Koopmeiners brilla in Juventus-Cagliari: goal da cineteca e nuovo ruolo nel 4-2-3-1

Sempre schierato da trequartista centrale e addirittura come punta contro il Milan, Koopmeiners ha arretrato il suo raggio d'azione contro il Cagliari: probabilmente ciò che gli serviva per respirare un'aria diversa e più 'pulita'.

L'olandese ha risposto presente, complice anche la non elevata difficoltà del compito odierno: promossa la coppia con Khephren Thuram, un mix di fisicità e tecnica che potrebbe fare al caso di Thiago Motta anche nel prossimo futuro.

Il primo goal in maglia bianconera era già arrivato contro il Bologna, utile per avviare una rimonta poi concretizzata dal destro a giro di Mbangula in pieno recupero: Koopmeiners si è ripetuto, ma stavolta si è portato via anche tutti gli applausi scroscianti dell'Allianz Stadium.

Un calcio di punizione da circa 30 metri che si è spento proprio sotto l'incrocio, rendendo vano il tentativo di parata di Scuffet: un mancino micidiale, arma troppo spesso rimasta inutilizzata in questa prima parte di esperienza torinese.

A corredo dell'esultanza anche un bacio alla maglia, a certificare il feeling ormai solido col suo nuovo popolo.

La gara di Koopmeiners è poi finita al 58', quando Motta ha deciso di richiamarlo in panchina per dare spazio a Gatti nell'ultima mezz'ora più recupero.

Nella sua uscita dal campo l'olandese è stato accompagnato dagli applausi del pubblico, finalmente rinfrancato da una prestazione che a molti ha ricordato la scintillante versione atalantina: ad oggi la migliore del Koopmeiners italiano.

Intervistato da 'Sport Mediaset', Thiago Motta ha rivelato il motivo della sostituzione di Koopmeiners, ancora debilitato dall'influenza. Ribadita, al contempo, anche l'importanza ricoperta all'interno dell'undici juventino.

"Koopmeiners bene, è dovuto uscire perché ha giocato con l'influenza. 60 minuti giocando per la squadra, così come gli altri hanno fatto un'ottima prestazione. A me piace ovunque, perciò gioca: ha tecnica, qualità fisica, mentale, nelle difficoltà cresce, aiuta e reagisce nel modo giusto senza lamentarsi, gioca ovunque debba farlo, dà il massimo. La squadra funziona perché lui è in campo così come il contrario, negli anni ha dimostrato la sua qualità: può fare tutto, il 10, l'8, il 6, l'importante è averlo in forma e in gruppo e quando sta bene in campo, perché è un top player in campo e fuori".