Ci vogliono 81 minuti all'Inter per abbattere il muro della Roma. C'è bisogno dell'ormai solito Thuram per piegare la corazza costruita da Mourinho e riportare l'Inter in vetta alla classifica.
Ancor prima che inizi la partita, tutta l'attenzione di San Siro è ovviamente su Romelu Lukaku. Roba da tornare a casa sordi al termine della partita, col suono dei fischietti ancora nelle orecchie.
In campo l'andazzo è quello che ci si poteva aspettare alla vigilia. Basta guardare la formazione della Roma per capire le intenzioni di Mourinho (che a sorpresa ha assistito al primo tempo dalla tribuna stampa), con Bove a centrocampo ed El Shaarawy (preferito a Belotti) a supporto di Lukaku.
La palla è sempre tra i piedi dell'Inter. Calhanoglu colpisce subito una traversa, poi ci vuole Rui Patricio per evitare il goal di Thuram. Molto raramente la Roma riesce a portare il pallone dall'altra parte. Nel primo tempo, l'unica cosa che i giallorossi riescono a causare sono la valanga di fischietti per ogni pallone passato a Lukaku. Tra l'altro davvero pochi.
Nella ripresa la musica non cambia. Resta quella dei fischietti. Anche se Cristante spaventa San Siro con un colpo di testa su cui Sommer si fa trovare prontissimo. Sarà l'unico tiro in porta della Roma. Inzaghi toglie praticamente tutti gli ammoniti perché sa che la partita è nervosa. E si gioca la carta Asllani, che risulta vincente. Perché è proprio da una verticalizzazione dell'ex Empoli che parte l'azione del goal di Thuram, sempre più protagonista, sempre più trascinatore e decisivo per questa Inter.
