve vita del rischio.

    Roy Lassiter è caduto in depressione prima di essere accusato di furto e violazione di domicilio. La separazione dei genitori, fatto uno fuori dal campo, ha influito come la sfortuna all'interno del terreno di gioco, fatto due. Grazie alla caterva di goal segnati al college viene convocato dalla Nazionale statunitense. Siamo nel 1992 e il Soccer cerca di farsi strada a due anni dai Mondiali casalinghi, quelli dal torrido bollente inferno della finale a Pasadena.

    A gennaio, in quel di Miami, Florida, Lassiter scende in campo per la sua prima gara. Il lato del bivio è quello sinistro. Prima che tutto crolli, lasciando Roy costretto a saltare verso destra. A pochi giorni dalla sfida contro il Commonwealth of Independent States national football team, lo scontro in allenamento con il compagno Bruce Murray porta allo stop forzato. Gamba rotta, lacrime.

    Lassiter a casa, sconsolato, entra in un vortice per cui non sembra esserci rimedio. Ma come ogni vita, c'è sempre qualcosa di improvviso. Come la chiamata costaricense.

    "Non ho idea di come mi abbiano trovato" dirà Lassiter. "Hanno pagato il mio viaggio laggiù e ho firmato un contratto. "Mi hanno trattato come un re quando sono arrivato".

    La chiamata del Turrialba cambierà la sua vita. Conoscerà l'amore di Wendy, potrà accudire il primogenito Ariel. Avrà modo di riconquistare la Nazionale del suo paese a stelle e strisce. Nei suoi anni in Costa Rica si ambienterà calcisticamente con un po' di difficoltà, prima di emergere come uno dei marcatori più letali della competizione. Un dato che lo porterà ad avere uno stipendio molto più alto rispetto alla media dei colleghi del campionato: 4.000 dollari al mese, anni luce lontano rispetto ai 500 base.

    Per Lassiter tutto sembra essere risolto. Finalmente il suo momento. Sembra, appunto.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • DETECTIVE W.E JORDAN

    Le 17 reti con l'Alajuelense nel 1994/1995 porteranno Lassiter in Nazionale a tre anni di distanza. Gli stessi che lo separano dalla vita statunitense e i guai con la legge. Vola a Norrköping, Svezia, per la seconda partita ufficiale della sua carriera da sali e scendi.

    Pochi giorni prima ha giocato un'altra partita con la Nazionale, non ufficiale. La Coppa Parmalat, contro il Benfica, al Giant Stadium (New Jersey). Conquistato il terzo posto anche grazie ad una sua rete, capisce che è il momento di festeggiare. Torna a Raileigh, senza ricordarsi dei problemi con la legge di tre anni prima. Ha dimenticato tutto.

    A Raileigh, però, c'è chi si ricorda di lui. In città è una giornata come un'altra. Caffè nero, bacon all'ombra delle querce. Il detective W.E Jordan addenta, beve. Guarda la tv sopra il bancone. Appoggia la tazza, mastica. E osserva. Quel Roy Lassiter lo conosce. Non ha scontato del tutto la sua pena, partendo per il Costa Rica.

    Sta guardando una partita dell'Alajuela. Sente l'annunciatore menzionare che Roy Lassiter sarebbe tornato negli Stati Uniti per giocare a Tampa. Quel viaggio, però, non avverrà causa playoff del campionato, posticipando il ritorno a Railegh.

    Ad agosto 1995, però, Lassiter torna a casa dopo USA-Benfica. I luoghi di infanzia, il pallone, gli amici. E le forze dell'ordine. L'8 viene arrestato in relazione ai furti di 3 anni prima. Il detective Jordan lo accoglie, così come il suo passato.

    "Non ne ho parlato con nessuno. È stato 3 anni e mezzo fa, è tutto alle mie spalle" dirà Roy Lassiter. "Mi ero praticamente dimenticato di tutto questo. Il Signore sa cosa sta facendo della mia vita. Mi guida così ripongo tutta la mia fiducia in lui".

    Dopo la trasferta svedese, seconda gara ufficiale con gli Stati Uniti, tornerà in città per presentarsi davanti alla corte, fiducioso che la sua carriera non sarà inficiata da questi eventi. Come effettivamente accadrà, vista la firma per il Tampa Bay e la MLS.

  • LassiterGetty

    RECORD DI GOAL E GENOA

    Lassiter si metterà tutto alle spalle. Penserà solo al calcio, a come sfruttare le abilità impartate in Costa Rica e l'innata capacità di essere un grande e imprendibile attaccante.

    Pronti via, nel 1996 farà registrare un record che rimarrà intatto per due decenni: i 27 goal segnati in una sola stagione con i Tampa Bay verranno superati solamente nel 2018 da Martinez, in grado di arrivare a 28.

    Un dato - ottenuto grazie agli assist di due giocatori di prima fascia come Nanu Galderisi e Carlos Valderrama, scudieri alle sue spalle - che Lassiter troverà con destri precisi, colpi di testa letali, conclusioni col sinistro imprendibili. Conquisterà gli Stati Uniti e l'interessamento di club su club. Non più quelli del Costa Rica, ma quelli europei. Inghilterra, Germania e sì, Italia.

    Il Genoa sta perdendo Vincenzo Montella. Riscattato dall'Empoli, la formazione ligure ha bisogno di un nuovo bomber. Quello che Lassiter ha dimostrato di essere negli Stati Uniti. Puntare su un giocatore americano è rischioso, ma il boom mediatico dei Mondiali 1994 e la capacità sotto porta di Roy, che tra l'altro esulta a mo' di aeroplanino come il giocatore che sta andando a sostituire, convincono il Genoa che la scelta può portare a grandi benefici. Del resto si tratta comunque di un acquisto per metà stagione, in attesa del nuovo inizio della MLS.

    Un Genoa, quello allenato da Perotti, che milita in Serie B. Un campionato duro, senza possibilità di ambientarsi. O subito, o niente. Niente, per Lassiter.

    "Dove ho giocato ho sempre segnato parecchio e non intendo fermarmi proprio ora"

    Invece Lassiter si fermerà, schiacchiato da un calcio troppo diverso e nettamente superiore. Gara contro il Foggia, gara contro il Chievo. Due presenze e addio. Due o tre?

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • ROVESCIATA INNEVATA

    A dicembre 1996 il Genoa fa visita al Castel di Sangro. Una squadra miracolosa, riuscita ad approdare in Serie B nonostante provenga da un paese di 6.000 abitanti.

    Castel di Sangro-Genoa, la terza partita di Lassiter. O forse due. O due e mezzo. Perché quella partita sarà bianca, innevata. Una tormenta colpirà lo Stadio Patini, costringendo il direttore di gara a sospendere il match. Annullato, da zero nel gennaio successivo.

    Di quella partita non si avrà più traccia, cancellata dal tempo. A gennaio Lassiter non giocherà, di nuovo sulla via degli Stati Uniti, mentre il suo Genoa perderà 1-0. Il risultato opposto a quello andato in scena a dicembre, quando Roy vivà, a quanto pare, il momento più bello della sua breve carriera italiana.

    A quanto pare? Sì, non esistono filmati di quella gara. Non siamo certo nel nuovo millennio, nella Serie B magica e visibile a tutti. Un match cancellato dalla storia, ma non dalle catene di ricordi.

    Sono in tanti a giurare, purtroppo senza prove, che quel giorno Lassiter segnò il miglior goal in rovesciata di sempre. La leggenda racconta di un goal che non si può descrivere. Come l'Aurora Boreale. Sì, tutto vero. Ma zero immagini, zero video. Tanti ricordi, di bocca in bocca sempre più entusiasmanti.

    La neve cancellerà Lassiter, la sua terza presenza, il suo unico goal italiano.

  • FIFA 98: ROAD TO WORLD CUP

    L'esperienza ligure, breve e non intensa, sarà solamente uno stop. Tornato in patria, con i DC United, Lassiter riscoprirà la gioia del goal. Rete su rete, abilità di trovare il momento giusto. Con la maglia dei club soprattutto, e limitatamente in Nazionale, con sole quattro realizzazioni in trenta match.

    Lassiter non giocherà i Mondiali. Nè nel 1994, nè nel 1998. Milutinovic prima e Sampson poi, punteranno su altri. Eppure Roy, che avrà modo di arrivare secondo alla Gold Cup del '98, era uno dei volti più noti degli Stati Uniti, chiuso però da Joe-Max Moore e da una storia personale verso cui in molti hanno sempre guardato di traverso.

    Non la EA Sports, casa videoludica e madre della serie FIFA, che nella primavera del 1997 lo sceglierà come volto per la copertina statunitense e messicana di FIFA 98: Road to World Cup, quinto capitolo della sua fortunata serie. Una strada verso il Mondiale senza meta, per Roy Lassiter.

    Maldini in Italia, Raul in Spagna, Beckam in Inghilterra. E poi, Lassiter, numero 15 della Nazionale statunitense. Quella di gioie e dolori. Di vecchi segreti.

    "Non ho paura di raccontare la mia storia" confessò Lassiter nel 1998, tre anni dopo essere comparso davanti al giudice e alla consapevolezza di dover scontare 30 giorni di prigione per i furti del '92 - pena poi sospesa - "Posso aiutare qualcuno raccontandolo. Posso dire loro degli errori che ho commesso, così non faranno lo stesso".

    Lassiter ha chiuso la sua carriera a inizio anni 2000, iniziando una carriera da coach. Ha insegnato in tante scuole in giro per gli Stati Uniti. In diverse accademie per giovani calciatori. Ancora oggi insegna come anticipare gli avversari. E imparare dai propri errori.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0