Una partita bella, intensa, con due squadre a dare tutto – ma proprio tutto – sul rettangolo di gioco. Juventus e Napoli se le sono sportivamente suonate. Il risultato? La porta a casa la formazione azzurra, grazie a un lampo di Raspadori, che santo di tricolore. Lo scudetto, ormai, è pura questione aritmetica. Insomma, può scattare il countdown.
Allegri sceglie Soulé a supporto dell'ex Milik in avanti, Miretti titolare a centrocampo, confermatissimo Gatti in difesa. Si rivede Rugani tra i titolari. Spalletti con Juan Jesus e Ndombele anziché Rrahmani e Zielinski, Lozano si prende una maglia nel tridente offensivo, panchina per Elmas.
Il primo tempo non propone grossissime occasioni, sebbene il match risulti scorrevole e a tratti godibile. L’occasione più nitida capita sul destro di Cuadrado, che scalda i guantoni di Meret. Mentre gli azzurri si limitano a una conclusione sopra la traversa di Ndombele. C’è spazio per un colpo di testa non incisivo di Milik, c’è spazio anche per un paio di ripartenze non gestite oculatamente da Kostic, il meno pimpante – di gran lunga – tra le fila della Vecchia Signora.
Nella ripresa sono Kvara e Osimhen ad alzare i giri, con Madama più proiettata a ripartire anziché a costruire. Subentrano Chiesa e Di Maria, ed è proprio il Fideo ad assaporare la rete tolta successivamente dalla chiamata del VAR. Inutile pure il tap-in sotto porta di Vlahovic, appena entrato, in quanto la palla crossata da Chiesa era totalmente out. Finita qua? No, assolutamente. Nel segno di Raspadori, che regala al Napoli una vittoria dal nome tricolore.
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