Fikayo Tomori. Tammy Abraham. E poi Christensen, Loftus-Cheek, Ola Aina, Solanke. Classe 1996 e 1997 che hanno in comune la medaglia d'oro della Youth League. Ottenuta sotto il cielo di Nyon, in quel Centre Sportif de Colovray che nel corso degli anni vede sempre più futuri campioni darsi battaglia per vincere la Champions League dei più giovani. Non li accomuna solo il successo più ambito nel calcio europeo per club degli Under, ma soprattutto l'averlo ottenuto nella stessa stagione. Con la maglia del Chelsea.
Boga, Musonda. I nomi noti aumentano, schiarendo l'ultima patina di mistero su quel Chelsea. Una squadra da cui sono usciti certi protagonisti della Serie A, nonché alcuni ottimi interpreti del calcio europeo.
Fuori dal campionato italiano, però, alcuni di loro sono stati altalenanti e poco reattivi di fronte alla conferma nel lungo periodo, mentre Abraham e Tomori sono divenuti stabilmente tra le stelle più luminose del torneo italiano.
Tutti sotto la guida del 4-2-3-1 di mister Viveash, Campione d'Europa della Youth League come allenatore del Chelsea 2014/2015.
Se il bomber assoluto di quell'edizione sarà Solanke - unico in grado di sfondare la doppia cifra -, ad alzare la coppa sarà capitan Izzy Brown. Tra i migliori assistman del torneo, miglior giocatore della finale, recordman di precocità, capelli al vento e paragoni nello spazio. La più grande promessa, il più grande rimpianto.


