Ripartire. Ecco il verbo della Juventus, impegnata in nove incontri nel mese di aprile tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Insomma, un ciclo terribile. Che i bianconeri iniziano nel migliore dei modi archiviando la pratica scaligera. Vecchia Signora non bella, Verona applicato. Dato interessante per Madama: 17 partite – in questa edizione della Serie A – senza subire reti. In parole povere, un sistema difensivo granitico, con l’intera squadra a sacrificarsi con la giusta mentalità.
Allegri, pensando anche al primo round in Coppa Italia contro l’Inter, opta per un turnover ragionato. Terza maglia da titolare di fila per Gatti nel pacchetto arretrato. Chance dall’inizio a centrocampo per Barrenechea, ora da considerare a tutti gli effetti un calciatore della prima squadra. In avanti spazio al tandem Milik-Kean. Riposo, iniziale, per Kostic e Vlahovic.
Qualche problema di formazione per Zaffaroni, che deve fare a meno – tra gli altri – di Coppola e Lazovic. Non al top Ngonge in panchina, stessa sorte per Verdi. Peso dell’attacco affidato a Gaich, che nel 2021 proprio allo Stadium regalò uno storico successo al Benevento. Nel primo tempo, essenzialmente, è il Verona a costruire le occasioni migliore. Con Duda e Depaoli a spaventare la retroguardia bianconere. Madama pericolosa solamente con una punizione di Danilo – deviata – con annesso legno colpito. Ritmo basso per i padroni di casa e annessa noia a regnare sovrana.
Nella ripresa non è che emerga grande spettacolo, anzi. Ma la Juve, dal canto suo, ha il merito di trovare la rete da tre punti con l’ex Kean. Stop. Il resto è da associare a qualche sporadica accelerazione degli ospiti. Nulla de segnalare, se non i cambi programmati da Allegri, rotazioni ragionate in vista dell’imminente derby d’Italia. Super, nel finale, l’intervento di Szczesny sul subentrato Terracciano.




