A.A.A. continuità cercasi. La Juventus supera brillantemente l’Empoli, ottiene la seconda vittoria consecutiva in campionato e si prepara nel migliore dei modi per la trasferta di Lisbona. Bianconeri che, specialmente nel secondo tempo, divertono e si divertono. Un modo per iniziare a uscire dalla crisi, sebbene illudersi risulterebbe essere automaticamente delittuoso.
Post derby, squadra che vince (quasi) non si cambia. Motto dei motti che accompagna da sempre gli allenatori che, però, nel calcio-moderno devono fare i conti con l’inevitabile turnover da proporre. Allegri sceglie Szczesny tra i pali. Davanti a lui l'ex Rugani, Bonucci e Danilo. A centrocampo spazio a Locatelli in cabina di regia spalleggiato da McKennie e Rabiot. In avanti il tandem Vlahovic-Kean.
Paolo Zanetti, alle prese con una solida classifica, opta per l’ormai solito 4-3-1-2. In porta, ovviamente, l’intoccabile Vicario. Pacchetto arretrato formato da Stojanovic, De Winter (di proprietà della Vecchia Signora), Luperto e Parisi. Polmoni e geometrie a dare vita alla linea metodista con Haas, Marin e Bandinelli. L’altro ex Pjaca alle spalle di Destro e Satriano.
Nel primo tempo la Juve ha il merito di sbloccarla pressoché all’alba grazie al primo sussulto stagionale di Kean. Dunque, potenzialmente, la partita perfetta per poter alzare l’asticella. E, invece, no. Vuoi perché la Vecchia Signora ha ormai questo problema atavico: segna e stacca l’interruttore. Vuoi perché l’Empoli sa il fatto suo, in termini di organizzazione, e qualche grattacapo a Szczesny lo crea: specialmente con Destro. Parallelamente, tuttavia, anche Madama avrebbe l’opportunità di chiudere il lato A del match con un parziale più corposo sempre con Kean e McKennie.
L’americano, dal canto suo, nella ripresa non sbaglia. E, nel miglior momento dell’Empoli, la partita sostanzialmente finisce. In quanto i padroni di casa si limitano a gestire, pensando alla Champions, mentre gli ospiti pagano dazio dal punto di vista mentale. Di Rabiot gli ultimi due lampi di serata. Una sola parola per descrivere l'attuale mediano francese: dominante.




