Se Roma e Juventus duellano per il titolo, e la rivelazione Verona naviga nelle prime posizioni fra Inter e Fiorentina, con Udinese, Sampdoria e Torino a inseguire un posto al sole nella prima metà della classifica, tutte le altre 8 squadre della Serie A 1982/83, con alterne vicende e fortune, sono coinvolte in una lotta salvezza quanto mai incerta e imprevedibile.
Fra queste per blasone e prestigio spicca sicuramente il Napoli. Dopo le ottime stagioni sotto la guida di Rino Marchesi, il presidente Corrado Ferlaino prova ad assicurare alla squadra un ulteriore salto di qualità ingaggiando come tecnico Massimo Giacomini, allenatore emergente proveniente dal Torino.
Al tecnico di Udine mette a disposizione un organico rafforzato dall'acquisto di Ramon Angel Díaz, centravanti del River Plate, già campione del Mondo juniores con Maradona, dal ritorno del mediano Costanzo Celestini e dell'altro stantuffo Paolo Dal Fiume dal Perugia. La squadra è un cocktail sulla carta promettente, tanto che alcuni esperti, fra cui il Ct azzurro Enzo Bearzot, inseriscono i partenopei fra le contendenti per le Scudetto. I fatti li smentiranno clamorosamente.
A lottare per la permanenza nel massimo campionato c'è anche il Genoa, che affidato allo specialista Gigi Simoni, si rinforza sul calciomercato acquistando l'olandese Jan Peters dall'Az Alkmaar e Roberto Antonelli dal Milan.
Con i partenopei e i liguri un'altra squadra di prestigio coinvolta nella bagarre è il Cagliari di Gustavo Giagnoni. Seguendo la moda del momento, che prevedeva l’ingaggio di calciatori stranieri di grido, il Cagliari si adegua tesserando due sudamerican. In Sardegna, scortate niente meno che da Gigi Riva, approdano così due stelle del calcio latinoamericano o presunte tali: il fantasista peruviano Julio Cesar Uribe e l'attaccante uruguayano Waldemar Victorino.
Con due elementi in rosa di simile prestigio il grave errore della dirigenza sarà credere di poter stravolgere l'ossatura della squadra dell'anno precedente senza risentirne. I due innesti, contrariamente alle aspettative molto alte, tarderanno a inserirsi in un calcio fisico come quello italiano, con Uribe che dimostrerà la sua classe solo a sprazzi e Victorino che si rivelerà un grosso flop.
La rosa dell'anno precedente viene di fatto smantellata. Il portiere Corti va all’Udinese, in difesa Logozzo va al Bologna, Longobucco al Cosenza e il veterano Brugnera al Carbonia; a centrocampo Bellini passa all’ambiziosa Fiorentina vicecampione d’Italia, mentre Goretti e Osellame scendono in B rispettivamente al Campobasso e all’Atalanta. In attacco Ravot va al Padova e soprattutto il bomber Selvaggi, campione del Mondo in Spagna senza giocare, è ceduto al Torino.
In entrata, oltre ai due stranieri, in porta arriva Nello Malizia, proveniente dal Perugia, in difesa Antonio Bogoni dalla Sambenedettese, a centrocampo Mariano Marchetti e Rovellini dalla Pro Patria, Sacchi dalla Lodigiani e WalterMazzarri dal Pescara. Quest'ultimo avrà un'esperienza breve, dato che partirà a novembre. Nuovo è anche l'allenatore, il sardo ed ex granata Gustavo Giagnoni.
Nutrito è poi il gruppo delle provinciali. Il Catanzaro, forte del 7° posto dell'anno precedente, affidato al tecnico Bruno Pace, decide di rinnovare profondamente la propria rosa, cedendo i suoi giocatori più quotati e sostituendoli con altri di livello inferiore. Partono fra gli altri il veterano Claudio Ranieri, che si accasa al Catania, e con lui Costanzo Celestini, che torna al Napoli, Antonio Sabato acquistato dall'Inter, Massimo Mauro, passato all'Udinese e Carlo Borghi, prelevato dal Torino. Fra gli arrivi Agatino Cuttone dal Torino, Gigi De Agostini in prestito dall'Udinese e Gaetano Musella in comproprietà dal Napoli.
Chi cambia poco è il Cesena, che tiene con sé il centravanti austriaco Walter Schachner, resistendo alle richieste di molti club, e opera soltanto piccoli assestamenti alla rosa. In entrata ecco il tandem di giocatori dal Milan composto da Adelio Moro e Ruben Buriani.
L'Ascoli del vulcanico patron Costantino Rozzi, che reduce dallo straordinario 6° posto del 1981/82, che conferma in panchina Carlo Mazzone e sul calciomercato estivo opera piccole ma significative movimentazioni: sono acquistati in prestito oneroso dalla Fiorentina l'attaccante Paolo Monelli, in prestito oneroso dall'Inter la punta Carletto Muraro e a titolo definitivo l'ala del Milan, Walter Alfredo Novellino.
Completano il quadro delle contendenti per la salvezza l'Avellino, con la società che opera in estate una rischiosa rivoluzione estiva della rosa, affidata inizialmente a Pippo Marchioro, e il Pisa neopromosso in Serie A dell'altro vulcanico patron Romeo Anconetani. I lupi biancoverdi puntano fra gli altri sul tandem straniero composto dal peruviano Geronimo Barbadillo e sul danese Søren Skov, i toscani, affidati all'allenatore brasiliano Luis VInicio, acquistano l'ala destra della nazionale danese Klaus Berggreen, il centravanti Guido Ugolotti e l'incognita uruguaiana Jorge Caraballo.