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Italia, contro Israele è il primo match ball: dalla difesa a Raspadori, le chiavi per blindare i playoff

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Il primo match ball. L'Italia sfida Israele a Udine con una missione ben chiara in testa: approdare per la terza volta consecutiva ai playoff Mondiali, ora che il primo posto nel girone I è diventato quasi impossibile da raggiungere.

Sabato ha segnato la svolta: prima la Norvegia ha superato per 5-0 gli israeliani, diventando praticamente irraggiungibile, e poi l'Italia ha fatto il suo in Estonia, piazzandosi al secondo posto in solitaria e prendendo finalmente il proprio destino tra le mani.

Cosa serve ora? Battere Israele darebbe la matematica certezza degli spareggi. Con un pari basterebbe invece un altro pareggio nella partita successiva, contro la Moldova. Vincere stasera lascerebbe aperto pure uno spiraglio per il primato finale, ma come detto servirebbe un miracolo per chiudere in vetta: nello specifico, un passo falso dei norvegesi - che oggi giocano in amichevole contro la Nuova Zelanda - contro i moldavi e un successo azzurro nello scontro diretto di San Siro.

Insomma, mirino puntato sui playoff. Contro un avversario che già all'andata ha dimostrato di saperci fare eccome, nonostante sia ora reduce dallo 0-5 rimediato da Haaland e compagni. Quali sono le chiavi per superare l'ostacolo? A cosa deve puntare la Nazionale di Rino Gattuso per blindare il secondo posto ed evitare qualsiasi tipo di sorpresa?

  • MIGLIORARE I NUMERI DIFENSIVI

    Se con Gattuso in panchina l'Italia ha collezionato numeri da record (13 reti in 3 partite, nessun altro ct aveva iniziato così bene) e conosciuto solo la vittoria, i dati difensivi sono piuttosto preoccupanti. E non da oggi.

    Se è vero che solo una papera di Gigio Donnarumma, sabato, ha consentito all'Estonia di segnare il punto della bandiera in una partita completamente controllata dagli azzurri, è vero anche un altro discorso: tenere la porta inviolata è diventato da tempo particolarmente complicato.

    Prendendo in considerazione le 13 partite giocate dall'Italia dopo Euro 2024, sia con Luciano Spalletti che con il suo successore, balza all'occhio una statistica: i clean sheets sono stati appena 3. Senza dimenticare quanto successo nella gara d'andata, con quel folle 4-5 che ha messo in luce sia la potenza offensiva azzurra che i non pochi problemi nella fase difensiva.

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  • Gianluca ManciniGetty Images

    MANCINI, TOCCA A TE

    Da Israele a Israele, riecco Gianluca Mancini. Toccherà al difensore della Roma sostituire l'interista Bastoni, ammonito da diffidato nel secondo tempo della gara di Tallinn e squalificato proprio per la partita di Udine.

    Mancini sta vivendo un avvio di stagione molto positivo con la maglia giallorossa: fin qui è sceso in campo 8 volte su 8 tra campionato ed Europa League, delle quali 7 da titolare e per tutti i 90 minuti. Anche lui ha dato un contributo concreto all'ottimo rendimento difensivo della formazione di Gian Piero Gasperini, bucata appena due volte in Serie A e attualmente prima in classifica assieme al Napoli.

    Curiosità: Mancini era stato rispolverato da Gattuso proprio all'andata, dopo essere stato escluso da Spalletti post Euro 2024. Le difficoltà a Debrecen non erano mancate: anche lui era andato in ambasce contro gli israeliani, capaci per buoni tratti della gara di far vedere i sorci verdi alla retroguardia azzurra.

    Proprio dalla sua capacità di guidare il reparto, con Di Lorenzo e Calafiori ai propri lati e un assenza di un intoccabile come Bastoni, dipenderà buona parte dell'esito della partita. E, di conseguenza, del cammino dell'Italia verso i Mondiali.

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  • IL PLAY NEL 3-5-2

    Manuel Locatelli dovrebbe partire dall'inizio a Udine nel ruolo che ricopre alla Juventus: play davanti alla difesa. Anche se con due mezzali ai propri lati, con col Thuram di turno. Dunque in un 3-5-2, non in un 3-4-2-1. 

    Il regista bianconero è favorito sul collega Bryan Cristante, meno manovriero rispetto al collega ma più fisico. E, nel caso dovesse effettivamente scendere in campo, si troverà a disposizione l'ennesima chance di rimanere nel gruppone azzurro dopo tante esclusioni passate.

    Il desiderio di far bene è dato anche dall'abbondanza nel ruolo: ci sono loro due, Locatelli e Cristante, ma ci sono anche Ricci e Rovella, lasciati a casa entrambi per motivi diversi da Gattuso. Una bella concorrenza.

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  • Raspadori Italy desktopGetty Images

    LA NOTTE DI RASPADORI

    Se Moise Kean fosse stato abile e arruolabile, se insomma non si fosse fatto male a una caviglia sabato contro l'Estonia, avrebbe vestito lui i panni del partner di Retegui. Impossibile fare a meno di un centravanti così in forma, specialmente quando vede l'azzurro. E invece il destino gli si è ritorto contro.

    Sarà così Giacomo Raspadori a giostrare da seconda punta. Dunque nel suo ruolo, la posizione di campo che preferisce e che sa leggere meglio di tutte le altre. Il ruolo che a Madrid con l'Atletico non sta ricoprendo e che non ha ricoperto neppure a Tallinn, dove è stato catechizzato da Gattuso come una sorta di esterno sinistro, seppur con discreta libertà di svariare lungo il fronte offensivo.

    I numeri recenti di Raspadori con l'Italia, peraltro, sono eccellenti: nelle ultime 6 presenze l'ex attaccante del Napoli ha messo assieme 4 reti e 2 assist. Anche lui è andato a segno all'andata, sfruttando al meglio i pochi minuti che Gattuso gli ha concesso in quell'occasione. E stasera a Udine vuole ripetersi, dando ragione alla decisione del ct di preferirlo a Pio Esposito.

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  • L'APPORTO DELLA PANCHINA

    A proposito di Pio Esposito: a meno di sorprese partirà nuovamente dalla panchina, e nuovamente dalla panchina proverà a incidere. Come a Tallinn. Ma questa volta, presumibilmente, con meno minuti a disposizione considerando come sabato sia stato inserito nella primissima parte della sfida dopo l'infortunio di Kean.

    Contro l'Estonia anche questo ha fatto ben sperare: il fatto che chi non ha giocato titolare abbia trovato il modo di incidere. Vedi anche Leonardo Spinazzola, autore dell'assist del tris per il centravanti dell'Inter nella notte del proprio ritorno in azzurro dopo un biennio.

    Le altre armi si chiamano Niccolò Cambiaghi, a caccia dell'esordio con l'Italia, o Roberto Piccoli, in grado di fornire robustezza e centimetri in un possibile finale all'arma bianca. Così come Davide Frattesi, pure lui entrato bene all'andata. Anche loro, forse in piccolo e forse no, si preparano a vivere la notte che potrebbe rappresentare il primo passettino verso un Mondiale che manca da 11 anni.

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