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GFX Filippo Inzaghi Salernitana Milan

Inzaghi contro il suo passato: le sue squadre non hanno mai trovato il goal contro il Milan

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“Sarà una partita particolare per me perché affronto il Milan. Inevitabilmente non sarà una gara come tutte le altre. Lì c’è la mia storia e la mia vita”.

Il diciassettesimo turno di campionato, l’ultimo prima di Natale, proporrà anche la sfida che vedrà opposte Salernitana e Milan.

Una gara che metterà in palio punti pesanti per due squadre che stanno vivendo questo campionato sapendo di avere obiettivi diversi.

Se il Milan sarà chiamato ad ottenere quel risultato che gli consenta di restare nella scia di Inter e Juventus, la Salernitana, che è reduce da tre sconfitte consecutive, cercherà quei punti che rendano più vive le sue speranze di salvezza.

Una partita diversa da tutte le altre per Filippo Inzaghi che, proprio contro il suo passato, andrà a caccia di quell’exploit che possa dare un senso diverso alla stagione della sua squadra. E, forse, un senso diverso anche alla sua sin qui breve e travagliata esperienza a Salerno.

  • Inzaghi MilanGetty Images

    UNA LEGGENDA DEL MILAN

    Filippo Inzaghi si è guadagnato un posto nella storia del Milan. Lo ha fatto da calciatore nel corso di undici stagioni scandite da goal e da straordinari trionfi.

    Nonostante abbia indossato anche altre maglie in carriera, quando si pensa a lui non si può non immaginarlo vestito di rossonero e questo perché del ‘suo’ Milan, dal 2001 al 2012, è stato non solo bomber prolifico ma anche uno degli uomini simbolo.

    Centoventisei reti in tutto, distribuiti in trecento partite ufficiali. Goal segnati in tutti gli stadi d’Italia e in ogni angolo d’Europa, sempre con quel modo di giocare che lo rendeva un attaccante così particolare e con quella caratteristica che lo ha accompagnato per una vita intera: un fiuto per il goal assolutamente fuori dal comune.

    Che si trattasse di segnare di destro, di sinistro, di testa, di stinco, di petto o di schiena, la cosa non ha mai fatto la differenza. Ha messo a disposizione del club rossonero quel suo essere pratico in modo letale.

    Eppure, quando approdò sul pianeta Milan, impiegò del tempo a conquistare tutti. Arrivava dalla Juve, era costato complessivamente 70 miliardi, subì in infortunio che lo frenò nella prima stagione e inoltre, secondo alcuni, non rappresentava il tipo di spalla ideale per Shevchenko.

    Ci penseranno i fatti a dargli ragione. Vincerà due Champions League da protagonista assoluto, segnando anche una doppietta nella ‘rivincita’ contro il Liverpool, alle quali aggiungerà due Scudetti, due Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, due Supercoppe Europee ed un Mondiale per Club.

    Quando il 13 maggio del 2012 giocherà la sua trecentesima ed ultima partita con la maglia del Milan addosso, saluterà i suoi tifosi e San Siro nell’unico modo per lui possibile: segnando un goal contro il Novara che valse la vittoria finale.

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  • DAL CAMPO ALLA PANCHINA

    Una volta lasciato (a malincuore come ammetterà anni dopo) il calcio giocato, intraprenderà fin da subito la carriera di allenatore e lo farà ovviamente ripartendo dal Milan.

    Le prime esperienze con gli Allievi Nazionali, poi la promozione alla guida della Primavera (con la quale vincerà un Torneo di Viareggio) e poi nel 2014 il grande salto in prima squadra.

    Un’ascesa fulminea per colui che all’epoca era considerato potenzialmente uno dei tecnici italiani di nuova generazione più promettenti in assoluto, ma questa volta le cose non andranno come previsto.

    Inzaghi resterà alla guida di quel Milan per una sola stagione che si chiuderà con un deludente decimo posto.

    Il più classico dei lieto fine mancati, ma l’affetto del popolo milanista per lui non verrà mai meno.

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  • NESSUN GOAL PER L’EX UOMO DEI GOAL

    Filippo Inzaghi si appresta a sfidare il Milan per la quarta volta da allenatore.

    Lo ha già fatto per tre volte in passato, l’ultima più di due anni fa, e sedendo su due panchina diverse: prima quella del Bologna e poi quella del Benevento.

    Ha incrociato per la prima volta il ‘suo’ Milan da avversario nel dicembre del 2018 per una gara valida per il sedicesimo turno di Serie A.

    Anche allora lo fece con l’esigenza di ottenere punti pesanti per la salvezza e alla fine ne portò a casa uno solo: quello figlio dello 0-0 finale (al termine della stagione verrà esonerato).

    Ritroverà il Milan tre anni dopo, questa volta nel quindicesimo turno della Serie A 2020-2021. In quel momento il suo Benevento è una delle squadre più sopperenti del torneo, ma al Vigorito, contro quella che è già la squadra di Stefano Pioli, non ci sarà nulla da fare: 0-2 finale con reti di Kessié e Leao ed un rigore parato da Donnarumma.

    Milan e Benevento si incroceranno nuovamente poi il successivo 1° maggio per la sfida di ritorno, questa volta in quello che per tanti anni è stato il ‘suo’ San Siro. A vincere, contro una squadra che intanto è crollata nel rendimento e nei risultati, saranno ancora i meneghini per 2-0 con le reti siglate da Calhanoglu e Theo Hernandez.

    L’ultimo di una mini serie di confronti che parla di un pareggio e due sconfitte in tre partite, ma il dato in un certo senso che sorprende è un altro: lui che per anni è stato l’uomo goal del Milan per eccellenza, da allenatore non ha mai trovato la via della rete contro i rossoneri.

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  • Filippo Inzaghi SalernitanaGetty

    PARTITA DECISIVA PER IL SUO FUTURO?

    Lui che al Milan ha lasciato in eredità goal, trofei, pagine indimenticabili ma anche quella ‘maledizione del 9’ spezzata solo da Giroud (dopo i tentativi andati a vuoto di Pato, Matri, Fernando Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, André Silva, Higuain, Piatek e Mandzukic), contro il suo passato rischia di doversi giocare molto più dei semplici tre punti.

    Da quando è alla guida della Salernitana, in otto partite Inzaghi ha ottenuto una sola vittoria, accompagnata da due pareggi e cinque sconfitte.

    Risultati che hanno contribuito ad ancorare la compagine campana all’ultimo posto in classifica e che hanno dato vita ad alcune voci che vorrebbero la sua panchina meno salda.

    Quella contro il Milan potrebbe essere una partita dai contorni del ‘bivio’ e questo anche se il nuovo direttore generale della Salernitana, Walter Sabatini, ha già spiegato “Non sono un tagliatore di teste”.

    Una rassicurazione importante, ma intanto per Inzaghi non sarebbe male trovare i primi goal da allenatore contro il suo illustre passato.

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