Lamine Yamal ha compiuto 17 anni: la finale Spagna-Inghilterra può già consacrarlo

Si può raggiungere la consacrazione in un ambito durissimo come quello calcistico quando si hanno solo 17 anni ed un giorno? Evidentemente sì.

Lamine Yamal all’Olympiastadion di Berlino e contro l’Inghilterra, non giocherà solo la partita più importante della sua giovanissima carriera, ma anche quella che potrebbe già riservargli un posto nell’Olimpo dei grandissimi.

Vincere un Europeo è uno di quei traguardi che la maggior parte dei giocatori inseguono per una vita intera senza riuscire mai a raggiungerlo, Yamal può riusciti al termine della sua prima stagione da professionista.

Come detto, non ha vissuto Euro 2024 da spettatore privilegiato o da ragazzo portato in Germania per fagli capire come si sta nel ‘mondo dei grandi’, lui della Spagna è stato uno dei trascinatori.

Ha giocato tutte le partite da titolare, tranne quella con l’Albania a primo posto nel Gruppo B (lo stesso che comprendeva anche l’Italia) già ampiamente acquisito.

Da lì in poi ha inanellato una serie di prestazioni in crescendo, fino a quella straordinaria in semifinale contro la Francia scandita da uno dei più bei goal dell’intero torneo.

De la Fuente non solo non rinuncerà a lui contro l’Inghilterra, ma affiderà proprio a quel ragazzino sul quale tanto ha puntato molte delle speranze di laurearsi campione d’Europa.

Lamine Yamal ha vissuto il suo primo compleanno da star di livello mondiale e lo ha fatto alla vigilia di una partita dal sapore storico tanto per il calcio spagnolo, quanto per quello Inglese.

Un compleanno diverso dunque da tutti gli altri, lontano da casa e all’interno di un ritiro nel quale si respirerà l’atmosfera delle grandissime occasioni.

Yamal, che con la Nazionale maggiore ha già disputato ben 13 partite (con 3 goal), è ovviamente il più giovane del gruppo e quindi gli è stato riservato un trattamento speciale.

I compagni di squadra hanno fatto di tutto per ‘farlo sentire’ a casa e la sua giornata (oltre che l’allenamento) è scivolata via tra tirate d’orecchie, pacche sulle spalle (e non solo) e piccoli ‘agguati’.

Tanta goliardia dunque, come è giusto che sia. Chissà che il suo diciassettesimo compleanno non abbia aiutato anche il resto della squadra a stemperare la tensione.

Lamine Yamal nel corso della sua giovanissima carriera ha già battuto una lunga serie di record di precocità.

Non resta ora che vedere se domenica sera riuscirà a regalarsi anche un altro primato: quello di calciatore più giovane a vincere un Campionato Europeo.

Sì, perché Yamal a 16 anni e 338 giorni è diventato il più giovane giocatore ad aver esordito e giocato titolare in un Europeo.

Ventiquattro giorni dopo è diventato il più giovane ad aver segnato nella competizione e lo ha fatto allungando una serie di primati al limite dell’imbattibile.

E’ infatti il più giovane giocatore ad aver esordito con il Barcellona (a soli 15 anni e 297 giorni), ad aver vinto la Liga, ad aver giocato da titolare con il Barcellona nella Liga, ad aver esordito e segnato con la Nazionale maggiore spagnola, ad aver giocato da titolare in Champions League e ad aver segnato con il Barcellona in campionato.

Lamine Yamal oggi aggiungerà ai suoi record un altro molto prestigioso: diventerà il più giovane calciatore a giocare la finale di un Campionato Europeo.

Lo farà togliendo il primato a Renato Sanches che a Euro 2016, in occasione della sfida tra Portogallo e Francia, scese in campo a 18 anni e 328 giorni.

Ma c’è di più. Qualora riuscisse anche a trovare la via della rete, farebbe suo un primato detenuto da Pietro Anastasi: quello di più giovane giocatore ad andare a segno nella finale di un Europeo.

Il campione italiano ci riuscì nel 1968 a Roma all’età di 20 anni e 64 giorni, Yamal a 17 anni ed 1 giorno potrebbe stabilire un record quasi imbattibile.

Ogni volta che Lamine Yamal segna un goal, con le dita compone il numero 304.

Non si tratta di una cosa casuale, ma delle ultime tre cifre del suo quartiere, il Rocafonda, a Matarò, nell’area metropolitana di Barcellona.

Yamal infatti, sebbene oggi sua uno dei calciatori più famosi del mondo, non ha dimenticato le sue origini e da dove proviene: ovvero da un quartiere multiculturale, tra i più poveri della Spagna.

E’ lì che ha iniziato a giocare a pallone, prima di entrare a 7 anni nel settore giovanile del Barcellona, ed è lì che i suoi genitori, Mounir Nasraoui e Sheila Ebana, hanno capito che il loro bambino aveva un qualcosa di speciale.

Sulle sue scarpe sono serigrafie le bandiere di Marocco e Guinea Equatoriale, ovvero i Paesi d’origine del padre e della madre.