Il tris, per la Juventus, è servito. Dopo i successi ravvicinati contro Lazio e Salernitana, ecco quello sulla Fiorentina. Insomma, un principio di continuità. Che, in vista degli impegni indelebili della stagione, suona tanto come un motivetto poetico per le orecchie di Allegri. Curiosità, la truppa gigliata è la squadra contro cui il tecnico livornese ha ottenuto più vittorie casalinghe in campionato da allenatore della Vecchia Signora: sette
successi su altrettanti confronti allo Stadium.
I padroni di casa optano per una collezione da red carpet: Chiesa, Di Maria e Vlahovic. Tutti assieme, appassionatamente, perché la qualità è la qualità. Stop.
Gli ospiti, che devono fare a meno di Barak per una sindrome gastro-intestinale, a centrocampo (ri)propongono Duncan dall’inizio. Terzetto offensivo, senza dare punti di riferimento, formato da Gonzalez, Kouamé e Ikoné.
Il primo tempo vede la Juventus costruire e capitalizzare. Prima è Kostic, da posizione favorevole, a non trovare incredibilmente l’appuntamento con la porta. Dopodiché è sempre il serbo a impegnare l’ottimo Terracciano. Fiorentina pressoché nulla dalle parti di Szczesny, con i viola colpiti da una zuccata chirurgica di Rabiot, rete convalidata dalla goal line technology.
Nella ripresa il ritorno del match non cambia. La Vecchia Signora, assapora il raddoppio con l’ex Vlahovic (che non esulta), ma è offside. Entra Kean e spreca due ottime possibilità. I cambi di Italiano non sorridono, quelli di Allegri aiutano a gestire la situazione. Bremer, diffidato e ammonito, salterà la trasferta di La Spezia. Spavento finale, per Madama, con Castrovilli che segna ma pure in questo caso è fuorigioco, nello specifico di Ranieri.




